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REDDITI DI CAPITALE

I principali redditi di capitale sono:

  1. Gli interessi e i proventi derivanti da conti correnti, obbligazioni, titoli di Stato
  2. Gli utili derivanti dalla partecipazione (azioni o quote di capitale) in società di capitali dividendi
  3. I proventi derivanti da gestioni collettive del risparmio (fondi comuni di investimento)
  4. I rendimenti sui contributi versati nei fondi pensione

Tuttavia, la maggior parte dei redditi di capitale non concorrono alla formazione del reddito complessivo perché assoggettati ad una tassazione sostitutiva (proporzionale) attraverso il meccanismo della ritenuta alla fonte a titolo di imposta. Il soggetto erogatore del reddito di capitale decurta l'importo del reddito di una somma che è obbligato a versare allo Stato, adempiendo così, per conto del soggetto che percepisce tale somma, all'obbligazione tributaria. L'erogatore opera come sostituto d'imposta.

Perché tassazione

sostitutiva sui redditi di capitale? Giustificazioni:

Favorire l'attrazione dei capitali in un contesto di liberalizzazione dei mercati e di competizione fiscale:

  • in un'economia competitiva in cui i capitali possono muoversi molto velocemente tra un Paese e un altro senza restrizioni c'è competizione fiscale i capitali vanno dopo la tassazione è più bassa.
  • Se alcuni Paesi applicano la tassazione sostitutiva sui redditi di capitale più bassa rispetto all'Italia, i capitali tendono a convogliare verso questi Paesi. Per questo motivo l'Italia si è dovuta adeguare a delle aliquote più basse per sfavorire la fuga dei capitali all'estero (fuga in realtà sempre presente).

Sostegno al collocamento dei titoli di Stato: gli interessi sui titoli di Stato sono tassati con un'aliquota del 12,5%, molto più bassa rispetto alla tassazione IRPEF.

Tutela del risparmio: si cerca di evitare di tassare

troppo il risparmio, ricchezza che già è stata tassata- a monte attraverso la tassazione sui redditi di lavoro.→Criticità della tassazione sostitutiva crea redistribuzione a favore dei contribuenti più ricchi, che invece di essere tassati sulle aliquote IRPEF sono tassati su aliquote inferiori e quindi viene meno l’equità.Effetto finale: la progressività del sistema di tassazione può ridursi perché tali redditi sono tassati attraverso un prelievo proporzionale, con basse aliquote, anziché progressivo. Si potrebbe addirittura creare un sistema di imposte regressivo.

Per i redditi di capitale si è presa l’aliquota del 12,5% dei titoli di Stato. All’aumentare del reddito da 15.000 a 50.000 € l’aliquota media si riduce dal 23% al 15,65%.

Vediamo le due tipologie di redditi di capitale più importanti:

  1. Dividendi: ritenuta alla fonte del 26% a titolo di imposta. I dividendi derivanti da...

partecipazioni in società residenti in Paesi a fiscalità privilegiata (non white-list) seguono specifiche regole di tassazione, che ne aumentano il prelievo.

b. Interessi: ritenuta alla fonte a titolo di imposta del 26%.

In caso di titoli di Stato (BOT, BTP, CCT): 12.5%.

REDDITI DI LAVORO DIPENDENTE:

Sono la categoria di reddito più importante all'interno dell'IRPEF (83% dei redditi dichiarati rientrano in questa categoria). Sono costituiti da:

a. Tutti i compensi (salari o stipendi) derivanti da rapporti di lavoro dipendente (a tempo determinato o indeterminato).

b. Le pensioni di ogni genere.

Non vengono invece inclusi i contributi previdenziali obbligatori versati dal datore di lavoro e dal lavoratore: è una quota parte di reddito che non viene tassata nel momento del percepimento, ma verrà tassata quando il lavoratore cesserà l'attività lavorativa sotto forma di pensione all'interno del montante contributivo.

Sarà erogato l'assegno pensionistico (differimento della tassazione). Principi di applicazione:

  • Principio di cassa: i redditi si tassano nel periodo in cui vengono effettivamente percepiti. La tassazione è guidata dal movimento finanziario. Esempio: se il lavoratore ha uno stipendio arretrato di novembre ma lo percepisce a febbraio, la tassazione viene effettuata a febbraio.
  • Principio del reddito lordo: non è possibile dedurre i costi di produzione del reddito (previste detrazioni per ovviare a questo problema) per cercare una migliore stima della capacità contributiva. Sono talmente tanti i lavoratori dipendenti in Italia che sarebbe troppo complesso per l'Agenzia delle Entrate andare a sindacare di volta in volta se un componente di reddito negativo debba o no essere dedotto. A priori quindi non si fa dedurre niente.

REDDITI DI LAVORO AUTONOMO: questa categoria di reddito pesa all'incirca il 5% all'interno dell'IRPEF.

principalmente redditi che derivano dall'esercizio abituale (anche se non esclusivo) di arti e professioni (assenza del vincolo di subordinazione). In questa categoria rientrano: commercialisti, avvocati, ingegneri, artisti, architetti... Principi di applicazione: - Principio di cassa: i redditi si tassano nel periodo in cui vengono finanziariamente incassati. - Principio del reddito netto: dai redditi conseguiti si deducono le spese/i costi di produzione del reddito in misura pari ai costi dichiarati dal contribuente (se inerenti all'attività svolta), con alcune limitazioni, ad esempio: a. Fino al 20% per le spese auto b. Fino all'80% per le spese telefoniche c. Fino al 50% per i costi relativi a immobili utilizzati ad uso promiscuo (abitazioni adibite ad ufficio) come spese condominiali, bollette, affitti... Limitazioni perché ci sono alcuni costi che potrebbero essere utilizzati sia per la vita privata che per la vita professionale. FLAT TAX dal 2019 per...

i lavoratori autonomi e gli imprenditori: si tratta di un'imposta sganciata dall'IRPEF.

Regime forfettario opzionale (flat tax) al 15% per i lavoratori con compensi inferiori a 65.000 € (sostitutivo anche dell'IRAP e senza applicazione dell'IVA). Agevolazione notevole. L'imposta si ottiene calcolando il 15% sul reddito imponibile ottenuto applicando ai compensi percepiti uno specifico coefficiente di redditività in base all'attività esercitata (ad esempio il 78% per compensi dei professionisti).

Tassazione effettiva sui compensi = Compensi * 78% * 15%

Flat tax molto dibattuta perché crea una discrepanza non solo tra la categoria dei professionisti ma anche tra lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi. A parità di reddito i lavoratori dipendenti vanno tutti in IRPEF e i lavoratori autonomi hanno la flat tax: problema di equità orizzontale.

REDDITI DI IMPRESA: pesano circa l'8%. Sono i redditi derivanti

dall'esercizio di imprese commerciali, informa individuale o associata. Sono considerati redditi di impresa: a. Il reddito derivante dall'esercizio di un'impresa individuale. In questo caso il reddito di impresa è direttamente imputato alla persona fisica (imprenditore) e concorre alla formazione del suo reddito complessivo insieme agli altri redditi. È come un lavoratore autonomo: l'utile di impresa verrà incluso nella sua dichiarazione dei redditi. Anche in questo caso vale la Flat tax al 15% per ricavi inferiori a 65.000 €. Esempi: artigiani, idraulico, commerciante, elettricista. b. I redditi conseguiti dalle società di persone (SNC, SAS), che sono poi imputati a ciascun socio (persona fisica) indipendentemente dalla percezione (principio di trasparenza) e in proporzione alla sua quota di partecipazione agli utili. c. I redditi conseguiti dalle società di capitali (SPA, SRL, SAPA). In questo caso si applica l'IRES e i

soci (persone fisiche) potranno eventualmente percepire redditi di capitale sotto forma di dividendi.

Le regole di determinazione del reddito di impresa sono molto simili in questi tre diversi casi: si applica generalmente il principio di competenza (e non il principio di cassa) = le operazioni assumono rilevanza fiscale nel momento in cui sono contabilizzate e non quando avviene la transazione. La tassazione è quindi indipendente dall'eventuale pagamento differito.

Esempio società: 15REDDITI DIVERSI6. : categoria residuale in cui vengono tassate delle fattispecie indicate (tassativamente). Vi rientrano redditi di natura eterogenea a cui mancano alcuni requisiti specifici per essere ricompresi nelle altre categorie. Questa categoria esaurisce tutte le categorie di reddito esistenti. Elencazione tassativa: sono imponibili i soli proventi analiticamente indicati.

In particolare, vi rientrano per esempio:

  • I premi e le vincite (applicazione di ritenute alla fonte a titolo d'imposta).

Le plusvalenze (capital gain da cessioni): prezzo di vendita - costo d'acquisto. Guadagni e perdite in conto b. capitale (criterio della realizzazione = fino al momento in cui vendo il bene e realizzo la plusvalenza non vengo tassato). Cessioni:

  • Immobiliari (per esempio sulle seconde case se realizzate prima di 5 anni perché il fisco ritiene che l'acquisto sia stato effettuato in ottica speculativa e non per altre finalità).
  • Di attività finanziarie (per esempio partecipazioni, obbligazioni, titoli di Stato, valute, contratti derivati).

In base alla tipologia e alla natura di alcuni redditi diversi, dobbiamo applicare uno dei seguenti due comparti di tassazione:

  1. Alle plusvalenze relative ad attività finanziarie si applica, come per i dividendi, una tassazione sostitutiva del 26%. Non rientrano nel reddito complessivo.
  2. Le plusvalenze relative a partecipazioni in società non quotate residenti in Paesi a fiscalità privilegiata (non
  1. La plusvalenza rientra integralmente nell'IRPEF, perché nei paradisi fiscali gli utili non vengono tassati.
  2. In caso di minusvalenza la perdita derivante da cessione può essere compensata con i guadagni (con altre plusvalenze) se riguardano il medesimo comparto di tassazione (ad esempio su attività finanziarie) fino al quarto anno successivo alla vendita. Esempio: se ho realizzato una minusvalenza nel 2020, posso compensarla con altre plusvalenze solo fino al 2024.

Problema: con quale criterio andrebbero calcolate le plusvalenze? Entrambi hanno dei pro e contro.

  1. Realizzazione (quello che utilizziamo). Problemi:
    • Salto d'aliquota. Esempio: immobile acquistato 20 anni fa che rivenduto ad oggi vale molto di più per effetto del mercato immobiliare. Plusvalenza dopo 20 anni particolarmente rilevante. Costo d'acquisto = 100.000 €, Prezzo di vendita = 600.000 €, Plusvalenza = ?

500.000 €. Con il criterio della realizzazione

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
48 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/03 Scienza delle finanze

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giulia.zanin di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienza delle finanze e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano o del prof Dal Santo Francesco.