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Gesù il Messia). Nella seconda parte si va oltre e viene approfondito l’insegnamento, ai discepoli

più vicini a Gesù (dodici) viene dispensato un insegnamento particolare per comprendere il vero

significato del titolo «Cristo» applicato a Gesù.

La rivelazione (è il tema centrale del racconto, cristologica) ma anche Gesù è raccontato.

2)La trama narrativa istituisce due percorsi diversi: uno riservato al lettore e l'altro ai protagonisti

dentro la storia e la diversità dei due percorsi inizia subito col primo versetto del Vangelo

3)La rivelazione nella prima parte del vangelo:

-Rivelato al lettore (dalla sua posizione extradiegetica) citando le scritture che egli è il messia, con

questa conoscenza privilegiata il lettore sarà più attento alle reazioni dei personaggi, alla loro

accoglienza o rifiuto e a identificarsi con chi professa la fede in lui, allontanando chi la rifiuta; non

è una lettura comoda ma spinge il lettore a farsi altre domande e a capire più cose (per esempio

perché scaccia i demoni = l’agire contro il male, oppure perché possiede così tanta conoscenza)

-Rivelato a lui stesso al battesimo (i cieli si squarciano, lo spirito discende è Dio dice a Gesù che egli

è suo figlio, l'amato), mentre, sempre al battesimo non ci sono cenni ad un riconoscimento della

sua identità da parte di Giovanni o delle folle; inoltre emerge il particolare che diversifica Gesù da

tutti coloro che si facevano battezzare; infatti, egli non unisce a tale gesto la confessione dei

peccati).

Questo episodio costituisce una solenne presentazione di Gesù fatta da Dio stesso, a livello

intradiegetico è rivolta a Gesù ma si tratta di una rivelazione segreta, nel senso che gli altri

personaggi presenti non ne hanno conoscenza mentre Gesù ne è il depositario, a livello

extradiegetico invece il lettore è messo a conoscenza sia dell'identità di Gesù sia della

comprensione che egli ha di ciò.

-Varie prove e scontri lui mostra la sua giustificazione e risponde alla domanda: “tu chi sei?”, cioè è

colui che perdona (guarisce un paralitico e perdona i suoi peccati), colui che accoglie i peccatori

(mangia con i peccatori), lo sposo messianico (non fa il digiuno) ed il padrone del sabato (due volte

non rispetta il riposo durante il sabato).

-Cosa gli altri personaggi sanno o pensano di lui: 1) gli spiriti impuri sanno chi è, 2) alcuni pensano

sia satana per gli esorcismi che compie, 3) alcuni, tra cui Erode, pensano sia Giovanni Battista

redivivo, 4) altri pensano sia Elia che era atteso come precursore (perché Elia fu rapito e nelle

scritture si afferma che egli sarebbe tornato nel mondo per inaugurare il giorno finale di Dio, in

realtà, però, il lettore sa che il precursore è stato Giovanni battista), 5) altri pensano sia uno dei

profeti, 6) lui stesso a Nazaret ha parlato di sé stesso come profeta non a partire dagli atti potenti

ma dalla persecuzione e dal rifiuto per fare allusione e descrivere il proprio destino, 7) la sua gente

di Nazareth non lo riconosce più come si ricordava essere il figlio di Maria e del falegname.

Quindi nessuno capisce e man mano il mistero si infittisce, gli avversari lo incalzano

continuamente e vogliono sempre di più toglierlo di mezzo, molti lo seguono incuriositi altri solo

speranzosi di farsi curare, altri stupiti, altri ancora curiosi, alcuni lo credono pazzo e lo rifiutano, i

dodici sembravano essere privilegiati anche dal fatto che riserva loro spiegazioni ma continuano a

non capire la sua identità e il suo mistero e non aprono gli occhi.

-Fine prima parte del vangelo (sulla rivelazione progressiva di Gesù come Messia), nessuno riesce a

riconoscerlo

4)Turning Point: Confessione di Pietro a Cesarea di Filippo: Gesù interroga i discepoli e Pietro

risponde che lui è il Cristo (cioè lui è il messia, messia significa unto, cioè colui che è destinato a

realizzare le promesse profetiche, colui che annuncia ed instaura il regno di Dio (non viene

spiegato come abbia fatto a riconoscerlo, Matteo lo dirà nel suo vangelo).

Ora c’è contatto tra la conoscenza del lettore e quella dei personaggi (in analisi narrativa questo

momento è detto “riconoscimento”, come il riconoscimento di Ulisse al suo ritorno ad Itaca

nell’Odissea)

-I dodici hanno capito ma impone loro di tacere come aveva fatto con la tempesta, con gli spiriti

impuri e i demoni, e con coloro che aveva guarito.

Ciò che però rimane veramente segreto lungo la prima parte è l’identità rivelata da Dio a Gesù: di

essere figlio di Dio, questa comprensione dell’identità di Gesù non è disponibile agli uomini se non

è loro rivelato da un’istanza superiore, mentre non viene rispettato il silenzio imposto riguardo le

opere e le manifestazioni di Gesù.

Pietro ha riconosciuto che Gesù è il Messia ma dovrà scoprire il modo in cui egli inaugura il suo

regno messianico non come messia trionfante ma come Messia sofferente, inoltre ci sono ancora

due elementi di ambiguità: il fatto che imponga il silenzio e che rimane ancora nascosto il fatto che

egli è Figlio di Dio

-Poco dopo rivela il destino che lo attende: dovrà soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani,

dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e dopo tre giorni risorgere in conformità col

disegno di Dio (sorpresa sia per i personaggi sia per il lettore che conosceva l’identità ma non

l’intera missione di Gesù ed inoltre il lettore capisce che non è possibile separare la questione

dell'identità dalla missione che si realizzerà a Gerusalemme; per comprendere Gesù si ha bisogno

sia di affermazioni, sia di azioni del suo cammino.

-Dopo la confessione di Pietro, il motivo centrale non è più l'identità di Gesù messia, ma la sequela

del crocifisso. Non basta riconoscere Gesù come Messia, ma è necessario seguire per

comprendere che il mistero di Gesù è il suo essere Messia crocifisso. Per questo nella seconda

parte del Vangelo i miracoli quasi scompaiono e ciò che conta è “andare dietro a Gesù”. Infatti, la

risposta di Pietro sull'identità di Gesù è parziale perché la sua identità può essere conosciuta solo

alla luce della passione.

-Seguiranno, poi, altri due annunci della passione: un annuncio sul fatto che il figlio dell’uomo

viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni

risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.

Poi Gesù nuovamente annuncia la sua passione. L'annuncio è rivolto direttamente ai dodici ed è

più circostanziato dei due precedenti: parla di una sofferenza che comprende la consegna ai

pagani, lo scherno, gli sputi, la flagellazione prima dell'uccisione e della risurrezione.

Questo annuncio così dettagliato mette in evidenza una caratteristica del personaggio Gesù: egli

sa quanto sta per accadergli (lo dice espressamente il narratore). È onnisciente ed il suo discorso è

prolettico (anticipa).

Le parole di Gesù vengono fraintese e le reazioni appaiono inopportune, più il mistero di Gesù

inizia a chiarirsi e il suo cammino appare come percorso di passione e di croce, più la reazione dei

discepoli è riluttante: essi non vogliono o non riescono a seguire il Maestro su quella strada,

sembra che ancora non ci vedano chiaro.

In realtà ci saranno anche altri due annunci della sua passione non espliciti: durante il discorso

escatologico al capitolo 13 e all’unzione della donna prima della cena pasquale.

5)La rivelazione nella seconda parte del vangelo:

-L'esperienza sul monte (la trasfigurazione di Gesù: manifestazione epifanica di Gesù, che

coinvolge Gesù stesso e i suoi vestiti il cui splendore candido è il riflesso della gloria di Dio con

anche la comparsa di Elia e Mosè che vengono visti e riconosciuti e discepoli), Pietro e gli altri due

possono intuire la natura divino-umana ed il mistero del loro maestro, perché viene loro rivelata

da Dio: «È il mio Figlio che amo, ascoltatelo!» (attraverso delle nubi che coprono il cielo) ora sono

messi conoscenza del segreto dell'identità di Gesù, che Dio aveva confidato a Gesù solo (e al

lettore) al battesimo nel Giordano, ora i discepoli riescono a vedere Gesù, cioè a comprendere

davvero chi egli sia e avere accesso alla sua identità che è connotata dalla singolarità del rapporto

con Dio; la sua conoscenza durante la vicenda terrena di Gesù è possibile agli esseri umani solo se

Dio da loro qualche informazione privilegiata.

Gesù, inoltre, ancora impone il silenzio fino alla sua resurrezione.

Durante la discesa dal monte i tre discepoli interrogano Gesù, che spiega quello che il lettore sa

già: Elia, il precursore, è già venuto (Giovanni battista) e Gesù dovrà molto soffrire.

-La cecità del cieco di Bartimeo a questo punto diventa simbolo della difficoltà provata dai

discepoli a riconoscere l'identità di Gesù in un colpo solo: Pietro è stato capace di riconoscere in

Gesù il messia, ma non di accettare la prospettiva di un Messia sofferente, rifiutato dalle autorità

religiose ebraiche e infine messo a morte.

Inoltre, mentre nei miracoli precedenti Gesù ha spesso tentato di impedire ogni proclamazione

della sua identità e la folla gli faceva pubblicità, in questo caso le cose si rovesciano: la folla tenta

di ridurre al silenzio il cieco che proclama Gesù messia (figlio

di Davide), mentre Gesù accetta il titolo, ascolta il cieco e lo guarisce pubblicamente.

Gesù accetta la confessione di Bartimeo mentre prima aveva imposto a Pietro il silenzio perché

vede la fede del cieco e la sua perseveranza nonostante la folla lo voglio scoraggiare e per il fatto

che segue Gesù nella strada che va verso la passione senza esitare.

L'episodio è ben più che un racconto di guarigione. Esso è di fatto il primo riconoscimento

pubblico non respinto di Gesù come Messia: la guarigione del cieco è il punto di arrivo simbolico

del lento e difficile percorso di chiarificazione dei discepoli.

Questo cieco è il modello del discepolo.

-Parabola dei vignaioli omicidi in un confronto col sinedrio (rivelazione dell’identità di Gesù come

figlio di Dio, il lettore coglie il parallelismo, i personaggi non sappiamo bene)

-Durant

Dettagli
A.A. 2022-2023
6 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

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