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PATOENESI
•
Epifiti: vivono nel film liquidi dove si accumulano gli
• essudati delle piante, nella rizosfera e nella fillosfera.
Endofiti: colonizzano gli spazi intercellulari dei tessuti
• e/o gli elementi conduttori (tracheidi e vasi) dello
xilema (habitat apoplastico). Una minoranza alberga nei
tubi cribrosi del floema (habitat simplastico).
Di regola, la patogenicità è espressa solo allo stato endofita;
lo stato epifita è noto solo per una parte di essi.
atteri epifiti nella fillosfera
rilevanti fluttuazioni dovute a:
• condizioni ambientali
competizione
disponibilità alimentari
Batteri epifiti nel suolo
presenti in corrispondenza dei siti di rilascio degli
essudati radicali
A. tumefaciens, Erwinia spp., R. solanacearum
batteri simbionti: Rhizobium
• ANCORAGGIO
•
Esigenze termiche: Sono mesofili min 10C-opt 25C- max
• 35C
Meccanismi di ancoraggio: I batteri utilizzano una serie di
meccanismi per ancorarsi alle superfici.
Adesione non specifica: La presenza di cariche elettriche
• o interazioni fisiche può favorire l'adesione batterica su
superfici inorganiche.
Adesione specifica: Alcuni batteri producono molecole
• specializzate chiamate adesine o piline che si legano
specificamente ai recettori sulla superficie della cellula
bersaglio.
Formazione di biofilm: I batteri possono secretare una
• matrice extracellulare che forma un biofilm, un
aggregato di cellule batteriche aderenti alla superficie.
Questo fornisce una maggiore stabilità e protezione per
i batteri ancorati e favorisce l'adesione reciproca.
PENETRAZIONE
batteri non sono in grado di superare attivamente (per
azione meccanica od enzimatica) le pareti cutinizzate,
suberificate e/o lignificate dei tessuti tegumentali
Gli idatodi sono apparecchi glandolari acquiferi esistenti in
talune foglie di mono-dicotiledoni, situate presso la regione
terminale delle nervature e destinate all'eliminazione di
acqua tramite il processo della guttazione.
Le lenticelle, presenti nelle piante dotate di struttura
secondaria sia sul fusto sia sulle radici, sono formazioni
cellulari allungate che conferiscono una discontinuità al
sughero impermeabile, garantendo così gli scambi gassosi
tra l'ambiente esterno e i tessuti interni della pianta.
INVASIONE
All’interno dei tessuti dell’ospite, i batteri si localizzano
• negli spazi intercellulari
moltiplicazione per 12 – 72 ore, abbondantemente
• negli ospiti suscettibili
Producono arpine che alterano la permeabilità cellulare,
• enzimi pectinolitici e cellulosolitici e tossine con cui
degradano lamella mediana e plasmalemma delle cellule
dell’ospite
Alterazione della funzionalità della membrana plasmatica
• che rilascia ioni K+, e assume ioni H+
Variazione di pH delle soluzioni intercellulari (da 5,5 a
• 7,5) con fuoriuscita di metaboliti dalla cellula ospite
Via intercellulare:
I batteri si moltiplicano negli spazi intercellulari e si
diffondono muovendosi attraverso di essi
Via vascolare:
I batteri si moltiplicano nei vasi legnosi, diffondendosi via
xilema.
L’infezione è sistemica
Quorum sensing
Il quorum sensing batterico è un meccanismo di
comunicazione cellulare utilizzato dai batteri per coordinare
il comportamento di popolazioni batteriche in risposta alla
densità cellulare circostante.
Questo processo coinvolge la produzione, il rilascio e il
rilevamento di molecole segnale chiamate autoinduttori,
che permettono ai batteri di "sentire" la densità della
popolazione e di regolare l'espressione genica in base a
essa.
Molecole autoinduttrici: Le molecole autoinduttrici sono
composti chimici prodotti dai batteri stessi e rilasciati
nell'ambiente circostante. Queste molecole possono
variare notevolmente tra specie batteriche e possono
essere di diversi tipi, inclusi acil-omosserina-lattone
(AHL), oligopeptidi, autoinduttori AI-2 (intra-specie e
inter-specie) e altri.
Rilevamento delle molecole segnale: I batteri sono in
grado di rilevare le molecole autoinduttrici mediante
recettori specifici, noti come proteine di risposta. Queste
proteine si legano alle molecole segnale e attivano
segnali di trasduzione all'interno della cellula batterica.
Regolazione dell'espressione genica: Una volta rilevata
una concentrazione sufficiente di molecole autoinduttrici,
i batteri possono attivare o sopprimere l'espressione
genica di specifici geni, influenzando così il
comportamento cellulare. Questo può includere la
regolazione dell'espressione di geni coinvolti nella
produzione di virulenza, nella formazione di biofilm,
nella produzione di enzimi e nella mobilità cellulare.
Ruolo biologico: Il quorum sensing batterico ha diverse
funzioni biologiche e fisiologiche:
Regolazione della virulenza: In molti batteri
• patogeni, il quorum sensing controlla l'espressione
di geni coinvolti nella produzione di fattori di
virulenza, contribuendo così alla patogenicità.
Formazione di biofilm: Il quorum sensing è
• coinvolto nella regolazione della formazione e
della maturazione dei biofilm batterici, strutture
multicellulari che proteggono i batteri dalle
condizioni ambientali avverse e dalle difese
dell'ospite.
Simbiosi: In alcuni casi, il quorum sensing può
• facilitare la comunicazione tra batteri e il loro
ospite o tra batteri in una comunità simbiotica,
come nel caso dei batteri associati alle radici delle
piante.
Applicazioni biotecnologiche: Il quorum sensing batterico
ha diverse applicazioni biotecnologiche e industriali,
inclusa la produzione di biosensori per il rilevamento di
batteri patogeni, il controllo della formazione di biofilm nei
settori dell'industria alimentare e biomedica, e lo sviluppo
di strategie per il controllo delle malattie batteriche nelle
colture agricole.
Attività patogenetica:
produzione di sostanze tossiche
•
Pseudomonas syringae pv. tabaci
agente di malattia necrotica
produttore di tab-tossina
toxinina si lega alla glutammina sintasi provocando
accumulo di NH nel citoplasma
4 Diffusione
Trasmissione aerea: attraverso l'aria in forma di
• particelle aerodisperse, come goccioline respiratorie,
aerosol o polveri, batteri fitopatogeni che possono
essere trasportati dal vento da una pianta all'altra.
Contatto diretto: La diffusione dei batteri può avvenire
• attraverso il contatto diretto tra piante o superfici
contaminate. Questo può includere il contatto tra piante
infette e individui sani, nonché il contatto tra superfici
contaminate e oggetti
Trasmissione idrica: I batteri possono diffondersi
• attraverso l'acqua contaminata, inclusi fiumi, laghi,
pozzi, acque reflue e sistemi idrici domestici. Questo
può avvenire attraverso il consumo di acqua
contaminata, il contatto diretto con l'acqua contaminata
o l'irrigazione di colture con acqua contaminata.
Vettori biologici: Alcuni batteri possono essere
• trasmessi da vettori biologici come insetti, acari,
roditori o altri organismi. Questi vettori possono agire
come portatori dei batteri e diffonderli da un ospite
all'altro attraverso il loro comportamento alimentare o
attraverso il contatto fisico con superfici contaminate.
Fattori ambientali: La diffusione dei batteri può essere
influenzata da una serie di fattori ambientali, inclusi
temperatura, umidità, pH, disponibilità di nutrienti e
presenza di altre specie microbiche. Questi fattori possono
influenzare la sopravvivenza, la crescita e la diffusione dei
batteri nell'ambiente.
Sopravvivenza
nei tessuti colonizzati: cancri, vasi xilematici
• Negli essudati che disseccandosi si trasformano in
• crosticine
nel seme che possono ricevere l’inoculo :
• dai vasi dopo fecondazione
Da infezioni fiorali
Contaminarsi in sup. al momento dell’estrazione dal
futto
attraverso microlesioni
nei residui vegetali
• DIFESA
no antibiotici in Europa
• Cu: attività contenuta
•
acibenzolar S metile: attivatore delle difese
• materiale di propagazione sano
•
eliminazione residui della vegetazione
• rotazione
•
attenzione nell’esecuzione delle operazioni colturali:
• attrezzi e irrigazione
uso varietà resistenti
• trattamenti con calore
• vapore per i letti di semina
acqua a 50 °C per 20’ per i semi
fermentazione per semi di pomodoro contaminati
da Clavibacter spp.
trattamenti ai semi con ipoclorito di sodio
• lotta biologica: Agrobacterium radiobacter K84
• DIAGNOSI
esame dei sintomi
•
isolamento dell’agente eziologico diretto od indiretto
•
porzioni infette in acqua, soluzione fisiologica o peptone
0,1 %+terreni selettivi
identificazione e test di patogenicità
I Fitovirus Origine dei virus
Come sono diventati entità genetiche indipendenti?
Teoria regressiva: i virus sono forme degenerate di
parassiti intracellulari. Alcuni bacilli, rickettsiae, clamidie
e fitoplasmi si sono evoluti in tale direzione, come patogeni
obbligati che adattandosi all’interno della cellula hanno
perso alcune funzioni o strutture. I mitocondri e I
cloroplasti si pensa siano forme degenerate di patogeni
intracellulari. Comunque I virus sono ancora più
semplificati non possedendo rRNAs o capacità di sintesi
proteica.
Teoria progressiva: Acidi nucleici cellulari che hanno
acquisito la capacità di programmare la loro
duplicazione autonomamente e quindi di evolvere
indipendentemente dalla cellula. I virus a DNA potrebbero
essersi originati da plasmidi o elementi mobili (trasposoni).
Possono aver acquisito successivamente le informazioni per
la sintesi del capside e la trasmissibilità tra ospiti. Secondo
tale teoria I retrovirus potrebbero essersi originati da
retrotrasposoni e I virus a RNA da mRNA cellulari.
Teorie coevolutiva: I virus si sono evoluti con il resto del
vivente
I retrovirus sono un gruppo di virus che utilizza la
trascrittasi inversa per convertire il proprio genoma da RNA
a DNA durante il proprio ciclo di replicazione
Cosa è un virus?
Tutti i virus racchiudono/impacchettano il proprio
1. genoma in una struttura proteica (capside) così da
assicurarne la protezione e il trasferimento da un ospite
all’altro
VIRUS A DNA
10 % dei virus dei vegetali
singola elica ssDNA
• doppia