Anteprima
Vedrai una selezione di 8 pagine su 32
Appunti Sociologia Pag. 1 Appunti Sociologia Pag. 2
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Sociologia Pag. 6
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Sociologia Pag. 11
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Sociologia Pag. 16
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Sociologia Pag. 21
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Sociologia Pag. 26
Anteprima di 8 pagg. su 32.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Sociologia Pag. 31
1 su 32
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

GEORG SIMMEL

Nato e vissuto a Berlino nel 1858, e morirà a Strasburgo nel 1918. Berlino in quegli anni è una città in rapida

trasformazione e che è diventata una vera e propria metropoli. La metropoli è al centro delle sue riflessioni.

Simmel viene definito come uno straniero perpetuo, ha uno sguardo critico che lo aiuta a non dare nulla per scontato.

“Straniero perpetuo”: qualcuno che pur vivendo nel mondo ha la capacità di non appartenervi mai interamente, e di

guardarlo ogni volta come se fosse la prima. Uno sguardo dotato di una curiosità straordinaria, e della capacità di

rintracciare analogie, connessioni e rispondenze tra i fenomeni all’apparenza più diversi.

Non scrisse solo opere di sociologia, ma anche e soprattutto di filosofia e di estetica. La varietà dei suoi scritti rese

difficile la ricezione del suo pensiero, che è stato accusato di eclettismo e di superficialità. L’accusa è sbagliata, ma resta

vero che comprendere l’opera di Simmel nel suo insieme è un’impresa complessa.

Le principali opere dedicate a temi sociologici sono:

- La differenziazione sociale (1890)

- Filosofia del denaro (1900)

- Sociologia (1908)

- Problemi fondamentali della sociologia (1917)

SOCIETÀ E SOCIOLOGIA DEL PENSIERO DI SIMMEL

Simmel era un sociologo particolarmente controverso, è un’intellettuale poliedrico (fu sociologo, ma anche filosofo,

critico e scrittore di arte e letteratura): intellettuale difficilmente incasellabile sotto un unico profilo. Egli si ritiene un

filoso, ma per un lungo periodo della sua vita si dedicò con passione al progetto di fondare la sociologia come branca

autonoma del sapere. Simmel fu il primo sociologo a chiedersi quali sono le peculiarità delle metropoli moderne. Fu

l’autore che intuì nel modo più profondo quali sono i tratti della modernità.

Se si intende fondare la sociologia come una branca autonoma del sapere, il primo passo è necessariamente quello di

definire l’oggetto: la società.

Come tutti i classici anche Simmel si pone come prima domanda “Cosa è la sociologia?” La sociologia studia la società, e

allora Simmel si chiede “Che cosa è la società?” Per certi versi la società non esiste. Se ci guardiamo attorno, ciò che

vediamo sono delle persone, degli individui concreti.

Ciò che noi vediamo sono individui che agiscono e interagiscono, noi non vediamo quella cosa chiamata società.

Esistono, dunque, solo gli individui? Oppure la società esiste davvero?

Se io riesco ad astrarre rispetto la singolarità dei singoli individui, riesco a osservare ciò che va oltre i singoli individui. Per

cogliere la “società” è necessaria un’operazione di astrazione: adottare una certa distanza dello sguardo, una prospettiva

capace di guardare da lontano, di astrarre dalla concretezza della realtà empirica una specifica forma.

La sociologia ha alla base un certo tipo di sguardo, alcuni fenomeni sociali non riusciamo a vederli se non con un certo tipo

di distanza. In questo senso è possibile dire che la società è anzitutto un oggetto del pensiero. Eppure, allo stesso tempo, la

società non è una semplice astrazione: perché essa è la forma di una realtà concreta. La realtà concreta della società è data

dalle relazioni di reciprocità tra gli individui, cioè dal fatto che agiscono gli uni sugli altri: la società è

interazione. Osservare individui che interagiscono tra di loro, quella cosa che si crea tra i singoli individui è la società.

Questi individui interagiscono continuamente e reciprocamente tra di loro e questo si chiama effetto di reciprocità

(reciprocità: una concezione della realtà come rete di relazioni d’influenza reciproca tra una pluralità di elementi). Gli

individui sono legati tra loro da relazioni di reciprocità e la società si instaura su queste relazioni. Tutto è in relazione di

reciprocità, la società è tutto ciò che si crea tra i singoli individui. Serve un forzo di astrazione per vedere queste relazioni,

in quanto siamo completamente immersi. Tutto ciò che è frutto di un’influenza di individui può essere definito società. Il

sociologo deve vedere ciò che sta trai singoli individui; tutto ciò che sta tra è oggetto della sociologia e ciò che compone

la società.

Relazioni di reciprocità: è il concetto fondamentale del pensiero di Simmel. Cosa deve fare il sociologo? Deve studiare

tutti questi effetti di reciprocità. Tutto che sta in relazione con tutto, secondo forme di reciprocità diverse, società come

sistema di relazioni. Le relazioni di reciprocità e gli effetti di reciprocità costituiscono la società.

Dunque, la sociologia studia le forme delle relazioni di influenza reciproca (gli effetti di reciprocità) tra gli individui o tra

una pluralità di elementi. Simmel considera diversi tipi di azione reciproche: dalle relazioni più informali (es. interazioni

quotidiane) a quelle più istituzionalizzate (es. lo Stato). L’idea di «effetto di reciprocità» implica che non è possibile

18

pervenire a una spiegazione causale lineare e univoca della società e dei fenomeni sociali: invece che di «causa-effetto»

occorre parlare di «corrispondenza», di influenza reciproca, di retroazione tra i fenomeni. Simmel dice che molto

difficilmente la sociologia riesce a spiegare tutte le cause ed effetti. Alla base della sociologia si deve parlare di

corrispondenze, connessioni reciproche. È molto difficile dire cosa causa cosa, ma possiamo dire che A è in relazione a B,

in quanto ci sono tantissime relazioni che si innescano tra i soggetti. Bisogna focalizzarsi sulle corrispondenze secondo

Simmel. I fenomeni e gli individui sono in un rapporto univoco. LA SOCIETA’ È IL FRUTTO DI RELAZIONI.

Alla nozione di reciprocità va affiancato il secondo concetto fondamentale della sociologia di Simmel: quello di

“sociazione”.

La “SOCIAZIONE” è il processo attraverso cui una forma di azioni reciproche si consolida nel tempo. Vi sono infinite

azioni reciproche: è azione reciproca scambiarsi uno sguardo o salutarsi. In ognuna di queste relazioni ciò che ciascuno fa

ha influenza sull'altro, e viceversa: ci si influenza scambievolmente.

Alcune forme di reciprocità di oggettivano nel tempo e si istituzionalizzano: processo di sociazione. Lo Stato è una

forma specifica di interazione specifica, che si è consolidata in un certo modo e in qualche modo definisce le relazioni tra

gli individui e viene chiamato istituzione. Il sociologo deve capire quale sono le istituzioni di una società, perché queste

cambiano nel tempo. Alcuni schemi di comportamento sono più potenti di altri, e di conseguenza plasmano la società. Tutto

è in relazione con tutto, nel momento che le relazioni si consolidano nel tempo divengono delle istituzioni. Dunque, la

sociologia è anche lo studio delle istituzioni della vita sociale. Queste non sono altro che forme di reciprocità stabilizzate

nel tempo.

“I grandi sistemi e le organizzazione pluri-individuali, cui si suole pensare quando si parla di società, non sono altro che

forme di reciprocità fra individui, protrattesi nel tempo e trasformatesi in formazioni stabili, autosufficienti e provviste di

una fisionomia ben definita (ibidem)”.

La sociologia è per Simmel una scienza formale: si occupa di descrivere le forme delle relazioni di reciprocità assumono

in situazioni e in tempi differenti, solidificandosi nelle grandi istituzioni.

La sociologia come scienza delle forme: «Se è vero che la società è reciprocità tra gli individui, la descrizione delle forme

che questa può assumere è il compito della scienza della ‘società’ in senso stretto». La sociologia è una scienza «formale»

ma non è «formalismo». Per Simmel la sociologia deve “mappare” e studiare tutte le forme di relazione. Il sociologo

deve capire quali sono le forme che assume la società che stiamo studiando. Ogni società assume delle determinate forme,

che cambiano nel tempo e sono il frutto delle relazioni. (che forma ha la famiglia oggi? Che forme hanno le comunicazioni

oggi? Ecc.…). Le forme si definiscono sempre all’interno di una specifica «costellazione» storica e culturale, cioè si

riferiscono sempre a una società concreta (in uno spazio e in un tempo definiti). La modernità è una specifica costellazione

storica e culturale: un’epoca di crisi e mutamento perenne, che definisce specifiche forme di reciprocità.

Quanto più come individui costruiamo forme, tanto più la vita ci sfugge.

LE FORME DELLA SOCIETÀ

Nei saggi che compongono la Sociologia (1908), Simmel dichiara di volersi concentrare sulla forma delle relazioni e dei

processi sociali in un modo che prescinda dai loro contenuti.

Simmel sostiene che possiamo che possiamo cogliere le forme tipiche di un tempo, ma sono in continuo mutamento.

A volte si spiega con un’analogia con la geometria: così come "un triangolo", in sé, non esiste, ma esistono oggetti a forma

di triangolo, allo stesso modo non esistono in sé cose come il potere, l'amicizia o il conflitto, ma esistono relazioni

concrete la cui forma astratta può venire chiamata così

Simmel definisce questa tensione tra forma e vita come una tragedia della cultura. La cultura è la fonte principale delle

forme di una società ed è in continuo mutamento. Essa è espressione del tentativo di «ridurre» e di «fissare» la vita

attraverso forme che non riescono mai ad afferrarla del tutto, e per questo motivo, Simmel parla di «tragedia della cultura»:

questa tragedia sta nel fatto che la vita stessa non può essere compresa sulla base di simboli, categorie o raffigurazioni che

le si contrappongono, o la riducono, e mancano così di afferrarla

È la cultura di una società che definisce le varie forme di interazione tra i soggettià forme di natura microsociologica. La

tragedia della cultura è guidata dal fatto che nessuna forma, per quanto culturalmente stabilizzata, può mai esaurire la

complessità della vita. Con questa continua tensione tra forme e vita abbiamo il cambiamento socialeà altrimenti le cose si

fermerebbero. Essere dentro questo mutamento non è semplice. Nel momento in cui pensiamo di aver capito come funziona

la società, la società è gi&ag

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
32 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher underline7 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Lodigiani Rosangela.