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FIVET

trasferimento di embrioni).

Sia l’inseminazione artificiale sia la possono essere omologhe oppure eterologhe.

FIVET

Omologhe sono le tecniche che usano i gameti (spermatozoo e ovulo) della coppia. Eterologhe

sono le tecniche che usano uno o entrambi i gameti da donatori esterni alla coppia, nel caso in cui le

cellule germinali di uno o di entrambi gli sposi siano inadatte alla generazione.

Inseminazione artificiale

A seconda del punto esatto in cui si deposita il seme si parla di inseminazione intracervicale ( ),

ICI

). L’inseminazione più

di inseminazione intrauterina ( ), di inseminazione intraperitoneale (

IUI IPI

comune è quella intracervicale, che si effettua con l’aiuto di una siringa speciale collegata a una

cannula intrauterina. L’estremità della cannula viene introdotta nel canale cervicale per una

4

profondità di circa un centimetro e si introducono 0,5 ml di liquido seminale .

La GIFT

Una forma particolare di inseminazione artificiale è quella chiamata (Gamete Intra Fallopian

GIFT

Transfer, trasferimento dei gameti nelle tube).

Quando venne resa pubblica, questa tecnica suscitò particolare interesse perché apparve come

una tecnica di aiuto alla generazione e non di sostituzione, quindi facilmente accettabile da un punto

di vista etico. Essa consiste nel trasferimento di cellule uovo e di spermatozoi nella porzione

ampollare delle tube per via laparoscopica, con un catetere nel quale gli ovuli e gli spermatozoi sono

separati da una bolla d’aria.

Quindi il congiungimento dei gameti avviene nella tuba, che è il luogo naturale della

fecondazione. Questa tecnica non comporta perciò produzione di embrioni in laboratorio.

In realtà, la tecnica, applicabile a un numero basso di casi, è di sostituzione dell’atto coniugale e

non di aiuto all’atto generativo, per cui restano problemi di carattere etico, anche se non c’è la

distruzione di embrioni.

La fecondazione in vitro ( )

FIVET cioè all’esterno

Si tratta della tecnica più rivoluzionaria e importante. La fecondazione in vitro,

del corpo, è stata messa a punto negli anni Settanta con l’intenzione di rimediare alla sterilità umana.

La nascita dei primi bambini si ebbe a Oldham (Gran Bretagna) nel 1978 (Louise Brown) e a

Melbourne nel 1980.

La tecnica originale di fecondazione in vitro si basava sul ricupero di un solo oocita maturo dal

follicolo ovarico proprio prima dell’ovulazione, durante il ciclo naturale di donne affette da

ostruzione bilaterale delle tube di Falloppio.

In seguito le tecniche si sono evolute e sono nate numerose varianti. Segnaliamo di seguito le

principali innovazioni.

Tecniche ultrasoniche

per il controllo e il prelievo degli oociti

L’induzione della superovulazione - È la tecnica che permette il prelievo di molti oociti nello

all’inizio si prelevava l’unico oocita che maturava durante il ciclo naturale.

stesso intervento, mentre

Congelamento degli embrioni - La raccolta di oociti multipli in seguito a superovulazione

fornisce di norma più embrioni di quelli necessari per un trasferimento immediato.

Congelamento di oociti - La conservazione, con il freddo, di oociti pone minori problemi etici e

si porrebbe sullo stesso piano delle banche di sperma umano congelato.

Passaggio alla fecondazione eterologa - La fecondazione omologa non è adatta alle donne con

insufficienza ovarica totale, e di quelle a cui siano state asportate le ovaie o con assenza congenita di

ovaie. Queste ora possono rimanere incinte con la fecondazione in vitro ottenuta con un oocita donato

da altra donna e con l’associazione di una terapia steroidea di sostituzione durante la gravidanza.

Fecondazione mediante microiniezione (questo metodo prende il nome di : Intra Cytoplasmic

ICSI

Sperm Injection) - Un unico spermatozoo viene introdotto attraverso la zona pellucida, la spessa

membrana che riveste l’ovulo. Il tasso di fecondazione che si raggiunge con questa tecnica è di circa

il 70%.

La maternità surrogata - Con questo termine si intende la funzione svolta da quelle donne che

accettano di condurre a termine una gravidanza per conto di altre donne, con l’accordo di cedere il

bambino dopo la nascita.

Le percentuali di successo

Le tecniche di fecondazione artificiale nel loro complesso sono ancora incapaci di dare risposta

significativa alle coppie che le praticano per avere un figlio. Infatti le percentuali di successo sono

molto basse. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità italiano, per il 2002 si registra il successo

della solo nel

FIVET

5

21-22% dei casi . Si tratta di percentuali che possono innalzarsi di poco per alcune categorie di coppie

che hanno migliori condizioni, ma che restano fallimentari se valutate con i normali parametri usati

ancora più urgente l’opera di

in medicina per giudicare la validità di una terapia. Tutto ciò rende

informazione delle coppie, che devono essere informate adeguatamente sui risvolti psicologici ed

etici delle tecniche di fecondazione artificiale, ma anche sulla loro validità sul piano pratico per non

generare false speranze. A

SPETTI CULTURALI

Motivazioni delle coppie che ricorrono alla fivet

Chi sono le coppie che chiedono di essere assistite nella generazione? Come vivono la condizione

di sterilità? Perché non ricorrono all’adozione? Quali preoccupazioni etiche manifestano? Quali le

ricadute sul vissuto di coppia? Quali le conseguenze sul modello di

famiglia?

Metà delle coppie che richiedono la sono coppie che ritengono di avere un diritto alla

FIVET

procreazione come diritto di coppia; in altre parole, come diritto del bambino a entrambi i genitori.

Altre rivendicano un vero e proprio diritto alla maternità anche della donna sola.

Procreazione assistita e significato della genitorialità

Che cosa spinge le coppie sterili a cercare un figlio proprio «a tutti i costi»? La risposta è

complessa. In primo luogo, il ricorso alle pratiche di procreazione assistita può essere visto come il

tentativo di imitare il comportamento procreativo delle generazioni precedenti (genitori) e collaterali

(fratelli e sorelle). In seconda istanza, il timore della diversità totale del figlio adottato, e il desiderio

di vivere come coppia l’esperienza della gravidanza. Infine, la valutazione di incompletezza della

famiglia senza figli.

Quale significato attribuiscono alla procreazione le coppie sterili? Esiste un ampio consenso sul

fatto che il figlio rende esplicito il progetto sul futuro della coppia.

Un rischio che il ricorso alle tecniche artificiali può comportare è la cancellazione dei sentimenti

ambivalenti nei confronti del bambino. Tutti i genitori, naturali e adottivi, devono riaggiustare e

all’evento «critico» della nascita o dell’arrivo

ridefinire i propri rapporti personali, di coppia, di fronte

di un figlio.

Le pratiche eterologhe

La più evidente conseguenza di queste procedure è data dalla scissione tra genitorialità biologica

e genitorialità sociale ed educativa. In altri termini, siamo di fronte alla diversità intercorrente tra

l’«avere figli» e l’«essere genitori» 6 .

La scissione dei ruoli parentali richiede una loro ridefinizione, in particolare si deve definire il

rapporto tra filiazione naturale e filiazione sociale. Più profondamente si deve affrontare il significato

antropologico della procreazione.

La condizione di sterilità può portare il partner sano a sviluppare atteggiamenti di aggressività

verso il partner responsabile della sterilità, oppure ad atteggiamenti iperprotettivi nei suoi confronti.

Queste reazioni devono indurre le coppie sterili a chiarire a se stesse i reali sentimenti e le vere

motivazioni della ricerca di un figlio proprio. Il bisogno di chiarimento pone la questione della

consulenza psicologica da offrire alle coppie sterili e se questa consulenza debba essere obbligatoria

o facoltativa.

Nonostante questi limiti, il ricorso alle pratiche eterologhe è valutato positivamente dalle coppie,

le quali poi vogliono mantenere il segreto nei confronti del bambino. La motivazione addotta è quella

di evitare al bambino traumi o sentimenti di diversità. Ma questa volontà può nascondere il timore di

un giudizio sulla propria sterilità o, anche, sensi di colpa nei confronti del bambino. Evidenti sono i

pericoli in tale situazione per il futuro del bambino nato tramite le pratiche eterologhe.

Preoccupante è la subordinazione del valore dell’embrione e della sua vita ad altri valori relativi

all’autonomia personale. Particolarmente grave è l’assenza di ogni riferimento al fatto che la relazione

genitore-figlio sia caratterizzata dalla modalità del dono, ossia dalla gratuità, norma essenziale

dell’ontologia umana. Al contrario, emerge con chiarezza che la ricerca di un figlio a tutti i costi è

perseguita principalmente sulla base di una spinta narcisistica individuale o di coppia.

Anche in queste condizioni il discorso etico è irrinunciabile, pena lo smarrimento della stessa

umanità. Naturalmente bisognerà svolgere un discorso etico che mostri la stretta connessione tra le

domande etiche poste dalla fecondazione artificiale e il significato antropologico della generazione.

In altre parole bisognerà far emergere il senso umano della generazione e mostrare se le tecniche

artificiali lo attuano o lo violano.

Il contesto socio-culturale relativo alla generazione

Il tratto caratterizzante del mondo in cui viviamo è il seguente: le persone, le coppie, i bambini,

le famiglie sono ingabbiate in una cultura che finge di desiderare il bambino, il che significa che «il

bambino non è sostanzialmente voluto, ma è piuttosto percepito come un peso, un disturbo, un rischio,

un giocattolo o una scommessa difficile e improbabile, comunque non come “una persona umana”» 7 .

Dall’altra parte, nella società persone e famiglie sono vittime di una cultura che finge la possibilità di

trattare la sessualità senza conseguenze, nel senso di farne ciò che vuole. Sessualità e procreazione

vengono radicalmente separate, e così si pensa che l’atto sessuale non abbia nessuna conseguenza

sulle persone e sulla società al di là dei sentimenti del momento. Si pensa e si agisce come se la

sessualità fosse sottoponibile senza limiti all’artificiale.

In questa situazione occorre recuperare la prospettiva relazionale, quella che considera la

procreazione non come puro fatto biologico, ma come una relazione sociale, come quella che ha reali

chances di affrontare i paradossi della modernità.

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
91 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher AleLazza7 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Aramini Michele.