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LA PEDAGOGIA IN ITALIA
Fu un sacerdote, educatore e scrittore. Nel 1859 fondò la
congregazione dei Salesiani
METODO: Utilizzò il “sistema preventivo”ovvero offrì ai
giovani un ambiente nel quale è incoraggiato a dare il
meglio di sé, nel riconoscimento dei propri talenti e dei
propri limiti, nel rispetto degli altri e scoprendo la propria
vocazione. Il suo non è un sistema pedagogico vero e proprio
in quanto nasce dal cuore e non dalla ragione. Negò nella
sua metodologia qualsiasi forma di repressione, puntando su
un ambiente costruito sul dialogo e la serenità, un sistema
quindi che poggiava sulla ragione, la religione e
Don Bosco l’amorevolezza, rispettando la persona umana dell’educando
1815 -1888 e della sua libertà. L’oratorio di Don Bosco si identifica con la
sua persona, fu tra i primi ad intuire la problematica del
Piemontese lavoro della sua epoca, l’addestramento professionale è
dunque un fattore di emancipazione dell’operaio, quindi il
mezzo per la liberazione.
OBBIETTIVO: Desiderava riscattare i giovani abbandonati
attraverso una metodologia atta a rispondere concretamente
ai loro bisogni. La sua proposta educativa portò la categoria
dei più deboli verso una liberazione. Il suo modello
pedagogico fu in seguito trapiantato in tutto il modo,
costituendo un esempio di pedagogia interculturale.
Il sistema preventivo per l’educazione della
TESTI: “
gioventù” (1877) LA PEDAGOGIA IN ITALIA
PENSIERO: Il principio cardine del suo pensiero è l’unità
nazionale, occorre creare un educazione nazionale e popolare,
estesa a tutti e incentrata su un nucleo di valori comuni, deduce
che non vi può essere una nazione italiana senza un popolo colto,
l’educazione diviene quindi fondamentale sia per lo Stato che per
la sua conservazione. La pedagogia deve adempiere ad una
funzione politica, guardando all’uomo come cittadino quindi in
nome del bene dello stato, in un momento storico in cui
l’istruzione è negata ai più, Cuoco pone un atteggiamento
riformatore intervenendo sulla realtà per cambiarla, sulla base dei
bisogni reali del popolo.
“ Saggio storico sulla rivoluzione napoletana”
TESTO: opera in cui
Vincenzo riflette sulle problematiche sorte dalla rivoluzione napoletana, che
per estensione saranno le problematiche della rivoluzione italiana.
Cuoco Il fallimento va attribuito alla natura sociale e culturale del
1770 -1823 napoletano , che vedeva una minoranza colta di idee illuministe
europee ed una maggioranza fatta dalla plebe contadina
completamente estranea a tali idee e alla nuova cultura, si era
infatti trascurato il collegamento con i bisogni e i costumi dei più,
costruendo una rivoluzione su l’astrattezza ideologica. Nel 1804
fondò il “Giornale italiano”attraverso cui sottolineò i problemi
concernenti la formazione di una coscienza nazionale,
utilizzandolo come opera educativa, capace di penetrare con la
sua divulgazione nelle menti degli italiani. Nel 1806 pubblicò il
“Platone in Italia” romanzo storico scritto in forma epistolare, nel
quale propone una pedagogia della virtù, che si concretizza
attraverso il lavoro e l’impegno etico nelle vita sociale. Nel 1809
Giocchino Murat, da pochi mesi re di Napoli quale successore di
Giuseppe Bonaparte, nominò Cuoco relatore all’interno della
Commissione incaricandolo di presentare un progetto di legge
sulla Pubblica Istruzione, la proposta di Cuoco è finalizzata al
miglioramento dell’umanità, per questo motivo definita pedagogia
politica. All’ interno del suo rapporto, Cuoco espone le finalità
nella premessa, un piano di studi e a seguire le scelte didattiche,
ovvero il livello metodologico.
METODO: L’istruzione deve comprendere tutte le scienze e tutte
le arti, dato che il fine del sapere è l’agire, deve essere rivolta a
tutto il popolo, ponendo delle distinzioni, occorre infatti, secondo
Cuoco, un istruzione per tutti, una per molti (è di carattere
pubblico ma non gratuita per tale ragione riservata a chi può
sostenerne i costi) e una per pochi (perchè ha il fine di conservare
e promuovere la scienza per tale ragione riservata agli uomini di
ingegno). L’istruzione deve essere universale, pubblica e
uniforme. L’istruzione proclamata da Cuoco deve includere anche
le donne in quanto figure cardine di educatrici, lasciarle prive di
educazione equivale a non educare l’uomo. Le scuole elementari
istruiscono a leggere, scrivere e all’apprendimento dell’aritmetica,
istruendo l’alunno anche alla morale, in quanto bisogno della
società, riconosce che l’istruzione deve accostarsi ad una
preparazione professionale di base come condizione di un positivo
inserimento sociale. Osservò dei limiti presenti nel metodo
pedagogico definito metodo naturale che fu introdotto nel
Mezzogiorno nel 1787, che si fondava sulla scrittura di tipo
geometrico, proponendo di sperimentare il metodo Pestalozzi. Nel
1859 vigeva la legge Casati, atta a costituire le linee guida
dell’istruzione dalle elementari all’università, proponeva una
metodologia basata sullo studio, tralasciando l’importanza delle
connessioni tra le attività produttive e l’integrazione di discipline
tecniche che fossero preparatorie al lavoro
LA PEDAGOGIA IN ITALIA
Fondò e diresse per 5 anni la rivista “ Il Politecnico” 1839
-1844, in cui discute la riforma dell’istruzione. Dopo l’Unità
d’Italia partecipò attivamente al dibattito sulla riforma
scolastica italiana, collaborando con il ministro dell’istruzione
Matteucci. Era un democratico e repubblicano.
METODO: Aderì alle teorie positiviste, sottolineò infatti,
l’importanza della scienza e della tecnica per il progresso
sociale. Considera inscindibili il rapporto tra educazione e
società nel contesto pedagogico, l’educazione e il progresso
devono fondersi attraverso un progetto atto a salvaguardare
la libertà dell’individuo, criticando la metodologia
mnemonica a favore di un processo attivista supportato dalle
dimostrazioni che favoriscono la libertà di giudizio, per
Cattaneo infatti educazione è garanzia di libertà. Punti
cardine del suo pensiero pedagogico sono il valore sociale e
civile della scuola, sottolineò l’esigenza di un istruzione di
base universale, sovvenzionata dallo Stato e dai Comuni
favorendo così una retribuzione migliore per i maestri. Il
Carlo superamento della frattura tra cultura umanistica e cultura
Cattaneo scientifica e la necessità di una più approfondita e diffusa
istruzione tecnico-professionale, soprattutto agraria.
1801 - 1869 L’insegnamento deve seguire una metodo naturalistico e
attivista, considerando quindi l’età dell’alunno e ponendolo
al centro dell’atto educativo, scandendo nel tempo
l’insegnamento della materia.
PENSIERO: Si occupò di fornire fondamenta scientifiche
alla psicologia.
TESTI: “ La psicologia positiva” 1870 dove elaborò una
teoria della percezione ponendo l’accento su aspetti sociali
e culturali (mente/ cultura) l’istinto è dato dai fattori
biologici e ereditari mentre il processo intellettivo si origina
interiorizzando inconsciamente attraverso le esperienze,
l’individuo acquisisce per suggestione e imitazione sia gli
aspetti culturali che simbolici della civiltà del suo tempo,
tale processo favorisce la curiosità e la riflessione
preparandolo all’apprendimento. Nel 1879 compone l’opera
“La morale dei positivisti” testo in cui formulò quella che
Roberto venne chiamata “morale antiegoistica” con la quale
sostiene il legame originario e permanente dell’individuo
Ardigò con la vita sociale definendo così un modello etico,
1828 -1920 interiorizzando le norme sociali si formavano ideali di
morale, l’educazione favorisce così il modello etico in grado
di unificare le coscienze degli italiani. La pedagogia di
Ardigò è una scienza dell’educazione, che viene concepita
come seconda natura, diviene quindi importante la cura
estetica dell’ambiente per rafforzare sentimenti antiegoistici
negli allievi
PENSIERO: La sua è una pedagogia positivista, elaborò la
“teoria del lavoro abbreviato”con la quale sottolinea
l’importanza del linguaggio che differenzia l’uomo dagli
animali. Si contrappone all’impostazione naturalistica di
Spencer, evidenziando due aspetti preponderanti del
processo educativo il momento informale (intuizione diretta
naturale) e quello formale (intuizione diretta artificiale)
occorre quindi riorganizzare l’ambito scolastico attraverso
un opportuna scelta delle attività formative e valorizzare la
figura del docente dotandolo di efficaci capacità
organizzative, considerando la lezione il perno di tutta
l’attività scolastica.
LA PEDAGOGIA IN ITALIA
PENSIERO: Esponente del positivismo pedagogico, fu
un insegnante. Considerava fondamentale l’istruzione e
l’educazione rivolta al popolo per il bene della nazione,
partendo da una ricostruzione dell’intero corpo sociale,
attraverso un cambiamento lento e graduale che porti
ad una trasformazione delle generazioni future.
L’educazione secondo Angiulli ha il fine di preservare
l’identità. La coesione tra cultura, sistemi educativi e
politica della società porta al progresso dell’individuo e
della società, è quindi attraverso una filosofia
positiva che si attua una pedagogia positiva e una
Andrea Angiulli politica positiva, funzionali a risolvere il problema
dell’educazione e quello sociale. L’istruzione deve
1837 - 1890 prevedere una pedagogia scientifica che preveda lo
studio di antropologia biologica e sociologica. La
famiglia è la prima educatrice,è quindi fondamentale
educare la donna secondo un insegnamento scientifico-
filosofico, il padre rappresenta la prima forma di
autorità, la madre rappresenta l’armonia liberale.
L’educazione per Angiulli deve essere compito dello
Stato, quindi laica.
Fu provveditore agli Studi di Roma , Direttore capo di
divisione per l’istruzione primaria e popolare, membro
del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione e
ispettore centrale, deputato nel 1866 e nel 1890.
“L’uomo e le scienze morali” “Il metodo
TESTI: (1869)
di insegnamento nelle scuole elementari