A coniare l’espressione è stato Ronald
Mace, architetto con disabilità motorie che si occupa di accessibilità
dello spazio costruito. Con quel termine, intende descrivere una
progettazione che punta ad eliminare le barriere fin dall’origine,
ex-post.
piuttosto che abbatterle con soluzioni
Questo modello di apprendimento universale, si distingue per
proporre una prospettiva inclusiva che pone al centro la
persona, ciascuno con il proprio universo di bisogni educativi nel
rispetto delle specificità e valorizzandone il potenziale.
In ambito educativo, sono nate almeno 6 reinterpretazioni del
lavoro di Mace, basate su teorie dell’apprendimento e ricerche
neuroscientifiche. I ricercatori del CAST, hanno individuato 3 reti
neurali principalmente coinvolte nell’apprendimento, che possono
quindi veicolare la progettazione didattica:
Network di riconoscimento
cosa
Riguarda il dell’apprendimento.
Identifica ed interpreta strutture ricorrenti di
suoni, immagini, gusti, odori e sensazioni
tattili.
Network strategico
come
Riguarda il dell’apprendimento.
Registra, pianifica, esegue e controlla azioni
ed abilità.
Network affettivo
perché
Riguarda il dell’apprendimento.
Valuta e stabilisce le priorità, sulla base delle nostre emozioni, delle
nostre ansie e delle nostre passioni.
Sviluppo
Concetto di sviluppo
Lo sviluppo consiste in cambiamenti ordinati che avvengono
nell’arco temporale che va dal concepimento alla morte. Il concetto
ordinati
di non significa lineari e prevedibili, ma step by step, dove
gli step variano da persona a persona (es. un bambino può
imparare a camminare prima stando seduto, un altro può farlo
gattonando). I cambiamenti si verificano su diversi livelli:
- Fisico
- Personale
- Sociale
- Cognitivo (funzioni della mente, come memoria, attenzione,
regolazione emotiva…)
- Maturativo (maturazione delle strutture cerebrali e delle
funzioni di esse)
I cambiamenti seguono processi di natura biologica (dettati dal
programma genetico della specie umana e del singolo) e di natura
culturale (ambiente ecologico creato da una comunità di persone
in interazione reciproca). La genetica è l’universale, mentre la
cultura ha aspetti sia universali che unici. Si può dire che natura ed
ambiente co-agiscano sulla persona, cioè operino azioni
congiunte. Secondo Piaget, lo sviluppo si muove su una linea
discontinua, composta da fasi in cui si è più o meno propensi ad
apprendere. Nelle fasi di propensione, è importante attivare il
contesto al fine di favorire quell’apprendimento, perché altrimenti
alcune capacità potrebbero rimanere inespresse.
Sviluppo e anatomia cerebrale
I principali fenomeni e le componenti caratteristiche che
contraddistinguono il processo maturativo delle strutture cerebrali
sono:
- Mielinizzazione, processo con cui si forma la mielina, una
sostanza lipidico-proteica che avvolge gli assoni. Il
rivestimento chiamato guaina mielinica, ha la funzione di
aumentare la velocità e l’efficienza della trasmissione degli
impulsi nervosi.
- Le cellule gliali, come astrociti, oligodendrociti… supportano,
proteggono e regolano l’attività dei neuroni.
- La neurogenesi
- La sinaptogenesi
- Plasticità neurale, consiste nel rimodellamento delle
sinapsi e nella specializzazione delle reti neurali, in funzione
di consolidare le connessioni più utilizzate e rilevanti per noi ed
inibire quelle meno utilizzate e rilevanti. Questo serve a
rendere il cervello più efficiente sulla base delle nostre
esperienze (es. bambini bilingue o multilingue avranno
maggiori connessioni nell’area del linguaggio rispetto a
bambini monolingue)
Alcuni aspetti chiave sono:
- I primi 2 anni di vita sono cruciali per lo sviluppo dei circuiti
sinaptici
- Il 40% delle reti neurali si stabilizzano nell’adolescenza
- La corteccia cerebrale, costituisce circa l’85% del peso del
cervello nell’età adulta e contieni il maggior numero di neuroni
Corteccia cerebrale e adolescenza
Il cervello continua a svilupparsi nell’adolescenza. Si dice che gli
adolescenti siano dotati di un motore potente, ma su cui non hanno
il controllo. In effetti quello che manca nell’adolescente è il
controllo sul proprio comportamento, l’autoregolazione e la
capacità previsionale. In questo periodo è comune il fenomeno
Sensation seeking
del , secondo cui gli adolescenti vanno alla
ricerca di esperienze rischiose ed emotivamente forti per esercitare
il proprio controllo. Ci sono differenze fondamentali tra il cervello
dell’adolescente e quello dell’adulto. Nel cervello adulto, le aree
responsabili del giudizio (frontale e prefrontale) e della valutazione
del pericolo sono più sviluppate, mentre nell’adolescente si stanno
ancora sviluppando.
Autori
Piaget (1869-1980)
Biologo entrato in contatto con le teorie psicoanalitiche di Freud e
Jung, si occupa di educazione e della sfera cognitiva. Per Piaget,
l’educazione presuppone da parte dell’educatore (adulto) un
intervento formativo e finalizzato. I concetti principali espressi
da Piaget sono:
- L’intelligenza è un processo, non uno stato
- L’intelligenza si costruisce attraverso un processo di
adattamento, non di adesione al mondo. DI fatto il bambino
fotografa
non il mondo, ma lo rielabora.
- Tra il bambino e il mondo avviene un continuo scambio di
informazioni che porta alla conoscenza. Infatti il bambino è
considerato come un costruttore attivo delle proprie
conoscenze.
- Lo sviluppo cognitivo si realizza attraverso tre processi
universali: assimilazione (si incorporano i dati
dell’esperienza in schemi propri); accomodamento (i propri
schemi vengono modificati per essere adattati ai nuovi dati);
adattamento (esito dato dai due processi)
- Il processo di sviluppo è stadiale, dove ogni stadio prevede
una particolare forma di organizzazione cognitiva. Il passaggio
da uno stadio all’altro è determinato dallo stabilizzarsi delle
nozioni apprese precedentemente (quindi il nuovo stadio
include tutti gli stadi precedenti). Gli stadi sono: senso-
motorio (0-2 anni), pre-operatorio (2-6 anni), operatorio
concreto (6-11 anni) e operatorio formale (11+), in cui il
pensiero diventa intuitivo, ipotetico, flessibile, logico ed
astratto (guardo slides di sviluppo per aspetti caratteristici di
ogni stadio).
- 4 fattori che influenzano i cambiamenti del pensiero:
maturità biologica, attività, esperienze sociali,
equilibrazione (data dalla necessità di trovare un senso al
mondo e di adattarsi ad esso, sostituendo vecchie cognizioni
con nuove cognizioni)
- Presuppone un percorso che parte dagli schemi d’azione (da
qui il concetto di esploratore attivo dell’ambiente e lo stadio
psicomotorio), passa dagli schemi mentali fino ad arrivare
alle strutture mentali
- Ci sono due invarianti funzionali che rendono lo sviluppo
continuo:
adattamento e organizzazione (processo che porta gli
schemi mentali a strutture mentali basate sui significati, i
simboli e le relazioni causa-effetto, coerenti tra loro) di
conoscenze e abilità.
- Il fatto che lo sviluppo avvenga secondo stadi
qualitativamente diversi, all’interno dei quali avvengono
modificazioni strutturali diverse, rendono lo sviluppo
discontinuo
- Le componenti dello sviluppo continuo e dello sviluppo
discontinuo, favoriscono l’integrazione gerarchica tra gli
stadi
Le Teorie neopiagettiane, ripongono molta importanza nelle
funzioni esecutive, che avrebbero un ruolo critico nello sviluppo.
Le funzioni esecutive sono coinvolte in quei processi che ci
permettono di organizzare, coordinare e svolgere azioni
intenzionali e mirate ad uno scopo (azioni finalizzate). Un
adeguato utilizzo delle funzioni esecutive implica concentrazione
dell’attenzione, inibizione delle reazioni impulsive, esecuzione e
modifica di progetti ed uso della memoria nel conservare e
manipolare le informazioni. Secondo Robbie Case, lo sviluppo del
bambino avviene per stadi all’interno di domini specifici, come
concetti numerici, concetti spaziali, compiti sociali, racconti di
favole, il gioco… E più si esercitano ad usare schemi di uno specifico
dominio, sempre meno quelle attività richiederanno attenzione e
sforzo. Dunque le teorie neopiagettiane completano le teorie di
Piaget con gli studi sull’attenzione, memoria e strategia.
Le critiche principali sul lavoro di Piaget sono state:
- Eccessiva enfasi alla componente maturativa,
sottovalutando le strutture interne
- Sottovaluta l’esperienza sociale e dedica attenzione
esclusiva all’esperienza fisica e logico-matematica nel
bambino
- Il cambiamento è più complesso e irregolare di quello
ipotizzato da Piaget, è più dominio-specifico che dominio-
generale (il bambino può avere prestazioni cognitive
particolarmente buone, in alcuni casi migliori di quelle di un
adulto non esperto in quello specifico dominio, ad es.
expertise
conoscenza dei dinosauri: )
Vygotskij (1869-1934)
Mentre Piaget vede il bambino come uno scienziato inesperto,
Vygotskij lo vede come un apprendista, che viene accompagnato
e supportato nelle sue esperienze conoscitive e formative
dall’adulto. Di fatto, mentre Piaget pone l’accento sullo sviluppo
nell’individuo, per Vygotskij lo sviluppo cognitivo è soprattutto
un processo interindividuale. I focus dell’approccio di Vygotskij
sono posti sul ruolo sociale e culturale nell’ambiente in cui il
bambino cresce. I concetti e le teorie elaborate da Vygotskij sono:
- Teoria socio-culturale: lo sviluppo del bambino è promosso
dai processi comunicativi con l’adulto e dalla condivisone
di simboli culturali. Si tratta di processi co-costruiti, ovvero
processi sociali in cui le persone interagiscono e negoziano (di
norma verbalmente) per sviluppare conoscenza o per risolvere
un problema e, il prodotto finale che ne deriva, è plasmato da
tutti i partecipanti. Vygotskij distingue gli strumenti culturali
in materiali o tecnici (oggetti fisici creati dalla cultura, come
libri, penne, calcolatrici, computer, che servono a modificare e
controllare l’ambiente esterno) e psicologici o simbolici
(regolano il pensiero e la comunicazione, come linguaggio,
numeri, scrittura, arte, musica) che permettono alle persone
all’interno di una società di comunicare, pensare risolvere
problemi e generare conoscenza. Il linguaggio è considerato
il mezzo per
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Appunti psicologia dell'educazione e dell'orientamento moduli frequentanti, Docente Maria Assunta Zanetti
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