SLOW SPACES
La crisi del retailing (=vendita al dettaglio) è un dato di fatto, ciò è dovuto alla
crisi economica che ha fatto chiudere i battenti a molti, al calo di consumi ed al
cambiamento nelle abitudini di acquisto.
Lo showrooming è un nuovo trend che apre ad un nuovo modo di vivere il
retail: si prova, si guarda dal vivo, si confrontano i prezzi su vari siti e alla fine
si opta per l’acquisto online, questo trend è legato soprattutto a settori
merceologici a basso impatto emotivo (hitech).
Nonostante tutto però il punto vendita resiste, non scompare, ma si rinnova ed
evolve.
- Wallmart: partì da un’osservazione del comportamento del consumatore,
portare sempre con sé il cellulare. Creò un’app da far usare agli acquirenti in
modo ufficiale nel proprio store. Qualora non fosse presente un prodotto nel
supermercato, il consumatore lo avrebbe ordinato direttamente dal sito
Wallmart. Caso di cross-channel = si mette a disposizione un’iniziativa
digitale all’interno di store fisici.
- Moleskine -> strategia cross channel: mixa tradizione con innovazione. Ha
aperto a Milano un reload moderno dei classici caffè letterari in cui convivono
diverse realtà: galleria d’arte, caffetteria, libreria, area relax, smart working
area, shop di design. Un format di retail non solo legato all’acquisto, ma anche
al food e alla creatività.
Offrire nuovi servizi allungando i tempi di permanenza all’interno di uno store:
spazi ibridi slow.
- Knitting Cafè: slow place ibrido che mira a favorire la socialità attraverso il
lavoro a maglia. Si trascorre il tempo in tranquillità socializzando.
- Crazy Cat Cafè: bar per gli amanti dei gatti.
- Zodio: uno store/laboratorio creato dall’unione di più corner tematici: angolo
cucina per degustazioni; angolo relax dove leggere; zona dove imparare il bon-
ton a tavola. È un negozio che non vende solo prodotti, ma si pone l’obiettivo di
coltivare le passioni dei suoi clienti.
Slow Retailing nel Food: il movimento Slow Food fondato in Italia nel 1986
da Carlo Petrini è un’associazione internazionale no profit impegnata a ridare il
giusto valore al cibo, nel rispetto di chi produce, in armonia con ambiente ed
ecosistemi. Slow Food lavora in 150 Paesi per promuovere un’alimentazione
buona, pulita e giusta per tutti.
Victor Churchill: una macelleria slow > gestione delicata del binomio
tradizione/ innovazione. Nasce in Australia a conduzione familiare. Con il nuovo
millennio, la macelleria viene venduta ad un macellaio croato proprietario di un
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punto vendita all’ingrosso. Nasce così la nuova macelleria Victor Churchill, che
affiancava al nome del nuovo proprietario il cognome dell’antico fondatore.
Venne lasciata una parete del muro originario, a ricordarne l’importante
vissuto. La mission del nuovo titolare era quella di ristrutturare completamente
lo store. Estetica di lusso che univa avanguardia retrò, con soluzioni di interior
design. “The Bulgari of butcheries”. Lo store presenta una History Experience
Area usata come sala per la pausa pranzo dai dipendenti; i visitatori possono
conoscere le tappe della storia dello store grazie a poster e locandine appese
alle pareti e gli acquirenti possono sostare a gustare i piatti realizzati dalla
rosticceria. Il contatto emotivo è rafforzato attraverso: il mezzo televisivo,
infatti, nel negozio veniva registrato un programma tv “Ask the Butcher” ed i
new media, grazie al successo di ascolti del programma, era stata realizzata
un’app a pagamento che offriva un servizio di consulenza culinaria da parte di
esperti a chi la scaricava. Hanno aperto un canale YouTube, una pagina Twitter
e Instagram.
Tesco: supermercato tra on e offline catena UK e brand della grande
distribuzione d’Europa, attivo in Nord America ed Estremo Oriente. In Corea del
Sud, il supermercato ha deciso di popolare i muri della metropolitana di Seoul
con scaffali di negozi virtuali acquistabili con QR code a qualsiasi ora. Una
soluzione che ha cercato di rispondere alle esigenze del contesto: sviluppo
crescente dell’e-commerce e tenere conto dell’elevato tempo che le persone
passano sui mezzi di trasporto e poco per fare la spesa. Questa idea coniuga
digitale e nuovi spazi fisici di vendita, unita alla sensibilità del brand verso il
contesto sociale.
-Carrefour: offerta retail multi formato sta puntando in Italia a una
rinnovata crescita basata su creatività, focus sul cliente, nuove relazioni coi
fornitori. Nasce da questa intenzione Gourmet, store dal layout ricercato che
offre prodotti ricercati e di nicchia, eccellenze locali e nazionali. I prodotti
diventano protagonisti di uno storytelling gustativo.
-Carrefour Market 24 Ore: store aperto 24/24, basato sull’idea del full time
per venire incontro alle nuove esigenze dei consumatori.
-Carrefour Express: dimensioni ridotte, locati in prossimità di stazioni o
aeroporti, clientela frettolosa, dimenticanza o acquisto d’impulso. Le confezioni
non prevedono formati famiglia.
Slow retaling nel lusso: lusso come possibilità di prendersi un tempo altro
spietato ai ritmi frenetici quotidiani. Il vero lusso è fare ciò che si vuole, quando
si vuole. Negli anni passati il concetto di lusso era associato all’acquisto di
oggetti dai prezzi inarrivabili, oggi è collegato alla possibilità di effettuare
un’esperienza di un certo livello, in spazi e tempi nuovi.
3 sono le tipologie di spazi fisici che verranno indagate:
1. Flagship store: ideale per raccontare l’identità aziendale, negozio capace
di rileggere le classiche variabili spaziali e temporali che lo caratterizzano. Gli 9
spazi fisici sono un canale comunicativo privilegiato per i luxury brand. Non
solo le merci non sono più centro semantico del momento comunicativo, ma gli
stessi brand abbandonano la retorica autoreferenziale e celebrativa. Si ricerca
la costruzione di un’esperienza esclusiva che permetta di assaporare in tempi
lunghi l’essenza stessa del brand. Nasce perciò il flagship store, che accogli il
cliente non solo in spazi diversi, ma in tempi nuovi: intimità, scoperta del sé e
riscoperta dell’heritage. La maison Louis Vuitton: 4 livelli per offrire ai clienti
una shopping experience esclusiva e personalizzata, ad es. la Travel Room,
rivolta ai viaggiatori. L’obiettivo è valorizzare l’heritage e dare centralità al
cliente.
2. Luxury museum: spazi fisici di taglio museale attraverso cui i brand
puntano a valorizzare in chiave celebrativa i prodotti e materiali di punta. Apre
ad una prospettiva educativa e di autocelebrazione. L’obiettivo è ribadire
l’autenticità e affidabilità della marca, rinforzando l’aspetto di fidelizzazione.
Hermès: per il 175° anniversario organizzò a Londra l’esposizione “Leather
Forever” e la sua anteprima venne organizzata a Roma. Si trattò di un viaggio
all’interno della storia del brand, realizzato attraverso un lungo percorso di 10
sale, dove prodotti e materiali venivano rappresentati con supporti artistici e
video interattivi. Ferragamo: il museo si offre come spazio multifunzionale.
Attraverso una vasta collezione, si narrano le tappe storiche dell’impresa,
enfatizzando l’autenticità del brand ed ospitando mostre temporanee non
necessariamente legate alla Maison, il brand si mostra aperto al mondo
culturale e artistico che lo circonda. e fondazioni di moda: istituzione
pubblica con precise funzioni istituzionali e sociali e mirata anche a operazioni
sociali, che non si basa sulle persone, ma sul patrimonio che deve essere
destinato ad attività non lucrative. Fondazione Prada, Trussardi, Armani
Silos, Benetton. É indubbio il tema del brand reputation volto alla creazione
di un sentimento positivo da parte dei media e dell’opinione pubblica. Non va
sottostimato il tema della creazione di valore condiviso (CSV) che si realizza
attraverso le numerose mostre temporanee e gli eventi ad hoc che queste
Fondazioni promuovono, andando ad abbracciare il mondo culturale, al di là del
mondo legato a ciascun luxury brand.
3. Benessere 3D: la nuova filosofia che accompagna il lusso porta a
concentrarsi anche sulla cura di sé. Spazi brandizzati che offrono soluzioni di
benessere sempre più esclusivo: spa che offrono esclusivi trattamenti; il gruppo
internazionale LVHM si è aperto da tempo al settore del turismo di lusso con
due proposte: strutture alberghiere elitarie altamente brandizzate e lussuosi
rifugi di montagna. I luxury brand si stanno indirizzando verso un approccio
decisamente slow legato al tema del benessere personale. I brand del settore
sono sottoposti a due tensioni: culturale perché la grande variabilità geografica
dei nuovi consumatori porta con sé differenze multiculturali e differenze nelle
esigenze dei vari target; socio-economica perché vi è stato un incremento di
giovani nelle vesti di top spenders e di donne che sono più istruite e inserite nel
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mondo del lavoro con una conseguente capacità di acquisto di ben di lusso in
aumento.
SLOW SPACES IN TERRITORI DI FRONTIERA: LE UTILITIES
Enel: compito di esercitare le attività di produzione, importazione ed
esportazione, trasporto, trasformazione, distribuzione e vendita di energia
elettrica. Successivamente, con la liberalizzazione del mercato elettrico, si crea
una libera concorrenza e la vendita di energia elettrica viene estesa anche ai
clienti domestici. Le aziende possono così costituirsi come tradire del settore,
muovendosi liberamente. Questa trasformazione del mercato è alla base della
nascita di nuovi luoghi di consumo nel nostro Paese: flagship store gestiti da
brand elettrici e distribuiti in zone centrali o strategiche che mischiano logiche
di servizio (gestione o pagamento di bollette, apertura di nuovi conti) a
intrattenimento tipiche dei brand dei precedenti settori. Ci troviamo difronte a
luoghi fisici dove l’utenza entra in contatto diretto con il brand e le utilities
possono declinare i loro core values in chiave tridimensionale, sfruttando anche
la polisensorialità. Enel Energia ha testato sul territorio nuovi format di spazi
fisici, layout semplici per un contatto diretto con l’utenza e location in zone
periferiche per aumentare i punti di contatto. I flagship store, Punto Enel, si
caratterizzano per un’ampia metratura, layout ad hoc: postazioni dove ciascun
utente può sedersi e parlare con un operatore, formato ad hoc. L’orario di
apertura è stato prolungato, si lavora sia in pausa pranzo che nel primi
pomeriggio. Il Punto Enel di Milano ha un punto
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