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DINAMICHE DEI PROCESSI INTERSTESTUALI E INTERMEDIALI

1. Cenni storici - intertestualità

Il termine intertestualità (= ogni testo è un montaggio di citazioni, frammenti testuali, disseminati in una sorta di profondità testuale), deriva da INTERTESTO, cioè un testo presente in un altro testo, sotto qualsiasi forma:

  • citazione (l'autore prende in prestito un frammento letterario e lo segnala nella sua opera)
  • plagio (l'autore prende in prestito un frammento letterario e non viene segnalato)
  • allusione (viene preso un prestito non letterario, e quindi non viene chiaramente segnalato; l'autore sta citando, non lo dice chiaramente ma lo lascia intendere).

Tale termine è stato introdotto nel 1967 da Julia Kristeva (un'esponente francese del gruppo Tel Quel, a fianco di Roland Barthes). Secondo lei ogni testo non è altro che un montaggio di testi evocati, citati. Il termine intertestualità fu introdotto nel

linguaggio critico letterario come un modo di guardare e concepire la letteratura che il testo propone. Dolozel afferma che sono i testi successivi a riprendere, rielaborare e trasformare i testi precedenti, e non il contrario. Così si spiega il termine intertestualità. Ma per comprendere la proposta di Kristeva riguardo il termine, bisogna rifarsi ai pensieri di Michail Bachtin: egli si concentra sui problemi del linguaggio nel romanzo. Critica la stilistica e la linguistica per la loro incapacità di cogliere la complessità del romanzo. Nomina certi romanzi come polifonici, dove vi sono più voci-coscienze e il dialogo è sempre il fine, non il mezzo. Il testo, secondo lui, è un montaggio di citazioni, frammenti testuali così da far vacillare l'idea di poter catturare il senso di un'interpretazione definitiva. Nozione Bachtiniana: "L'eroe di un romanzo non rappresenta mai un tipo sociale direttamente, bensì la

sua interpretazione ideologica, da parte di un certo gruppo sociale". Roland Barthes invece, si focalizza sul ruolo dell'autore: nel suo testo l'autore non è più il proprietario dell'opera, in quanto viene contrapposto al linguaggio. L'unico che è riuscito più precisamente a dare una definizione dei rapporti intertestuali, è stato GERARD GENETTE, nel suo libro Palinsesti (1997). Per lui le relazioni intertestuali coincidono con i casi di copresenza e presenza effettiva di un testo in un altro (citazione, plagio e allusione). Più precisamente il termine intertestualità, viene riservato alla citazione, così Genette utilizza un altro termine per descrivere le relazioni che i testi intrattengono tra loro: TRANSTESTUALITÀ. A tale termine, se ne affiancano altri quattro: PARATESTUALITÀ: sono gli elementi che hanno a che fare col testo, ma si situano in posizioni differenti ad esso, e ciò ha avuto

Riscontro negli studi cinematografici (es. le locandine, la colonna sonora, le recensioni). Ad esempio il film Alta Tensione viene pubblicizzato con lo slogan Psycho-Comedy in quanto è una parodia di vari film di Hitchcock.

Metatestualità: unisce il testo oggetto ad un altro di cui esso parla (= relazione di commento), diventando così metatesto. Un esempio è quando nel film Mezzogiorno e mezzo di fuoco del 1974, l'inquadratura si trasforma in una ripresa aerea che ci mostra l'allestimento scenografico western negli studi della Warner Bros.

Architestualità: è quando un testo intrattiene relazioni con varie tipologie di genere.

Ipertestualità: relazione che unisce un testo A (ipertesto) a un testo B (ipotesto), ed è derivato dal primo secondo le modalità di trasformazione e imitazione. Le trasformazioni e imitazioni possono avvenire in modo ludico (segue il piacere di giocare = parodia e/o partecipazione), satirico (vi è...

una componente ludica ma anche polemica (= travestimento e/o caricatura) e serio (non giocoso = trasposizione e/o continuazione). INTERTESTUALITÀ: si riferisce alla presenza contemporanea di due testi; ad esempio il falso cinegiornale costruito secondo una modalità familiare e farcito di commenti ironici ed eventi di attualità, come in "Quarto Potere" del 1941, dove il cinegiornale era ispirato a "The March of Time". Accanto all'intertestualità, viene posto il discorso dell'INTERDISCORSIVITÀ: tale nozione (data da Moriana Gomez), riafferma la possibilità di rapportare un testo definito come artistico, a altri testi, che non appartengono alla sua stessa tradizione testuale. Ma secondo Casetti, nell'ottica dell'interdiscorsività il problema non è "chi è l'autore", ma "a quali condizioni una società consente di firmare un testo": il compito di un'analisi delle relazioni tra.

cinema e letteratura nel contesto dei discorsi sociali, sarà quello di dar conto di una vera e propria rete di discorsi. Propone quindi divedere il cinema e la letteratura come luoghi di riproduzione e circolazione di discorsi sociali. Un esempio è fornito dallo spot della Unicredit Banca del 2003: costruzione di un tipo di discorso pubblicitario, a partire da un materiale narrativo (si dedica ai processi di trasformazione del cortometraggio En el espejo del cielo del 1998. Viene cambiata la colonna sonora e il dialogo = sostituzione).

2. Relazione/regime Ludico Satirico Serio Trasformazione Parodia Travestimento Trasposizione Imitazione Pastiche Caricatura Forgerie (continuazione)

Parodia: imitazione di uno stile, maschera stilistica. Non ha altro scopo se non essere una forma giocosa rispetto l'ipotesto.

Pastiche: incorporazione di frammenti diversi di testi.

2. Forme e strategie dell'intertestualità

La citazione = citare vuol dire ri-presentare, riproporre il

Già detto sotto un diverso punto di vista. Il teorico Antoine Compagnon sottolinea che tale termine identifica il prodotto (l'enunciato citato) e il processo (l'atto del citare). Tale differenziazione è fondamentale in quanto fonda la definizione della citazione come enunciato ripetuto ed enunciazione ripetente: comprendere il senso di una citazione significa interpretare i valori di ripetizione, cioè valori che la citazione acquista nella messa in relazione tra due testi. Nella citazione cinematografica, in un testo letterario c'è il tentativo di riprodurre nella scrittura la passione del vedere. La citazione cerca sempre di riprodurre nella scrittura una passione della lettura. Nel testo filmico la citazione letteraria si dà spesso nella forma della lettura ad alta voce (ad esempio Marlon Brando che legge Apocalypse Now). Il senso complessivo della citazione dunque, è dato dalla somma del valore di significazione e dei valori di ripetizione.

Al contrario di Compagnon, Antonio Costa considera la citazione un elemento di connessione, dialogo di carattere intermediale. La citazione "mette in movimento" e attiva, all'interno del testo, un regime testuale. Il cinema cita spesso opere letterarie e spesso viene fatta attraverso la lettura, ma non sempre: essa può avvenire anche attraverso la didascalia (parole sovrimpresse o intertitolo). Ad esempio, nella citazione pittorica il cineasta gareggia col pittore in quanto costruttore di immagini e cerca di imprimere alla propria immagine alcune delle qualità dell'immagine pittorica. Esistono vari tipi di citazione: - citazione riporto: il film citato viene materialmente interpelato nel film che lo cita; alcuni film si inseriscono in altri per evocare un passato diegetico o metadiegetico. Ad esempio il film Frankenstein di Whale (1931) è seguito da La moglie di Frankenstein (1935); nel sequel vengono rievocate delle vicende del film precedente.così si promette di rappresentare il mondo terrificante già visto in precedenza. La citazione allusione si basa su una complicità. Nel cinema pensiamo a un determinato movimento di macchina non strettamente motivato da esigenze narrative o a un primo piano insistito. La citazione performance accompagna l'imitazione delle cose citate. Ad esempio in Passion di Godard (1982) si racconta la storia di un cineasta che realizza un film sulla riproduzione/ricostruzione di alcuni quadri; per il film vengono così fatte alcune ricostruzioni delle tele originali. Il film Provaci ancora Sam di Ross, contiene sia la citazione riporto che la citazione performance. Il remake è un fenomeno intertestuale; si definisce tale il rifacimento di un film già esistente. Per noi remake è un film tratto da un film. La pratica del remake, riformulazione o nuova versione di una storia di successo, si configura come strategia intertestuale, interpretativa e.trasformativa. Luogo privilegiato per l'individuazione di un contratto di remake (=serie di indicazioni che invitino lo spettatore a mettere in relazione un dato film con un film precedente), è il paratesto, in particolare nelle componenti del titolo, dei titoli di testa e dell'apparato promozionale. Il remake esplicito mette in evidenza le strategie promozionali che può far leva ad esempio sulla fascinazione di un classico rivisitato, o sul divario tecnologico che rende il remake migliore dell'originale; mentre il remake implicito chiama in causa il versante della ricezione e l'uso che critica e pubblico possono fare della categoria di remake nell'atto interpretativo. Vi sono molte classificazioni di remake: - remake di un film muto in sonoro - remake di un film in bianco e nero a colori - remake dello stesso film da parte dello stesso regista - remake americano di un film europeo o viceversa - film tratti da film - film tratti da film a loro volta remake di altri film.volta tratti da opere non letterarie - film tratti da opere non cinematografiche Il remake gioca sul trasferimento della storia dal passato al presente; cerca fiducia nell'intreccio e nella comparazione (=confronto col film precedente). Non ha invece fiducia nella durata dell'opera. La pratica del remake coinvolge attivamente sia la categoria di autore che di genere: si omaggia un autore andando oltre le impostazioni di genere che era stato costretto a subire, e omaggia il genere riattualizzando il valore anche in un mutato contesto storico sociale. Esempi di remake: - In Psycho di Gus Van Sant, il regista sposta l'originale hitchcockiano (1960) negli anni 90. Nei primi dieci minuti l'opera è praticamente identica: ogni inquadratura, ogni piano, ambientandola però nel mondo contemporaneo e a colori. Ma più che un remake sembra una replica: al regista non interessa essere un epigono di Hitchcock, ma piuttosto prenderne il posto. Van Sant èrappresentato nella seconda scena grazie ad un effetto speciale, mentre conversa con Hitchcock: i due registi sono
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Publisher
A.A. 2017-2018
19 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lucrybella92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Dinamiche dei processi intertestuali e intermediali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Allodi Leonardo.