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CONSEGUENZE DELLA GUERRA=
Le conseguenze della guerra possono essere raggruppate in 3
categorie: dirette, indirette e strutturali.
Dirette:
- Impatto demografico= La distruttività del conflitto superò ogni
esperienza precedente. Furono coinvolti 35 paesi e 64 milioni di
combattenti e, alle morti militari si unirono quelle di civili che
continuarono nel dopoguerra a causa di epidemie e carestie. Vi è
un buco demografico: muoiono giovani uomini.
- Impatto sociale= Aumenta la presenza delle donne nel mondo del
lavoro, la presenza dei reduci rende più instabile la coesione
sociale, xenofobia e maccartismo (negli Usa)
- Conseguenze monetarie= l’inflazione determina la
redistribuzione della ricchezza.
Per quanto riguarda le conseguenze indirette troviamo la crisi del
1920/21, l’inflazione e i problemi monetari, la questione sociale e la
questione delle riparazioni.
Inoltre ci furono anche delle conseguenze economiche: l’impatto
delle devastazioni si concentra in alcune aree: distruzione delle
strutture materiali. Alcuni settori risultano artificialmente stimolati
tra il 1920 e il 1921 sperimentano una crisi di riconversione. (es: le
grandi industrie come l’Ansaldo, non sono in grado di operare in
caso di pace). I legami banca/industria mostrano i loro limiti (pro-
ciclicità): il caso dell’Ansaldo/Banca Italiana di Sconto. Per
finanziare il conflitto vengono ceduti gli investimenti esteri. Con
l’eccezione degli USA tutti gli altri paesi devono abbandonare il
Gold Standard, bisogna anche abbandonare la convertibilità
perché bisogna poter stampare tutta la moneta che si vuole.
Il crollo delle esportazioni europee spinse molti paesi a effettuare
un processo di sostituzione delle importazioni: l’America Latina e
gli USA si avvantaggiarono, inizialmente, della nuova divisione
internazionale del lavoro.
Possiamo parlare anche di conseguenze monetarie: era presente
l'inflazione che fece effettuare una redistribuzione della ricchezza.
L’inflazione fu causata dall’innalzamento dei costi di produzione,
dalla diminuzione dell’offerta di beni e dal forte incremento delle
banconote messe in circolazione. L’aumento dei costi fu causato
dalla crescita dei salari, dovuta alla scarsità di manodopera. Nei
paesi sconfitti i prezzi si moltiplicarono per migliaia di volte.
L’inflazione si era trasformata in iperinflazione, dalla quale si
poteva uscire solo ritirando la moneta in circolazione
sostituendola con una nuova.
L’inflazione inoltre portò a una ridistribuzione della ricchezza a
favore delle categorie sociali più forti, colpì i percettori di reddito
fisso, come operai e avvantaggiò chi si era indebitato o che
vendevano beni, come gli industriali e i commercianti e favorì
anche lo Stato che si liberò dal debito pubblico.
L’idea che il sistema finanziario internazionale traesse vantaggi
dalla esistenza di una ‘moneta merce’ conduce alla realizzazione
di un Gold Standard ‘a metà’ imperniato su alcune valute chiave :
alla conferenza monetaria internazionale di Genova nasce il Gold
Exchange Standard: i paesi che non erano in grado di accumulare
abbastanza oro accumulano anche sterline e monete convertibili.
I tentativi di tornare alla piena convertibilità producono risultati
diversi:
- In Inghilterra il cambio troppo elevato danneggia l’economia (nel
1925 J.M. Keynes scrive ‘Le conseguenze economiche di Mr
Churchill’). Churchill fissa un cambio forte che penalizza le
esportazioni inglesi.
- Anche il cambio italiano è fissato, nel 1926, a un livello troppo
elevato.
- La Francia fissa per il franco una parità più bassa che
nell’anteguerra.
Le manovre sui cambi hanno effetti diversi sull’industria dei diversi
paesi e sulla loro bilancia commerciale. LE CONSEGUENZE
ECONOMICHE DELLA PACE: Queste conseguenze sono il prodotto
della struttura particolare che è stata dato agli accordi di pace.
Se fossero stati fatti in un altro modo le conseguenze sarebbero
state diverse. A Parigi nel 1919 si tenne la conferenza di pace alla
quale presero parte due visioni:
- Visione del presidente americano Wilson: rispecchia quella
portata avanti dopo la seconda guerra mondiale. Prevedeva la
costruzione di un trattato di pace che permettesse ai paesi
responsabili della guerra di far tornare la normalità più
rapidamente nelle loro economie (multilateralismo). Gli Stati Uniti
rifiutano di ricoprire il ruolo di lender of last resort e pongono le
premesse per la crisi del 1929. La delegazione europea lavorò duro
per elaborare una pace esattamente contraria.
- Visione europea: fu quella che prevalse. Gli accordi di pace sono
stati fatti male e cercano di convincere gli Stati Uniti che in realtà
rispecchiano i principi da loro voluti.
La ridefinizione dei confini di molti Paesi spezza antiche
complementarietà economiche: si apre una stagione neo-
mercantilista.
Autodeterminazione dei popoli= modifica dei confini europei e
creazione di nuovi stati che rispettino il criterio etnico e il criterio
storico. Per rispettare tutti questi principi, nella pratica non ne
viene rispettato nessuno. Di conseguenza= vengono creati nuovi
stati che spezzano le complementarietà economiche. Vi è un crollo
dei commerci internazionali.
La gestione del debito di chi era alleato: i costi del conflitto sono
estremamente elevati. I paesi belligeranti continentali europei
hanno liquidato gli investimenti di capitale all’estero. Liquidare gli
investimenti all’estero rappresenta un problema: i soldi prestati
agli stati uniti necessari per finanziare il conflitto non sarebbero
dovuti essere restituiti. Gli Stati Uniti chiedono di riscuotere i
crediti. Per 10 anni le delegazioni diplomatiche cercano di
negoziare nuovamente i debiti. Gli stati europei cercano di non
pagare chiedendo la compensazione tra i debiti che i paesi alleati
hanno verso gli Stati Uniti e i debiti che la Germania ha verso i
paesi alleati (la Germania dovrebbe pagare direttamente agli Stati
Uniti).
La Germania e l’Austria Ungheria devono inoltre pagare delle
riparazioni (132 miliardi di marchi) e contribuire a pagare per
risollevare l’economia degli altri paesi (da non confondere con i
debiti alleati).
Le richieste fatte ai perdenti sono troppo alte rispetto alle
capacità dei debitori di pagare. La Germania deve pagare ma non
la si mette nelle condizioni di farlo: viene eccessivamente
penalizzata. Questo meccanismo compromette il gioco dei crediti
e dei debiti.
In questo caso la Francia, economicamente superata dalla
Germania, vuole riportare la Germania indietro ad una condizione
peggiore della sua: il ministro francese vuole riportare la Germania
al 1870.
Sono date alla Germania delle riparazioni eccessivamente alte, ma
successivamente, si valuta che la Germania ha fatto tutto il
possibile per non pagare i debiti e ciò alimenta l’iperinflazione.
L’iperinflazione azzera il debito ma rende inservibile la moneta
che non assolve più le sue funzioni.
Gli Stati Uniti mettono i loro debitori nella condizione di non
riuscire a pagare: non vi erano più capitali all’estero e la Germania
non era in grado di pagare. Se la Germania non pagava gli altri
paesi europei quest’ultimi non avrebbero pagato gli Stati Uniti.
La chiave della pace sbagliata sono:
- Da un lato le richieste europee.
- Dall’altro il rifiuto degli Stati Uniti di fare il prestatore di ultima
istanza.
Piano Dawes:(1924) prevede la rateizzazione dei pagamenti della
Germania.
Piano Young: (1929) si riduce ulteriormente la rata del debito. Si
capisce che il debitore deve essere messo nella condizione di
pagare.
Moratoria Hoover: un debitore non paga ma è in difficoltà, o si
spera di recuperare un credito su un periodo più lungo o si
sospende il pagamento. Si vede in futuro se il debitore è in grado
di pagare.
Concedere una moratoria è del tutto insufficiente per risolvere il
problema.
IPERINFLAZIONE TEDESCA= Il peso della ricostruzione e delle
riparazioni porta la Repubblica di Weimar nel loop
debito/emissioni monetaria che nel 1923 scatena il fenomeno della
iperinflazione (attenzione ... nonostante tutto non è obbligatorio
che questo accada)
Crolla la fiducia: la moneta non assolve più le sue funzioni e
nemmeno i prezzi.
Def: L’iperinflazione è una perdita di valore della moneta di oltre il