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Estratto del documento

All’inizio del 900 la GB esportava il 75-80% del risparmio nazionale

Meno del 10% degli investimenti GB erano diretti in Europa

Finanziò il decollo agricolo e industriale delle aree nuovo sviluppo

Gli storici economica affermano che c’era poca propensione bassa per gli

investimenti in GB e pochi erano i finanziamenti alle aziende nazionali inglesi

(spiegazioni al ritardo tecnologico)

Gli investimenti esteri francesi:

Diretti nell’area europea: nel 1881 più del 90% (Russia, Balcani e Scandinavia),

ruolo importante lo aveva La Credit Mobilier dei fratelli Pereire ovvero una

banca industriale che controllava ferrovie, miniere, trasporti ecc. (Non

investivano mai in alcun prodotto tedesco)

Il problema dell’insolvenza

Quando il paese debitore non era in grado di pagare gli interessi o di

rimborsare il capitale

Spesso era una inadempienza momentanea

I paesi insolventi venivano sottoposti ad un trattamento molto simile a quello in

genere riservato alle aziende (venivano organizzate delle amministrazioni per

aiutare tale paese con vendita del prodotto) Curatori stranieri venivano

nominati di paesi creditori per gestire alcuni introiti al fine di ripagare

l’interesse e il capitale perdente (si passò successivamente alle armi)

Giappone e Egitto…

L’amministrazione britannica:

Tra il 1883-1913

Raddoppiò le entrate nette, regolarizzò il prelievo fiscale, riformò il sistema di

conti pubblici, obbligò il tesoro a controllare la spesa, per la prima volta si

ebbero avanzi di bilancio, tenore di vita crescente tra i contadini, Nel 1923

l’Egitto riacquistò l’indipendenza politica

I guadagni dell’investimento estero

Investire in paesi ad alto rischio non si rivelò sempre profittevole (esempio

dell’Argentina, un paese a rischio che però produceva di più), problema delle

insolvenze, problema del ripudio dei debiti (caso Messicano e Russo, la Russia

decise di non pagare più i debiti e il paese che ci rimise di più fu la Francia)

La libera circolazione delle persone

La grande migrazione (finirà con la prima guerra mondiale)

I movimenti migratori sono sempre stati molto elevati, soprattutto sul territorio

europeo (anche in Italia soprattutto sulla pianura padana), lavori che han

coinvolto milioni di persone. Dal 1600 in poi inizieranno anche i flussi

transatlantici con la scoperta del nuovo mondo (inglesi e portoghesi si spinsero

maggiormente sull’America)

Il lavoro a contratto, si firmava un contratto col futuro datore di lavoro il quale

gli offriva il viaggio fino al paese, lavorava per 3 anni e dal guadagno fatto

viene rimborsato al datore di lavoro il costo del viaggio. Le malattie però fecero

stragi nei porti americani, i lavoratori arrivarono decimati dopo il viaggio. (La

tecnica del contratto di lavoro sopravvisse soprattutto in Cina e in Asia)

Flussi migratori frutto di coercizioni fisiche (1800-1850)

Dopo il 1820, vi furono flussi di 250000 carcerati indiani, francesi, spagnoli,

russi e inglesi (evasori di tasse, indebitati, criminali e ladri)

La grande migrazione si divide in emigrazione transitoria e permanente

La grande migrazione deve il suo successo alla rivoluzione dei trasporti:

Viene ridotta la durata del viaggio, nel 1867 la durata media di

attraversamento dell’oceano in barca a vela fu di 44 giorni, mentre a vapore 14

giorni. Nel 1875 la società di navigazione White Star ridusse il viaggio a 9

giorni. Nel 1890 a 7 giorni. Ciò portò a ridurre giorni di non guadagno e diminuì

il costo dello spostamento

Si crea un mercato del lavoro mondiale

I paesi di partenza.

Gran Bretagna/Irlanda furono la fonte principale di emigranti fino agli anni 80

del 800, i tedeschi iniziarono ad emigrare in maniera sostenuta dalla metà XIX

secolo. Italia, Spagna e Austria-Ungheria furono da cardine all’inizio del XX

secolo per la situazione emigratoria.

I Paesi meno propensi: Russia (sistema di responsabilità collettiva nei confronti

della terra e del villaggio). Francia (sistema di trasmissione della proprietà

terriera, bassa fertilità). Giappone…

Cause migrazioni internazionali (push and pull factors):

Disponibilità di un mercato del lavoro mondiale, La spinta viene data

principalmente dalla disoccupazione. La migrazione viene vista come un posto

migliore da raggiungere per qualità di vita. Disponibilità di coltivare numerose

terre. Aumento demografico (dal 1800/1913) l’Europa passò da 188 a 458

milioni di abitanti

La catena migratoria: Gli emigranti all’estero diffondevano le informazioni sulle

modalità delle migrazioni intercontinentali

La qualità della vita:

USA è la meta preferita dal 1890 perché c’è alta differenza salariale, ottime

scuole pubbliche e assistenza sanitaria, istituzioni democratiche funzionali e

una valuta stabile. La migrazione era una decisione famigliare, il singolo non

decideva mai di partire da solo (venivano fatti partire i più piccoli)

Guadagni e perdite derivanti dalle migrazioni

Coloro che emigravano guadagnavano l’incremento salariale che offriva loro il

paese e la destinazione. Coloro che rimanevano in patria erano ricompensati da

salari e più elevati

Offerta di terre e sussidi al viaggio: Argentina= sovvenzione per il

viaggio=Brasile, Nel 1862 in America viene firmata la Homestead act

L’immigrato ideale doveva essere giovane, ovvero avere una buona salute e

una buona fisicità

Prima del 1921 c’erano poche restrizioni all’immigrazione: Gran Bretagna mise

i limiti all’immigrazione…

L’impatto economico dell’emigrazione…

Il caso americano

(1844-1854): 2,87 milioni …

Le leggi vennero emanate nel 1921, per via dello scoppio della IGM che

costrinse gli immigrati ad una dolorosa identificazione

I sentimenti anti-immigrator: 54% erano immigrati dal Sud analfabeti (la più

alta tra i gruppi immigrati), 48,6% dei filgi degli italiani era definita ritardata

L’Emigrazione italiana: Dal 1861 al 1970: 27 milioni di espatri un’emigrazione

netta di oltre 9 milioni. Destinazione

L’europa prematura, la guerra

Costruzione di aerei, primi imprenditori aereonautici

La guerra ha messo in luce un’europa prematura, sdoppiata in due. Da un parte

una libera concessione di capitali, persone erano del tutto sviluppate. Dall’altra

parte un’Europa arretrata. La liberalizzazione economica troppo in anticipo

sulla maturazione del continente.

Lo scoppio della guerra fu dovuta ad una golosità di risorse che i diversi paesi

possedevano. Ad esempio ricchezze minerarie come il carbone (Lorena). Il

potere economico tedesco dava fastidio all’Italia, Francia e GB. Visione

patrimoniale dell’egemonia. La guerra veniva finanziata da aumento delle tasse

(leva fiscale), prestiti sia interni che esterni ed aumentò a dismisura

Gold Standard

l’indebitamento. Iniziò la stampa di moneta, che mise fino al

(leva monetaria)

La guerra provocò la fine del processo di globalizzazione, la fine del GS e dei

pagamenti internazionali, bloccò il mercato internazionale con la fine del libero

scambio e nascita di nuove barriere, Crollo commercio internazionale e

sorpasso degli USA.

Costi di vite umane: 10 milioni militari deceduti, 20 milioni feriti gravi. 10

milioni di vittime civili e 20 milioni di morti per carestie ed epidemie del

conflitto.

Costo monetario della guerra: 180-230 miliardi di dollari come costi a danni alle

città, 150 miliardi i paesi meno colpiti

La Gran Bretagna: lenta ripresa del pro capite, elevata disoccupazione,

indebolimento industriale, commerciale e finianzario, ristagno esportazioni,

ritorno al GS nel 1925 ritorno al tasso di cambio (lo farà anche Mussolini negli

anni 20), sterlina fortemente sopravvalutata, alti tassi di interesse (decrescita

investimenti), crollo esportazioni, deficit della bilancia dei pagamenti, oro

comincia a scarseggiare.

La Francia: fu inamovibile sulla questione…

Lo sviluppo economico russo: industrializzazione nel 1700 con Pietro il grande,

Alessandro II nel 1861, fine servitù della gleba, nascita del Mir. Lo sviluppo poi

fece un gran balzo negli anni 90, costruzioni ferroviarie, industria mineraria e

metallurgica.

Le difficoltà dello sviluppo economico russo era dovuto all’elevato

analfabetismo (72%), la forza lavoro era concentrata principalmente

sull’agricoltura (75%)

La Russia e la rivoluzione nel 1917: dopo l’accordo di fine belligeramento con la

Germania di Brest-Litovsk la Russia con a capo Lenin presentò il comunismo di

guerra che fece cadere il paese nel baratro. Con la morte di Lenin ciò verrà poi

seguito da Stalin…

I piani cinquiennali…

La scintilla per un successivo conflitto (una pace negoziata male): Il trattato di

Versailles (1919) fu una pace fatta male che portò a successivi disastri che

portarono al secondo conflitto mondiale.

Riorganizzazione territoriale post guerra: La Germania venne privata di:

-del 13% del suo territorio prebellico

-del ¾ dei giacimenti di ferro

-del 68% delle miniere di zinco

-del 26% di carbone (giacimenti)

(Nacquero 12 nuove nazioni indipendenti)

-riorganizzazione della moneta, credito e bilancio statale

-Le valute europee aumentarono da 13 a 25

-i confini doganali aumentarono di 7000 km

-Il protezionismo li divise e ridiresse i flussi commerciali

-cadde produttività agricola

- i nuovi paesi rimasero economicamente deboli

Le riparazioni e i debiti di guerra: La Germania fu la più attaccata, vennero

stipulati accordi su cui la Germania dovrà versare territori e denaro. Gli USA

devono evitare l’isolazionismo, revoca del blocco nei confronti della Russia,

benessere materiale di Germania e Russia (libro di J.M.Keynes)

Tutti questi consigli vennero lasciati persi dopo 1 guerra mondiale durante il

trattato di Versailles, ma a loro volta verranno utilizzati nel secondo dopo

guerra

L’ammontare delle riparazioni: (1920) CONFERENZA DI Boulogne 269 miliardi

d’oro, (1921) gennaio conferenza di Parigi 226 miliardi di marchi d’oro, (1921)

maggio ultimatum di Londra 132 miliardi di marchi d’oro, iniziò a commerciare

e a dare proprio carbone e ferro. Nel Luglio del 23 la Germania non riuscì ad

inviare i beni materiali alla Francia e i paesi iniziarono a spazientirisi, Francia e

Belgio invasero di nascosto la Germania (invasione della Rure)

Il crollo tedesco (iperinflazione): perdite territoriali ed economiche, confische;

nel novembre del 1923 ci fu l’iperinflazione (1$ valeva 4.200 marchi d’oro)

coloro che risparmiavano non ebbero in mano più nulla cause caduta dra

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A.A. 2021-2022
19 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ggiombinicesare di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Dileo Ivano.