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ESPERIENZE EUROPEE E RIFLESSI NEL DOPOGUERRA ITALIANO

Spesso aree geografiche unite da figure di collezionisti che contribuiscono a fare da cerniera tra diversi mondi.

In Italia uno dei più importanti eventi è stata la Biennale di Venezia, come istituzione, diventata poi un punto di riferimento per tutto il mondo dell'arte, non solo per l'Italia, ma per tutto il mondo.

Venezia continua ad essere un punto importante proprio perché 1 volta ogni 2 anni, si svolgono queste esposizioni che hanno come obiettivo fare sintesi di cosa c'è sul mercato dell'arte. Importante nel dopoguerra perché finalmente con la fine della seconda guerra mondiale e alla sconfitta del governo fascista, e l'importanza anche della repubblica, si cerca di passare a delle dinamiche diverse. Molto chiaro ad uno storico dell'arte, Rodolfo Pallucchini che sottolinea cosa è stato il periodo precedente in cui l'Italia era occupata dal regime.

fascista: "periodo nocivo alla cultura italiana, non solo labiennale, ma tutta la politica del regime in questo campo. E anche da noi ci fu chi applaudì alla restaurazione nazista...". Descrive l'arte del regime degli anni '30 e '40. Spiegare come grazie al cambiamento di regime, alla fine della guerra, si apre una nuova era, in cui l'Italia si apre all'Europa. Di fatto l'aggiornamento dell'arte italiana è precluso dall'asse Roma-Berlino, del ritorno all'ordine, dell'Accademia. Le avanguardie vengono penalizzate, molti artisti non hanno neanche idea di quelle che erano state le grandi innovazioni che si erano sviluppate nel frattempo in Europa. Esposizione Venezia, Roma, Firenze, Milano, Torino dagli anni 1946-47, si trasferisce la mostra in tutta Italia, per permettere a tutti di accedere all'arte. Allestimenti molto tradizionali, ma anche in linea con quelli che erano gli allestimenti delle gallerie, con una

Rarefazione delle opere d'arte, collocate su un'unica fila, distribuite sulla parete. La mostra intende essere un excursus, dell'arte francese da Matisse al Surrealismo.

La mostra è costituita non solo da opere d'arte, da dipinti, ma anche da riproduzioni degli originali, che ci dice di come l'interessante per i curatori non fosse solo di avere delle belle opere d'arte, ma avere anche copie, laddove gli originali non potevano essere esposti.

Insieme anche previste conferenze o proiezioni per i visitatori, banalità ora, ma novità assoluta per l'Italia in quel momento. Consapevolezza che i visitatori non fossero preparati per quell'arte, e quindi cercare di aprire le gallerie, le esposizioni ad un pubblico più vasto, non solo quello degli intellettuali (pubblico generalista).

Per di più ci fu un riassetto nel modello espositivo, si usa quello americano, quindi con delle distanze tra le opere, all'altezza del

spettatore colori tenui alle pareti per non interferire con i colori delle opere, e delle didascalie, cartelliniper spiegare ancora di più le opere.

La critica spiega come l'esposizione fu "il primo ritorno tra noi del messaggio della civiltà artistica francese. Un messaggio serio e importante perché l'esposizione sarà sceltissima e dedicata a tutte le forze artistiche viventi. Il che significa come l'esposizione sia volta a rappresentare quelli ancora sconosciuti perché sviluppata durante il periodo bellico".

Due artisti Emilio Vedova e Giuseppe Santomaso, nuovi artisti che si affacciano alla ribalta del mondo artistico italiano del dopoguerra, e che di fronte a queste opere d'arte si possono formare. La maggior parte delle opere sono di tipo figurativo.

Esposizione del 1953 Milano dove vengono esposte le opere di Picasso, anche se visto il suo schieramento politico, non da riscontro negli artisti italiani. L'opera

più famosa tra quelle che vengono esposte è Guernica, esposta nel '37 all'esposizione di Parigi. A Milano contesto totalmente nuovo, nel salone d'onore del palazzo reale, contesto neoclassico molto elegante. Le bombe della seconda guerra mondiale distruggono circa il 60% del territorio. L'opera viene esposta all'interno della sala delle cariatidi, ma in una sala appena ricostruita a seguito dei bombardamenti, in un ambiente ferito in cui si riverberava il senso di dramma che venne espresso da Picasso. Mostra Roma diretta da Palma Bucarelli, una delle più importanti curatrici dei musei nel dopoguerra, offrendo all'inviato degli anni '50 l'eccellenza della pittura figurativa, ma offrendo anche un punto di vista diverso, quello dell'arte astratta che quindi inizia ad avere visibilità anche in Italia nel dopoguerra, cos che non era stata possibile prima della guerra. Uno degli eventi più importanti è la mostra che sitiene a Roma nel 1956-57 dedicata Mondrian, una delle figure più significative dell'astrattismo internazionale. Allestimento non strepitoso, progettato da Carlo Scarpa, che insieme al gruppo dei BBPR. Architetto che si è formato nella lavorazione dei vetri, con un'attenzione non solo alla scala architettonica, ma a quella dell'oggetto. Per la mostra Scarpa mette in scena la semplicità e la rigorosità degli elementi della pittura di Mondrian anche nell'esposizione stessa, usando profili in acciaio, contro soffitto per esempio con quadrati, usati dall'artista nella sua pittura. Elementi che vengono usati ad un evento espositivo temporaneo che viene smantellato, ma la cui eredità viene accolta qualche anno dopo a Verona nel Museo di Castelvecchio, con funzione di residenza fortificata che viene da lui totalmente ripensata e rimodulata per ospitare le collezioni d'arte della città. L'idea di Mondriandell'uso di moduli, si ritrova in questo caso in una parte dell'edificio, dove troviamo un ambiente collocato all'esterno del castello, con accesso dall'interno e rivestito con dei tasselli di pietra locale. Ogni tassello viene accuratamente studiato, consapevole dell'effetto diverso che avrebbe ottenuto quando in maniera diversa i colori. Le esposizioni dedicate a Mondrian ci mettono di fronte alla diffusione di questo nuovo linguaggio, ma con pochissima visibilità in Italia. Nel dopoguerra il mutato clima culturale, fa sì che ci sia un nuovo interesse per l'arte astratta, in quanto rappresentante di una manifestazione artistica non compromessa dal regime, come arte nuova, ma soprattutto il valore dell'arte astratta in quel momento storico descritto da Lionello Venturi. Afferma che "la civiltà moderna non è una civiltà di elites. Le nuove arti, rispondono al gusto delle masse, i giovani che non sono rivinti".dall'educazione classica, guardano con simpatia l'intrecci di linee e colori. Anzi che essere ermetica per clan riservati, l'arte astratta offre a tutti il gusto delle forme e dei colori". Idea che arte figurativa arte di regime, e arte astratta per il popolo. Lui amico di due personaggi, Carlo Scarpa e Peggy Guggenheim. Tra queste opere non solo le surrealiste ma anche opere d'arte astratta, dimensioni intorno al cui anche la sua galleria ruotavano. A Venezia Scarpa viene chiamato ad allestire il padiglione greco, e viene chiamato a lavorare anche su altre esposizioni, una di queste quella dedicata a Paul Klee a Venezia nel 1948. Scelte dal punto di vista dell'allestimento molto significative, e anche per dare contributo della mostra per la diffusione dell'arte astratta. Tentativo di un'arte nuova, che non fosse stata compromessa con il regime. Mostra dedicata a Pollock a Venezia nel 1950, a cui era stata commissionata un'opera che decorasse.

L'appartamento di NY di Peggy Guggenheim. Lei pensa che a Venezia si possano aprire le possibilità di aprirsi a questo artista americano. Il contesto in cui sceglie di promuovere Pollock è proprio il contesto del Museo civico di Correr, nella sua carriera è già l'artista famosa, ha abbandonato le sperimentazioni che aveva iniziato a fare nell'ambito della pittura, e anche abbandonato la figurazione. Era entrato in contatto con l'arte dei nativi americani e fatto una serie di stage in cui era stato chiamato a realizzare opere con la sabbia, con l'idea che l'arte non si dovesse limitare alla superficie della tela. Aveva anche iniziato a pensare che non fosse importante solo il risultato finale ma anche il processo, l'azione. Il fotografo Hans Namuth promuove le sue opere, fotografandolo nel mentre disegna. L'arte di Pollock fa del caso elemento centrale. La tela viene messa orizzontale, stesa su un piano, intorno alla

quale il pittore quasi in trans va a realizzare l'opera per lo più usando la tecnica dello gocciolamento ma includendo nell'opera anche elementi che il caso vuole si vadano a comporre sulla tela. L'opera e anche la sua esposizione mette a contatto il pubblico europeo con un nuovo modo di fare arte che non è solo astratta, ma viene messo in evidenza il processo di realizzazione dell'opera come centrale, passando da un'idea dell'arte astratta legata al sentimento, di suscitare delle emozioni di varia natura, in un'operazione in cui è l'artista che prevale, che determina il modo con cui l'opera d'arte viene realizzata, processo che ha pari importanza che il risultato finale stesso. Nell'opera "Alchimia" del 1947, si vedono le tracce del gocciolamento del colore, ma interessanti sono i dettagli, emerge chiaramente il fatto che la superficie sia scabra, non solo tratti di colore, ma contribuiscono acrearedei rilievi sia per la densità del colore, ma anche per i fili che si intreccianoo mozziconi di sigaretta. Superamento dell'idea di Duchamp, non solo è l'artista che scegli l'opera e la iscrive dal reale nel mondo artistico, ma è il processo di trasferimento dalla realtà nel mondo dell'arte che diventa importante. Altro momento cardine è una biennale quella del 1964, perché per la prima volta viene vinta ad un artista americano, Robert Rauschenberg, scandalo visto che l'arte americana veniva considerata di poca importanza. Il modo con cui lui fa arte è molto poco coerente con quella che tradizionalmente è considerata in Europa e in Italia. Tutto ciò dipende da esperienze che l'artista fa negli USA, ma anche dalla sua formazione che avviene al Black Mountain College, luogo straordinario non solo per la presenza di artisti all'avanguardia ma perché c'è anche Josef.o anno ha presentato diverse opere di Robert Albers, un artista che si distingue per il suo approccio sperimentale. Albers crede nell'importanza di imparare facendo, senza limitare la propria fantasia agli oggetti tradizionali, ma sperimentando in ogni campo artistico. Nel suo modo di fare arte, Albers è stato influenzato da un artista astratto che ha posto grande rilevanza al quadrato nella sua opera. La mostra biennale di quell'anno ha presentato diverse opere di Albers, che hanno dimostrato la sua abilità nel creare opere innovative e fuori dagli schemi.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
32 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/01 Storia dell'arte medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher bre2002 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Cordera Paola.