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Apollonio è un eroe, e gli eroi hanno delle armi di solito, per difendersi dai nemici, per
esempio, il Cid aveva la spada, e in quell’epoca avevano anche dei nomi tra l'altro. Era un
eroe sicuramente cristiano e religioso, ma era un combattente in quanto andava in giro a
combattere gli arabi, a cacciarli dalle terre spagnole e a cercare di riacquistare la fiducia del
suo Re. Anche se Apollonio, non ha la spada come arma, è sempre un eroe che combatte ma
con un'altra arma altrettanto forte, che non può affrontare lo stesso tipo di duelli, ma che
comunque lo aiuterà a sopravvivere: è la cultura/l’arte. Apollonio combatte con le sue
conosceva benissimo la musica, l’arte del gioco e la
conoscenze, era un uomo di cultura che – –
letteratura, ed era un uomo colto, ed essendo un re quindi un nobile aveva avuto anche la
possibilità di studiare.
La storia è fondamentale per capire quest’opera: il protagonista è Apollonio. Egli si innamora
della figlia del re di Antiochia, un'altra regione importante all'epoca. Il padre Antioco, re di
Antiochia, aveva promesso che avrebbe dato in sposa la propria figlia a chi avesse risolto un
indovinello, e naturalmente Apollonio con le sue conoscenze di uomo di cultura, riesce a
risolvere questo indovinello, ma la soluzione di questo indovinello era che esisteva un
rapporto incestuoso tra padre e figlia, cioè, lui riesce a scoprire che tra il re Antioco e sua
figlia c'era un rapporto incestuoso: scopre un segreto fondamentale del re. Quando rivela di
aver risolto l'indovinello, il re Attico vuole farlo ammazzare. Apollonio capisce che è in
pericolo e scappa, comincia così un lunghissimo viaggio che lo porta ad affrontare diverse
vicissitudini, anche negative come un naufragio: arriva con una nave sulla costa - come
naufrago, senza nessun bene, non riconoscibile come re - del regno di un altro re che
chiamato Archistrate (si pronuncia Arcitrastes). Apollonio decide di non rivelare la sua
identità né tantomeno le disavventure che ha avuto, ma quando viene accolto in questo regno
si comincia a fare riconoscere per la sua bravura nel gioco, nella musica (poiché suona
benissimo quasi tutti gli strumenti) e canta divinamente, tant'è che il re Archistrate gli
propone di divenire il maestro di musica di sua figlia, Luciana. I due si innamorano e si
sposano. Quindi, Apollonio arriva senza nulla su una costa come naufrago ma riesce a
sopravvivere grazie alla sua arte e alla sua cultura: la sua arma. Aldilà di questo, Apollonio
comunque continuerà ad essere il re di Tiro, e Archistrate darà il suo consenso al matrimonio
anche perché la figlia di un re si deve sposare con un re.
Dopo essersi sposati, i due decidono di tornare nel regno di Apollonio, a Tiro, ma mentre
sono in viaggio in nave, naufragano nuovamente in una tempesta. Luciana, che era incinta,
partorisce e cade in uno stato di morte apparente, superano la tempesta che avevano
attraversato, Apollonio rimane con la figlia che si chiama Tarciana e mette su una barca,
affidandola alle onde, il corpo apparentemente morto di Luciana insieme a dei gioielli e degli
averi: in questo momento si biforcano le storie di Apollonio e Luciana.
Luciana arriva su una spiaggia, e con i beni presenti sulla barca erige un tempio a Diana
divenendone sacerdotessa, presso le coste di Efeso; mentre Apollonio, disperato per la perdita
della moglie, affida Tarciana a degli amici e se ne va in giro per il mondo: Apollonio,
Luciana e Tarciana prendono tre strade completamente diverse.
Tarciana viene venduta come schiava e diventa giullaressa, cioè si dedica a cantare per le
strade per guadagnarsi da vivere e dare soldi al padrone che l'aveva acquistata come schiava.
Guarda caso, dopo un periodo in Egitto, Apollonio si trova a passare nella strada dove
Tarciana stava facendo un suo spettacolo e si sente attirato da una voce celestiale perché
Tarciana aveva acquisito geneticamente le stesse capacità canore del padre e della madre.
Grazie a questa voce Apollonio si avvicina e avviene il momento dell’agnizione, ovvero del
riconoscimento, ed è un momento di svolta nella storia: avviene il riconoscimento tra
Apollonio e Tarciana in una città chiamata Mitilene.
Infine, Apollonio, Tarciana e Luciana si rincontrano: la famiglia si ricostituisce. Quindi, c'è
che l’aveva
un lieto fine e anche un matrimonio; infatti, Tarciana si sposa con colui adottata
come schiava, poiché si innamorano, e vissero tutti felici e contenti.
simile a quello dell’Odissea,
Il libro di Apollonio sembra essere molto infatti, una delle
c’è
tematiche principali è quella del viaggio: un viaggio continuo di questi protagonisti e che
si ritrovano alla fine, e l’Odissea era un'opera talmente conosciuta che era d’ispirazione.
Quindi, l'opera termina in maniera positiva e dà un insegnamento fondamentale che è quello
dell'importanza della cultura e dell'arte: Apollonio riesce a sopravvivere, insieme a moglie
e figlia, grazie alle conoscenze culturali e artistiche. Ecco perché ne Il libro di Apollonio
l’arma è la cultura, non combatte con una spada ma con le sue conoscenze.
Le tematiche:
1) Il viaggio, una tematica molto utilizzata nella letteratura greca (l’Odissea è l'opera
fondamentale per il viaggio); l’evolversi
2) Il trascorrere del tempo, cioè dei personaggi.
A questo proposito, se pensiamo al Cid, egli vive tanto tempo lontano dal suo regno, ma non
lo vediamo invecchiato (al massimo gli cresce la barba, segno di virilità, di saggezza, o di
rispetto). Invece, nel libro di Apollonio si segue la crescita dei personaggi, tant'è che
Tarciana diventa grande, cresce da quando nasce in mezzo al mare, e diventa giullaressa;
3)L’ indovinello, una tematica che viene direttamente dalla letteratura araba e indiana,
presente anche nelle favole dell’epoca, mettono spesso l’indovinello al centro dello
le quali
l’indovinello iniziale che Apollonio deve risolvere, deriva
svolgimento della storia. Infatti,
direttamente dalla letteratura araba.
Inoltre, ritroviamo anche dei personaggi che ritornano soprattutto nella letteratura spagnola,
cioè ci sono dei personaggi che troviamo per la prima volta nel libro di Apollonio e che
diventano dei topos (topos= luogo, sia luogo fisico ma soprattutto luogo comune, qualcosa
che ritorna e che si ripete) poiché verranno ripresi successivamente in altre opere: il primo
in spagnolo “alcahueta”
topos è quello della mezzana, (tutte le parole che cominciano con al
hanno derivazione araba), cioè quel personaggio che si intromette tra due persone e fa di tutto
L’alcahueta non solo appare in quest’opera ma
affinché l'altra persona si possa innamorare.
anche, per esempio, nel libro del Buen Amor di Juan Ruiz e poi in un'opera importantissima
nella letteratura spagnola chiamata la Celestina, in cui il personaggio di Celestina è
l’alcahueta per eccellenza. L’ alcahueta del libro del Buen Amor si chiama Trotaconventos,
perché trotta attraverso i conventi, cioè, dice alle monache che ci sono gli uomini innamorati.
Il secondo topos è la giullaressa, sicuramente nel medioevo c'erano delle giullaresse donne,
tuttavia non abbiamo notizie sicure. Tarciana come giullaressa si può considerare
l’antecedente di quello che sarà il personaggio del Picaro o, meglio, della Picara.
“el siglo de oro”
Il Picaro è un personaggio che nascerà nel 500 spagnolo, nel cosiddetto con
l’opera “el lazarillo de tormes”, primo Picaro della letteratura spagnola. Di solito, il Picaro
era un ragazzino o una ragazzina (Picara) che si affida a diversi padroni per trovare il modo
di sopravvivere. Il “lazarillo de tormes” è la prima opera in cui si presenta un personaggio del
genere, e al “lazarillo de tormes” seguiranno altre opere che appartengono alla letteratura
picaresca. Allo stesso modo, la giullaressa era una ragazzina che cercava di sopravvivere
un’antecedente di quella
cantando per le strade, diventando così che sarà la picara, che a sua
volta è il precedente di un altro personaggio che sarà protagonista di tante opera, cioè, la
gitadilla (la gitana). La gitana è una ragazza che appartiene al popolo gitano, canta e danza
scrive un’opera che si chiama
per le strade, come faceva la giullaressa. Miguel de Cervantes
“novelas dove ci sono diverse novelle
ejemplares” (non sono romanzi ma piccole storie), di
cui una di queste novelle si chiama proprio “la gitadilla” e si racconta la storia di questa
ragazza, una gitana, che canta e balla come mestiere ed appartiene al popolo gitano.
Si assiste, quindi, ad una evoluzione del personaggio piuttosto che ad una sostituzione, così
come il Mester de clerecía è stata un’evoluzione del Mester de juglaría.
Altra opera che fa parte del “Mester de Clerecía” è “il poema de Fernán González”.
non c’è solo il “cantar del cid”
Tra i cantares de gesta che noi conosciamo ma anche altri,
alcuni dei quali sono giunti fino a noi come piccoli brani e manoscritti non completi
“cantar de Roncesvalles”, il “cantar de los infantes de
(pensiamo al cid stesso): conosciamo il
lara” (ci è giunto non intero), ma ci sono anche dei cantares che non sono giunti a noi come
manoscritti ma di cui abbiamo notizia perché citati in altri testi, in codici, in riferimenti
letterari dell’epoca, di questi è il “cantar
uno de Fernán González”, da non confondere con
“il poema de Fernán González”. ‘200
il Dopodiché, nel nel Mester de Clerecía viene
composta un’opera che si ispira allo stesso personaggio storico, cioè Fernán González.
Perché dedicano tutte queste opere a Fernán González? Perché è un personaggio storico e
che ha avuto un’importanza fondamentale nella storia della Spagna.
realmente esistito,
Fernán González è un eroe che ha avuto a che fare con la nascita della Castilla, una delle
regioni più importanti della Spagna. Fernán González, quindi, è un eroe nazionale, è un eroe
è stato dedicato un’opera epica, e a cui viene dedica un’opera che appartiene al Mester
a cui
de Clerecía. In quest’opera, infatti, troviamo molti dati storici che si riferiscono alla vita di
inventati, tant’è
questo personaggio, ma anche molti elementi leggendari, quindi elementi
che ritroviamo delle