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PSICOPATOLOGIA IN ADOLESCENZA E COMPORTAMENTI A RISCHIO

Disturbi d'ansia

L'ansia è una delle emozioni fondamentali della vita quotidiana di tutte le persone che caratterizza l'intero arco di vita; include variazioni di stato psicofisiologico ed è caratterizzata da un sentimento di pericolo imminente legato all'attesa di eventi imprevisti e negativi che provocano smarrimento ma non è da considerarsi sempre negativa, infatti se non supera certi limiti migliora notevolmente la prestazione del soggetto.

Tipica della prima adolescenza è la presenza di ansia sociale e delle preoccupazioni relative al confronto interpersonale. Questo confronto può riferirsi alle modificazioni corporee tipiche di questa fase o ai comportamenti/atteggiamenti usati dagli adolescenti. Nel corso dell'adolescenza, infatti, compare la capacità di anticipazione degli eventi che incide sull'ansia anticipatoria.

Le categorie diagnostiche degli attuali

disturbi d'ansia non prevedono classificazioni specifiche per l'adolescenza; Ma una sindrome che risulta specifica nell'infanzia è l'ansia da separazione. Il disturbo d'ansia può essere più o meno importante in base alla gravità, alla pervasività, e alla persistenza di comportamenti che limitano il normale funzionamento del soggetto. Il DSM afferma che uno stato di ansia acuto può rendere il soggetto inabile per un periodo di tempo, può indurre reazioni fisiologiche. Nel caso delle fobie inizia come reazione a certi stimoli o circostanze mentre nel caso dell'ansia generalizzata è un'apprensione che tiene il soggetto in uno stato di costante vigilanza. Nel DSM-IV.TR i disturbi d'ansia vengono suddivisi in: disturbo d'ansia da separazione - disturbo d'ansia generalizzato - disturbo da attacchi di panico - disturbo fobico - DOC - disturbo post traumatico da stress. Questi disturbi sono frequenti in.

Età evolutiva e hanno comorbilità con dist depressione, dist della condotta e con forme di abuso o dipendenza da alcolici. Una diagnosi di dist d'ansia può essere riscontrabile nel periodo subito precedente un esordio di depressione maggiore. Si assiste a maggiore persistenza delle sindromi ansiose nel sesso femminile.

Disturbi dell'umore: depressione

La depressione è caratterizzata da sintomi come tristezza, svogliatezza, pianto, difficoltà di concentrazione, autosvalutazione, pensieri suicidari ma allo stesso tempo comprende sintomi come il senso di grandezza, l'iperattività, l'agitazione e la loquacità. Spesso la ritroviamo in altri disturbi come sonno, ansia e comportamento alimentare. In adolescenza è difficile riscontrare tutti questi sintomi insieme ed è più tipico registrare "equivalenti depressivi" cioè depressioni mascherate dove l'aspetto della depressione è

poco evidente e caratterizzato soprattutto da disobbedienza, noia, dolori addominali, ipocondria, esibizionismo. La differenza tra depressione in adolescenza e età adulta, infatti, è nel modo in cui i sintomi si presentano. I principali fattori predisponenti che emergono sono la difficoltà nel processo di individuazione e separazione dalle figure genitoriali, la presenza di attaccamento insicuro, rappresentazioni negative di se stessi e gli altri, presenza di depressione in famiglia, autocritica, senso di inadeguatezza, sentimenti di eccessiva dipendenza dagli altri. Altre caratteristiche dell'adolescente che si possono associare alla depressione sono disturbi d'ansia e della condotta, calo del rendimento scolastico. Le ragazze manifestano il loro malessere con preoccupazioni sull'immagine del corpo, sul loro peso e con dolori di vario genere mentre i ragazzi, per mascherare la sofferenza, mettono in atto comportamenti violenti. Il disturbo si manifesta dipiù nel sesso femminile e questo può derivare da cambiamenti ormonali durante la pubertà, da meccanismi della regolazione genetica, dalla capacità di conservare un supporto sociale e dal modo in cui le emozioni sono espresse e regolate. Il DSM-IV suddivide i disturbi dell'umore in: disturbi depressivi - disturbi bipolari - altri disturbi dell'umore. Il DSM in riferimento alla depressione in infanzia e adolescenza indica l'irritabilità come il tratto più evidente di un'alterazione dell'umore e di tipo disforico e la durata deve essere almeno 1 anno. L'ICD-10 inserisce la depressione all'interno della categoria delle Sindromi Affettive. Da alcuni studi emerge che 2/3 degli adolescenti depressi presentano una storia clinica di disturbi ansiosi nell'infanzia che spesso evolve in depressione maggiore nell'età adulta. TENTATIVI DI SUICIDIO Il tentativo di suicidio, in Italia, come in Francia, rappresenta la

La seconda causa di morte per i giovani al di sotto dei 21 anni, dopo gli incidenti stradali, è il suicidio. Tuttavia, i dati ISTAT del 2008 mostrano che non è un fenomeno tipico delle età giovanili, con 37 suicidi su 2828 e 85 tentati suicidi su 3327 nella fascia di età al di sotto dei 18 anni.

Mentre è possibile definire il suicidio come la volontà e il desiderio cosciente di darsi la morte, il tentato suicidio è caratterizzato dall'insuccesso di un suicidio, indipendentemente dalle cause che hanno portato a quell'insuccesso. Sono significativi anche gli equivalenti del suicidio, ossia quei comportamenti che mettono in pericolo la vita del soggetto, come la guida in stato di ebrezza.

Il tentativo di suicidio non trova nessuna classificazione né nel DSM-IV né nell'ICD-10.

Il suicidio è più frequente tra i maschi, mentre i tentativi di suicidio hanno una forte prevalenza nelle femmine.

Antecedenti individuali al suicidio o tentato suicidio

possono essere: problemi di salute (mal di testa o di stomaco, incubi, fatica); malattie croniche (asma, insufficienza renale); comportamenti aggressivi o delinquenziali (furto, racket); fughe e abuso di sostanze. A livello psicologico, gli adolescenti che hanno compiuto un tentativo di suicidio, presentano una maggiore frequenza di pensieri tristi, una percezione negativamente più marcata di sé, idee di morte e idee di suicidio. Uno dei fattori di rischio che ha trovato maggior riscontro è l'insuccesso scolastico. Sembrerebbe, inoltre, che i disturbi psichiatrici in uno o ambedue i genitori, la presenza di alcolismo e suicidi o tentati suicidi nelle famiglie e decessi sono tra gli antecedenti psicopatologici a livello familiare più frequenti. Fra i mezzi più utilizzati per il tentativo di suicidio si trova l'assunzione orale di farmaci, di altri prodotti tossici e di forti dosi di droga. Marcelli e Braconnier parlano di sindrome di tensione pre-suicidio e disindrome di pseudo-guarigione. Con la prima descrivono la situazione in cui l'individuo si trova nelle settimane precedenti al gesto suicida: lamenta malesseri tali da consultare il medico, che gli prescrive un farmaco, il quale verrà utilizzato come mezzo per il tentativo di suicidio. Nelle ore o nei giorni precedenti, l'adolescente prova angoscia e paura, difficili da contenere, se non passando all'agito. La sindrome pseudo-guarigione descrive il frequente placarsi delle tensioni dopo il tentativo di suicidio; l'adolescente critica il gesto che ha fatto, banalizza le difficoltà che lo hanno spinto a metterlo in atto e i genitori si riuniscono attorno al figlio, dimenticando momentaneamente le difficoltà e i conflitti. Questo comportamento può rafforzare il comportamento suicida e favorire le recidive. La recidiva è, infatti, il rischio più grave, soprattutto per le ragazze. Il tentativo di suicidio ha un'altissimacomorbilità con la depressione, ma anche con i disturbi della condotta, con il consumo di sostanze e con i disturbi di adattamento. Il tentativo di suicidio va interpretato come un gesto estremo, una forma di comunicazione per mantenere o ristabilire una relazione con gli altri.

DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

Il comportamento alimentare, fondamentale per la sopravvivenza, può diventare, durante l'adolescenza, un ambito di rischio in relazione soprattutto alla percezione che il soggetto ha di sé e alle relazioni sociali tra coetanei.

Il corpo dell'adolescente subisce una serie di mutamenti ormonali e fisiologici che lo inducono a rivalutare il proprio corpo come nuovo e a ristrutturare la propria immagine di sé. Tale processo di auto-organizzazione e di ristrutturazione individuale implica anche la ridefinizione delle relazioni sociali. Gli adolescenti, impegnati nella gestione di questi importanti cambiamenti fisici e psicologici, provano sensazioni

di insicurezza e di maggiore vulnerabilità alle influenze sociali dei mass media, che propongono come equivalente di bellezza un corpo magro e scattante. L'esigenza di conformare il proprio corpo ai canoni di bellezza proposti dalla società, è oggi molto forte e il desiderio di essere magri è divenuto normativo. È così che piccole variazioni di peso, normali in adolescenza perché conseguenti alle variazioni ormonali, diventano motivo di insoddisfazione e vergogna. Il corpo diventa quindi oggetto di manipolazione del soggetto, il quale adotta comportamenti e regimi alimentari restrittivi, pur di modificarlo. I disturbi del comportamento alimentare rappresentano un agito sul proprio corpo, una difesa parziale nei confronti dell'elaborazione mentale, un veicolo preferenziale per comunicare e mostrare un disagio psicologico. Il DSM-IV classifica i disturbi del comportamento alimentare in: - anoressia nervosa; - bulimia nervosa;disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificato. Il "disturbo da alimentazione incontrollata", viene classificato tra le diagnosi che necessitano di ulteriori studi. L'anoressia nervosa è un quadro clinico caratterizzato da: rifiuto estremo del cibo, da un significativo dimagrimento, da amenorrea, iperattività, da una percezione distorta del proprio corpo, da un disinteresse per la sessualità e per i rapporti sociali. L'anoressia è prevalentemente femminile e si manifesta frequentemente tra sorelle o nelle figlie di mamme che abbiano precedentemente sofferto questo disturbo. La bulimia nervosa è una patologia piuttosto recente, è stata identificata soltanto nel 1979. Tale quadro clinico presenta ricorrenti abbuffate, accompagnate dal bisogno intenso di ingurgitare grandi quantità di cibo, dal sentimento di perdita del controllo e dall'assunzione di condotte compensatorie (vomito, diete, lassativi) per il controllo del peso.timore di aumentare il proprio peso corporeo. Negli ultimi anni la bulimia sta diventando molto più frequente dell'anoressia e le condotte anoressiche e
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
18 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Cici89 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Sica Claudio.