Anteprima
Vedrai una selezione di 6 pagine su 21
Appunti Psicologia sociale Pag. 1 Appunti Psicologia sociale Pag. 2
Anteprima di 6 pagg. su 21.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Psicologia sociale Pag. 6
Anteprima di 6 pagg. su 21.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Psicologia sociale Pag. 11
Anteprima di 6 pagg. su 21.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Psicologia sociale Pag. 16
Anteprima di 6 pagg. su 21.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Psicologia sociale Pag. 21
1 su 21
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

MISURAZIONE DEGLI ATTEGGIAMENTI:

Gli atteggiamenti sono strutture cognitive individuali complesse. Questo rende particolarmente complessa la loro

valutazione mediante misure psicometriche.

Gli atteggiamenti possono essere misurati in modo implicito o esplicito.

Salvemini Leandra

® La misura implicita, o diretta, richiede ai soggetti di quantificare e riportare il loro atteggiamento nei confronti di

un oggetto, utilizzando una scala di riferimento numerica o semantica.

Thurstone, Likert, Guttman e Osgood elaborarono scale d’atteggiamento tecnicamente avanzate per quei tempi.

- Scala di Thurstone: il punteggio relativo all’atteggiamento di un individuo è calcolato attraverso la media dei

valori di scala posseduti dagli item da lui sottoscritti.

- Scala di Likert: Likert sviluppò una tecnica capace di proporre una misura dell’atteggiamento relativamente

semplice. Per indicare il livello di accordo o di disaccordo con ciascuna di una serie di affermazioni, gli

intervistati usano una scala di risposta articolata in cinque punti. Ai punti sono attribuite etichette – come

“fortemente d’accordo”, “d’accordo”, “indeciso”, “in disaccordo”, “fortemente in disaccordo” – che sono

numericamente comprese tra 5 e 1.

- Scala di Guttman: Gli item presenti in una scala di Guttman sono cumulativi: l’accettazione di uno implica

l’accettazione di tutti quelli che lo precedono nella scala di estremità. Si potrà così prevedere la risposta di una

persona ad affermazioni meno estreme conoscendo l’item più estremo da lei accettato.

- Scala di Osgood: non richiedono la formulazione di domande rilevanti per l’atteggiamento studiato e diventano

tanto più attendibili quanto maggiore è il numero di opposti semantici usati. Un limite può essere rappresentato

dall’eccessiva semplicità della misura: affronta i significati valutativi di un concetto, ma non ricorre alle opinioni

La desiderabilità sociale è la tendenza a presentarsi in modo socialmente accettabile, conformandosi così alle aspettative

percepite dalle altre persone. in un sondaggio o in un esperimento, questo porta i partecipanti a rispondere alle domande o

a comportarsi in modo diverso da come farebbero nella vita reale.

® Le misure indirette, o implicite, si basano sulle osservazioni delle reazioni fisiologiche o comportamentali a

stimoli collegati all’oggetto di atteggiamento

- Risposta cutanea è quando la conduttanza elettrica della pelle cambia a causa dell’azione del sistema nervoso

simpatico sul flusso sanguigno periferico e sulle ghiandole sudorifere

- Risposta pupillare, invece, è quando la dilatazione o la costrizione della pupilla è controllata dai sistemi simpatico

e parasimpatico

L'Implicit Associacion Test è una tecnica sviluppata nel 1999 e consiste in una serie di prove in cui la reazioni

comportamentale (premere un tasto) è associata a target multipli, che rappresentano l’oggetto di atteggiamento. Lo IAT è

stato inizialmente sviluppato per indagare su atteggiamenti nascosti, ad esempio gli atteggiamenti difficili da

condividere per questioni legate alla desiderabilità sociale.

La ricerca ha mostrato l’esistenza e la rilevanza di atteggiamenti impliciti, ossia atteggiamenti dei quali non si è

completamente coscienti.

Gli atteggiamenti impliciti ci influenzano in maniera sottile ma importante

- Riducono la coerenza degli atteggiamenti espliciti (di cui siamo consapevoli) nel tempo e in situazioni diverse

- Inferiscono con la formazione degli atteggiamenti espliciti (es. tramite l’esposizione selettiva)

Atteggiamenti e messaggi subliminali

Negli anni 50 James Vicary affermò che inserendo messaggi subliminali che promuovevano la coca cola (aumento del

18%) e popcorn (più 57%) nei film ottenne un aumento significativo delle vendite. NON ERA VERO

C’era un fondo verità: esistono davvero le aree dove gli stimoli percettivi vengono registrati ma non sono del tutto

consapevoli, e soprattutto c’è l’effetto di mera esposizione.

Effetto di mera esposizione: L’esposizione ad un oggetto precedentemente sconosciuto rende l’atteggiamento più positivo

nel tempo. Questo effetto è stato dimostrato con un esperimento: facendo vedere a dei studenti americani del college una

serie di ideogrammi cinesi. Ciascun partecipante aveva un libretto che conteneva un ideogramma in ogni pagina e per

ogni ideogramma veniva chiesto o di valutare positività o negatività della parola rappresentata, o addirittura di indovinare

l’ideogramma.

Dopo un po’ di pagine questi ideogrammi venivano ripetuti ma ovviamente le persone non li riconoscevano. Il risultato è

che al crescere della frequenza dell’esposizione la valutazione (atteggiamento) diventava più positivo. Questo senza che

loro sapessero che cosa rappresentava la parola, ma solo per il fatto di essere esposte.

Salvemini Leandra

Perché? Qualcosa già visto nel passato ce la fa misurare più positivamente perché rende lo stimolo più accessibile.

Condizionamento classico: può essere una forma forte di apprendimento degli atteggiamenti.

Condizionamento strumentale: Per esempio, i genitori utilizzano rinforzatori verbali per incoraggiare l’assunzione di un

comportamento accettabile da parte dei figli: viene elogiato il gioco calmo e cooperativo

Dissonanza cognitiva è lo stato di tensione psicologica prodotto dal possesso simultaneo di due pensieri contrapposti.

Quando ci rendiamo conto delle incoerenze tra atteggiamenti e comportamenti, sperimentiamo la dissonanza cognitiva.

Il disagio associato alla dissonanza cognitiva può motivarci a cambiare il nostro comportamento, oppure ad adattare i

nostri atteggiamenti ignorandoli o negandoli, giustificandoli o riformulandoli.

La dissonanza provoca giustificazioni per spiegare l’incoerenza, argomentazioni, nuove prove a favore e realizzazione

dell’intenzione: si consolida un nuovo atteggiamento e viene reso immune da ulteriori modifiche.

Quando la giustificazione è insufficiente il cambiamento dell’atteggiamento è maggiore nella condizione di

giustificazione insufficiente.

(In)coerenza di atteggiamenti e comportamenti

Quali fattori influenzano l’eticità del consumo di carne?

L’attribuzione di priorità mentali agli animali è legata alla percezione del loro consumo come un comportamento non

etico. Le priorità mentali attribuite agli animali, possono essere più o meno salienti a seconda della situazione.

Esempio: atteggiamenti e consumo di carne

è 32 animali

è Commestibilità “mangeresti questo animale?”

Priorità mentali: “quanto ciascun animale possiede questa priorità?” Fame, paura, piacere, dolore, autocontrollo moralità,

memoria, emozioni, riconoscimento eccetera.

Risultato: c’erano diverse combinazioni di priorità mentali e attribuzioni di consumo. Minore attribuzione corrisponde

elevata commestibilità e viceversa.

Gli atteggiamenti forti hanno più probabilità di tradursi in comportamenti coerenti. Questo dipende dall’accessibilità,

dalla chiarezza, dalla stabilità e dalla certezza.

Un uso frequente rende l’atteggiamento accessibile, di conseguenza il legame con l’oggetto è più forte, e l’atteggiamento

torna in mente in presenza dell'oggetto.

Teoria del comportamento pianificato (1991, Ajzen)

Modello per spiegare relazione tra atteggiamenti e comportamenti

Questa teoria spiega come il legame è complesso, non è un legame diretto ma indiretto che passa attraverso il concetto di

intenzione, quindi. Il comportamento non è del tutto influenzato dall’atteggiamento che ho, ma passa prima

dall’intenzione. Questa volontà è influenzata dall’atteggiamento ma anche dalle norme soggettive e dal controllo

percepito.

Norma soggettiva —> percezione che altri per noi significativi approvino il comportamento che si intende mettere in

atto.

Esempio: se una persona vede che i propri familiari mangiano molta verdura percepirà questo comportamento come una

forma soggettiva e sentirà che approverebbero se anche lei lo facesse. Questo influirà sulla sua intenzione di mangiare

verdura.

Controllo percepito —> Percezione che io sia in grado di portare a termine un comportamento legato a

quell’atteggiamento legato al mio comportamento. Quindi percezione che vincoli esterni ed interni siano sotto il controllo

individuale.

Esempio: se una persona crede di riuscire a trovare facilmente piatti a base di verdure, di avere il tempo necessario per

acquistarla e essere in grado di cucinarla, probabilmente avrà anche una maggiore intenzione di consumare verdura.

Misure di questi tre concetti (atteggiamento, norma soggettiva e controllo percepito):

- Atteggiamento “per me mangiare molta verdura è inutile- utile"

Salvemini Leandra

- Norma soggettiva “la maggior parte delle persone importanti per me pensa che io dovrei mangiare molta verdura”

- Percezione di controllo comportamentale” mangiare molta verdura dipenderà interamente da me”

L’intenzione comportamentale “intendo mangiare molta verdura”

Comportamento: “quante porzioni di verdura consumi in un giorno?”

La teoria del comportamento pianificato include anche il costrutto di comportamento passato come determinante

delle intenzioni. Quando il comportamento è ben appreso e l’ambiente costante, la frequenza dell’atto contribuisce

all’intenzione di eseguirlo tramite processi automatici, in quanto abitudine. il comportamento passato, inoltre, può agire

come criterio di decisione: il fatto di aver già compiuto l’atto può rappresentare una ragione della sua esecuzione.

In alimentazione il comportamento passato (numero di porzioni di un alimento consumate in un certo arco temporale) è

considerato un predittore dell’intenzione e del comportamento futuro.

Mettere in atto frequentemente un comportamento non significa necessariamente sviluppare un’abitudine. Possiamo

definire l’abitudine come una propensione, basata sulla memoria, a rispondere automaticamente ai segnali che hanno

portato all’esecuzione del comportamento in passato. Più le persone ripetono un comportamento in un contesto stabile,

più il comportamento si attiva spontaneamente quando segnali contestuali catturano automaticamente l’attenzione e

contano meno di conseguenza le intenzioni e gli obiettivi. Le valutazioni razionali perdono di importanza, il

comportamento diviene radicato e automatico, e diviene molto complesso modificarlo.

La resistenza all’abitudine aiuta le persone a mantenere nel tempo comportamenti

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
21 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher underline7 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Alberici Isabella Augusta.