Estratto del documento

Legami verticali: i legami verticali vanno al di là di quello

che è il legame tra figlio e genitore (legame orizzontale),

poiché tengono conto di quelli che sono i rapporti psichici

intergenerazionali. Tra i legami più noti è stata menzionata

l’alleanza inconscia, una configurazione a livello

inconsapevole appartenente all’intersoggettività che

occupa un posto privilegiato nella strutturazione e nel

mantenimento del legame. Poi c’è il contratto

narcisistico, una forma di alleanza che lega il bambino

alle missioni proprie dei genitori. Con questo tipo di

alleanza i genitori conferiscono al bambino la responsabilità

di assicurare la continuità della generazione in cambio della

riconoscenza da parte del gruppo. La difficoltà di questi

legami è che non vengono verbalizzati, ma vengono

concretizzati baipassando il consenso del figlio.

Campo applicativo della trasmissione psichica –

modalità di risoluzione di un lutto: in particolare ci

vengono fornite due visioni su come vengono affrontati i

lutti in famiglia. La visione Freudiana (1915) rappresenta un

processo fisiologico di lutto (quindi tipico, normale) dove il

lavoro psichico richiesto per elaborare la perdita di un

oggetto d’amore è innanzitutto rendersi consapevoli del

fatto che quella persona sia morta. Nel lutto che ne

consegue, l’esame di realtà attesta la cessazione di

esistenza dell’oggetto e non è l’IO a risultarne impoverito

(come nella melanconia), ma è il mondo. Racamier invece

parla di reazione patologiche ai lutti, dove risulta ne risulta

impoverito l’IO e non il mondo. Un esempio sono i lutti

espulsi, che vengono buttati fuori dalla psiche e

trasportati attraverso le generazioni; il deluttato, che

definisce un processo psichico incompleto, dove

l’elaborazione del lutto è stata impedita o addirittura

estirpata e per ciò il defunto non viene collocato nelle mani

degli antenati, ma resta una presenza che vive in stretta

continuità con i vivi (es. un bambino che prende il nome

dello zio morto è un soggetto deluttato, perché avrà

difficoltà nel collocare lo zio defunto tra i morti, perché in

qualche modo vive nel suo nome).

Lutti patologici – Racamier:

- Lutti narcisistici lutti irrisolti

- Lutti fissati sebbene si sia verificato l’evento

luttuoso, non viene innescato il processo di lutto, si

tratta quindi di lutti sospesi, in cui la morte non viene

accettata. Il processo del lutto può venire quindi

accantonato temporaneamente e riaccendersi qualche

anno dopo e, la sospensione di esso, va a discapito

dell’energia dell’IO.

- Lutti esclusi lutti che vengono inviati fuori dalla

psiche, caratterizzati dall’azione di diniego e di rifiuto

del lutto, con la conseguente coincidenza tra lutto e

depressione.

Telescopage delle generazioni – Faimberg: si tratta di

un processo attraverso il quale il bambino viene coinvolto

nelle esigenze narcisistiche dei genitori. I genitori si

identificano nel bambino e scaricano i propri contenuti

psichici irrisolti sul bambino che li fa propri, li accoglie

incondizionatamente. La difficoltà che genera il problema

sta nel fatto che il bambino non riesce ad esplorare le

verità all’origine degli oggetti trasmessi dai genitori, perché

questi occupano fin troppo spazio nella sua psiche, tanto

da non lasciarne per ragionamenti e rielaborazioni proprie,

oltre al fatto che le verità non verranno mai verbalizzate tra

le generazioni (es. Zio x si suicida, in famiglia tutti sanno

che è morto, ma nessuno tra le varie generazioni ha mai

discusso circa l’origine e la motivazione della sua morte. Se

un domani un figlio si ritrova a portare il nome dello zio

morto, sarà condannato alla responsabilità di dover tenere

in vita lo zio, indipendentemente da che voglia o no, senza

avere la possibilità di elaborare a pieno il lutto e dovendo

portare sulle proprie spalle un fardello derivante dal lutto

che i genitori a loro volta non hanno integrato).

Lez 7

L’idea di Heinz Hartmann: il suo obiettivo fu quello di

rendere scientifica la psicoanalisi, per tanto si occupò dei

principi della Psicologia generale. Al contrario di S. Freud,

che studiava le funzioni psichiche normali in relazione alle

funzioni patologiche, Hartmann ritiene la normalità come

oggetto di studio di per sé.

Rielaborazione di Hartmann della prospettiva

strutturale: Hartmann rifiuta la visione di Freud secondo

la quale l’Io e l’Es sono due cose diverse e nei primi mesi di

vita le considera un'unica matrice, tant’è che il bambino,

non riconoscendo le pulsioni come tali, proietta la propria

libido e la propria aggressività sull’esterno

incondizionatamente. Tuttavia, Hartmann ritiene che con il

tempo il bambino riesca a distinguerle come strutture

indipendenti e, da quel momento, l’Io assume un ruolo di

deistintualizzazione, ossia neutralizza la spinta pulsionale,

che sia negativa o positiva. Uno dei meccanismi di

neutralizzazione più noti è la sublimazione, che

consiste nel sintetizzare la propria energia pulsionale in

qualcosa di socialmente accettabile. In sintesi, l’energia

pulsionale neutralizzata viene impiegata nello svolgimento

di una attività/funzione adattiva svincolata da qualsiasi tipo

di difesa (es. in una discussione tra due persone che hanno

opinioni diverse, non si arriva ad uno scontro aggressivo

proprio perché i soggetti riescono a neutralizzare la propria

aggressività e grazie a questo riescono ad esprimere le

proprie opinioni senza arrabbiarsi e ad esercitare una

funzione adattiva, ossia il confronto con l’altro).

Il conflitto secondo Hartmann: Hartmann, in una

prospettiva strutturale, assume l’esistenza di una parte di

IO libera dai conflitti, ossia la parte di io inconscia. Il

modello di Hartmann ritiene la condizione di conflittualità

complementare alla nevrosi, mentre l’assenza di

conflittualità complementare alla normalità. Tuttavia, la

libertà dai conflitti non viene considerata una condizione

definitiva, ma modificabile, nel senso che la sfera dell’Io

libera dai conflitti può successivamente venire coinvolta da

aree conflittuali e le funzioni dell’Io di origine conflittuale

possono liberarsi dai conflitti ed acquisire un’autonomia

secondaria o cambiamento di funzione. Dunque il

modello Hartmann prevede una relazione interdipendente

tra conflitto e stato di autonomia da esso.

Livelli di autonomia dell’IO proposti da Hartmann:

- Livello dinamico l’IO diviene più forte, con

motivazioni proprie, indipendenti dall’Es e dal Super IO

grazie ad un maggior attrito con il mondo reale

- Livello economico L’IO attinge all’energia libidica

ed aggressiva, creando energia de-istintualizzata

- Livello topografico l’IO non è più una struttura

unitaria che si è differenziata dall’ES, ma si integra con

tutta una serie di unità funzionali ordinate

gerarchicamente

- Livello genetico L’IO ha radici innate come l’Es,

dunque molte funzioni dell’IO sono primariamente

autonome (non derivano dal conflitto tra pulsioni e

realtà). Queste funzioni dell’IO innate rappresentano

l’autonomia genetica dell’IO, a differenza di quelle che

raggiungono un’autonomia secondaria tramite la presa

di consapevolezza della differenza tra pulsioni e realtà

ed il conseguente lavoro di integrazione.

Sviluppo delle patologie secondo Hartmann: possibili

fattori patogeni secondo Hartmann sono il ritardo nello

sviluppo delle funzioni dell’IO, il quale porta il soggetto a

venire sopraffatto dalle pulsioni, a cui non viene messo un

filtro. Lo stesso vale per uno sviluppo precoce delle funzioni

dell’IO. Sé Io:

Distinzione tra ed Hartmann è stato il primo ad

introdurre il concetto di Sé, che si riferisce alla persona nel

suo complesso (in contrapposizione con l’oggetto), mentre

l’Io rappresenta una sottostruttura della personalità (in

contrapposizione con altre sottostrutture). Dunque l’Io

rappresenta più un insieme di funzioni psichiche, mentre il

Sé rappresenta la persona nella sua totalità. Si può dire che

il Sé assume la stessa forma generica che assumeva il

Io

termine utilizzato da Freud prima di formulare la teoria

strutturale.

Lez 8

Margaret Mahler: si è occupata dello studio della mente

psicotica nell’infanzia. Osserva prevalentemente bambini

dalla nascita fino ai 3 anni. Il metodo psicoanalitico di

Margaret richiama quello di Freud, dove lo psicoanalista si

limita ad osservare e ascoltare le libere associazioni del

paziente, finché non si avvia un’interazione spontanea con

il paziente.

Fasi di sviluppo individuate da Mahler:

- Separazione dalla madre il bambino inizia a

rendersi indipendente dalla madre e a sviluppare

caratteristiche proprie. Acquisisce un senso del sé e

dell’io che è separato da quello della madre. Questa

fase viene chiamata nascita psicologica del

bambino, che è differente da quella fisica/biologica,

perché avviene in un secondo momento. Questa fase

dura fino ai 3 anni e si articola in 3 sottofasi:

-fase autistica normale (fino ai 2 mesi circa) il

bambino viene considerato un guscio biologico,

impenetrabile da stimoli esterni. Il bambino proietta la

libido su di sé, dunque c’è un grande investimento su

di sé e verso l’interno piuttosto che verso l’esterno. In

questa fase il bambino percepisce la madre come

un’estensione di sé stesso, questo a causa del

nutrimento che avviene tramite l’attaccamento al seno

della madre e tutta una serie di cure che la madre

fornisce lui affinché le funzioni proprie del bambino si

consolidino. Quindi il bambino è totalmente dipendente

dal proprio caregiver, come se fossero una cosa sola,

perché ne ha bisogno per sopravvivere.

Tra la fase autistica e quella simbiotica, se il bambino non riesce ad

incrinare il guscio, cioè a fare il salto, sviluppa l’autismo secondo la

Mahler. Il mancato passaggio da una fase all’altra ed il conseguente

sviluppo dell’autismo, secondo questo modello viene causato dalle madri,

che sono iperprotettive, sono psicotiche e impediscono al bambino di

avere un contatto con il mondo esterno. Quindi secondo la visione della

Mahler è come se l’autismo del bambin

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/07 Psicologia dinamica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Appuntixola di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dinamica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pavia o del prof Carone Nicola.
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