La scrittura: una conquista evolutiva
La scrittura è una grande conquista evolutiva e le sue prime forme si presentano 8mila anni prima di Cristo, raggiungendo un certo livello di complessità intorno a 4mila anni prima di Cristo. Queste prime scritture venivano usate principalmente nell'ambito burocratico e amministrativo come strumento contabile, ad esempio per ricordare informazioni quando si andavano a riscuotere le tasse, ma anche nell'ambito della religione, come la divinazione.
Queste origini storiche ci dicono che la scrittura non è stata inventata per scrivere. La prima ragione è logica: la scrittura non può essere stata inventata per scrivere, perché altrimenti qualcuno avrebbe già saputo scrivere prima ancora della sua invenzione. La seconda ragione è storica: è stata inventata come supporto ipomnematico, ovvero segni che ci riportano a qualcos'altro.
Il ruolo della scrittura nella comunicazione
La scrittura inizia a diventare un medium di comunicazione quando i simboli utilizzati raggiungono una certa massa critica, potendo essere usati per scrivere su qualsiasi cosa. Uno degli aspetti della scrittura è che si rende il medium più astratto, permettendo più selezione per produrre più complessità. Quanto più i medium sono omogenei, tanto più sono alte le possibilità di combinazione, come nell'alfabeto, che è composto da pochi elementi di uguale importanza.
Questo permette di rendere il testo indipendente da chi lo usa, facendolo diventare un medium di comunicazione, a differenza delle prime forme di scrittura dove i segni avevano significato solo per chi li aveva prodotti. A differenza del linguaggio, che utilizza un medium acustico, la scrittura lavora con un medium ottico, dove i suoni vengono simbolizzati da combinazioni di lettere. Dall'altro lato, troviamo sempre il senso: non presto attenzione alle lettere, ma al senso di quello che leggo.
Conseguenze della scrittura sulla società
- Maggiore differenziazione del sistema sociale rispetto all'ambiente: i confini della società sono più chiari.
- Cambia il modo di comunicare: aumenta la complessità della comunicazione.
- Permette di comunicare in modo asociale: chi scrive e chi legge si isola.
- Elimina la necessità di aspettare il proprio turno: la scrittura può essere letta quando si vuole.
- Illusione delle contemporaneità di ciò che non è contemporaneo: il futuro dell'autore coincide con il passato del lettore.
- Chi scrive può interrompersi e rivedere ciò che ha scritto, avendo un controllo pieno sul proprio testo.
La stampa e la rivoluzione mediatica
Inventata in Germania a metà del 1400 da Gutenberg, la stampa ha iniziato a produrre un bene di consumo che prima non lo era: il libro. L'avvento della stampa fu una vera rivoluzione mediatica, paragonabile all'avvento dei media digitali.
Inizialmente, la stampa venne definita come un'arte di scrivere in modo artificiale, poiché i contemporanei erano abituati alla scrittura a mano. La stampa solleva dalla fatica della scrittura manuale e permette la riproduzione meccanica di prodotti altamente standardizzati. In Europa, la stampa si collega subito al mercato.
Inizialmente, vengono stampati testi classici, ma con la diffusione cresce il desiderio di leggere qualcosa di nuovo. Nella società moderna, si afferma l'idea che il nuovo è più importante del noto. La stampa, quindi, incoraggia il desiderio di accrescimento e miglioramento continuo del sapere.
Limiti e censura della stampa
Quando si pongono dei limiti al medium della stampa, questi possono essere solo interni: si stampa solo quello che si può vendere. Attraverso la censura, si è tentato di limitare la stampa dall'esterno, particolarmente da parte della Chiesa, che temeva di perdere il controllo sulla comunicazione. Inizialmente, la religione risponde positivamente alla stampa come mezzo di evangelizzazione, ma con l'arrivo di Lutero si capisce che potevano essere stampate anche eresie.
I media digitali e intelligenza artificiale
Si inizia a parlare di intelligenza artificiale con un articolo di Alan Turing del 1950, "Macchine calcolatrici e intelligenza". Turing discute il gioco dell'imitazione, supponendo che ci sia una persona seduta in una stanza (interrogatore) che ha soltanto un computer per scrivere le domande. In due altre stanze ci sono una donna e un uomo; l'interrogatore deve interagire attraverso il computer.
Il gioco comincia quando, al posto dell'uomo, si utilizza una macchina capace di comunicare, come un chatbot moderno. La macchina deve ingannare l'interrogatore convincendolo di essere un umano.
Ad oggi, si può affermare che i computer hanno raggiunto la capacità di comunicare. Si parla quindi di comunicazione artificiale; il problema non è se le macchine siano intelligenti, ma se siano in grado di comunicare con noi.
Critiche all'articolo di Turing
- Le macchine possono simulare una comunicazione attendibile, ma non sanno di farlo (mancanza di coscienza).
- Le macchine non comprendono il senso di quello che fanno (non possono elaborare senso).
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
-
Appunti Sociologia
-
Appunti di sociologia generale
-
Appunti sociologia generale
-
Appunti di Sociologia generale