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SEMINARIO
L’uomo medievale e lo sguardo sul mondo. Istruzione e scienze dal’XI al XIII secolo
Nella locandina si può osservare la lineatura di una aula medievale (Università medievale)
Qui vediamo l’evoluzione totale e perfetta delle strutture che derivano dagli studia. Nel XII
secolo incominciano a diventare studia generalia. Nel XIII e XIV secolo nascono le
universitas.
I gradi accademici erano essenzialmente ecclesiastici, negli studi universitari. Tutti gli ordini
di studi erano sotto i controlli delle istituzioni ecclesiastiche.
I gradi accademici erano:
1) MAGISTERO, permette di insegnare
2) BACCALAUREATO:
3) LICENTIA: DOCENDI, conferita dal capitolo della cattedrale allo scolasticus dopo uno
esame regolare, consistente in una lezione(lecito oram) tenuta davanti agli studenti.
4) DOTTORATO, conferiva il titolo di dottore a chi realizzava un lavoro di ricerca
arrecante un contributo nuovo alla disciplina.
Bisognava che egli dimostrasse veramente di essere doctor nell’esercitare il suo
diritto di dare la DETERMINATIO, cioè la soluzione alla questio a lui sottoposta.
Il medioevo è spesso detto “età dell’ oscurantismo. In realtà, non lo è. È una realtà
particolare dove le scienze venivano interpretate alla luce di un’altra scienza: la
TEOLOGIA. Essa si basava sull’interpretazione delle sacre scritture.
525: data importante: sorse un nuovo ordinamento ratio studiorum
Si noti l’uso del termine ratio= ragione= età della ragione
Il medioevo rispettò la distinzione tra ARTI LIBERALI e ARTI MANUALI.
Le arti liberali sono divise in quadrivio e trivio.
La prima fase dello studio era la esplicatio terminorum, cioè la spiegazione dei
termini. Il magister doctor compiva dinanzi agli allievi(come si può vedere dalla
locandina) la lettura delle scritture, o di un testo filosofico come Aristotele, o di un
autore del tempo. La lettura si svolgeva a voce alta. Nell’alto medioevo comincia a
distinguersi dalla lettura silenziosa. La lettura si soffermava su uno o più sezioni
del testo, di senso compiuto, sulle quali si creava una questio, che da inizio alla
disputatio, discussione di un problema.
In quaresima durante le vacanze, gli studenti non andavano a lezione e si
dedicavano alle disputationes.
Negli anni 20 del secolo scorso sono stati ritrovati manoscritti inediti, recanti un
testo che si è rivelato essere quello degli appunti che uno redasse per preparare
le sue lezioni sulle sententiae di Pietro Lombardo ai suoi studenti. Questo testo ci
aiuta a comprendere le modalità delle lezioni.
Nella locandina si possono osservare gli studenti tra i banchi:
Uno si è addormentato, un altro si è assopito, alcuni hanno un codice davanti, altri
parlano tra loro, un altro scrive gli appunti della lectio. Il magister legge un codex.
Sotto la cattedra un baccalaureato, probabilmente, il quale non ha ancora la licenza,
e quindi non può salire nella cattedra.
A poca distanza da lui seguono tre personaggi, visti di spalle: possono essere lettori
che si alternano alla lettura oppure più probabile è che siano membri della
commissione incaricata di dare la determinatio al doctor.
Il magister doctor dopo la fine della lettura confrontava i propri appunti con gli
studenti, in tal modo componeva un testo unico, chiamato ORDINATIO, che doveva
ricevere l’approvazione dagli altri docenti o da una commissione, composta dai petiari.
Ottenuta la ordinatio, l’universitas procedeva con la pubblicazione della reportatio.
Verso la fine del XIV secolo si assiste alla crescente importanza della pronunciatio,
che designava la dettatura da parte del magister del suo libro o di un’altra opera al
pronunciato, che sarebbe il personaggio che nella locandina è barbuto e siede ai piedi
della cattedra. Costui ascoltava il lector del magister doctor durante la lettura,
garantendo la corretta esecuzione dell’ordinatio al fine dell’approvatio. Dal XV secolo in
poi gli studenti cominceranno a non seguire più le letture del magister.
L’università introdusse importanti innovazioni:
Si passò dalla Scrittura di Una pagina a quella disposta sulle colonne, e i margini
lasciati liberi furono occupati da glosse apportate sul testo della lettura del magister.
Però il medioevo è anche l’età delle immagini. Una bellissima immagine è quella del
Cristo Pantocrator del Duomo di Cefalù.
Immagine dettata su
commissione del re Ruggero II,
re di Sicilia. Commissionò la
costruzione di un edificio
ecclesiastico che somigliasse
molto a una fortezza e ad
un’aula regia di stampo
bizantino e orientale, quindi c’è
l’idea di potere, di monarchia.
Questo Cristo è rivestito di
autorità. È pantocrato=
signore di tutte le cose
Questo Cristo ha il libro aperto, ciò significa che è il
Cristo che domina su tutte le cose.
La parola, il libro aperto spiega la sua identità. Nella
cappella palatina abbiamo il cristo pantocrato ma
con il libro chiuso, perché i tempi si sono compiuti.
Quindi teologia, arte, immagine si intersecano a
dimostrare la ricchezza di questa età medievale
che cerca di creare un linguaggio unico in cui
filosofia, teologia, fisica, logica, matematica tentano
di rappresentare il visibile.
Sotto c’è l’immagine di Maria, che è la chiesa.
Parlare del medioevo al di là dei luoghi comuni, cioè di due livelli:
1) demonizzazione, sottovalutazione
2)mitizzazione
C’è un medioevo non solo sottovalutato ma anche mitizzato.
Parlare della logica del medioevo significa parlare anche di alcuni dotti di questa lunga
età che hanno rilevato la logica dal mondo classico, cioè greco e latino, ellenistica e
alessandrina (pur essendo ai margini, hanno un’importanza straordinaria, sul piano
delle scienze)
La logica del medioevo è un tema affrontato in modo vago. Quando parliamo di logica
non possiamo non parlare di un traghettatore che va dal mondo degli antichi fino
all’età di mezzo, con una connotazione negativa(da parte degli illuministi e degli
umanisti).
La logica del medioevo è servita per formare un ethos, una cultura, una serie di
saperi importanti nel corso dei secoli e che arriva poi a noi, come il sistema
universitario, che deriva proprio dal medioevo. C’era un sistema che viene ereditato
poi dal mondo moderno. Così come per la lingua: sopravviene il bisogno di creare i
volgari illustri in un contesto in cui c’è vecchiezza (XII SECOLO). Parliamo di un
fenomeno comune a tutta l’Europa. Qual è l’età più logica di tutta la storia?
L’età dei greci non era solo logica, conteneva tante cose: drammaturgia, scienza ecc…
L’età che più di tutte ha scommesso sulla parola è il Medioevo