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IL FUMO

“IL FUMO”È uno dei capitoli più conosciuti. C’è all’interno dei capitoli una struttura precisa. In questocapitolo ciò è ben visibile perché l’autore mette tre asterischi dividendo il capitolo in dueparti: nella prima parte ci sono i primi ricordi da bambino, l’inizio del vizio e l’origine del ritodell’ultima sigaretta (a 20 anni), nella seconda parte racconta i tentativi di curare il vizioaffidandosi ai medici. Le due parti non sono impostate narrativamente allo stesso modo: nellaprima parte si gioca sul rapporto passato-presente, sui due piani temporali, quello di Zenonarrante e quello dei ricordi dell’io narrato. Zeno si raffigura anziano che si sforza di obbedirealle indicazioni del medico (presente, Zeno 57enne). C’è una contrapposizione tra due modi dilavorare: tavolo e poltrona. Scrivere al tavolo è il metodo dello scrittore, rievocare i sogni sullapoltrona.

È il metodo della procedura medica. La poltrona parodizza il lettino e il metodo dell'apsicanalisi. Si ricorre subito all'aiuto della sigaretta per scrivere. La prima scoperta è che le prime sigarette che ha fumato non sono più in commercio: si parte dall'immagine di un oggetto (scatola di sigarette) intorno al quale vengono evocate varie persone. Dall'immagine della scatola emergono alcune persone, non si definisce bene quest'immagine, quindi Zeno va alla poltrona. Il metodo del dottore però non funziona, le immagini svaniscono e nasce una derisione verso la pretesa di rievocarle. Deve rievocare il passato a modo suo, scrivendo a tavolino, solo così riesce a rievocare le immagini e a recuperare anche l'identità di quelle persone evocate dalla scatola di sigarette. Recupero della memoria attraverso un oggetto non è una novità: è il famosissimo inizio della "Ricerca del tempo perduto" di Proust.

Qua l'aiuto è affidato alla sigaretta che evoca la scatola e le persone che le ruotano intorno. A questa prima comparsa di immagini c'è il fratello, morto ormai da tanti anni, e l'amico Giuseppe, si ricorda di loro che fumano queste sigarette e lui che ruba i soldi dal padre per comprare le sigarette. Il recupero del passato sembra cosa facile, agevole, Zeno si chiede se il ripensare all'origine del vizio del fumo possa essere già una guarigione. Questa prima parte del capitolo è caratterizzata dal tempo presente e dall'insistenza sul termine "ricordo". La seconda parte invece è una vera e propria narrazione con un inizio, uno svolgimento e una fine, si racconta un episodio. Qua invece questo ricordo, oltre all'immagine del giovane adolescente, lascia sulla scena anche l'immagine dello Zeno adulto o vecchio. Del passato si ricorda un momento in cui il padre l'ha sorpreso a frugare dentro al panciotto.

e si è inventato la scusa di voler contare i bottoni. Ricorda di quando fumava i mozziconi dei sigari del padre. Ricorda poi un episodio in cui il padre pare averlo guarito da questo vizio. Non precisa che età aveva, ma ricorda di essere tornato da una gita stanchissimo e che la madre lo coccolava: ricorda la dolcezza provata. Il ricordo è legato alle sensazioni. È un ricordo però non completo e fedele come lui stesso dice: nel ricordo manca infatti il fratello che doveva essere con lui, aveva fatto anche lui la gita. Si verrà a sapere più avanti che il rapporto tra Zeno e il fratello era piuttosto conflittuale, di rivalità e gelosia, quindi forse il fatto che il fratello si sia cancellato dal ricordo è un esempio di rimozione freudiana, una sorta di fratricidio simbolico. Il ricordo può anche tessere collegamenti nella realtà attraverso il tempo: sorriso della madre paragonato al sorriso della moglie, immagini che

Collegano vari momenti del tempo. Si continuano a evocare ricordi, emerge un altro ricordo legato a un'altra sensazione, legato a un forte disgusto fisico. Ricorda di aver fatto una gara insieme a altri fanciulli a chi riusciva a fumare più sigarette. Nella memoria ricorda solo l'abbigliamento di questi fanciulli, non la loro identità. Ricorda delle persone che non hanno particolare significato, dei piccoli omini. Lui ha vinto la gara; i ricordi non sono mai precisi e puntuali quando si rifanno al periodo infantile.

Passaggio alla giovinezza (circa 20 anni): Zeno afferma che a 20 anni circa ha preso consapevolezza di odiare il fumo e la nicotina. Ma è veramente un odio? Il rapporto di amore e odio con la sigaretta diventa più problematico. A 20 anni si ammala e il dottore prescrive l'astensione dal fumo. Il fumo da qua in avanti è legato all'idea di malattia, assente dai ricordi giovanili. Rinunciare al fumo è guarire dalla malattia.

La proibizione del fumo è ripetuta dal padre che comunque gli fa compagnia con il sigaro in bocca. Il fatto di non poter fumare gli provoca un'inquietudine enorme. Il meccanismo dell'ultima sigaretta parte proprio in occasione di questa malattia. Parte come un voto = promessa che si fa in cambio di qualcosa, in questo caso della guarigione. Inizia il problema dell'ultima sigaretta e i numerosi tentativi di liberarsi dal vizio del fumo. Non è solo il fumo una malattia ma è una malattia anche il tentativo stesso di liberarsi dal fumo. Entra in un circolo vizioso di buoni propositi poi mentiti dai fatti e rinnovati. Zeno dice che nel presente non ne è ancora uscito, ma si considera guarito dal tentativo di liberarsi dal fumo e dall'avere accettato come uno degli aspetti della vita-malattia. Da vecchio vede in modo più autoironico il sé giovane impegnato in questa lotta impari, si guarda con maggiore indulgenza e si accetta.

Un’esemplificazione di casi di ultima sigaretta. Ci sono delle tracce lasciate sui frontespizi di alcuni testi di studio o sul vocabolario ad esempio. L’ultima sigaretta va a segnare le svolte più importanti della sua vita, come il passaggio dagli studi di legge a quelli di chimica, come una speranza di essere in sintonia con la vita. Torna poi agli studi di legge e fuma un’ultima sigaretta: anche i fallimenti sono segnati da quest’ultima sigaretta (pag. 10), come una sorta di rassegnazione al fallimento. Si torna poi nuovamente all’oggi (nella prima parte del capitolo ci sono questi continui sbalzi temporali). “Grande di una grandezza latente= ricorda Emilio e la macchina potenziale, modo comodo di vivere. Il narratore vecchio cerca di interpretare al posto del dottore, di autoanalizzarsi e capire il significato delle immagini rievocate. Arriva a una risposta logica: la sigaretta è un alibi per la propria debolezza, per non prendere atto della

propria incapacità, per non assumere le responsabilità di non essere diventato l'uomo dei suoi sogni. È il rifugio nella malattia come forma di alibi e di giustificazione. La propria inettitudine alla vita viene giustificata a causa del vizio del fumo. Zeno Cosini ha però maggior consapevolezza rispetto a Alfonso Nitti e Emilio Brentani, arriva a pensare che questa sia solo una giustificazione, un modo comodo di vivere. Pag. 10: richiama una commedia di Goldoni, l'igienista vecchio, un ipocondriaco presente nella commedia "Il vecchio bizzarro". C'è un momento in cui questa autoanalisi pare avvicinarsi a una spiegazione plausibile, ma bisogna capire anche il se stesso anziano oltre a quello giovane. L'ossessione di doversi liberare dal fumo non riguarda più lo Zeno anziano. È necessario continuare a fissare dei buoni propositi. Lo Zeno anziano prova a spiegare il perché di questa catena di buoni.

propositi poi smentiti: l'ultima sigaretta ha un altro sapore, più intenso, è un'affermazione di sé e della propria volontà, è legata alla speranza di salute, quindi ha un sapore diverso dalle altre sigarette. Strategia della dilazione: afferma la propria libertà fumandone un'altra contrariamente al proposito fatto prima. Non si parla mai del vizio del fumo in termini di debolezza, ma si cercano sempre giustificazioni di altro tipo. Meccanismo dell'ultima sigaretta: ha un gusto più intenso. L'ironia aumenta quando ci si avvicina alla fine della prima parte del capitolo. Si passano in rassegna le date presenti sui muri della stanza spiegando il perché sembravano buone date per smettere. "Io saprei iniziare una nuova vita" rimando a Dante, incipit "Vita Nova", dove la numerologia ha una grande importanza. Guglielmi commentando questo passo nota come Zeno conferisca una consacrazione ai

Suoi buoni propositi legandoli a date significative (per corrispondenza numeriche es. fine/inizio secolo, per rapporto matematico, per la loro deformità, per avvenimenti es. nascita del figlio). Rapporto magico-superstizioso rintracciato tra data e proposito: collegare l'ultima sigaretta a una data significativa dovrebbe dare forza ulteriore a questo buon proposito. Date feticcio che devono giustificare il proposito.

Un'altra giustificazione che lui si è dato a suo tempo è alla fine della prima parte del capitolo (pag. 12): considerazione filosofica sulla necessità di dover rinnovare il proposito. Qua fa anche una considerazione sul tempo, che non è storico, percepito in modo lineare in un'unica direzione ma quasi circolare, un tempo che ritorna (concezione del tempo di tutto il romanzo).

Il tema della sigaretta è uno dei dati più autobiografici del romanzo. Il cerimoniale dell'ultima sigaretta compare anche nella

Biografia di Svevo. Nel "Diario per la fidanzata" abbiamo il proposito di liberarsi da questo vizio per essere un bravo marito degno per Livia. Abbiamo gli stessi propositi nelle lettere. C'è anche un aneddoto per cui Svevo, dopo l'incidente per cui ha avuto complicazioni respiratorie dovute al vizio del fumo, si dice che abbia chiesto al genero sul letto d'ospedale una sigaretta che gli sarebbe stata negata e che lui avrebbe risposto: "peccato, sarebbe stata davvero l'ultima".

"Diario per la fidanzata": il matrimonio doveva aiutarlo a liberarsi dai vizi, primo tra tutti quello del fumo. C'è già il circolo vizioso tra proposito, infrazione del proposito e nuovo proposito. Per esempio:

  • Lettera del 5 gennaio: scrive l'ora dell'ultima sigaretta dedicando a Livia la promessa di smettere.
  • Lettera dell'11 gennaio: ha passato 24 ore senza fumare.
  • Lettera del 12 gennaio: c'era stato uno screzio,

Lui aveva detto che l'unico suo reale interesse era la sigaretta. Il fumo diventa qualcosa in rivalità con l'amore, fumo e Livia entrano in conflitto.

Lettera 15 gennaio: si conclude con la frase

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A.A. 2023-2024
100 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/05 Filologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher bianconi.giulia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia della letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Gambacorti Irene.