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LO STATO PROTAGONISTA: RUSSIA E GIAPPONE:

I due casi esaminati in questa lezione anche se molto diversi tra

loro presentano alcune analogie:

- In entrambe le situazioni la trasformazione sociale ed economica

iniziò a partire da un evento traumatico, la sconfitta della Russia

nella guerra di Crimea e l’apertura forzata del Giappone al

commercio con l’occidente. -In entrambe le situazioni lo stato

ebbe una parte fondamentale nel processo di industrializzazione

(nazionalismo reattivo). Ma in un caso siamo di fronte a un

successo e nell’altro a un insuccesso.

IL FEUDALESIMO CENTRALIZZATO= L’intervento dello Stato fu

indispensabile per abbattere il regime feudale e aprire il paese al

mondo esterno. Dalla seconda metà degli anni novanta del

Novecento il Giappone è in una situazione di deflazione. Il

Giappone, in precedenza, dal punto di vista economico,

preoccupava gli Stati Uniti. Il Giappone è il primo paese asiatico

che segue il profilo dell’industrializzazione.

Il Giappone è politicamente frammentato e viene parzialmente

unificato nel 1600 a seguito di una battaglia, la battaglia di

Sekigahara, lo shôgun Tokugawa ieyasu si inizia un nuovo

processo di pacificazione e di unificazione del paese. La sua

casata governerà il Giappone per circa 250 anni.

Il Giappone era un sistema estremamente distante con la cultura

Europea che si incontra con essa nel 1500 con l’arrivo dei gesuiti

che perseguono un obiettivo conversionistico. Non era semplice

convertire la società giapponese e perciò i gesuiti basavano la

loro tesi sul fatto che la scienza europea era superiore di quella

asiatica e di conseguenza lo era anche il Dio Europeo.

Accreditano questa ipotesi portando degli strumenti che non

conoscevano come gli orologi e i fucili. I fucili permettono ai

Tokugawa di affermarsi sulle altre famiglie. Dopo la battaglia

vengono eliminate le armi, vengono sterminati i convertiti e si

instaura un governo che dura per circa 150 anni. Mettono in atto

una serie di atti finalizzati a mantenere nelle loro mani tutto il

potere. I provvedimenti sono (i Tokugawa li adottano per

preservare l’egemonia e rimanere al potere):

● Distribuzione dei feudi: in modo tale da tenere i loro avversari

separarsi l’un l’altro attraverso degli stati cuscinetto. I Tokugawa si

instaura nelle zone più ricche.

● Isolazione fino al 1853 chiudono i porti: è proibito l’ingresso agli

stranieri. Gli olandesi vengono situati su un’isola artificiale e

annualmente dovevano produrre un rapporto sullo stato e sulla

situazione del mondo —> questa era l’unica finestra del Giappone

sul mondo, riescono a conoscere le conseguenze dell’imperialismo

occidentale. Non diventano mai una colonia. Era proibita la

letteratura straniera. Il Giappone è quasi totalmente impermeabile

dalle influenze esterne dal 1600 al 1853.

Il governo si chiama bakufu (autorità centrale) ed è controllato dai

Tokugawa e dai feudatari legati ad essi. L’autorità centrale (il

bakufu) controlla numerosi feudi (han) e diversamente dalla Cina,

viene lasciata una certa autonomia ai feudi e ai feudatari. Questo

modello giapponese viene ad essere definito come feudalesimo

centralizzato (ossimoro). La società è fortemente gerarchizzata, ha

al vertice l’imperatore e al di sotto, progressivamente, e daimyo, i

samurai, gli artigiani, i mercanti e gli intoccabili.

Il sistema della residenza alternata: prevede che i feudatari si

dovessero spostare per 6 mesi all’anno a Tokyo. Se si concentrano

tutti i contadini in un unico posto, si tengono meglio sotto

controllo e spendono denaro in modo tale da non essere in grado

di portare avanti delle operazioni di riarmo contro il governo

centrale.

Le rendite della nobiltà derivano dal riso: il tributo in riso

ammonta a circa il 40% del raccolto. L’agricoltura era identificata

con la ricchezza del Paese.

I feudatari ottenevano le loro rendite in riso e l’agricoltura era il

settore più importante del paese. Misuravano la ricchezza di un

feudo in relazione alla quantità di riso prodotta. Siccome il riso va

monetizzato, non potevano però maneggiare il denaro, il processo

di intermediazione è effettuato dalla classe mercantile che a livello

gerarchico si colloca al livello sociale più basso. Socialmente

contano poco ma contano economicamente: procurano i soldi

alla nobiltà. Essi vogliono pesare di più all’interno della società

giapponese.

La società era gerarchizzata: al vertice c’era l’imprenditore e al di

sotto, nell’ordine, daimyo (signori feudali), samurai (militari), gli

artigiani, i mercanti e gli intoccabili. Diversamente che in

occidente lo status dei mercanti era basso.

EFFETTI DEL SANKIN KOTAI= Il sistema del Sankin Kotai promosse

presso la classe nobiliare un modello di “consumo vistoso”. Per

sostenerlo i daimyo dovettero indebitarsi. Ancora una volta si

rafforza il ruolo sociale (e dunque politico) della classe

economicamente più attiva. A partire dal XVIII secolo la

costruzione istituzionale dei Tokugawa si rivelò sempre più

inadeguata ed entrò in crisi. Per certi aspetti, l’intervento straniero

giunge a proposito.

Determina la crisi del potere. Questo processo determinò il

rafforzamento economico e sociale dei mercanti che

intervenivano ad Osaka. A metà del 700 vi è un gran malumore

sociale: questo meccanismo non riesce più a stare in piedi.

I nobili sono indebitati mentre i mercanti vogliono contare di più

ma nella sostanza le istituzioni non li riconoscono. Si crea un

malcontento nei confronti del Governo: l’intervento straniero del

1853 arriva nel momento giusto. Gli Stati Uniti hanno completato la

conquista cost-to-cost e necessitano di una base terrestre per

commerciale con la Cina. Il Giappone viene aperto in maniera

forzata. A fronte dell’intervento americano il governo deve cedere

e permettere agli stranieri di avere dei rapporti con le autorità

locali. Gli americani richiedono l’apertura dei porti seguiti poi

dagli europei: si scatenano delle contraddizioni all’interno del

paese. RESTAURAZIONE MEIJI= “governo illuminato” di Mutsuhito.

Il partito politico contrario, legato all’imperatore, accusa il

governo -> si avvia una guerra civile. La guerra civile è anche

scatenata dall’imposizione dei governi stranieri (gli Occidentali)

sui trattati ineguali che venivano imposti dall’esterno al paese che

riguardano delle condizioni economiche. Mentre l’arrendevolezza

del Bakufu fornisce l’esca per la guerra civile.

● Viene imposto il liberismo: i prodotti importati devono essere

colpiti da dazi bassissimi. Viene rasa al suolo l’industria locale

giapponese.

● Extraterritorialità: se gli stranieri commettono reati all’interno del

Giappone devono essere giudicati con la legge del loro paese.

Le riforme adottate dal 1869-73 stabilirono:

- l’eliminazione delle distinzioni di classe

- il ritorno delle terre feudali all’imperatore

- l'indennizzo di daimyo e samurai con una sorta di pensione

Il Giappone, grazie alla base olandese nella baia di Nagasaki,

erano a conoscenza della situazione degli altri paesi asiatici. Per

evitare di diventare colonia, l’imperatore avvia un processo di

industrializzazione: nazionalismo reattivo, non solo si aumenta la

potenza dello stato ma si evita di diventare colonia di qualcun

altro. Quindi la classe dirigente avvia una rapida modernizzazione

del Paese nella consapevolezza che si tratta dell’unica strada per

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Publisher
A.A. 2023-2024
5 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cicci12398 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia Economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Romani Marina.