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COSTRUIRE

«Noi non conosciamo alcun problema formale, bensì soltanto problemi costruttivi. La forma non è il fine, bensì il risultato del nostro lavoro. Non esiste alcuna forma in sé. La vera pienezza di forma è condizionata estrettamente legata ai propri compiti: sì, è l’espressione più elementare della loro soluzione. La forma come fine è formalismo; e noi lo rifiutiamo. Altrettanto poco aspiriamo a uno stile. Anche la volontà di stile è formalista. Noi abbiamo altre preoccupazioni. Ci premesostanzialmente di liberare la pratica del costruire dalla speculazione estetica, e di riportare il costruire a ciò che deve esclusivamente essere, ossia COSTRUIRE.»

«La Borsa di Berlage mi aveva impressionato moltissimo. Behrens pensava che essa appartenesse al passato, ma io gli dissi: "Può darsi, a meno che lei non si sbagli completamente”. Era furioso e mi guardò come se...

volesse picchiarmi. Quel che più mi interessava di Berlage era la sua maniera fondamentalmente onesta di costruire. Ed il suo atteggiamento spirituale non aveva nulla a che fare né con il classicismo, né con gli altri stili storici. Era davvero una costruzione moderna. "Gli elementi costruttivi e la suddivisione degli spazi riprendono qui il discorso architettonico del padiglione di Barcellona: pilastri cruciformi portanti arretrati [...] e suddivisione degli spazi del soggiorno accennata da alcune pareti non portanti. [...] i pilastri metallici sono cromati, la parete piana che suddivide in due il soggiorno è di onice bianco e dorato, la parete curva che circonda la zona pranzo è in ebano macassar. Il pavimento del soggiorno è di linoleum bianco; le tende sono di shantung nero e beige. Mediante un comando elettrico, la grande vetrata che dà sul giardino può scorrere verticalmente nel pavimento." Il giovane LeCorbusier e lo "spirito nuovo" dell'architettura moderna Le Corbusier (Charles-Edouard Janneret, La Chaux-de-Fonds, Svizzera, 1887 - Cap Martin, Francia, 1965) 1900 – Si iscrive alla Scuola d'arte applicata di La Chaux-de-Fonds, dove si forma come incisore e cesellatore. 1904 – Si iscrive al Cours supérieur de Décoration, direttore Charles L'Eplanettier: colto e sensibile maestro per LC. 1905 – Villa Fallet. 1907 – Primo viaggio in Italia (decisiva scoperta "d'armonia" della fiorentina Certosa del Galluzzo). 1908-09 – Vienna, primi di marzo 1908: 4 giorni di prova da Josef Hoffmann, ma sceglie di andare a Parigi, dove lavora per 15 mesi dai fratelli Perret, dediti a "ricercare molto sulle possibilità dei nuovi materiali". Assidue visite ai musei, meditativa "vita solitaria" parigina. 1910 – 5 mesi a Berlino nello studio di Behrens: ma "di architettura modernista non se

ne fa affatto”.1911 – Viaggio in Europa centrale, Romania, Grecia (18 giorni sul monte Athos), Turchia, Italia. Rientra a La Chaux; professore incaricato di Elementi geometrici nella Nuova Sezione della Scuola d'arte.

1912 – Espone al Salon d'Automne di Parigi schizzi di viaggi (Langage des pierres).

1913 – In dicembre consegue il diploma cantonale per l'insegnamento del disegno: resterà il suo solo diploma, con l'orgoglio di una vasta e profonda formazione da autodidatta.

1914-15 – Brevetto del sistema di Maisons Dom-Ino.

1916 – Casa Schwob a La Chaux.

1917 – Trasferimento definitivo a Parigi.

1920 – Assume lo pseudonimo di Le Corbusier. Col pittore Ozenfant fonda la rivista L'Esprit Nouveau. Revue internationale d'esthetique.

Nel 1907 su consiglio di L'Eplanettier visita la certosa d'Ema al Galluzzo (Firenze). Vi ritorna nel 1911 e disegna le casette dei monaci. L'"armoniosa"

comunità claustrale gli offre la soluzione organica alla moderna "equazione" urbanistica "individuo-collettività": "La Certosa d'Ema è un organismo. Il termine 'organismo' era nato nella mia coscienza" "L'architettura è il gioco sapiente, corretto e magnifico dei volumi raggruppati sotto la luce. I nostri occhi sono fatti per vedere le forme nella luce: le ombre e le luci rivelano le forme; i cubi, i coni, le sfere, i cilindri o le piramidi sono le grandi forme primarie che la luce mette bene in risalto. L'immagine che ci proviene è nitida, tangibile, senza ambiguità. È per questo che sono delle belle forme, le forme più belle. Su questo sono d'accordo tutti, il bambino, il selvaggio, il metafisico" Purismo ed Esprit Machiniste Il manifesto del Purismo, che assume in pittura – intesa come "architettura piatta e colorata" (Juan Gris) – logica edestetica della macchina, è pubblicato in Amédée Ozenfant e Charles-Edouard Jeanneret, Après le Cubisme, Paris, Édition des Commentaires, 1918.

“Una grande epoca è cominciata, animata da uno spirito nuovo: uno spirito di costruzione e di sintesi, condotto da una concezione chiara. [...] Nessuno nega oggi la bellezza che si sprigiona dalle creazioni della moderna industria. Le costruzioni e le macchine si costruiscono sempre più secondo proporzioni, giochi di volumi e materiali, in modo tale che esse sono delle vere e proprie opere d'arte, poiché implica il numero, cioè l'ordine”.

“Il calcestruzzo armato, l'ultima tecnica costruttiva, permette per la prima volta la realizzazione rigorosa del calcolo; il numero, che è alla base di ogni bellezza, può trovare oramai la sua espressione”.

“L'architettura agisce sugli standard. Gli standard sono cose di logica, di analisi, di

lo Stile Littorio (MILS) nasce nel 1932 con l'obiettivo di promuovere l'architettura razionalista e il regime fascista. Il MILS si propone di creare uno stile architettonico italiano che esprima i valori del regime e che sia in linea con gli ideali di bellezza e armonia. L'architettura razionalista si basa sull'uso di forme geometriche semplici, linee pulite e materiali moderni come il cemento armato e il vetro. Questo stile architettonico si contrappone al decorativismo e all'eclettismo dell'epoca precedente, puntando invece sulla funzionalità e sull'efficienza. Il MILS promuove anche l'idea di un'architettura al servizio del popolo, che risponda alle esigenze sociali ed economiche del paese. Gli architetti del MILS cercano di creare uno stile nazionale italiano, che sia in grado di esprimere l'identità e la grandezza della nazione. L'architettura razionalista e lo Stile Littorio hanno avuto un impatto significativo sull'architettura italiana del periodo tra le due guerre. Numerosi edifici pubblici e privati sono stati realizzati seguendo i principi di questo stile, contribuendo a definire l'immagine dell'Italia fascista. L'architettura razionalista e lo Stile Littorio sono stati oggetto di dibattito e critica nel corso degli anni. Alcuni li considerano espressione di un regime autoritario e totalitario, mentre altri li apprezzano per la loro estetica e per il loro contributo alla storia dell'architettura italiana. In ogni caso, l'architettura razionalista e lo Stile Littorio rappresentano un importante capitolo nella storia dell'architettura italiana e continuano a suscitare interesse e dibattito ancora oggi.

L'Architettura Razionale (M.I.A.R.) 1926: i giovani architetti del Gruppo 7 (Giuseppe Terragni, Gino Pollini, Luigi Figini, Guido Frette, Sebastiano Larco, Carlo Enrico Rava e Adalberto Libera) pubblicano quattro articoli programmatici tra il 1926 e il 1927 su "La Rassegna Italiana" (significativo il titolo di quello del maggio 1927: Una nuova epoca arcaica). Vi si puntualizza che:

  • "dall'uso costante della razionalità, dalla perfetta rispondenza dell'edificio agli scopi che si propone, siamo certi debba risultare, appunto per selezione, lo stile";
  • "l'architettura [...] non può più essere individuale", ma "diretta derivazione delle esigenze del nostro tempo";
  • "all'eclettismo elegante dell'individualismo opponiamolo spirito della costruzione in serie";
  • "Da noi esiste un tale substrato classico e lo spirito della tradizione (non le forme le quali sono ben diversa cosa)".

è così profondo inItalia, che evidentemente e quasi meccanicamente lanuova architettura non potrà non conservare una tipicaimpronta nostra".Innocenzo Sabbatini (Osimo 1891- 1983) dirige negli anniVenti l'ufficio tecnico romano dell'Istituto Case Popolari(ICP). Evoluzione di Brasini dal “Barocchetto” diispirazione settecentesca ad un nuovo “Barocco”improntato alla lezione dei grandi Maestri del Seicentoromano, ma anche a quella di Michelangelo. Brasiniinterprete dell'immagine ufficiale dell'Italia fascista.

Giuseppe Terragni Casa del Fascio, 1932-38 Como.Opera di intensa astrazione formale di rigore De Stijl,giocata su complessi registri proporzionali e su sottiliallusioni simboliche espresse dalla dialettica formalisticafra trasparenza strutturale soda compattezza muraria.

Architettura Organica: Concezioni edesperienze europeeIl “dualismo secondo uno deidello spirito creativo”primi storici del Movimento moderno.

La sua definizione dell'organicismo comprende il solo "naturalismo" antigeometrico: riduttivo luogo comune, che assimila al formalismo le forme cristalline, benché presenti in natura. L'Art rompe con i revivals stilistici Nouveau dell'Ottocento, puntando, come già il Rococò, ad una dinamica, vitalistica creatività. Il concetto della "linea-forza" teorizzata da Van de Velde offre, all'avvio del Novecento, la chiave estetica e psicologica per la comunicazione empatica fra il nostro sentire e la Natura, intesa come energia creatrice. Gli opposti principi stilistici delle forme astratte geometrico-cristalline e di quelle naturalistiche derivano in ogni caso dall'imitazione della Natura, nei suoi aspetti inorganico e organico-vegetale. "Madre natura, nelle leggi dell'architettura dei cristalli ci ha dato da leggere e da capire le costruzioni più audaci e queste saranno anche per l'architetto di vetro del

“Il futuro è un meraviglioso materiale di insegnamento e di comparazione” (Wenzel August Hablik). Il “principio fondamentale dell'architettura organica è che la costruzione deve essere naturale come una crescita”.

1911: il divulga Wasmuth Portfolio berlinese di Wright in Europa la rivoluzionaria spazialità organica di un'architettura di inedita conformazione cristallina. Per Wright organico è progetto spaziale dall'interno verso l'esterno: “l'architettura organica considera la terza dimensione mai come peso o puro spessore, ma sempre come profondità”, “una profondità che interpenetra le profondità” in “una nuova in

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Publisher
A.A. 2019-2020
39 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher saggio.97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura moderna e contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Marchegiani Cristiano.