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LA SECONDA GUERRA DELL’OPPIO:
Nonostante il trattato, la Cina continuò ad opporsi al commercio di oppio, ritenendolo una droga dannosa per
→
la sua popolazione questo portò a nuove tensioni tra Cina e Inghilterra, che nel 1856 portarono allo scoppio
della seconda guerra dell’oppio: Inghilterra e Francia invasero la Cina, usando come pretesto l’assassinio di
un missionario francese in Cina.
La guerra si concluse con un’altra sconfitta per la Cina e la firma di un altro trattato che:
1. apriva altri 11 porti al commercio internazionale
2. garantiva ai mercanti europei il diritto di insediarsi in Cina e di commerciare liberamente nel paese
3. consentiva la libera navigazione delle navi da guerra europee nei fiumi cinesi (politica delle cannoniere)
4. l’oppio veniva trattato come una merce normale, e la sua importazione in Cina aumentò notevolmente.
Dopo questa seconda guerra, l’economia cinese iniziò un processo di modernizzazione forzata all’occidente,
che ebbe delle conseguenze:
risolse l’aumento delle importazioni di oppio in Cina ⇒
- a partire dal 1908, l’Inghilterra
avrebbe diminuito annualmente per 10 anni le importazioni di oppio del 10%, così da arrivare alla
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cessazione delle vendite nel 1918 nel frattempo si sarebbe avviato un programma di
disintossicazione della popolazione cinese
avvio di un processo di sviluppo e industrializzazione della Cina ⇒
- aumentano gli
investimenti occidentali in Cina, soprattutto per il rinnovamento dei porti franchi, l’introduzione di servizi
per promuovere il commercio estero (es. banche occidentali in Cina), e la creazione di ferrovie
trasferimento della gestione dei servizi cinesi ai paesi occidentali ⇒
- l’Inghilterra
ottenne la gestione delle dogane cinesi, mentre la Francia gestiva il servizio postale
produzione di beni direttamente in Cina per il mercato cinese ⇒
- gli imprenditori
occidentali iniziarono a produrre direttamente in Cina i prodotti per il mercato cinese.
I porti franchi (come Shanghai) divennero città industriali dove le imprese occidentali iniziarono a stabilire
→
fabbriche e imprese industriali con il passare del tempo, la presenza di imprenditori occidentali nelle città
industriali iniziò a stimolare lo sviluppo di una classe imprenditoriale cinese: questi imprenditori locali,
spesso formati o influenzati dai modelli occidentali, iniziarono a fondare le proprie imprese e fabbriche,
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portando ad un primo sviluppo dell'industria nazionale questo fenomeno segnò la nascita di una classe
borghese cinese, e di conseguenza anche della classe operaia.
LA CADUTA DELL’IMPERO CINESE:
o
Nella seconda metà del 19 secolo, la crescente dipendenza economica della Cina dalle potenze occidentali
→
suscitò proteste popolari contro gli europee e contro la sottomissione della Cina queste rivolte furono
represse dalle truppe europee, causando però un’ulteriore erosione dell’autorità imperiale in Cina.
Nel 1900 nacque il Partito Nazionalista del Kuomintang (KMT), fondato da Sun Yat-sen, che sosteneva
l’idea di una Cina indipendente e autonoma, e si impegnava a modernizzare il paese
↳ nel 1911 il KMT face una rivoluzione che portò alla caduta dell’impero Qing: il sistema imperiale fu
→
sostituito dalla Repubblica di Cina Sun Yat-sen divenne il primo presidente della Repubblica.
Tuttavia, pochi mesi dopo Sun Yat-sen fu a sua volta rovesciato da un colpo di stato militare organizzato da un
gruppo di generali dell’ex esercito imperiale, noti come “signori della guerra”
↳ iniziò una guerra civile tra i “signori della guerra” che controllano il nord della Cina e la capitale Pechino, e il
KMT che controlla il sud della Cina.
LA CINA NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE (DURANTE LA GUERRA CIVILE): →
Nel 1917 la Cina dichiarò guerra alla Germania, schierandosi con USA e Giappone, che ne uscirono vincitori
questo le fu d'aiuto nella conferenza di Washington (che doveva ridefinire l’assetto dell’Asia e del Pacifico), da
cui la Cina ottenne il riconoscimento della piena sovranità nazionale:
- riprese il controllo delle proprie dogane, potendo così applicare le proprie tariffe doganali, e anche del
servizio postale (non più gestito dai francesi)
- le forze armate straniere furono ritirate dal territorio cinese, e i diritti di extraterritorialità furono aboliti.
LA NASCITA DELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE (1949):
Nel 1925 Sun muore e Chiang Kai-shek gli succede alla guida del partito KMT: Chiang sconfisse i “signori
della guerra”, e dopodichè occupò Pechino affermando la centralizzazione del potere sotto il KMT.
Nel 1921 nacque il Partito Comunista Cinese (PCC), inizialmente era alleato con il KMT con l’obiettivo
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comune di liberare la Cina dall’influenza straniera tuttavia, nel 1927 l’alleanza crolla →
↳ Chiang intraprende una dura repressione contro i comunisti, scatendando una guerra civile il PCC ebbe il
supporto dei contadini e riuscì ad evitare l’accerchiamento.
LA GUERRA CON IL GIAPPONE (1973): →
Nel 1973 il Giappone invade la Cina, portando alla seconda guerra sino-giapponese di fronte a questa
minaccia, il KMT e il PCC sospendono la guerra civile e si alleano per combattere l’invasore.
Con la sconfitta del Giappone e la fine della seconda guerra mondiale, riprende la guerra civile: il PCC ottiene
il sostegno delle masse, consolidando il suo potere nelle aree rurali; al contrario il KMT soffre a causa di
difficoltà economiche interne.
FONDAZIONE DELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE:
Nel 1949, il PCC sotto la guida di Mao Zedong trionfa nella guerra civile sconfiggendo definitivamente il KMT.
o
Mao Zedong proclamò la fondazione della Repubblica popolare cinese il 1 ottobre 1949, segnando la
nascita di uno stato comunista, con l’instaurazione di una società socialista che avrebbe cercato di risolvere i
problemi economici e sociali del paese attraverso politiche di industrializzazione e collettivizzazione.
Dopo la sconfitta, il governo del KMT sotto la guida di Kai-shek si rifugia nell’isola di Taiwan dove esercita un
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governo autonomo protetto dagli Stati Uniti questo segna l’inizio di una divisione politica tra la Cina
continentale (PCC) e Taiwan (KMT).
RIFORME ECONOMICHE E SOCIALI DELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE:
Mao Zedong riorganizza l’economia cinese seguendo il modello comunista dell’unione sovietica:
- le grandi e medie industrie vengono nazionalizzate
- il commercio estero viene posto sotto il controllo statale
- le grandi proprietà terriere vengono confiscate e distribuite ai contadini attraverso una riforma agraria,
incoraggiando la formazione di cooperative agricole (che però non risolvono i problemi di
sovrappopolazione e scarsità di risorse nelle campagne).
LA POLITICA ECONOMICA DI MAO:
Con la fondazione della Repubblica popolare cinese, Mao Zedong e il PCC avviano un modello di sviluppo
economico orientato verso la minimizzazione della dipendenza dall’estero.
Nel 1953 Mao avviò un piano quinquennale di sviluppo economico ispirato ai modelli sovietici, i cui obiettivi
per modernizzare la Cina erano:
● autarchia economica = obiettivo di rendere la Cina il più autonoma e indipendente possibile,
riuscendo ad essere autosufficiente producendo internamente ciò di cui aveva bisogno
● sviluppo pesante = l’obiettivo era di concentrare le risorse disponibili per promuovere un rapido
sviluppo dell’industria pesante, usando l’URSS come modello.
I risultati non furono molto soddisfacenti agli occhi di Mao in quanto l’industria pesante era cresciuta, ma
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l’espansione industriale della Cina era limitata dall’arretratezza e dalla bassa produttività agricola
l’agricoltura cinese, infatti, non riusciva a produrre abbastanza risorse per alimentare la popolazione e
sostenere lo sviluppo industriale.
IL “GRANDE BALZO IN AVANTI”:
Nel 1958 Mao lanciò un nuovo progetto per superare i problemi del piano quinquennale, il “grande balzo in
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avanti” questo piano mirava a superare le difficoltà economiche della Cina, cercando di risolvere i problemi
→
strutturali e di accelerare lo sviluppo industriale e agricolo gli obiettivi erano:
1. triplicare la produzione industriale in 15 anni, puntando a raggiungere i livelli industriale dell’Inghilterra
2. superare l’URSS nella realizzazione di una società comunista più puramente comunista
3. mobilitare le masse popolari per coinvolgere tutti i cinesi nello sviluppo industriale e agricolo.
Tuttavia, il “grande balzo in avanti” causò un declino dell’economia cinese, con un rallentamento della
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produzione agricola e industriale milioni di cinesi morirono di fame e malnutrizione.
LA COMUNE:
Le comuni erano grandi unità collettive che comprendevano sia la gestione agricola (i contadini coltivavano la
terra come una fattoria cooperativa), sia quella dei servizi sociali (pubblica amministrazione, sanità, scuola,
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polizia) ogni comune riuniva circa 5.000 famiglie e aveva una gestione centralizzata dei beni
↳ essenzialmente, le comuni dovevano essere delle “piccole società comuniste” dove tutti i membri avrebbero
vissuto e lavorato collettivamente, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo.
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L’idea era quella di eliminare la vita privata, in favore di quella collettiva ad esempio:
- non si mangiava a casa ma presso grandi mense comuni
- i bambini che erano obbligatoriamente educati da asili
- gli anziani erano ospitati in centri di assistenza.
Inoltre, ogni comune aveva l’obbligo di costruire piccoli altoforni tascabili per produrre acciaio, in modo tale
da promuovere l’industrializzazione utilizzando l’abbondante forza lavoro.
Tuttavia, le comuni si rivelarono un fallimento totale a causa di:
1. dimensioni eccessive = erano troppo grandi per poter coordinare efficacemente la produzione
agricola e sociale
2. mancanza di specializzazione = Mao voleva che ogni comune fosse autarchico, cioè autosufficiente,
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producendo qualsiasi cosa (cereali, carne, utensili, …) tuttavia, la mancanza di specializzazione
portò ad una produzione efficiente.
L’effetto fu che, tra il 1958 e il 1960, la produzione agricola ebbe un crollo (la produzione di cereali diminuì da
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250 milioni a 160 milioni) il risultato fu una carestia catastrofica che provocò tantissimi morti.
Quali furono le cause di questa carestia?
Le catastrofi climatiche (grandi alluvioni) peggiorarono ulteriormente la situazione agricola, ma la causa
principale della carestia fu la gestione inefficace delle