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INSERZIONE

Irregolarità piuttosto comune. Il fascicolo è un quinione, ma in origine è un

quaternione. Ciò accade, ad esempio, per l’inserimento di una miniatura su un

supporto diverso.

SOSTITUZIONE

La sostituzione è un sistema frequente per ovviare a materiale difettoso. Quello

rappresentato dalla figura è un caso particolare; ossia al posto di un bifoglio integro si trovano

due fogli accoppiati con due talloni, oppure uniti da una striscia, detta brachetta: uno nella

prima metà del bifoglio e l’altro nella seconda metà.

Indizi per poter individuare la sostituzione: è ovvia la presenza di due bifogli

accoppiati con due talloni, oppure due bifogli uniti da brachetta.

asportazione sostituzione

127

2) Le irregolarità che si possono definire incidenti, ossia che si verificano nel tempo

durante la storia del codice e quindi alterano la sequenza del testo

Anche per questa categoria di anomalie possiamo distinguere varie tipologie:

CADUTA

La figura è la stessa rappresentata per l’asportazione, ma in questo caso la carta

mancante non risale all’origine della fabbricazione del codice, ma è appunto caduta per

svariati motivi, ad esempio:

perché contenente una miniatura;

 perché contenete un passo del testo particolarmente importante;

 perché deteriorata.

TRASPOSIZIONE

In sostanza si tratta di uno spostamento dei fascicoli che migrano da una posizione

all’altra; talvolta la giusta posizione è indicata dai lettori stessi.

In genere risale a un incidente di legatura che può anche essere collegabile a quella

originale; in ogni caso è pur sempre un’irregolarità che si verifica dopo la

composizione e la scrittura del fascicolo.

INVERSIONE

Si verifica quando la posizione corretta di due pagine si trova invertita, ossia da

interna a esterna o viceversa.

Possiamo accorgerci di questa anomalia perché emerge un’infrazione alla regola di

Gregory oppure un’irregolarità nella foratura e/o nella rigatura (se a secco).

Naturalmente per tutti questi tre incidenti l’indizio fondamentale ci viene dal testo

in quanto non presenta più la sequenza originaria.

Ovviamente le irregolarità sarebbero sempre facili da individuare se la struttura

dei fascicoli fosse sempre regolare, ossia tutti quaternioni o senioni e così via, ma,

come abbiamo già detto, la struttura fascicolare dei codici non sempre è regolare.

128

 L’analisi della fascicolazione

Andiamo quindi a vedere come si procede all’analisi della fascicolazione, tenendo

presente che non è un’operazione facile.

A tal fine le legature spesso ostacolano questa operazione perché se di epoca

moderna risultano troppo strette e poco maneggevoli, mentre quelle medievali sono

molto più comode e lasche. Anche i restauri talvolta rendono difficoltosa l’analisi della

struttura fascicolare perché può accadere che apportino alterazioni alla sequenza

originaria.

Viceversa ci sono indizi che possono aiutare e che abbiamo già visto: infrazione

alla regola di Gregory, foratura, rigatura, assenza di segnature o richiami.

Può essere utile un trucco, ossia inserire una sottile striscia di carta nel solco della

piegatura e vedere dove fuoriesce; è un espediente utile per capire come si struttura il

singolo fascicolo in quanto è una procedura che individua i fogli isolati, senza

riscontro.

Un’altra indicazione pratica è quella di individuare il centro di ciascun fascicolo, in

corrispondenza del passaggio del filo che àncora tutti i fascicoli alla legatura.

Una volta chiarita la struttura occorre descriverla. Non è un’operazione semplice

perché descrivere comunque sottintende fare delle scelte.

Di fatto occorre tenere presente che spesso le irregolarità emergenti nei fascicoli

possono prestarsi a più interpretazioni.

Innanzitutto di fronte a un’irregolarità bisogna analizzare la struttura complessiva

del codice.

 Il concetto di “unità codicologica”

Uno degli obiettivi nella descrizione di un fascicolo è individuare il concetto di

unità codicologica, ossia individuare se il libro è unitario o costituito da più blocchi, da

più appunto unità codicologiche.

L’unità codicologica può essere un volume o porzione di un volume risultante da

un’attività unitaria dal punto di vista del tempo, del luogo, della tecnica e delle

circostanze dell’esecuzione.

Cioè possiamo avere un libro in più blocchi, in più unità codicologiche

indipendenti.

È il caso del codice composito che può essere:

fattizio, nel senso che le varie unità codicologiche sono associate in base a criteri

puramente esterni e casuali, per ragioni di vario tipo;

organizzato, nel senso che le unità codicologiche indipendenti sono associate secondo

criteri e finalità riconoscibili (sin dall’origine si vuole avere diversi testi riuniti).

Non scendiamo nei dettagli, ma limitiamoci a dire che è essenziale che la

descrizione evidenzi le cesure (punti di distacco tra un blocco e l’altro), sia nell’analisi

dei fascicoli, sia nell’esposizione del contenuto.

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 Modalità principali della descrizione dei fascicoli

Le modalità possono essere diverse e quindi semplifichiamo, isolando quelle

fondamentali:

descrizione discorsiva

 Più adatta allo studio di uno o pochi manoscritti. Permette di presentare

all’interno dell’esposizione delle ipotesi.

vantaggio = è la flessibilità che rende tale descrizione adatta anche alle questioni

più complesse; tutte le anomalie sono rappresentate.

svantaggio = mancanza di uniformità fra una descrizione e l’altra rendendo

pertanto difficile estrapolare alcuni specifici elementi.

descrizione formulare o alfanumerica

 Più adatta allo studio di un corpus anche consistente di manoscritti; infatti è

adottata nei cataloghi.

 Il modello inglese adotta una formula che privilegia prima la numerazione dei

fascicoli, rappresentata in numero arabo e poi la consistenza in esponente, ovvero 8 .

4

 Il modello tedesco adotta una formula che privilegia prima la consistenza,

rappresentata in numero romano e poi la numerazione in numero arabo, ovvero V+3.

Entrambi i modelli hanno il vantaggio della sinteticità, ma nel contempo

presentano la difficoltà di dar conto di tutte le anomalie senza sovraccaricare la

formula e mancanza di immediatezza alla lettura. Sforzo di impadronirsi delle regole

utilizzate dal catalogatore.

descrizione grafica

 A sua volta si suddivide in tre tipologie: schema, tabella e diagramma.

Hanno tutti il vantaggio di una leggibilità immediata e completa, mentre lo

svantaggio implica intanto un più alto costo tipografico, poi molto spazio a

disposizione e la necessità di particolari espedienti grafici per mettere tutte le

informazioni.

Per schema e diagramma: v. figure sottostanti.

schema

130

diagramma

131

LA PAGINA

Il discorso sulla formazione del codice e sulla sua preparazione per accogliere la

scrittura non può dirsi esaurito se ci si limita alla sola strutturazione materiale del

supporto, alla sua costruzione a partire dal materiale grezzo fino al raggruppamento in

unità formate da bifogli.

Infatti la funzione della preparazione dei bifogli è quella di accogliere la scrittura.

Ciò presuppone che le superfici ottenute (pagine dei fascicoli che formano un

codice) siano preparate per ospitare la scrittura.

Una pagina è una superficie appositamente strutturata per accogliere testo e

paratesto, suddivisa cioè in zone di riferimento indispensabili per guidare l’operazione

degli artigiani copista, decoratore, illustratore, ecc.

La progettazione della pagina prevede pertanto una serie di operazioni:

foratura

 rigatura

 lavoro concreto di mise en page in tutti gli elementi di testo e paratesto

In merito agli elementi visibili di progettazione della pagina, quali le tracce di

foratura e rigatura operate sul manoscritto, il compito del codicologo, che è

archeologo del manoscritto, non è solo quello di descrivere ciò che vede (il risultato

finale del lavoro dell’artigiano del libro), ma anche di ricostruire il modus operandi

dell’artigiano, riportando alla luce tecniche, tempi e strumenti del suo lavoro.

Molto spesso il modus operandi può essere ricostruito solo per via ipotetica,

attraverso una serie di indizi indiretti.

Inoltre va tenuto conto che la relazione tra modus operandi e risultato finale di

strutturazione della pagina non è univoca: vale a dire che manipolazioni diverse

possono condurre a risultati finali identici di strutturazione della pagina.

132

La foratura

Una volta allestito il fascicolo, una prima operazione per rendere il fascicolo adatto alla

scrittura è la foratura.

 Funzioni e tipologie della foratura

La foratura ha una duplice funzione:

fissare i punti di passaggio delle rettrici necessarie alla costruzione della pagina;

 riprodurre i punti di passaggio automaticamente su più pagine consecutive.

Emerge in via preliminare una prima questione collegabile al fatto che la foratura non è

sempre visibile in quanto spesso viene eliminata totalmente o parzialmente dalla rifilatura.

Nel corso del tempo è possibile constatare infatti che gli artigiani del libro tenderanno sempre

più a spostare i fori verso i margini esterni per renderli meno visibili e in certi casi per essere

proprio eliminati al momento dell’allestimento del codice.

In ogni caso occorre tener presente che la mancanza della foratura in un codice non

sottintende automaticamente una sua preventiva eliminazione per il fatto che non sempre

l’allestimento della pagina è approntato con la preliminare operazione di foratura.

Verrebbe allora da chiedersi perché si presta attenzione a questo procedimento che

sembra un dettaglio trascurabile della manifattura del codice.

L’analisi della foratura, quando visibile, ha fornito invece dati interessanti per la

storia del manoscritto.

Come si osservano i fori?

In prima battuta senz’altro a occhio nudo, ma per una migliore visione attraverso

lenti ad alto ingrandimento e ancor di più tramite il microscopio. In ogni caso non è

un’osservazione semplice.

Che tipo di fori è possibile osservare?

Sulla pagina sono osservabili più tipologie di fori con funzioni diverse:

fori di preparazione della mise en page, ossia quelli utilizzati come punti di

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/08 Archivistica, bibliografia e biblioteconomia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher immensamentedafne di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del libro manoscritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Macchiavello Sandra.
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