Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
AUTONOMIA
Autonomo è colui che norma sé stesso, abbiamo autonomia quando
siamo in grado n essere leggi a noi stessi, quando sono libero,
responsabile e autonomo min posso de nire educato
pedagogicamente.
L’autonomia è il contrario dell’autosuf cienza, autosuf cienza ovvero
basto a me stesso oppure mi sono fatto da me, Autonomo (pag 36).
Non si nasce autonomi o liberi, si diventa tali, siamo liberi per legge, ma
diventiamo poi liberi e autonomi.
17/10/2023, pagina 41, vivere e decider il ruolo della scelta.
Solo quando il soggetto è libero, responsabile autonomo è stato educato.
Se siamo liberi, responsabili e autonomi possiamo afre delle scelte, la
parola scelta è una parola chiave, tutte le nostre azioni rispondono al
criterio della scelta, nudo tendiamo ad attribuire ad altri la responsabilità
delle nostre scelte, stiamo difendendo noi stesse dalle nostre paure.
Il comportamento infantile porta ad attribuire ad altri le proprie
responsabilità, il bambino ha un’identità poco strutturata, il bambino ha
fi fi fi fi fi fi
bisogno di modelli di identi cazione, riceve un monito da un adulto, si
sente minacciato e attribuisce ad altri la responsabilità delle sue scelte.
Esempio di Elizabeth vadinter, storica francese, femminista e atea, ha
iniziato delle ricerche sull’amore materno, dimostrato che non ‘è qualcosa
di innato, ma qualcosa che si apprende, Ha detto che la psicoanalisi e le
sue ragioni niscono quando iniziano le ragioni dell’etica, se noi pensiamo
alla nostra storia abbiamo tutte le ragioni di essere come siamo, se
ognuno di noi potesse trovare un spiegazione nella psicoanalisi, non
potremmo dire che i soggetti adulti siano responsabili delle loro azioni,
esiste un principio etico nella quale non è più possibile parlare delle teorie
della psicoanalisi, da ethos ovvero abitare, etica, modo dell’essere.
L’ethos è un modo dell’abitare, secondo martin heidegger è essere,
abitare uguale essere.
Le ragioni nella psicoanalisi niscono dove iniziano quelle dell’etica.
Lo stile autoritario è legato alla dipendenza affettiva e al ricatto. Si passa
poi ad uno stile permissivo. Non si dice mai no. Pedofobia, paura di
ammonire i bambini, i bambagini crescono senza punti di riferimento.
I bambini cercano amore e regole. Senza amore siamo una pianta senza
radici e non possiamo crescere, abbiamo bisogno anche di regole, la
regola è una forma di contenimento, non sono una forma di costrizione,
altrimenti lo stile sarebbe autoritario.
Prima della regola c’è l’amore, prima c’è l’accudimento materno poi
l’educazione paterna.
I gli sono l’investimento dei genitori, un tempo queste due istituzioni si
allevavano perché ciascuna poteva dare un qualcosa di più per il glio,
oggi sono dei prolungamenti del sé, mandando il glio a scuola mandano
un pezzo di loro, i genitori si allenano con i gli e non con gli insegnanti.
La nostra è una società competitiva e non collaborativa, ma quando
attribuiamo voti agli scolari li mettiamo in competizione.
Quando si lavora in gruppo e ognuno porta qualcosa di sé, l’obiettivo
viene perseguito in maniera blanda, è funzionale se riusciamo a
distinguere il contributo di ciascuno.
La cooperazione è una scelta, le relazioni non sono mai lineari.
Ogni decisione si nutre di scelte e non di rinunce, scegliere le vie più
semplici ci viene naturale=è orientato al successo. La via dif cile mi pone
davanti al rischio dell’insuccesso.
Decidere dal latino signi ca tagliare. Escludiamo le altre possibilità. Scelte
che possono essere cambiate nel tempo.
fi fi fi fi fi fi fi fi fi
Dire che non riesco signi ca dire che ho deciso dentro di me che non lo
voglio, cosi come non posso.
La non accettazione del proprio corpo, siamo diventati ipercritici verso il
nostro corpo. Scegliere aldilà dei condizionamenti.
Il bambino deve provare piacere durante il compito, non mi va signi ca
che mi annoio, se si annoia dobbiamo rendere tutto invetrente e lo
realizzerà il bambino.
Capitolo: babbo natale non esiste e nemmeno la befana.
Il Natale diviene la festa di celebrazione del bambino, perché nell’800 il
modello familiare di maggior successo è quello borghese. La borghesia
rappresenta un ceto in cui è possibile ambire e si ritiene la classe sociale
media, più diffusa.
La famiglia borghese fonda il suo modello sulle buone maniere, le famiglie
borghesi sono il luogo all’interno del quale si sviluppa il sentimento della
famiglia, teorizzato da un0 storico francese Philippe Ariès, il sentimento
della famiglia come lo conosciamo noi è eredità dell’800. La famiglia è
rispetto, nido, sicurezza, diviene il luogo del mutuo riconoscimento,
ovvero reciproco, la famiglia è il luogo del ritrovamento.
Solo in età moderna nasce il sentimento dell’infanzia, il bambino viene
concepito come soggetto diverso dagli adulti, prima il bambino era un
adulto in miniatura.
Al punto di vista storico si radica nel 1500, i bambini diventano oggetto di
venerazione per la famiglia e per la società, nel passaggio degli anni noi
abbiamo il radicarsi simultaneo del sentimento della famiglia e del
sentimento dell’infanzia, la famiglia nasce per riunirsi intorno al bambino.
La famiglia borghese si autocelebra, nascono infatti nel 1800 i ritratti di
famiglia.
Le famiglie sono taluni perché sonno istituzioni decretate alla cura e
all’educazione dei bambini.,
Educazione primaria- famiglia, educazione secondaria- scuola.
Il Natale ha il sopravvento tra tutte le festività in cui le famiglie si possono
riconoscere, perché è la festa dei bambini, perché è la festa in cui si
celebra la nascita del Bambinello, per chi ha avuto un’infanzia triste il
momento più triste dell’anno è il Natale, perché si celebrano i bambini, i
bambini diventano mediatori all’interno della rete familiare.
fi fi
Il nostro baby talk ci fa recuperare le nostre parti infantili. Ci diamo il
permesso di regredire, bisogna parlare in maniera puerile.
Nel momento in cui diventiamo adulti impariamo che. Io che troviamo
sotto l’albero di Natale è frutto dei nostri sforzi, i bambini credono che ci
sia qualcuno che porti dei doni, essere genitori signi ca essere oblativi,
ovvero avere la capacità di donare.
Essere genitori signi ca essere generativi, ovvero donante. Genero vita
ovvero amore, toglimento di morte.
Attraverso l’impegno conseguiamo dei doni.
Nel gioco tra adulti e bambini, solo i bambini buoni ricevono regali, da
sempre si dice che solo dopo certe azioni saranno ricompensati. Anche i
bambini hanno impegni da rispettare per poter ricevere dei regali.
Precocissimo generazionale=i bambini di oggi si sviluppano
precocemente rispetto ai bambini del passato, da maestra potrei trovarmi
con una bambina che a 9 anni ha il menarca, bambine già adolescenti.
18/10/2023
Il tempo quantità e il tempo qualità, pagina 46.
In un processo educativo bisogna prendere in considerazione anche
l’ambiente, un contesto è analizzabile attraverso le categorie di spazio e
tempo, estingue all’interno del url si sviluppa il processo educativo.
Può essere formale o non formale, quando prendo in considerazione un
processo educativo, la prima categoria pedagogica è quella di spazio, la
seconda quella di tempo, la temporaneità rappresenta un indice
misurabile, in base alla quale potrà avere un esito rispetto ad un altro.
Nel contesto classe, modalità interattiva mista. Anche lo spazio virtuale
diventa luogo di apprendimento.
La strutturazione dello spazio è una variabile importante, il tempo, sino a
qualche anno fa, si credeva che dovesse essere un tempo di qualità in
educazione, era poco, ma doveva essere impiegato in maniera pro cua, il
tempo qualità. Con la globalizzazione, la percezione del tempo è
cambiata, crediamo che il tempo sia sempre poco.
È possibile che si commento errori educativi se il tempo è poco e di
qualità, la famiglia di oggi sono a doppia carriera, sia il padre sia la madre
svolgono un’attività retribuita. Il tempo e lo spazio della casalinghità sono
ancora appannaggio del sesso femminile, a parità di condizione io marito
fi fi fi
spendo molto più tempo di mia moglie nell’attività professionale e poco
nelle attività domestiche. Siamo anche padre e madre. Il tempo dei padri
con i gli è ridotto, avere poco tempo signi ca voler dare ai gli
un’immagine di sé positiva, si gioca in un tempo ridotto.
Tutte le responsabilità educative ricadranno sulla madre. Il bambino si
crea un’immagine positiva del padre e negativa della madre.
Alcuni processi educativi hanno bisogno di tempi distesi. Il ruolo
normativo lo avrà la maestra che trascorrerà più tempo con i suoi scolari.
Il tempo per educare è sempre meno e si riduce il tempo del dialogo
all’interno della famiglia.
La madre ha una funzione espressiva, il padre ha una funzione
strumentale.
È’ importante che il tempo sia disteso, sia qualità sia quantità.
Con genitori che non ascoltano ci troviamo nella deprivazione, ovvero
togliere qualcosa di naturale e di dovuto, deprivazione torta le,
deprivazione parziale e la deprivazione simbolica.
Deprivazione totale quando il genitore è assente dallo scenario educativo,
lontano dalla famiglia per lavoro, per morte o perché separato dalla
madre.
Deprivazione parziale, padre non sempre presente, vederli di tanto in
tanto, padri separati, rapporto episodico con i genitori.
E privazione simbolica, padre presente sullo sfondo, ma è come se non ci
fosse, si tratta di genitori che non assolvono al loro mandato genitoriale.
Vissuto di trasparenza, quando il bambino si sente da solo, non viene
visto dai genitori, il secondo vissuto è quello di non dignità, il bambino
soffre di egocentrismo cognitivo, il suo io è al centro soprattutto del padre
e della madre, no agli 11 anni l’egocentrismo comporta che il bambino
non pensi che il padre e la madre siano una coppia perché si amano,
pensano che siano una coppia perché lo amano.
Secondo un bambino i genitori sono suoi.
Il bambino crede di non essere abbastanza degno da poter far stare
insieme i genitori.
La comunicazione a tutto campo, pag 48 0 49.
Paul vazlavik, 5 punti cardine da prendere n considerazione quando si è
di fronte a delle dinamiche comunicative, assiomi che valgono come
regole comunicat