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Il LAVORO

I bisogni sono tutti relativi e la specie umana è qualcosa di universale, quindi qualcosa di condiviso c'è, a cominciare dai bisogni primari. Un significato di lavoro in senso sostanziale fa riferimento ai compiti concreti, attività che svolgiamo per riprodurre la nostra esistenza, quindi in questo significato non si inseriscono le attività di svago, gli hobby, e neanche le attività di cura di noi stessi.

C'è poi un significato di tipo formale, nel senso che non si riferisce tanto agli aspetti concreti di ogni singola attività ma al fatto che lavoriamo in quanto abbiamo un'occupazione (lavoro sinonimo di occupazione) quindi il significato formale di lavoro diventa occupazione. Un significato di lavoro in senso formale esclude attività non riconosciute come lavoro, ad esempio la riproduzione, a carico principalmente delle donne, fondamentale per la forza lavoro. Dato che ci occupiamo del lavoro diretto capitalisticamente,

scegliamo la seconda definizione seppur limitativa: si parla di un'occupazione specifica, detta lavoro salariato diretto capitalisticamente, quindi il lavoro diviene un'attività sistematica, non saltuaria, che ha come contropartita un salario, reddito attraverso cui cerchiamo di soddisfare bisogni, perciò tale definizione (lavoro=occupazione) riguarda la modernità: non che non ci fossero mestieri nell'età premoderna, ma nell'età moderna se io soddisfo i miei bisogni grazie a un'occupazione, prevalentemente la loro soddisfazione avviene per via mediata (non immediata es. cacciare la carne), c'è una mediazione del denaro. Nella società capitalista il denaro e merci circolano in un mercato capitalistico (specificità di funzionamento). Tutte le attività da cui riceviamo denaro sono lavoro, detto semplicisticamente, in realtà sono un lavoro quando hanno a che fare con un'occupazione.ben definita; il lavoro così inteso si chiama formale non solo perché sono rilevanti caratteri formali ma perché si deve capire in cosa consiste formalmente l'occupazione (condizioni di lavoro, contratto di lavoro, luogo di lavoro ecc). Questa mediazione dei bisogni si diffonde con la modernità, in particolare con l'avvento della società capitalistica, ma avviene molti secoli prima attraverso il processo secolare di divisione del lavoro; attraverso il processo di divisione del lavoro, determinati gruppi e individui si specializzano in attività. Si può ipotizzare che le prime divisioni del lavoro avviene su basi descrittive, ovvero non su caratteri quali età, forza, sesso, perciò all'attività della caccia da parte dell'uomo, più forte. Poi con lo sviluppo delle società, degli scambi, si favorisce un processo di ulteriore differenziazione dei compiti, ruoli sociali. La necessità di spostarsiperde la capacità di svolgere tutte le attività necessarie per la sopravvivenza. Pertanto, diventa fondamentale cercare risorse esterne per soddisfare i propri bisogni. L'aumento della densità demografica e l'incontro con altre comunità favoriscono il processo di differenziazione dei ruoli sociali. Nel corso dei secoli, questa differenziazione ha portato alla nascita dei mestieri, che successivamente sono diventati professioni per indicare lavori particolarmente qualificati e di alto valore sociale. La divisione del lavoro è stata uno dei principali motori della differenziazione dei mestieri e delle occupazioni nella storia. Questo processo è iniziato con la possibilità di soddisfare i bisogni in modo mediato, cioè attraverso lo scambio di beni e servizi. Man mano che i compiti si sono differenziati, l'individuo non è più in grado di soddisfare tutti i suoi bisogni in modo immediato. Ha bisogno di persone che sappiano fare altre cose e che possano scambiare con lui ciò di cui ha bisogno. Il processo di differenziazione sociale, che organizza l'attività umana in diversi mestieri, ha come conseguenza oggettiva il fatto che l'individuo può sempre meno soddisfare i propri bisogni da solo. Ha bisogno di interagire con altre persone che hanno competenze diverse dalle sue e che possono fornirgli ciò di cui ha bisogno.è “specializzato” in un’attività, mentre il cavernicolo sapeva fare quasi tutto. Ne consegue una progressiva specializzazione di ciascun individuo intorno a determinate attività. Avere un lavoro specializzato significa nel linguaggio scientifico essere specialista, professionista di quel campo perció un lavoro altamente qualificato. I lavori si specializzano nel senso che si definiscono attività sempre più specifiche all’interno della società, ma non significa che sono tutti lavori specializzati ma si articolano le attività in ambiti sempre più univoci, delimitati. Il termine specializzazione può avere significati diversi: alcuni autori classici parlano di specializzazione per parlare di ciò che avviene dentro i processi di produzione, es. per Adam Smith l’operaio è specializzato in mansioni sempre più definite, e ciò non lo rende un professionista. Tale iperdefinizione comporta.lavoro ha dimostrato che non è sempre stato così. In passato, il lavoro era più artigianale e specializzato, con ogni lavoratore che svolgeva una specifica attività. Con l'avvento del capitalismo e dell'industrializzazione, il lavoro si è standardizzato e la specializzazione è diventata meno importante. Oggi, nel mercato capitalistico, la divisione del lavoro è ancora presente, ma si basa più sulla differenziazione sociale e sull'interdipendenza tra le persone. Ogni individuo ha bisogno dell'esperienza e delle competenze degli altri per soddisfare i propri bisogni. Questo avviene attraverso lo scambio sul mercato, dove i bisogni vengono mercificati e soddisfatti in base al reddito, al salario o alla ricchezza di ciascuno. Di conseguenza, il manager potrà soddisfare più bisogni rispetto all'operaio. La divisione del lavoro è un processo in continua evoluzione, che ha avuto un impatto significativo sulla società e sull'economia.

Può avere un andamento più movimentato; si può dire però che c'è stato un incremento.

La capacità di mercificazione dipende dalla mia capacità di spendere e comprare; anch'essa è un processo continuo e crescente, ma pensando al welfare state o in generale alle politiche sociali, se una persona moriva di fame, l'unica opzione era un benefattore/chiesa che decide di occuparsi della sua povertà; con la nascita degli stati moderni (15° secolo) la classe politica dello stato si pone il problema di come gestire la povertà, anche in termini repressivi inizialmente, ma nella misura in cui la politica sociale sviluppa politiche intorno a problemi sociali, inizia a fare interventi che "demercificano" i bisogni, soddisfacendoli attraverso l'intervento dello stato e non il mercato, sottraendo la soddisfazione del bisogno al mercato.

Questo significa che la demerceficazione fa capire quali bisogni sono affrontabili solo

Dal mercato, o con un'altra via, che nella nostra società è lo stato; in una società capitalistica spesso convivono, anche intorno allo stesso bisogno (es. scegliere se curarmi da un medico privato o pubblico) quindi l'ideologia di mercato diventata egemone ha asserito che lo stato con i suoi servizi deve entrare in concorrenza con il privato, il che è equivoco perché lo stato è nato come alternativo alla soddisfazione di mercato.

Secondo molti autori, si ha un'articolazione sempre più ampia dei diversi mestieri, chiamata DSL (Divisione Sociale del Lavoro), la nascita di nuovi mestieri nel tempo sempre più indica i diversi mestieri, professioni presenti in una collettività.

Divisioni:

  • dei mestieri
  • tra città e campagna
  • tra generi, sessuale (tra uomo e donna)
  • dell'età
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
6 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/09 Sociologia dei processi economici e del lavoro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ice333 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Barrucci Paolo.