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I problemi concettuali: Le ragioni della forza

Un po' ovunque, in Germania come in Italia, le normative bassomedievali rafforzarono la patria potestà. Sul

potere paterno di castigare, i giuristi si posero nell'ottica della mitigazione: la giustificazione a tutti i

castighi era quella di correggere e istruire il figlio.

→Secondo il diritto romano il padre poteva flagellare impunemente il figlio litigioso se c’erano 2 condizioni:

una oggettiva, la moderazione in base al litigio, e l'altra soggettiva, ossia la volontà di correggere il figlio

senza odio e vendetta. Ciò avveniva con strumenti adeguati, ma anche tramite una reclusione autogestita.

→Bossi indicava 2 altri rimedi per educare i figli: Il padre poteva accordarsi con il governatore di navi

affinché accogliesse nella dura disciplina nautica il figlio per due o tre anni; in molte città erano previsti

ergastoli, ovvero stabilimenti in cui i figli scostumati venivano rinchiusi. 6

→l’estremo provvedimento del padre disperato restava l'espulsione del figlio dalla casa con rifiuto degli

alimenti.

Una tradizione alternativa era il discolato: I figli erano inseriti nella categoria dei discoli, perturbatori

dell'ordine pubblico e del buon costume. In Toscana, ad esempio, il discolato si sostanziava in un

arruolamento militare forzato.

Il figlio non doveva permettersi di difendersi né di reagire all'esercizio del potere correzionale paterno,

altrimenti poteva essere anche ucciso dal padre. L'eccesso paterno disumano abilitavano però il figlio a

pretendere dal giudice l'emancipazione forzata.

Per i figli litigiosi c’era la possibilità di fare ricorso al giudice. Gli Statuti Lucchesi prevedevano che ogni

padre potesse mandare in carcere o tenere in catene in casa propria il figlio soggetto alla patria potestà. Il

figlio ribelle poteva anche essere semplicemente cacciato di casa.

Nella Toscana leopoldina, con l'editto del 1777, ai commissari di quartiere si prescriveva di dare notizia

della cattiva condotta dei giovani agli aventi potestà affinché vi ponessero rimedio. Sempre nel 700 Toscano

non mancarono le sperimentazioni illuminate per la riforma delle modalità correzionali.

Quando il figlio se ne va... Le vie dell'emancipazione.

Il potere del padre europeo ebbe limitazioni normative incisive sulla base di diversi fattori: età del figlio,

esercizio della mercatura da parte del figlio, condizione di separata economia, aver contratto matrimonio

l'emancipazione volontaria o forzata per abuso di patria potestà.

La natura dell’emancipazione era liberalità, premio o penalizzazione? Nella maggioranza dei casi si

effettuava in favore del figlio ma talvolta anche in favore del padre.

Ci sono però diverse opinioni sull’emancipazione come premio: Doveva essere assegnato dal padre al figlio

o dal figlio al padre? Secondo Bartolo spettava al padre per la perdita di un potere come la patria potestà.

L'eventuale donazione al figlio prestata all'atto dell'emancipazione altro non sarebbe stata che una Mera

liberalità.

L'emancipazione come pena, quindi non condivisa dal figlio, andava a coincidere con la abdicazione, la

cacciata dal casato. Per i greci bastava la formula “io ti abdico da me” per i romani era necessaria una

formula più solenne.

La patria potestà poteva anche cessare tacitamente per fatti concludenti, indice della Concorde volontà

delle parti. È il caso della emancipazione sassone: Allontanamento del figlio dalla casa paterna per sposarsi

e vivere in separata economia con l'assegnazione di una quota virile del patrimonio.La situazione contraria

era quella dell'emancipazione coatta che si verificava sostanzialmente per gravi abusi paterni.

Quando il figlio si sposa... Promesse, assensi, atti dovuti, atti rispettosi

L'istituto degli atti rispettosi, disciplinato in 10 articoli del Codice Napoleonico (art.151-160), era assai noto

nel diritto matrimoniale francese d’antico regime. Varcata una specifica soglia d'età i figli erano legalmente

emancipati quanto alla libertà matrimoniale con l'onere però di informare i genitori sui propri progetti nuziali

tramite atti ufficiali. (Libertas matrimonii)

Il tema della Libertà matrimoniale dei figli è importante nella società di antico regime, società che si fonda

sulla distinzione di Ceto. Il matrimonio era strumento patrimoniale, di visibilità cetuale e di alleanze e

transazioni patrimoniali. I padri erano chiamati ad assicurare l’ordine sulle scelte matrimoniali dei figli e

l'autorità pubblica interveniva a supporto dei Padri stessi o in contrasto con loro sanzionando i matrimoni fra

Nobili e ignobili. L'incontrollato arbitrio nuziale dei figli era percepito dal diritto secolare come 7

inammissibile violazione dell'ordine naturale, si previsero sanzioni ai matrimoni di dispareggio o privi del

consenso Paterno.

L’obiettivo del legislatore era quello di dissuadere i figli dalle nozze fuori dalle logiche del casato e i sudditi

da matrimoni fuori dal proprio ceto. Un forte ostacolo era la tutela canonistica della Libertas matrimonii che

confliggeva col diritto laico.

Il cristianesimo era stato diviso fin dai primi secoli sul problema della Libertà matrimoniale dei figli e del

→nel

consenso Paterno finchè 1563 si formalizzava la liceità del matrimonio senza consenso paterno,

fermo il dovere morale di richiederlo. Al concilio di Trento il matrimonio senza consenso del padre fu

considerato atto disonesto ma pienamente valido nell'ipotesi in cui venisse celebrato

-La conclusione di un matrimonio senza il consenso del padre

Il figlio era meramente tenuto a richiedere l'autorizzazione paterna e poi avrebbe potuto sposarsi anche in

caso di disaccordo. L’opinione comune riteneva invalida la clausola testamentaria che prevedeva l'obbligo del

consenso paterno per sposarsi, ma riteneva efficace quella per cui il figlio dovesse sposarsi solo una volta

interpellato il padre.

→Nel 600 Tomas Sanchez, scrisse “a che scopo il figlio deve richiedere il parere del padre se poi può

disattenderlo? Tale richiesta è di grande rilevanza perché il padre potrà far emergere elementi che convincano

il figlio di essere stato raggirato o il padre stesso potrà mutare parere".

-Il rifiuto di un matrimonio imposto o già promesso dal padre

Posto che solo i genitori potevano promettere il matrimonio, teologi e canonisti ritenevano che tale potere

fosse da attribuire anche alla madre. Sulla vincolabilità le opinioni divergevano:

• chi sosteneva che il figlio, raggiunta l'età legale, avrebbe dovuto adempiere alla promessa paterna a

patto che non si trattasse di matrimonio diseguale.

• chi si atteneva alla libertas matrimonii e riteneva che l'obbligo era meramente morale e non giuridico.

Il padre peccava se imponeva al figlio un certo matrimonio.

• i legisti talvolta arrivarono ad ammettere per motivazioni spirituali La validità del matrimonio senza

consenso del padre e nuclearono a favore dello stesso la possibilità del ricatto tramite diniego della

dote o diseredazione.

In questa materia si registravano due differenti tipi di potestà, una civile e l'altra canonica: In materia

matrimoniale andava osservata la potestà canonica; la potestà civile era perpetua mentre quella canonica era

limitata all'età minore.

Secondo Jacopo Menochio il matrimonio era un grande Sacramento ma sacrificarlo era minor male rispetto

alla lesione dell'autorità paterna e alla frantumazione delle relazioni familiari. Tuttavia, in nome della favor

matrimonii, sostenne che il mancato consenso avrebbe soltanto determinato un impedimento temporaneo al

matrimonio del figlio: Il padre poteva impedire le nozze Ma poi aveva il dovere di predisporne altre in

alternativa, funzionali all'interesse della famiglia. A suo parere le denuntiationes matrimoniales sarebbero

state sempre obbligatorie: Informare il pater familias sul prossimo matrimonio in modo che possa prendere le

eventuali contromisure.

Capitolo 3: l’utopia tradizionalista

Simbolo e veicolo della tradizione

La società ottocentesca continuerà culturalmente ad essere imbevuta di ideali tramandati dalla cultura di

antico regime, fra cui l'assetto patriarcale della famiglia. Perché una nuova famiglia produca risultati sociali

imponenti occorre attendere la seconda metà del 900. 8

Fra ‘700 e ‘800 filosi, politici e giuristi trovarono nel clima della restaurazione l'ambiente ideale per

riproporre il patriarcato come colonna portante della tradizione europea.

L'apoteosi del padre- Louis de Bonald

Louis de Bonald, filosofo francese, scriveva "la società è tutta paternità e dipendenza, ben più che fraternità e

uguaglianza". La triade padre - madre - figli concretizzava nel mondo domestico esigenze d'ordine e

religione, sia sul profilo strutturale che relazionale:

→sulla struttura della famiglia: Padre- causa; madre - mezzo; figlio - l'effetto

→sulle relazioni interne alla famiglia: Padre - potere; madre - ministro; figlio- soggezione.

Il padre è la causa e il potere, immediato ministro di Dio per la conservazione del genere umano; a lui spetta

il potere di imporre leggi.

La madre è strumento nell'esercizio del potere domestico da parte del padre, ed è autorità non per virtù

propria Ma perché è autorizzata dal marito, condividendo aspetti della condizione di figlio e di padre I figli

sono lo scopo naturale della famiglia, non che politicamente la soggezione: Tali rimangono finché vive il

padre, a cui devono onorare e obbedire.

Tutti sono sottoposti alla giurisdizione del padre quanto ai delitti domestici e controversie interne.

Il mito della famiglia agricola è l'archetipo auspicato contro la famiglia industriale tipica dell'individualismo

liberale: La famiglia agricola, retta patriarcalmente dal maschio più anziano, è il luogo della stabilità. Alle

monarchie di diritto divino, governo ideale per Bonald, sia addiceva la famiglia agricola, organizzata sulla

patria potestà e sul diritto di primogenitura. Nella famiglia agricola tutti i membri lavoravano insieme in

nome della famiglia, guidati dal padre. Al contrario la famiglia industriale è una somma di individui che

lavorano ciascuno per conto proprio, un contesto che secondo Bonald porta alla rovina della società.

I confini del potere Paterno - Antonio Rosmini

Rosmini, figura complessa, rifiuta il modello familiare d'antico regime. Elaborò un complesso modello

familiare in critica alle legislazioni del suo tempo, colpevoli di aver ristretto la patria potestà e aver attribuito

diritti troppo estesi a

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
13 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/19 Storia del diritto medievale e moderno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nicolemont di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle codificazioni moderne e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Abis Sonia.