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Approccio Molecolare (Dinamico)

Questo approccio, tipico delle teorie dell'appraisal, considera le espressioni facciali come il risultato del processo dinamico di valutazione cognitiva dello stimolo. Ogni espressione facciale è vista come il prodotto momentaneo di un profilo specifico di appraisal (valutazione cognitiva dell'evento). In questo approccio, si analizzano le modificazioni facciali come indicatori del processo di valutazione dell'evento emotivo. Si riconosce che le espressioni facciali possono variare nel tempo in base alle modificazioni nell'antecedente, nell'appraisal e nei feedback dagli altri.

Funzione emotiva e prospettiva comunicativa

Durante gli anni '90, si è sviluppato un dibattito sulla funzione delle espressioni facciali, con due prospettive principali:

Prospettiva Emotiva: Questa prospettiva, sostenuta principalmente dai teorici delle emozioni discrete come Ekman e...

Izard suggerisce che le espressioni facciali abbiano principalmente un valore emotivo. Le espressioni facciali sono considerate la manifestazione immediata, spontanea e involontaria delle emozioni. Si sostiene l'ipotesi di isomorfismo, cioè che ogni emozione di base sia caratterizzata da un "programma" facciale, ovvero una configurazione specifica di movimenti muscolari. Questo approccio suggerisce che le espressioni facciali siano innate, universali e servano come via regia per manifestare gli stati emotivi interni.

PROSPETTIVA COMUNICATIVA: Questa prospettiva, promossa in particolare da Alan Fridlund e la sua teoria dell'ecologia comportamentale, suggerisce che le espressioni facciali abbiano principalmente una funzione comunicativa. Le espressioni facciali manifestano le intenzioni del soggetto e sono più accentuate quando si è in presenza di altri anziché da soli. Si riconosce un ruolo sociale significativo delle espressioni facciali.

poiché servono a comunicare con gli altri in base al contesto sociale e alle norme culturali. - Questa prospettiva suggerisce una dissociazione tra le espressioni facciali e gli stati psicologici interni, sottolineando che non tutto ciò che un individuo prova è necessariamente visibile all'esterno tramite il volto e che non tutto ciò che viene espresso corrisponde a un'esperienza emotiva. In entrambe le prospettive, il ruolo del contesto sociale, delle norme culturali e dei processi di regolazione emotiva è riconosciuto come influente nell'interpretazione delle espressioni facciali e nella loro relazione con le emozioni interne. Teorie classiche TEORIA PERIFERICA, JAMES-LANGE Nel 1884, William James propose una definizione empirica e verificabile delle emozioni, introducendo la teoria periferica o teoria del feedback. l'emozione = consiste nell'"avvertire" le modificazioni periferiche dell'organismo in risposta a uneventoemotivamente attivante. Questa teoria suggerisce che ogni emozione sia associata a una specifica configurazione di modulazioni neurofisiologiche e che l'emozione stessa sia il risultato della percezione di queste modulazioni a livello biologico e fisiologico, principalmente nei visceri o organi interni.

La teoria di James è stata formulata in un periodo in cui anche il fisiologo Lange aveva raggiunto conclusioni simili. Questa posizione è conosciuta come la teoria James-Lange o teoria periferica dell'emozione.

Tuttavia, questa teoria è stata successivamente messa alla prova attraverso esperimenti condotti da Sherrington e Cannon e ritenuta infondata per diverse ragioni:
a) I visceri sono caratterizzati da una sensibilità molto limitata e da motilità indifferenziata, il che significa che producono una gamma ristretta di sensazioni, troppo limitate per spiegare la varietà delle emozioni umane.
b) Larisposta dei visceri è troppo lenta per poter causare un'esperienza emotiva immediata. c) La sezionamento dei collegamenti tra gli organi interni e il Sistema Nervoso Centrale (SNC) non ha eliminato le reazioni emotive, dimostrando che non erano strettamente dipendenti da queste connessioni. d) Cambiamenti fisiologici simili tra loro sono stati associati a emozioni diverse. e) Cambiamenti fisiologici possono non essere sufficienti a suscitare una risposta emotiva, come dimostrato dall'inefficacia dell'iniezione di adrenalina nel provocare un'esperienza emotiva. Pertanto, la teoria James-Lange è stata progressivamente riformulata e integrata con altre prospettive per fornire una comprensione più completa delle emozioni. IPOTESI DEL FEEDBACK FACCIALE James attribuiva grande importanza non solo ai segnali di feedback viscerali ma anche ai segnali muscolari nell'esperienza emotiva. Queste idee sono state riprese da teorici come Tomkins, Ekman e Izard, i quali

Il ruolo del volto nell'esperienza emotiva

È stato proposto che il volto svolga un ruolo centrale nell'esperienza emotiva. Questa prospettiva suggerisce che le espressioni facciali forniscono una varietà di informazioni, tra cui segnali propriocettivi (relativi alla posizione del corpo), segnali motori (legati ai movimenti muscolari), segnali cutanei (che coinvolgono la pelle) e segnali vascolari (che riguardano i vasi sanguigni) che influenzano il processo emotivo.

Esistono due versioni di questa ipotesi, una forte e una debole:

  • Versione forte: le espressioni facciali, da sole, sono sufficienti a generare l'emozione.
  • Versione debole: il feedback facciale aumenta soltanto l'intensità e la durata dell'emozione.

Per verificare tale ipotesi sono stati impiegati due paradigmi sperimentali:

  1. Paradigma dell'esagerazione: Nelle ricerche sull'espressione facciale delle emozioni, è emerso che i soggetti possono modificare volontariamente le loro espressioni facciali, sia esagerandole che...
inibendole.—> possono cercare di mostrare emozioni in modo più evidente o cercare di nasconderle. Ciò che è interessante è che queste modi comportamentali del volto hanno un impatto sull'esperienza soggettiva dell'emozione. Quando le persone esagerano le espressioni facciali emotive, l'emozione tende a intensificarsi nell'esperienza soggettiva. (Adelmann e Zajonc) Esperimento: soggetti valutano stimoli eversivi come meno dolorosi e più piacevoli quando cercano di inibire le espressioni facciali. Paradigma dell'induzione muscolare: In studi condotti da Levenson ed Ekman, è emerso che i soggetti possono contrarre volontariamente i muscoli facciali coinvolti in una specifica emozione. Quando assumono volontariamente le espressioni facciali corrispondenti a un'emozione, questa esperienza è associata a una maggiore intensità dell'emozione stessa. In altre parole,

Se una persona contrae volontariamente i muscoli del viso tipicamente coinvolti in un'emozione, sentirà quell'emozione in modo più intenso, soprattutto se l'espressione assunta è molto simile a quella prototipica dell'emozione.

Esperimento: ai soggetti viene chiesto di tenere una matita tra le labbra oppure tra i denti. I soggetti valutano minore o maggiore divertimento nel guardare i cartoni animati.

Teoria vascolare dell'effereza emotiva, Zajonc: La respirazione e i movimenti facciali, influenzando i meccanismi di termoregolazione cerebrale, modulano l'esperienza emotiva.

- Muscoli facciali e flusso sanguigno: I muscoli facciali sono in grado di influenzare l'efflusso sanguigno del sangue venoso nel volto. Questa rete venosa svolge un ruolo cruciale nella regolazione della temperatura cerebrale poiché contribuisce al raffreddamento del sangue arterioso che raggiunge il cervello.

- Termoregolazione cerebrale e stati emotivi

Il sistema vascolare del volto e la modalità di respirazione nasale svolgono un ruolo importante nella regolazione termica dell'ipotalamo, che a sua volta influenza gli stati emotivi. D'altra parte, un aumento della temperatura nell'ipotalamo è associato a stati emotivi negativi. Questo suggerisce che la regolazione periferica, inclusa la regolazione della respirazione, può influenzare l'esperienza emotiva. TEORIA CENTRALE DELLE EMOZIONI (1927) - CANNON-BARD Cannon propose la teoria centrale delle emozioni, contrapponendosi alla teoria periferica. Secondo la sua teoria, sia l'attivazione fisiologica (arousal) che l'esperienza emotiva sono causati dallo stesso stimolo nervoso prodotto nel talamo. Cannon sottolineò che le emozioni si verificano troppo rapidamente per essere regolate dalle attività lente e generiche del Sistema Nervoso Autonomo e della muscolatura liscia dei visceri, concentrandosi invece sul Sistema Nervoso.

Centrale.Cannon osservò che i segnali nervosi provenienti dalla regione talamica erano in grado di innescare le espressioni facciali e i comportamenti emotivi, nonché di influenzare la componente soggettiva delle emozioni attraverso le connessioni con la corteccia cerebrale. Secondo questa teoria, sia l'arousal (attivazione fisiologica) che l'esperienza emotiva sono causati dallo stesso stimolo nervoso proveniente dal talamo.

Cannon ha studiato in particolare l'arousal simpatico, che comprende risposte fisiologiche come il battito cardiaco accelerato, la respirazione più veloce, la sudorazione, la vasocostrizione e altri cambiamenti corporei che si verificano simultaneamente con l'emozione. Tuttavia, la teoria di Cannon non ha tenuto conto di variabili cognitive, sociali, culturali e di personalità nell'esperienza emotiva, concentrandosi principalmente sulla componente biologica.

Oggi sappiamo che

L'ipotalamo svolge un ruolo importante nell'esperienza emotiva, ma la comprensione delle emozioni coinvolge anche aspetti cognitivi, sociali e culturali.

UNICITÀ VS MOLTEPLICITÀ DEI SISTEMI NEUROFISIOLOGICI SOTTESI ALLE EMOZIONI

  1. Ipotesi di James—> ogni emozione presenta una propria speci ca con gurazione di risposte siologiche.
  2. Ipotesi di Cannon—> tutte le emozioni presentano la stessa con gurazione di risposte siologiche osservate nella relazione di emergenza.

Esse sono due teorie contrapposte, entrambe allo stato attuale che non risultano empiricamente confermate.

LA TEORIA COGNITIVO-ATTENZIONALE O DEI DUE FATTORI

Schachter e Singer hanno formulato la teoria cognitivo-attivazionale delle emozioni, che ha introdotto una componente psicologica nello studio delle emozioni. Questa teoria, nota anche come teoria dei due fattori o teoria attribuzionale, sostiene che le emozioni siano il risultato dell'interazione tra due componenti.

principali: - l'attivazione siologica (arousa

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
70 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alice03-- di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Balzarotti Stefania.