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ANALISI DEI COSTI

Per conoscerli meglio dobbiamo classificarli guardandoli sotto diversi punti di vista.

Per ogni singolo punto di osservazione è possibile avere una diversa classificazione.

0. Posso guardare l’origine (contabilità analitica) o la destinazione (contabilità generale)

1. COSTI AZIENDALI: costi industriali, commerciali, amministrativi, generali

Collegati all’area gestionale a cui sono riferiti ed è la prima basilare classificazione dei costi per destinazione

Possiamo dividere i costi aziendali in

. costi industriali: tutti quei costi necessari allo svolgimento del processo produttivo

. costi commerciali: vengono sostenuti per provvedere alla distribuzione e alla vendita dei prodotti

(es: stipendio del corriere; costi pubblicitari; punti vendita; trasporto)

. costi amministrativi: le individuiamo per esclusione. Ne fanno parte tutti i costi che rendono possibile il

mantenimento della struttura (es: uffici amministrativi; bolli; consulenti; tasse; interessi passivi)

. spese generali

2. COSTI VARIABILI e COSTI FISSI

(rispetto ai volumi produttivi, dunque è necessario un preciso punto di riferimento per poterlo verificare)

Ci sono dei costi che all’aumentare della quantità prodotta e venduta aumentano proporzionalmente mentre

altri restano più o meno stabili.

I costi fissi rimangono fissi entro un determinato limite di volumi produttivi ed entro una determinata capacità

produttiva (es: questa struttura mi permette di mantenere i costi fissi entro una produzione di 10000 pezzi, se

decido di produrne di più aumentando quindi il volume produttivo i costi fissi variano)

COSTI VARIABILI

variano al variare della produzione

• Materie prime e sussidiarie

• Materiali di consumo

• Costi del packaging

• Spese di trasporto e spedizione

• Provigioni riconosciute agli agenti di commercio

• Alcuni costi variabili all’interno della manodopera (outsourcing) dove il sistema legislativo lo consente (ciò che

è vero in Cina non è vero in Italia)

COSTI FISSI

Non variano al variare della produzione entro un certo limite

• Quote di ammortamento

• Stipendi (pagamento a cottimo, pagamento in funzione della quantità prodotta – non esiste in Italia)

• Costo del personale (spese del personale)

• Affitti, noleggi e leasing

• Consulenze e assistenza

• Assicurazione

• Interessi passivi su mutui

• Canoni e concessioni

• Imposte

• Energia*

• Costi telefonici

Costi per pubblicità

*sotto il profilo teorico la spesa per energia si suddivide in due categorie:

- quota fissa collegata all’illuminazione generale

- quota variabile in relazione all’energia utilizzata per i macchinari

-> per essere suddivisa in queste due categorie è necessario un particolare tipo di impianto elettrico che mi consente

di dividere l’energia utilizzata dai macchinari da quella per l’illuminazione

3. COSTI DIRETTI (speciali) E INDIRETTI (comuni)

La distinzione si fa sulla base del collegamento ad un oggetto di riferimento. Solitamente li consideriamo diretti

COSTI DIRETTI: e indiretti rispetto al prodotto realizzato e venduto oppure possono fare riferimento ai servizi, le divisioni,

sono costi varie fasi del processo produttivo ecc…

specifici di un

singolo prodotto Un costo indiretto è comune a uno o più oggetti di riferimento e non è riferibile ad un singolo prodotto.

che possono NON Ci sono dei costi che sono specifici di un unico prodotto e quindi possono essere attribuiti a quel prodotto in

variare al variare maniera oggettiva

dei volumi

produttivi

La definizione di costi diretti e indiretti deriva da un ulteriore distinzione ovvero quella tra costi speciali e costi comuni.

• COSTI SPECIALI: sono costi sostenuti esclusivamente per realizzare un unico prodotto. Sono sostenuti

unicamente per un oggetto di riferimento (di solito i singoli prodotti ma non è sempre così, potrebbe essere

una zona geografica…)

unico oggetto di riferimento – attribuiti in modo oggettivo – attribuzione diretta

. es: costo specifico o speciale del prodotto A che può essere attribuito in modo diretto ad un operaio che

lavora a quel prodotto

• COSTI COMUNI: sono costi riferibili a più oggetti di riferimento, dunque costi che vengono sostenuti a fronte

di fattori produttivi che vengono utilizzati tanto per il prodotto A che per il prodotto B. Essi possono essere

dunque comuni a due o più oggetti di riferimento, di conseguenza l’attribuzione del costo ai singoli oggetti di

riferimento non può essere oggettiva ma deve passare attraverso una revisione fatta da un analista.

riferibili a risorse che vengono utilizzate su più produzioni – implicano una soggettività – attribuzione

indiretta – è richiesto l’intervento di un analista

. es: nel caso dei costi in cui un operario, lavori, in parte per la realizzazione del prodotto A ed in parte alla

realizzazione del prodotto B, per poter attribuire il costo devo ricorrere a delle metodologie che implicano un

intervento discrezionale dell’analista

QUESTE PRIME 3 CLASSIFICAZIONI SONO LE FONDAMENTALI

Ø Per completezza illustriamo anche le altre:

4. COSTI CONSINTIVI E PREVENTIVI

I consuntivi vengono individuati ex post

I preventivi vengono individuati ex ante, riguardano delle previsioni riguardanti il futuro, li troviamo nel

sistema di budgeting

5. COSTI CONTROLLABILI (unsunk cost) E NON CONTROLLABILI (sunk cost)

Sui controllabili le diverse scelte manageriali possono imprimere una differente struttura

. es: posso scegliere se ricorrere più alle macchine o al personale e viceversa modificando il modello

organizzativo e di produzione variando la struttura dei costi

. es ci sono molte aziende che preferiscono la via dell’internalizzazione e invece ci sono aziende che

preferiscono un modello che ricorre all’outsourcing ovvero esternalizzano alcune fasi del processo di

produzione

mentre quelli non controllabili sono governati dal mercato esterno e su di essi vi è poco potere di intervento

(tasse).

6. COSTI DI STRUTTURA E DISCREZIONALI

I costi di struttura sono quei costi di cui non posso fare a meno e senza i quali non riuscirei a portare avanti il

mio processo produttivo, sono quei costi anche detti strumentali.

Sono invece considerati discrezionali quei costi su cui ho potere di intervento e che dunque posso decidere se

effettuare o meno (costi legati alla pubblicità e alla comunicazione; costi di ricerca e sviluppo; costi di

formazione; per le consulenze relative al processo di produzione). Dunque posso valutare se sostenerli nel

caso in cui reputi che queste spese mi permettano di implementare la struttura aziendale ma non intaccano il

processo produttivo, solo la qualità e l’efficienza.

RICLASSIFICAZIONE TRA COSTI EFFETTIVI E COSTI STANDARD

• COSTI EFETTIVI: sono costi reali, consuntivi e dunque effettivamente sostenuti

• COSTI STANDARD: nell’analisi del processo produttivo, invece di andare a determinare i costi effettivamente

sostenuti dall’azienda vado a prendere come parametro di riferimento quei costi che derivano da una media

storica (o dell’azienda nel tempo o di altre aziende nel settore).

Quindi se in funzione delle caratteristiche del settore se per realizzare un prodotto ci vogliono in media tot

soldi prendo come riferimento questo costo standard.

Possiamo quindi dire che i costi standard sono quei costi che vengono utilizzati come parametro di riferimento

per capire se per la realizzazione di uno specifico prodotto ho speso di più o di meno.

Sono dei costi che vengono utilizzati come parametri di riferimento in sostituzione dei costi reali.

. es: quando arrivo alla fine del processo produttivo per arrivare alla fase di reporting metto in relazione i costi

preventivi e i costi consuntivi, in realtà in molti sistemi di controllo di gestione il confronto non viene fatto tra

costi preventivi e consuntivi ma viene effettuato tra costi preventivi e costi standard

EFFICIENZA, EFFICACIA ED ECONOMICITÁ

• EFFICIENZA: è la misura principale di tutte le materie economiche, il principale economico di fatti in tutte le

sue declinazioni è “ho scarse risorse a disposizione e devo allocarle con efficienza”.

L’efficienza mette dunque in rapporto le risorse utilizzate (input) rispetto ai risultati ottenuti (output).

Dunque, a parità di risorse utilizzate se ottengo un risultato migliore sono più efficiente.

Rappresenta così la capacità di minimizzare gli sprechi e le risorse utilizzate a fronte di un massimo risultato

*tramite il controllo di gestione si va a migliorare tale aspetto

• EFFICACIA: mette in rapporto gli output, di fatti un’azione è efficace se il risultato ottenuto è vicino o uguale

all’obbiettivo che mi ero prefissato. È quindi tecnicamente il rapporto tra obiettivo raggiunto e obbiettivo

prefissato.

• ECONOMICITÀ: può essere definita come la definizione in termini monetari dell’efficienza in quanto mentre

l’efficienza viene definita sulla base delle risorse (metto in rapporto materie fisiche), l’economicità viene

definita su base monetaria (metto in rapporto i costi e il valore dell’output ottenuto – quanto mi costano le

risorse è quanto vale l’output).

*NB: efficienza ed economicità per quanto possono essere legate non sono conseguenza l’una dell’altra, di fatti posso

essere economico ma non efficiente o efficiente ma non economico

COSTI FISSI E COSTI VARIABILI

• La quantità dei costi è la variabile di riferimento

• Da questa distinzione posso determinare il BEP e applicare la BEP analysis

• Posso determinare la leva operativa

Qual è la produzione minima da realizzare per poter cominciare a realizzare un profitto?

BREAK EAVEN POINT – punto di rottura

Punto in corrispondenza del quale i ricavi sono uguali ai costi (ricavi totali = costi totali)

Il break even point individua la quantità di equilibrio, ovvero quella che assicura una situazione di pareggio tra ricavi e

costi (graficamente rappresenta l’intersezione tra costi e ricavi).

FORMULA BREAK EVEN POINT

BREK EVEN ANALYSIS – ANALISI DI WHAT IF

Ci consente di individuare sia il brek even point ma anche di fare tutta una serie di ulteriori simulazioni, degli scenari

ipotetici e quindi di fare un’analisi più ampia di quelle che potrebbero essere le strategie.

Oltre ad individuare il punto di equilibrio, attraverso questo strumento, possiamo vedere cosa succede se aumentiamo

i prezzi, diminuiamo i costi fissi ecc… quindi possiamo fare una serie di simulazioni e verificare qual è lo scenario più

conveniente.

Se il BEP

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
57 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher benny699698 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pianificazione e controllo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università internazionale degli studi sociali Guido Carli - (LUISS) di Roma o del prof Taccone Anna Maria.