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L’

II) ATTIVO CORRENTE

Elementi che si basano su risorse usate nel ciclo operativo, su risorse disponibili entro

l’anno. e altre liquide

 Cassa disponibilità

Le disponibilità liquide e mezzi equivalenti includono: cassa, denaro in conto corrente,

investimenti finanziari a breve termine e ad alta liquidità per cui il rischio di variazioni

di fair value è irrilevante.

Compaiono quindi

- voci di flussi di cassa,

- denaro utilizzabile in conto corrente (risorsa a nostra disposizione),

- investimenti di natura finanziaria a breve termine.

Nelle immobilizzazioni quelle finanziarie sono le altre tipologie di imprese in cui la

nostra può partecipare, qui invece gli investimenti finanziari si differenziano perché le

partecipazioni a lungo termine non correnti attive sono intese nel lungo periodo (se si

partecipa nell’attività di un’altra impresa non lo si fa con finalità di ritorno nel singolo

anno ma nel lungo termine). Qui invece non c’è necessità di andarle a rivalutare

perché brevi.

e

 Scorte rimanenze

Sono sempre risorse entro i 12 mesi. Sono scorte di materiali o prodotti finiti, di

semilavorati (working in progress) e di materie prime (necessarie per la produzione

dell’offerta). Ci si aspetta che vengano vendute nel ciclo operativo, perciò sono a

breve termine. Quindi sono beni posseduti per la vendita nel normale svolgimento

dell’attività, impiegati nei processi produttivi per la vendita, o sottoforma di

materiali/forniture di beni nel processo di produzione o nella prestazione di servizi.

È necessario avere scorte? Per aziende di prodotto tenere delle scorte è

tendenzialmente fisiologico perché possono far fronte a potenziali imprevisti anche se

le scorte costano. Da un punto di vista di marketing il non avere scorte di prodotti è un

rischio alto, quando il cliente è interessato a comprare quel prodotto e io non lo ho, il

cliente va da un’altra parte e si perde la transazione.

La valutazione di queste rimanenze deve essere effettuata al minore tra due voci

quali:

- costo : attività relative alla trasformazione del materiale nel prodotto finito o

semilavorato quindi deve comprendere tutti i costi di acquisto, i costi di

trasformazione e gli altri costi sostenuti per portare le rimanenze nel luogo e

nelle condizioni in cui si trovano;

- valore netto di realizzo : il prezzo specifico di vendita stimano nel normale

svolgimento dell’attività (prezzo di vendita del prodotto), al netto dei costi

stimati per la realizzazione della vendita, sono quindi la vendita meno i costi

necessari per la vendita.

Ci si aspetta che tra i due il valore netto sia maggiore, ci si aspetta di avere dei costi

per la produzione e vendere il prodotto a un prezzo più alto. Ma ci possono essere

mercati specifici in cui si vende sotto costo. Serve una , cioè si

valutazione conservativa

valutano le rimanenze o al costo o al valore netto, al valore minore tra i due per essere

sicuri che corrispondi alla somma più conservativa e non inserire dei valori gonfiati.

Il costo di alcune materie prime può variare ad esempio nell’inflazione. Le scorte

possono avere valori diversi nei 12 mesi e si tiene conto della di delle

logica gestione scorte

che può seguire tre metodi. Quando le scorte vengono valutate al costo si dovrà

tenere conto della sequenza di utilizzo dei beni adottando un metodo:

(first in – first out):

- si ipotizza che le prime unità che verranno utilizzate sono

Fifo

le prime ad essere acquistate, cioè le prime unità costruite saranno le prime a

essere vendute (es al supermercato prendo tot prodotti uguali e si consumano

prima i prodotti che ho comprato per primi rispetto a un secondo giorno di

spesa, si mangiano prima i prodotti che si ha inserito per primi nel frigo).

(last in – first out):

- si ipotizza che le prime unità utilizzate sono le ultime ad

Lifo

essere acquistate (es pila di piatti al ristorante, si usa quello sopra, si usa il

primo quindi quello messo per ultimo).

Dato un input con 3 tipologie di prodotto con logica fifo si usano i prodotti nello stesso

ordine (primo prodotto in input è il primo ad uscire), mentre per lifo la sequenza di

utilizzo è al contrario (ultimo prodotto in input è il primo a uscire).

Esercizio: In 12 mesi, si guardano le date di acquisto, la qualità, come varia il costo

nell’anno delle materie prime. A fine anno per valorizzare le scorte si usano 120 kg e

ne rimangono 50 kg a magazzino. Per la logica fifo di questi 50 kg si prendono i 100 kg

subito e dopo i 70 kg (50 kg sono quelli che ci rimangono quindi scorte non utilizzate)

e il valore che questi 50 kg devono assumere secondo la logica fifo è il 50 kg x il costo

di acquisto 6 euro al kg = 300 euro. Nella logica lifo la quantità a fine anno è sempre

50 kg ma si usano prima i 70 kg e poi i 100 kg quindi è 50 x 5 euro al kg = 250 euro.

Conviene avere più soldi in tasca rispetto a vendere di più? Conviene avere scorte a

zero in generale, si usa logica fifo di più tra le due logiche. In termini assoluti non ce

n’è una più conveniente perché dipende.

- : si ipotizza che tutte le unità siano state acquistate allo stesso prezzo,

Costo medio

pari al prezzo medio “pesato. La media pesata sulla quantità usata e il periodo

in cui le materie sono rimaste a magazzino. Questa logica viene usata

indubbiamente.

I e eventuali altri crediti verso clienti che possono aver acquistato

 Crediti commerciali

il prodotto. I crediti verso clienti sono evidenziati in bilancio secondo il

presumibile valore di realizzo, e quindi al netto del corrispondente fondo rischi.

Nel mondo b2b non sempre il pagamento corrisponde alla data di trasferimento del

prodotto. Nasce la necessità di avere una voce relativa ai crediti, cosa ci si aspetta di

ottenere entro la fine dell’esercizio. Concettualmente a ciascun credito è associata una

probabilità di mancata riscossione del credito.

Qui si parla di crediti correnti. Sono evidenziati e iscritti secondo il valore presumibile

di realizzo (non è detto che tutto il credito venga incassato e perciò si dice

presumibile, si è ragionevolmente ma non certi). È il valore effettivo del credito cioè il

completo del credito (valore nominale) meno la perdita attesa.

Ad esempio, non veniamo pagati completamente dai clienti per il nostro servizio. Si

usano metodi statistici o probabilistici di ciascun potenziale cliente. Operativamente,

non è di solito possibile determinare analiticamente la probabilità di insolvenza di

ciascun debitore, di conseguenza si considera il fenomeno in termini statistici,

definendo il valore complessivo del fondo svalutazione. La perdita ricade in un fonde di

svalutazione. Non si ha certezza che i crediti vengano incassati.

Le classificate come per la vendita

III) ATTIVITA’ NON CORRENTI possedute

Questa voce raccoglie le attività che sono usate oltre il ciclo operativo dell’impresa

(immobili o anche attività immateriali come i brevetti) che l’impresa prevede di

vendere. Una volta iscritti in questa categoria, i beni non sono più assoggettati ad

ammortamento.

Si presuppone che non producano successivo valore nell’esercizio corrente o futuro,

perché assoggettate a concessione. Sono risorse non soggette ad ammortamento

(perdita per utilizzo della risorsa nell’esercizio). Hanno voce separata nell’attivo, sono

risorse che non verranno usate per produrre valore ma sono messe da parte perché

verranno cedute e cessate.

Le del passivo

MACRO VOCI

Il è l’equity (e) e poi ci sono i (mt oppure d). La somma di attivo

patrimonio netto mezzi terzi

corrente e non corrente = somma del patrimonio netto con passivo corrente e non

A = E + D.

corrente. L’attivo viene detto A (asset) è uguale ad E più D. Quindi

Sul passivo:

Il (equity) fa parte del passivo distinto dai mezzi terzi

I) PATRIMONIO NETTO

Include tutti i diritti vantati sull’impresa dagli azionisti. Viene definito in logica

residuale, cioè quello che resta nell’attività dell’impresa dopo aver ridotto le passività

(E = A – D). Tali diritti derivano principalmente da due tipologie di fenomeni: i

versamenti di capitale da parte degli azionisti e le variazioni del valore del capitale di

pertinenza degli azionisti dovuti all’attività di gestione dell’impresa.

Ci sono 4 macrocategorie di voci, distinzioni delle voci previste dagli IAS e IFRS:

Il , noto come capitale riguarda i versamenti diretti che gli

 capitale emesso sociale

azionisti pongono nel progetto imprenditoriale. Il valore del capitale sociale è

calcolato come la somma delle azioni circolanti sottoscritte e valorizzata al

proprio valore nominale (quel valore dell’azione definito all’inizio del periodo

dell’esercizio).

Il capitale è esposto al suo valore nominale ed è soggetto a riduzioni:

- dei crediti verso i soci che devono ancora versare un parte (si sconta il capitale

che verrà poi versato) a tempo successivo,

- del valore nominale delle azioni proprie già acquistate, e si toglie dalla quota

totale.

Le fungono da potenziali cuscinetti, rappresentano tutti gli ulteriori diritti

 riserve

vantati dagli azionisti (equity) per far fronte a imprevisti o modifiche del

contesto di mercato e generati dall’attività di normale funzionamento

dell’impresa.

- Sono riserve di sovrapprezzo delle azioni, prezzo maggiore relativo all’emissione

di azioni rispetto al loro valore nominale (azienda esterna paga di più).

- Sono riserve di rivalutazione, prodotto può guadagnare un valore aggiuntivo e

viene inserito in una riserva. Ci sono poi riserve di natura legale o relative allo

statuto, nella nota integrativa.

- Inoltre gli utili portati a nuovo nell’impresa (c’è collegamento tra conto

economico e stato patrimoniale), l’utile può essere da una parte ridistribuito ai

soci come dividendi nel tempo perché si aspettano un ritorno e un’altra parte

rientra nelle riserve (sono gli utili dell’anno precedente).

L’ o di relativa all’esercizio specifico. Si parla di utile se positivo,

 utile perdita esercizio

si parla di perdita se negativo. È l’esito dell’attività economica. Tale voce

incorpora il risultato economico di pertinenza della proprietà dell’impresa

(azionisti) maturato nell’esercizio contabile cui il bilancio si riferisce. Si ricava

anche come differenza fra l’attivo e le restanti voci di passivo di stato

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
7 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/10 Organizzazione aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Alessia_2001 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e organizzazione aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Mandolfo Marco.