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Come ridurre la malattia

1. Migliorare la genetica della pianta: faccio in modo che la pianta sia più resistente, utilizzando piante meno suscettibili e quindi migliorandola geneticamente. Se la pianta è più resistente, il triangolo della malattia è ridotto. Posso cercare di migliorare la struttura stessa della pianta.

2. Agire sull'ambiente: giocare su tutte le componenti ambientali che facilitano l'insorgenza della malattia, ovviamente ogni patogeno ha una condizione ambientale diversa da un altro. In linea generale si controllano con temperatura e umidità.

3. Ridurre il patogeno: lavorare direttamente sul patogeno, ad esempio evitando che il patogeno si muova da una parte all'altra. Fare in modo che il patogeno non sia trasportato insieme al materiale di propagazione.

Quando si presenta la malattia? Se i 3 fattori lavorano insieme, altrimenti sono in grado di limitare o non avere per nulla la malattia.

Cercare di capire sempre:

1. Quali sono i

fattori che provocano la malattia2. Quali sono gli strumenti per ridurre questo triangolo

A volte abbiamo fisiopatie (malattie senza patogeno): create da le condizioni ambientali. Possono essere dovute a come è stato coltivato o conservato un prodotto, da carenze nutritive, da danni meccanici. Se la pianta soffre e si autodistrugge.

IL QUADRANGOLO DELLA MALATTIA

Oltre che ambiente, patogeno e pianta occorre che, affinché la malattia ci sia, questa interazione debba avvenire nel momento giusto (fattore tempo). Ad esempio, se una malattia è causata da un patogeno che è in grado di attaccare solo in fioritura, se il patogeno non è presente in fioritura allora non avrà modo di agire attaccando la pianta.

Anche l'uomo è causa della malattia, ad esempio l'uomo che passa da una parte all'altra, l'uomo viaggia, irriga (trasporta il patogeno).

CHE COS'È LA MALATTIA?

Una condizione anormale che ha effetti sulla

La malattia è una struttura o funzione di tutto o una parte di un organismo, e che non dipende da un danno diretto, "qualsiasi cosa" che impedisce alla pianta di performare secondo il proprio massimo potenziale genetico. La malattia non sempre è sistemica (colpisce tutto l'organismo). Una PIANTA SANA può svolgere le sue funzioni fisiologiche al meglio del suo potenziale genetico.

MALATTIA: "funzionamento anomalo di cellule, tessuti e organi della pianta in seguito alla continua irritazione da parte di un agente patogeno (biotico o abiotico) che porti alla comparsa di sintomi". Altera cioè le attività della pianta portando alla sua debilitazione.

CLASSIFICAZIONE DELLE FITOPATIE:

  • in base all'organo colpito
  • In base all'effetto fisiologico sulla pianta
  • Se localizzate o sistemiche
  • in base ai sintomi
  • infettive o non infettive
  • in base alla posizione
  • sistematica dei patogeni
  • in base alla tassonomia

Il sintomo non è

Quasi mai un'entità fenomenica unica, ma l'effetto finale, non standardizzato, di un convergere di molteplici azioni e reazioni. Il segno: è un riscontro patologico individuato all'esame obiettivo caratteristico e specifico.

CAUSE DI MALATTIA:

  • Biotiche (funghi, batteri, fitoplasmi; virus, viroidi; piante parassite, alghe; animali). In postraccolta funghi e batteri
  • Abiotiche (fisiche o chimiche, come condizioni ambientali e/o pedologiche non adeguate, eventi atmosferici, squilibri nutrizionali, inquinanti, agrofarmaci, eccetera)
  • Genetiche (dovute a difetti genetici delle piante)

I FUNGHI

La prima cosa per identificare la malattia è identificare il patogeno ad esempio i funghi. Hanno un' elevata capacità di vivere in ambienti molto diversi tra loro. Tanti funghi non sono ancora stati scoperti. I sono delle fonti di tantissime produzioni (molecole, fermentazioni, ecc...). Sono plastici, prendono quello che serve loro dall'ambiente.

ed utilizzarlo in modo appropriato. I funghi rappresentano un 10% dell'ecosistema, e rappresentano un ruolo fondamentale, la vita fuori dalla terra senza i funghi non sarebbe possibile (micorrizie). Negli ultimi anni c'è stata una crescita di malattie causate da funghi. Perché? 1. perché stiamo facendo più ricerche, quindi ne scopriamo di più 2. sono in grado di attaccare anche specie diverse, perché hanno proprio la caratteristica di adattarsi ad ogni condizione (ad esempio fungo della banana ha potuto essere trasmesso all'uomo, cosa atipica che dimostra la vulnerabilità dei funghi). Uno dei grossi problemi dei funghi che passano dalle piante agli uomini, i principali fungicidi sono le stesse che vengono usate in campo clinico, se abituiamo il fungo a ricevere fungicida, il fungo può diventare più resistente, diventando resistenti ai fungicidi. FUNGHI EDULI: l'unica differenza tra quelli eduli e tossici a volte è la concentrazione di tossine.è solo quella di produrre o non produrre metaboliti tossici. Molti funghi vengono usati in ambito alimentare come sostituto proteico vegetale ad una fonte animale. Ad esempio, il quorn è un fusarium (genere fungino), tra i fusaria ci sono funghi che producono importanti micotossine, altri no (quorn). I funghi sono così resistenti perché hanno tanti enzimi che possono degradare tante sostanze. La vita sulla terra delle piante e non sott'acqua è grazie alle micorrizie, funghi associati alle radici delle piante che aiutano le piante ad uscire dall'acqua. Anche oggi la micorrizazione delle piante in agricoltura è fondamentale. Micosi vegetali ed animali: funghi patogeni che simulano attività ormonali della pianta per far in modo di farla comportare come vuole lui (carbone del mais). Convive per un certo periodo con la pianta e produce spore mangiando le sostanze delle piante. Malattie fungine sulla pelle: dermatofiti, crescita circolare. Il salto di

La qualità della nostra sopravvivenza è legata al fatto di avere molecole in grado di contrastare i batteri (come la penicillina, che agisce contro i batteri) e la ciclosporina (un immunosoppressore utilizzato nei trapianti per ridurre la reazione del corpo senza avere reazioni esagerate nel nostro corpo dopo un trapianto).

Caratteristiche dei funghi:

  • La parete cellulare fungina contiene l'ergosterolo (negli umani è presente il colesterolo nel plasma lemma).
  • Essi si nutrono per assorbimento: assorbono nutrienti, li degradano all'esterno (non li digeriscono all'interno) e poi riassorbono i nutrienti degradati.
  • I funghi secernono enzimi nella zona in cui vivono per degradare i nutrienti, che poi assorbono.

Per digerire il cibo all'esterno, i funghi devono avere delle strutture specifiche.

Il corpo dei funghi è un tallo chiamato micelio, che può essere vegetativo (immerso nel substrato) o riproduttivo (aereo).

Il micelio è formato da filamenti, spesso ramificati, denominati ife. Una delle caratteristiche per identificare i funghi è la tipologia di ifa. Le ife possono essere: - Le ife cenotiche (non settate) è di un fungo vecchio - L'ifa settata è di un fungo nuovo, più vantaggioso per colonizzare terreni. Le ife vengono guardate per capire se abbiamo un fungo più semplice (vecchio) o complesso. I setti sono un vantaggio evolutivo. Abbiamo due tipi di setti: 1) linea continua 2) una linea quasi continua 3) setti a doliporo, che fanno o non fanno passare sostanze. (fungo evoluto molto) Il fungo cresce con accrescimento apicale (nella direzione dell'apice, della sua punta) perché quando cresco spendo energia, se devo spendere energia, la quantità che spendo è ripagata dalla quantità che trovo, se cresco a tutto tondo spendo molta energia per crescere poco, se invece cresco in modo apicale cresco di più, spendendo.

Meno energia

L'apice dell'ifa è una zona più morbida dove è presente molto materiale per crescere, materiale energetico. È un rischio, ma solo nella punta. Il fungo cresce sempre trasportando nell'ifa materiale citoplasmatico dall'ifa più vecchie a quella più nuove.

Nelle ife in crescita si accumula una serie di vescicole, quelle che portano tutte le strutture alla crescita.

Le ife ramificano perché sono più efficienti nel raggiungere i nutrienti e coprono più spazio (stimoli) e sia perché supero di più gli ostacoli perché ho modo di andare in più direzioni, occupando più territorio (ostacoli).

Quello che noi raccogliamo per mangiarlo, è la parte riproduttiva, cioè il corpo fruttifero, tutto il resto sta nella parte sottoterra con ife ramificate.

Basidiomicete: funghi più complessi

Ascomiceti: meno complessi ma hanno tutti corpi fruttiferi e ife

setttate.

DIMORFISMO: capacità di cambiare la loro espressione morfologica, da lievito a fungo avviene quando si hanno delle condizioni ambientali in cui conviene essere una specie piuttosto che un’altra.

I funghi levuliformi: sono lieviti che passano da una struttura levuliforme a miceliare (da cellula che si riproduce come un lievito a produzione di ife quindi funghi) a seconda dell’ambiente in cui si trovano, ex candida. Perché lo fanno? Perché l’ifa del fungo dà un vantaggio esplorativo, la cellula del lievito no. In presenza di pochi nutrienti, il lievito ha poca possibilità di crescere, al contrario l’ifa essendo ramificata può andare più verso l’esterno e trovare più nutrienti. Conviene essere ifa se ho pochi nutrienti sprecando poco, quando ho molti nutrienti conviene essere lievito.

MODIFICAZIONI DELLE IFE

Le ife modificano la loro forma per svolgere funzioni particolari. Quelle modificazioni

migliore sopravvivenza in condizioni avverse.4. ASCI: cellule riproduttive dei funghi ascomiceti, contenenti gli ascospori. Gli asci sono generalmente disposti all'interno di una struttura chiamata ascocarpo.5. BASIDI: cellule riproduttive dei funghi basidiomiceti, contenenti i basidiospore. I basidi sono generalmente disposti all'interno di una struttura chiamata basidiocarpo.6. CONIDI: spore a forma di bastoncino o di filamento, prodotte da alcuni funghi. Le conidi possono essere trasportate dal vento o da altri mezzi e possono germinare per dare origine a nuovi individui.7. ZIGOSPORI: spore di resistenza prodotte da alcuni funghi zigomiceti. I zigospori sono caratterizzati da una parete spessa e resistente che permette loro di sopravvivere in condizioni avverse.

protezione a lungo termine. Gli sclero

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A.A. 2021-2022
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SSD Scienze agrarie e veterinarie VET/03 Patologia generale e anatomia patologica veterinaria

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher arianna_mainardi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Patologia delle derrate alimentari e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Pasquali Matias.