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La motivazione

Parte da uno stato di deficit psicologico o fisiologico (quindi negativo) e contiene i presupposti di un'azione che ha come obiettivo quello di eliminare questo deficit.

Lo studio della motivazione si interessa:

  • del perché le persone si comportano in un certo modo
  • perché scelgono un particolare corso di azioni preferendole ad altre
  • perché continuano nell'azione scelta, spesso per un lungo periodo, fronteggiando difficoltà e problemi

In termini generale, la motivazione può essere descritta come la direzione e la durata dell'azione.

Motivazione e lavoro

Il vero problema non è motivare le persone: l'uomo è per sua natura motivato essendo un sistema organico e non meccanico (McGregor, 1966), ma quello di dirigere le energie in particolari azioni piuttosto che in altre.

Solo raramente il comportamento umano può considerarsi come una risposta diretta alla realtà, molto più spesso è,

Invece, una reazione alla percezione che di questa ha l'individuo. Il comportamento è una reazione la percezione a quello che stiamo vivendo, non una risposta diretta alla realtà.

Interventi

Per migliorare il lavoro in una organizzazione, l'attenzione deve essere posta:

  • Sul livello di motivazione dei suoi membri
  • Sui loro bisogni e aspettative
  • Sul modo in cui questi influenzano il comportamento e la performance

Motivazione

Da una analisi delle teorie motivazioni, Mitchell (1982) identifica 4 caratteristiche comuni che sottostanno alla definizione di motivazione:

  1. È un fenomeno individuale
  2. È volontaria
  3. È multidimensionale
  4. Lo scopo delle teorie motivazionali è di predire il comportamento

La motivazione non può essere identificata né con il comportamento in sé, né con la performance.

La motivazione riguarda l'azione, le forze interne ed esterne che influenzano la scelta di una persona ad agire. Le prime

idee sulla motivazione si trovano nel Scientific Management (nel lavoro di Taylor) oppure nell'approccio delle human relations. In questo periodo si parlava di motivazione estrinseca, ed è qui che si sviluppano molte teorie relative alla natura delle motivazioni al lavoro. Due approcci (Vroom): - Le teorie di contenuto: tendono ad individuare gli elementi specifici che generalmente motivano le persone al lavoro e si prefiggono di identificare i bisogni delle persone e la loro relativa forza e gli incentivi che essi ricercano per soddisfare i bisogni. Le teorie di contenuto hanno origine dall'opera di Maslow (1954). Definiscono cosa nella persona o nel suo ambiente attrae l'attenzione e causa il comportamento; specificano il genere dei bisogni e la natura dei risultati; ma non spiegano in che modo una persona raggiunge quello che per lei è importante né come il comportamento si sviluppa nel tempo. - Le teorie di processo: cercano di identificare la relazione tra le idee sulla motivazione e il comportamento effettivo. Si concentrano sul processo attraverso il quale le persone scelgono tra diverse alternative di comportamento e come valutano i risultati delle loro azioni. Queste teorie cercano di spiegare come le persone si motivano e come si impegnano nel lavoro.

Le variabili dinamiche determinano la motivazione e influenzano sia le prestazioni che il modo di procedere delle persone nell'iter lavorativo. Le teorie di processo risalgono all'opera di Vroom (1964) e si riferiscono al modo in cui il comportamento è attivato, scelto, mantenuto o cambiato, senza precisarne le cause.

Lo schema di Thierry (1998) classifica le teorie motivazionali in base alla prima dimensione, che esamina sia il contenuto che il processo della motivazione. Le polarità della seconda dimensione non devono essere considerate in contraddizione tra loro: con il rinforzo si sottolinea l'aspetto meccanicistico, mentre con la cognizione si evidenziano le operazioni e le costruzioni messe in atto da una persona autonoma che crea il suo mondo.

Nelle teorie del rinforzo, la motivazione è definita in termini di drive e...

Di forme di apprendimento non cognitivo. I risultati positivi (reward, ricompense) rinforzano il legame con il comportamento immediatamente precedente (rinforzo positivo), quelli negativi (punizioni), invece, porteranno, più o meno rapidamente, ad estinguere la relazione tra comportamento e risultato. Una forma di rinforzo negativo si verifica anche quando si manifesta un particolare comportamento che causa una ricompensa negativa (ad esempio, critiche). In queste teorie l'individuo è considerato essenzialmente come un organismo passivo soggetto ai processi di rinforzo.

Le teorie cognitive condividono l'assunto che la persona sia un processore attivo di informazioni: percepisce i segnali, li interpreta, li inserisce in memoria e li riprende quando necessari, progetta la rappresentazione dell'ambiente, sviluppa le intenzioni e le aspettative, le confronta.

Comparate con le teorie del rinforzo (stimolo-risposta), le teorie cognitive presentano solo una connessione stimolo-organismo-risposta.

L'ambiente non esiste indipendentemente dall'individuo, non è considerato oggettivo, ma piuttosto come una costruzione soggettiva di un organismo pensante.

Classificazione delle teorie sulla motivazione al lavoro (Kanfer, 1990)

Individua tre diversi approcci:

  1. Approccio bisogni-motivi-valori: centralità dei bisogni insoddisfatti nell'orientamento dei comportamenti, quindi la motivazione addisce grazie allo stimolo generati dal desiderio di colmare i bisogni insoddisfatti. La gerarchia dei bisogni di Maslow, la teoria ERG di Alderfer, la teoria dei due fattori di Herzberg, la motivazione alla riuscita di McClelland, la teoria di Atkinson dellamotivazione a realizzarti, la teoria dell'equità di Adams.
  2. Approccio della scelta cognitiva: le persone scelgono tra diversi comportamenti sulla base delle aspettative e della valutazione soggettive delle conseguenze associate a ciascuna alternativa d'azione teoria dell'aspettativa di Vroom.
teoria dell'orientamento al futuro di Raynor, la teoria dell'attribuzione di Weiner3. Approccio dell'autoregolazione: la base della motivazione sta nella possibilità di definire obiettivi, di esserne consapevoli e sapere come raggiungerli e le teorie dell'apprendimento sociale (il modello del goal setting) Motivazione intrinseca ed estrinseca La motivazione intrinseca è correlata alle ricompense psicologiche come l'opportunità di usare le proprie abilità, in un senso di sfida e di achievement, l'essere apprezzati, l'ottenere riconoscimenti. La motivazione estrinseca è correlata alle ricompense tangibili come il salario, la sicurezza, la promozione, il contratto, l'ambiente e le condizioni di lavoro. Classificazione della motivazione al lavoro Orientamento strumentale: ricompense economiche, salario, fringe benefits, diritto alla pensione e sicurezza; la persona si interessa ad altre cose. Orientamento personale:soddisfazione intrinseca, che deriva dalla natura del lavoro stesso, dall'interesse per il lavoro e per lo sviluppo e la crescita personale; si è interessati di se stessi. Orientamento relazione: relazioni sociali, come l'amicizia, il gruppo di lavoro, il desiderio d'affiliazione, status e dipendenza; si punta sulle altre persone.. motivazione estrinseca TEORIE MOTIVAZIONALI MASLOW Abraham H. Maslow è uno dei principali esponenti della psicologia umanistica.. Egli non studia la motivazione al lavoro, perché il suo obiettivo è quello di proporre un'immagine di "uomo-sano" consapevole di poter contribuire attivamente alla propria realizzazione. La sua opera si basa fondamentalmente sull'analisi di un giorno qualunque: come l'uomo sano si comporta, come lo mette in atto, cosa lo spinge a fare determinate cose piuttosto che altre. Non quindi all'interno del contesto lavorativo, ma nella sua vita in generale. Egli ha

come nucleo centrale la gerarchia dei bisogni (1954) secondo cui la motivazione è funzione dellasoddisfazione di cinque categorie di bisogni. Per ogni categoria viene indicata una semplice etichetta; ognitipo di bisogno comprende differenti fenomeni comportamentali. La gerarchia, che si basa sul principiodella relativa potenza, è formata dai bisogni fisiologici, di sicurezza, di affiliazione, di stima e diautorealizzazione. Non vuol dire successo, ma per Maslow èuna persona che riesce a sviluppare almassimo quello che lei è, indipendentementedal riconoscimento esternoSia autostima che eterostima (quantoviene stimato e riconosciuto dagli altri) Possono essere consideraticome bisogni primari,garantiscono la sopravvivenzadelle personeMaslow (una delle critiche) dice che questa gerarchia è uguale per tutti gli uomini (no differenze culturali,di contesto ambientale ecc) e il passaggio dalla gratificazione di un bisogno al bisogno successivo,

importanza). La gerarchia dei bisogni di Maslow si basa sulla teoria dei bisogni umani, che afferma che i bisogni umani sono organizzati in una gerarchia di importanza. Di seguito è riportato il testo formattato con i tag HTML corrispondenti:

Avviene soltanto quando il bisogno dev'esser stato completamente soddisfatto. Qual è il criterio in base al quale ha costruito la gerarchia?

La gerarchia è costruita in base alla forza dei bisogni, non all'importanza dei bisogni. I bisogni che sono alla base della gerarchia hanno una forza maggiore nel dirigere il comportamento delle persone.

La gerarchia:

Per Maslow l'uomo è: un essere mancante. Quindi perché c'è una gerarchia? Perché c'è un continuo tentativo di soddisfare dei bisogni.

L'elemento innovativo che Maslow porta all'interno delle teorie motivazionali è che i bisogni non possono essere classificati in una somma aritmetica di membri isolati e discreti, ma devono essere ordinati in una gerarchia di specificità.

E proprio per questo non è possibile redigere una lista catalogante dei bisogni (= uguaglianza intesa in termini sia di forza che di importanza).

probabilità di verificarsi); la probabilità che un bisogno divenga cosciente dipende dallo stato di soddisfazione o insoddisfazione degli altri. Principi base della gerarchia I bisogni danno vita ad una gerarchia costituita su due principi: 1. Il principio della relativa forza, cioè i bisogni alla base della gerarchia hanno una forza maggiore nell'orientare ed indirizzare il comportamento dell'individuo e non possono semplicemente essere ricondotti ad un ordine che classifica dal più basso al più alto. Esistono reali differenze psicologiche fra i bisogni definibili come più alti o più bassi. E', quindi, l'organismo stesso che si impone delle gerarchie di valori. 2. Il principio dinamico fa emergere i bisogni meno potenti solo quando sono stati gratificati quelli più potenti. L'individuo agirà in modo da diminuire lo stato di disagio. Soddisfazione - Insoddisfazione Per Maslow la soddisfazione el'insoddisfazione
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
97 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/06 Psicologia del lavoro e delle organizzazioni

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Eeleenuzzz di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Maeran Roberta.