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ANALISI DI PORTAFOGLIO
1. PORTAFOGLIO DI PRODOTTO
Con analisi di portafoglio si indica un insieme di attività svolte a soddisfare un servizio
di prodotti (di natura fisica, tangibili o intangibili, esperienze) che rispondono a dei
beni nel mercato.
Le imprese vanno a dare un insieme di servizi e non un singolo servizio. Quale sinergia
c’è tra le diverse tipologie di offerta?
Come facciamo a guadagnare? Si può rispondere in due modi:
- Creando un , quindi una strategia di business. Risponde a
vantaggio competitivo
“come dovremmo competere?”.
- L’ del , si può fare in molteplici spazi di Abell. Risponde a “in quali
attrattività settore
settori si può competere?” e fa riferimento alla strategia corporate, non solo
un’offerta, ma su decisione strategiche sempre a lungo termine ma che
coinvolgono più prodotti (es Bulgari).
Esiste un posizionamento di prezzo, c’è posizionamento del brand (lusso, esclusività,
accessibilità). Si possono fruire diversi servizi o prodotti ma è necessaria la coerenza
nella tipologia di posizionamento, comunicazione e prezzo. In questo caso i prodotti
devono essere tra di loro correlati. Il portafoglio di prodotti, per imprese con più
prodotti è necessario comprendere come sono collegati tra loro, come si distribuiscono
le risorse.
In termini di tipologie di strategie di portafoglio di prodotto si distinguono due
tipologie. Di solito i casi reali di portafogli di prodotto non rientrano strettamente in
una di queste categorie. I portafogli reali sono un mix delle due soluzioni estreme. In
particolare: (es Coca Cola rimane nel beverage, prodotti affini per
Portafogli di prodotti correlati
tipologia e al bisogno a cui rispondono).
Es Ferrero Roche, esiste un vantaggio competitivo in termini di riconoscibilità, alcuni
prodotti hanno una stagionalità (alcuni sono venduti in certe stagioni e altri hanno un
ciclo di vita più lungo), infatti Ferrero può aprire una nuova linea di prodotti per
bilanciare le proprie vendite in termini di stagionalità e copre il suo deficit con una
gamma di prodotti che risponde a una domanda simile.
Esistono dei vantaggi e degli svantaggi. C’è condivisione di risorse, si possono usare
gli stessi impianti per produrre una tipologia di prodotti (ha già risorse, impianti) e può
far fronte e utilizzare meglio la capacità di questi impianti. C’è condivisione delle
competenze perché si possono usare coloro che disegnano o producono il cioccolato di
inverno anche d’estate sul gelato. Inoltre i mercati target, cioè i segmenti di clienti,
sono simili e si fa leva su una conoscenza pregressa del mercato. Possono condividere
anche le attività primarie.
Però comporta dei rischi in termine di scommessa, nel momento in cui si va a produrre
quando il mercato tende ad avere un basso interesse per quel prodotto può portare a
degli svantaggi (avendo solo una certa tipologia e agendo su mercati simili con bisogni
simili quando il mercato ha perdite tutto il business va a perdere). Inoltre gestire
portafogli di prodotti simili può avere una complessità manageriale, è più difficile da
gestire. , si posizionano in spazi di Abell molto distanti tra loro
Portafoglio di prodotti non correlati
e in settori molto diversi (stessa impresa, stesso brand ma l’offerta è molto
differenziata e servizi non sono correlati).
Esistono dei vantaggi e degli svantaggi. C’è un insieme di prodotti (tangibili,
intangibili, esperienze) che rispondono a bisogni diversi. Es Virgin come per palestre e
navi da crociera.
C’è l’effetto banca interno all’impresa cioè l’impresa in sé ha la possibilità di gestire le
risorse economiche e finanziare tra i diversi sotto business, se un ramo necessità più
investimenti può prendere risorse economiche da un altro ramo dell’impresa stessa
piuttosto che chiedere a banche esterne, quindi gestisce le proprie allocazioni
finanziarie. C’è la diversificazione del rischio, se un settore ha dei periodi bassi inteso
come poche vendite ci si concentra su un altro settore che in quel periodo ha più
sviluppo (si possono compensare le perdite di un settore con un altro). C’è
condivisione delle attività infrastrutturali, sono attività di supporto, si può far leva su
queste.
Però è un’organizzazione molto complessa con approcci ma anche linguaggi diversi
pur essendo nella stessa impresa. C’è eterogeneità culturale e limitate sinergie
operative (in termini di produzione non si possono usare gli stessi impianti per i diversi
prodotti proprio perché non simili).
2. ANALISI DI PORTAFOGLIO
L'analisi di portafoglio è concepita per aiutare un'impresa a prendere decisioni sulla
selezione e la direzione del mercato in modo integrato per tutte le sue attività.
L’analisi di portafoglio deve comprendere come le diverse risorse economiche e
finanziare devono essere divise nelle varie attività, quali rami assorbono più risorse e
quali rami possono trasferirle ad altri business, quali sono le strade congiunte che
vanno nella stessa direzione a livello di posizionamento.
Per analizzare un portafoglio di prodotti si analizzano due fattori:
- L’ del , analisi esterna quindi ci si concentra sul contesto in cui si
attrattività mercato
trova l’impresa.
- La dell’ all’interno del mercato, analisi interna quindi quali
posizione competitiva impresa
sono le mie risorse e competenze della mia impresa (dove posso essere più
forte e dove posso competere).
Ci sono dei presupposti generali alla base dell’analisi di portafoglio:
- Esistono alcune caratteristiche chiave in base alle quali i prodotti e i mercati
possono essere confrontati, è necessario un grado di comparabilità tra i vari
prodotti che metto nella mia matrice, comparabili su dimensioni che si
assumono essere confrontabili (attrattività del mercato o tasso di crescita e la
posizione competitiva). I prodotti devono essere confrontabili prima di metterli
nella matrice.
- Le caratteristiche devono essere sistematicamente correlate a misure di
performance della mia azienda, si può andare a modificare il mio
comportamento tramite leve e migliorare la posizione di un determinato
prodotto sulla mia matrice (redditività e flussi di cassa).
- La possibilità di investire su un prodotto per modificarne il posizionamento
all’interno della matrice, è necessario investire in un prodotto per ottenere le
caratteristiche desiderabili. Le imprese devono poter lavorare su leve per
variare la posizione dei prodotti e avere una visione non solo descrittiva ma
anche manageriale e dinamica.
- Imprese sono limitate nell’importo che possono investire perché le risorse sono
limitate.
. La
2a MATRICE BCG
Descrive i prodotti in termini di due fattori, cioè tiene conto
- del di del , fa riferimento all’attrattività del mercato
tasso crescita mercato
- della di che riferimento alla posizione competitiva.
quota mercato relativa
Si costruisce una matrice con da un lato ha la crescita del mercato intesa come analisi
esterna cioè quel fattore di attrattività esterna del mercato e dall’altra parte ha la
quota di mercato relativa rispetto al competitor di stampo più interno relativa alla
posizione competitiva.
Si definiscono due macro scale, cioè alta e bassa. Ci sono 4 quadranti in cui si possono
andare a posizionare i prodotti. Si dà una visualizzazione grafica di come l’offerta nei
vari business viene a declinarsi. Si vanno ad oggettivare le due dimensioni e si danno
delle misure.
La quota di mercato relativa si misura rispetto al competitor principale o un insieme di
competitor. Con il punto medio q tra i quadranti si indica il rapporto tra la quota di
mercato della mia azienda rispetto al principale competitor (o la media della quota dei
vari competitor) per capire se è superiore o inferiore a 1.
La crescita di mercato invece si misura con un punto medio oggettivo relativo a
quanto cresce il mercato. Spesso si usava come soglia il 10%, un mercato che
annualmente vada a crescere di circa almeno il 10%. Oggi è un valore elevato e
alcune stime della matrice usano lo 0% quindi con crescita negativa quando il mercato
va a stringersi (riquadri inferiori). Esiste una certa arbitrarietà del punto medio e si
identifica il tasso di crescita di un mercato negli anni e poi si vede la mia impresa
rispetto a ciò.
Allora si creano 4 quadranti in cui si inseriscono i prodotti:
1. Un mercato non particolarmente in crescita ma con una posizionamento forte e
stabile ( ). Hanno flussi di cassa superiori allo zero, tendono a generare
mucca
grandi quantità di cassa perché la necessità di investimento è bassa. La crescita
è bassa per quel prodotto e allo stesso tempo la quota di mercato è più forte
rispetto ai competitor quindi ci si aspettano profitti di ritorno alti. Sono prodotti
che generano grandi quantità di cassa.
2. Un mercato dove la crescita del mercato è positiva e si sta espandendo e la
quota del mercato è superiore a quella dei competitor e sono in vantaggio in un
mercato in crescita ( ). Le stelle sono caratterizzate da potenziali flussi di
stella
cassa netti (ncf) approssimabili allo zero, situazioni in cui si deve investire e ci
sono dei ritorni, profitto finale è nell’intorno dello zero. Sono prodotti che
possono o meno essere autosufficienti in termini di flusso di cassa.
3. Situazioni in cui il mercato è in crescita ma la posizione competitiva è bassa
( di , non si sa se si è in vantaggio o rischio). Hanno possibile crescita
punto domanda
ma sono legati a una necessità di investimento molto alta, infatti sono prodotti
che richiedono grandi quantità di denaro per mantenere la quota, allora flusso
sotto lo zero. Offerte promettenti devono generare dei flussi di cassa, vorrei farli
evolvere in stelle.
4. Situazione in cui la crescita di mercato è bassa e anche la posizione del
mercato, non ho vantaggio rispetto ai competitor e il mercato è fermo e stabile
e non si può variare la posizione ( ). Sono situazioni con quota e tasso basso
cane
allora non c’è necessità di investimenti e i ritorni tendono a essere bassi e flussi
allora sono in prossimità dello zero. Sono prodotti che non generano né
richiedono quantità di liquidità.
Un buon portafoglio è un portafoglio equilibrato, con un insieme dei 4 blocchi e deve
esse