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GERMANIA
Le caratteristiche del sistema politico ed istituzionale del II Reich riflettono le caratteristiche del
processo di unificazione: come l’unificazione è stata un processo di stampo conservatore, tale
carattere si riflette nel sistema politico (AUTORITARIO, CONSERVATORE, PERSONALISTICO)
Nell’Aprile 1871 entrò in vigore la nuova costituzione “bismarckiana”, che è di fatto un
aggiornamento di quella del ’66, e che costruisce il seguente ASSETTO COSTITUZIONALE:
imperatore al vertice del potere politico e militare; sotto l’imperatore c’è il cancelliere, che è
l’unico titolare del potere esecutivo (unico perché non esiste il governo), dipende esclusivamente
dall’imperatore e presiede il Bundesrat; sotto il cancelliere c’è il parlamento bicamerale, composto
da Bundesrat (camera alta) e Reichstag (camera bassa ossia elettiva)
Bundesrat è detta anche consiglio federale, perché vi siedono i rappresentanti degli stati
che compongono l’impero (attenzione: composizione non paritaria gli stati hanno
differenti numeri di rappresentanti, in base a estensione territoriale, popolosità, ricchezza);
è la camera che fissa l’agenda politica (i temi da trattare); sostanzialmente ha un potere più
ampio di quello del Reichstag ed è filobismarckiana (è un pò la camera personale di
Bismarck, i rappresentanti sono tutti del suo stesso ceto).
Reichstag Bismarck assegnò a questa camera un potere ristretto, perlomeno però era
eletta a suffragio universale maschile (il primo nella storia) per gli over 25, ma con “voto
per classi” gli elettori furono suddivisi in 3 classi sulla base del reddito ogni classe
elegge lo stesso numero di rappresentanti (ma ogni classe non ha lo stesso numero di
membri, infatti le classi più basse costituivano la maggior parte della popolazione)
rappresentanza non egualitaria.
Bismarck concepiva due tipi di forze politiche: fedeli alla Germania (devono stare con lui, non ci
sono spazi di dissenso) e contro la Germania (chiunque esprima dissenso) dissenso = minaccia
eliminare, impedire, perseguitare il dissenso sistema chiuso i partiti nasceranno con un
carattere extra-parlamentare ed anti-sistemico per primi socialisti e cattolici, i primi nemici
della Germania in quanto internazionalisti, i secondi in quanto minoranza religiosa (l’impero
tedesco era protestante).
SOCIALISTI
La nascita dei partiti socialisti in Europa è conseguenza di 3 dinamiche:
Debolezze istituzionali (derivanti dall’avvento di nuovi regimi politici che non riescono a
stabilizzarsi)
Trasformazioni economiche (rivoluzioni industriali)
Trasformazioni sociali (generate dalle trasformazioni economiche)
E’importante specificare alcuni dettagli sulla prima rivoluzione industriale: le trasformazioni
economiche ch’essa genera causano la comparsa di un “nuovo tipo sociale”, ossia il proletario di
fabbrica. Ciò comporta l’emergere di un tema nuovo, riconosciuto come “questione sociale”, che
consiste in quell’insieme di problemi generati dal capitalismo industriale, tra i quali soprattutto le
disuguaglianze e squilibrio nella produzione della ricchezza. Politici, filosofi, economisti,
cercheranno delle risposte a tali problemi, una di queste sarà il Socialismo utopistico o romantico,
i cui autori (Saint-Simon, Fourier, Owen) ritenevano che fosse necessario correggere le disfunzioni
del capitalismo (quindi no lotta di classe, no rivoluzione, no abbattimento capitalismo
“riformismo socialista”).
Dalla seconda rivoluzione industriale nascerà invece un’altra risposta alla questione sociale, ossia il
Socialismo scientifico o Marxismo, basato sull’idea della rivoluzione proletaria (esclusivamente
proletariato di fabbrica) finalizzata all’abbattimento del sistema capitalistico.
Marx traccia le tappe della lotta di classe: rivoluzione dittatura proletariato società socialista.
Lo strumento tramite il quale condurre la lotta politica secondo Marx è il partito politico
(sottolinea l’imprescindibilità dell’organizzazione), per portare l’azione rivoluzionaria da spontanea
ed individuale a collettiva e coordinata. Secondo Marx questo partito deve:
1. Promuovere e favorire la coscienza di classe
2. Respingere i tentativi della borghesia di dividere il movimento operaio
3. Preparare il proletariato all’azione rivoluzionaria (funzione “educativa”)
4. Definire metodo e tempi della lotta politica
E’ un partito inoltre che deve organizzarsi secondo due dimensioni: una orizzontale (base del
partito, composta dal proletariato) ed una verticale (vertice del partito, composto da
un’avanguardia cosciente delle ragioni del dominio borghese e che possa quindi elaborare le
strategie necessarie per abbattere tale dominio).
La sede in cui il marxismo si affermerà è la prima internazionale, fondata da Marx a Londra nel
1864, a cui parteciparono rappresentanti delle principali organizzazioni operaie d’europa (marxisti,
socialisti romantici, trade unions inglesi, repubblicani italiani).
All’interno della prima internazionale (1864) ci furono 2 fratture principali:
socialisti utopisti – scientifici
anarchici – scientifici
Gli anarchici declinavano la storia come oppressi contro oppressori (senza classi), pensavano come
i marxisti che la lotta dovesse essere condotta tramite la rivoluzione (uguale metodo), ma diverso
strumento con cui attuarla: non accettano il partito, perché non accettano alcuna forma di
autorità. La rivoluzione armata si fa in maniera spontanea (individuale).
Si affermerà il primato del marxismo sull’anarchismo di Bakunin, i quali seguaci abbandoneranno
l’internazionale nel 1872, fondandone una propria “antiautoritaria”; la prima internazionale sarà
sciolta nel 1876.
SPD
Iniziano a porsi le basi per la nascita dei partiti socialisti, il primo sarà l’SPD in Germania (in
Germania perché era un paese molto industrializzato, quindi con un proletariato di fabbrica vasto).
Il partito socialista tedesco nasce dalla fusione di due organizzazioni politiche precedenti, che
costituiranno poi i due nuclei del partito, differenziati tra loro per caratteristiche ideologiche e
strategiche.
Il primo nucleo viene fondato nel 1863 da Ferdinand Lassalle col nome di “Associazione generale
degli operai tedeschi”, condividono di Marx l’idea dei limiti del capitalismo, ma non il metodo di
lotta politica, che invece riprendono dal socialismo romantico: il socialismo non va fatto con la
rivoluzione ma “dall’alto”, cioè il proletariato può difendersi solo attraverso lo stato, quindi
strategia basata sulla via istituzionale e legale.
Il secondo nucleo viene fondato nel 1869 da Bebel e Liebknecht col nome di “Partito operaio
tedesco” (partito puramente marxista, nessuna via legale, rivoluzione).
Una prima fusione sarà fallimentare per le numerose divergenze fra i due nuclei (specialmente
quelle strategiche); una seconda avverrà nel congresso di Gotha del 1875, che si conclude con la
formazione di un partito unico, il Partito Socialista Operaio Tedesco.
Il nome SPD (Partito Socialdemocratico Tedesco) sarà assunto nel 1891.
La fusione fu favorita dall’imminente necessità di combattere l’autoritarismo bismarckiano
insieme, per rendere più efficace la lotta.
Alla fine del congresso fu approvato il “programma di Gotha”, che definisce identità ideologica del
partito (marxista), punti programmatici (1. Suffragio universale; 2. Difesa della libertà di
associazione; 3. Difesa dei diritti dei lavoratori) e strategia (via istituzionale, perché con le leggi
persecutorie bismarckiane l’unico modo per esercitare l’attività politica era lo stare in parlamento,
perché la costituzione garantiva l’immunità parlamentare questo non significa rinunciare
completamente alla rivoluzione, l’idea della rivoluzione servirà a fomentare le masse per ottenere
appoggio a favore del partito).
Nelle elezioni del 1877 otterrà 12 seggi al Reichstag.
Caratteristiche Partito:
Fortemente ideologico
Ferrea disciplina interna (principio del centralismo democratico: libertà di discussione,
unità d’azione discussione nel processo decisionale, ma una volta presa la decisione
tutti ci si devono adeguare) + (struttura verticistica: al vertice il segretario, sotto la
direzione nazionale, ancora sotto gli insiemi di sezioni dette federazioni, e infine le singole
sezioni).
Culto dell’organizzazione
Marx criticherà il partito socialista operaio tedesco nell’opuscolo “critica al programma di Gotha”,
che accusa di essere un programma troppo Lassalliano, cioè troppo riformista; secondo Marx la via
parlamentare non va scelta mai.
Il partito si trasforma dopo un quindicennio (1875-1890), quando finisce la stagione bismarckiana;
nel 1890 il partito cambia, sia perché viene meno Bismarck, e con lui l’autoritarismo, le
persecuzioni, le leggi anti-anarchiche…, sia perché nel 1890 il partito è ormai in parlamento da 15
anni (l’istituzionalizzazione ha definito la sua natura, non è più credibile parlare di rivoluzione dopo
15 anni di parlamento). La vecchia strategia ha consentito al partito di crescere molto, tanto che
nel 1890 esso ottiene 35 seggi al Reichstag (da 500.000 voti del ‘77 a 1.500.000 di voti).
Nel congresso del 1891 vengono affrontati due temi, quello identitario (il partito cerca di ridefinire
la sua identità) e quello strategico viene cambiato il nome in SPD e viene approvato il nuovo
“programma di Erfurt”, la cui parte ideologica viene redatta da Kautsky, mentre quella strategica
da Bernstein sul piano teorico continua ad essere marxista (anti-capitalista e socialista), sul
piano strategico Bernstein dice che poiché la crisi del capitalismo è inevitabile, nell’attesa del suo
crollo intanto la difesa dei lavoratori la si fa in senso riformista e legalitario.
Verso la fine dell’800 si crea all’interno dell’SPD un dibattito piuttosto acceso, che si traduce
nell’emergere all’interno del partito di 3 correnti principali:
sinistra ne fa parte Rosa Luxembourg; marxisti ortodossi; critica al programma di Erfurt,
giudicato troppo riformista e legalitario, necessario un ritorno alla rivoluzione.
centro il gruppo dirigente del partito; corrente di mediazione che tiene unito il partito
tramite la strategia del doppio binario (la strategia del partito è la