Anteprima
Vedrai una selezione di 7 pagine su 26
Appunti per esame Sociologia dei processi culturali e promozione del benessere Pag. 1 Appunti per esame Sociologia dei processi culturali e promozione del benessere Pag. 2
Anteprima di 7 pagg. su 26.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti per esame Sociologia dei processi culturali e promozione del benessere Pag. 6
Anteprima di 7 pagg. su 26.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti per esame Sociologia dei processi culturali e promozione del benessere Pag. 11
Anteprima di 7 pagg. su 26.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti per esame Sociologia dei processi culturali e promozione del benessere Pag. 16
Anteprima di 7 pagg. su 26.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti per esame Sociologia dei processi culturali e promozione del benessere Pag. 21
Anteprima di 7 pagg. su 26.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti per esame Sociologia dei processi culturali e promozione del benessere Pag. 26
1 su 26
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

DALLA PERSONALIZZAZIONE ALLA FAMILIARIZZAZIONE

02/11/20

Parlare solo di personalizzazione è insufficiente, perché nel nuovo modello in cui il medium principale è la persona è indispensabile mettere al centro i legami di socialità tra le persone, che nel modello svedese vengono considerati qualcosa da eliminare perché le persone devono poter affermare la propria totale indipendenza dal supporto degli altri. Per recuperare questi legami si può usare il concetto di familiarizzazione a completo dell'idea di personalizzazione.

È necessaria una de-familization, perché l'idea della de-familization è quella che sostiene la teoria svedese dell'amore. È l'idea che bisogna rendersi indipendenti da qualsiasi forma di partner nelle relazioni affettive, dipendenza dall'altro, innanzitutto favorendo il lavoro femminile che garantisce alla donna di non dipendere dal marito per la sua.

sussistenza. D'altra parte, un'altra area dove il welfare di tipo universalistico si attiva è quello della solidarietà che si attiva tra genitori e figli, in cui i genitori devono essere esonerati dagli oneri della cura dei bambini attraverso i servizi dell'infanzia che rende anche i bambini indipendenti dai genitori e fa sì che la loro socializzazione avvenga in un ambito che non è determinato l'indipendenza tra le generazioni, dalla cultura famigliare. Da ultimo viene favorita, ovvero la possibilità per gli anziani di trovare forme di supporto che non li facciano dipendere dai loro figli o nipoti e dall'altra parte la possibilità per le nuove generazioni di non dover investire energie e tempo nella cura degli anziani. Questo modello genera effetti incontrollabili nel momento in cui viene portato alle sue conseguenze, in realtà la promozione di lavoro femminile, di servizi per l'infanzia e di servizi per gli anziani.non familiare può offrire. Pertanto, è importante promuovere e sostenere la cura familiare come risorsa fondamentale per il benessere delle famiglie. Ciò non significa che le famiglie debbano affrontare da sole tutti i problemi che si presentano. Al contrario, è necessario offrire loro risorse e sostegno per facilitare il raggiungimento di un benessere familiare. Questo può avvenire attraverso servizi e programmi che supportano le famiglie nelle loro funzioni specifiche. Tuttavia, è importante evitare di delegare completamente alle famiglie la soluzione dei problemi. La familiarizzazione deve essere un processo che coinvolge sia le famiglie che gli altri attori sociali, come i servizi e le istituzioni. In questo modo, si può garantire che le famiglie ricevano il supporto necessario per svolgere le loro funzioni in modo efficace. La cura familiare è un elemento essenziale per la vita familiare e per le relazioni all'interno della famiglia. Offrire risorse e sostegno alle famiglie è un modo per garantire che possano svolgere le loro funzioni in modo adeguato e raggiungere un benessere familiare duraturo.

Può raggiungere. La de-familization è un orientamento teso ad auspicare che la famiglia diventi un'istituzione, al contrario c'è tutto un filone che sostiene la personalizzazione. In realtà anche il modello della de-familization pensa di tendere verso la personalizzazione, ma in realtà quello che mette in atto è l'individualizzazione.

Si è sviluppato un altro filone di pensiero che ha messo in evidenza il vantaggio che deriva dal valorizzare le relazioni familiari nel momento in cui si mettono in atto dei servizi volti ad aiutare dei membri della famiglia. Quindi per familization si intende la propensione di un intervento/di una policy a valorizzare le relazioni familiari (think family) a metterle al centro (family-centered) e a promuovere un modo di rispondere ai bisogni simile a quello che si utilizza in famiglia (family-based).

Alla fine degli anni '90 nel Regno Unito si era accumulato una serie di ricerche tra la

strettarelazione sociale e l'efficacia degli interventi dei minori in campo dei minori. Dopo una prima considerazione dei minori, le ricerche si sono estese anche all'interno nucleo familiari però la strada verso un approccio "family based" è stata rallentata dalla difficoltà di raggiungere una visione condivisa di quali fossero le dimensioni qualificanti di questo approccio. Dapprima si è creato un elenco di dieci caratteristiche che poi è stato ridotto a cinque caratteristiche. Le 10 caratteristiche sono:
  1. Guardare alla famiglia come unità di analisi
  2. Coinvolgere i genitori in una forma di collaborazione con gli operatori, basata su uno scambio reciproco con i parenti
  3. Cercare di rispondere ai bisogni specifici dell'utente
  4. Personalizzare i vari tipi di servizi che siano basati su quello che avviene in famiglia, comprensivi, integrati, coordinati e basati su un sostegno della comunità
  5. Favorire la presa di

decisione da parte della famiglia

Enfatizzare i punti di forza che le famiglie hanno

Mantenere i minori e le persone fragili all'interno delle loro case

Tenere conto della singolarità delle loro famiglie

Capacitare le famiglie, quindi metterle in grado di sviluppare al meglio le loro capacità

Provare a rendere le situazioni normali e non vederle come situazioni marginali, favorendo una relazione forte tra la famiglia e i professionisti

Queste caratteristiche, negli ultimi anni, si sono riorganizzati all'interno di un modello che tenga conto anche di quanto finora è emerso riguardo agli indicatori della family centreness personalizzazione. Per rappresentare la Familiness e un approccio si può usare lo schema Agil di Parson, che richiede che nell'analizzare un concetto si prendano in considerazione quattro dimensioni diverse:

Approccio: valori sottesi, può essere o di tipo assistenzialistico oppure dell'empowering

(caring)Risorse: attori coinvolti in relazione e reti di famiglie, nel modello assistenzialistico le risorse sono fornite solo dai servizi mentre in quello caring vengono prese in considerazione solamente le famiglie Obiettivi Regole: presa di decisione che è condivisa da tutti gli stakeholder (tutti i portatori di interesse inclusi nella realizzazione di un servizio), solo gli operatori prendono le decisioni. Per esempio, su un intervento assistenziale svolto da operatori singoli si avrà punteggi bassi in tutte le dimensioni, mentre un intervento assistenziale su una diade svolto da operatori in equipe avrà un punteggio intermedio. L'intervento capacitante (approccio empowering) sul singolo svolto da operatori in equipe ha punteggi intermedi, perché potrebbe essere che gli operatori tengano conto comunque delle relazioni in cui il soggetto è inserito. Il livello massimo si può trovare in un compito di mutuo aiuto tra le famiglie chepartecipano a questo gruppo in cui la presa di decisione è condivisa con uno stile molto empowering in cui sono coinvolte più famiglie. Il modello del Family Impact Lens è stato sviluppato in America a partire dagli anni '80 avendo riconosciuto, in base ad una serie di ricerche scientifiche, che l'efficacia degli interventi aumentava laddove si considerasse l'intervento sulle relazioni familiari nel loro complesso. La parola "lente" indica che questo modello non è un insieme di indicatori per la valutazione ma è un approccio che tiene in considerazione l'impatto familiare come outcome finale dell'intervento e quindi è un framework che deve orientare non solo la realizzazione ma anche la progettazione degli interventi. L'approccio del Family Impact Lens può contrastare un orientamento individualistico, una visione settoriale o particolaristica, staccandosi da una eccessiva attenzione aproblemi specifici o a singole soluzioni, a favore di una modalità olistica e multidimensionale di riflessione sulle sfide politiche. Questa prospettiva centrata sulla famiglia allarga il nostro quadro operativo, adottando la prospettiva del ciclo di vita, che prende in considerazione le famiglie "dalla culla alla tomba" e riconosce le molteplici forme di vita intrafamiliare. Assumere questa prospettiva significa assumere uno sguardo dinamico che permette di collocare la persona all'interno del corso di vita della sua famiglia per adottare uno sguardo che consente di rispondere in modo più appropriato ai suoi bisogni. L'adozione di questo sguardo telescopico implica il passaggio da uno che si concentra su un unico membro della famiglia e che quindi fa perdere la visione d'insieme, ad un ocaleidoscopico, che include la prospettiva di tutti i membri delle relazioni complesse che si sviluppano all'interno di un sistema familiare.

Family Impact Lens si rivolge alle politiche, si tratta di un modello evidence-based, ovvero che i criteri che articolano questo modello sono principi che non sono dedotti da una teoria ma nascono dall'analisi delle ricerche che hanno evidenziato come ci sono cinque aspetti discriminanti di cui chi progetta delle politiche o chi realizza degli interventi deve tenere conto nella realizzazione dell'impatto dell'intervento sulla famiglia. Questi principi del Family Impact sono:

  1. Responsabilità della famiglia: sostiene che per promuovere il benessere e l'autonomia della famiglia le politiche e gli interventi dovrebbero avere l'obiettivo di sostenere le 8 funzioni delle famiglie, con la formazione della famiglia, le relazioni di coppia, il sostegno economico, l'allevamento dei figli, cura e assistenza piuttosto che ipotizzare una non necessaria sostituzione del ruolo della famiglia. Questo principio rispecchia l'idea del passaggio tra

1. Assistenzialismo ed empowerment: perché la capacità della famiglia di rispondere in modo più che adeguato alle aspettative dei suoi membri deve essere non annichilita da un intervento di tipo assistenziale.

2. Stabilità familiare: l'instabilità familiare espone i figli ad una serie di risultati negativi nel proprio sviluppo, penalizza gli adulti dal punto di vista emotivo ed economico e contribuisce a generare crescenti disparità di reddito ed opportunità. In questo principio si tiene conto del fatto che ogni transizione esige che le persone rispondano a quelli che sono i compiti di sviluppo e per rispondere a questi compiti è necessario avere le risorse sufficienti per accedere alla nuova fase.

3. Relazioni familiari: le politiche e gli interventi dovrebbero riconoscere che i legami familiari, se sostenuti e rafforzati, hanno una capacità unica di affrontare le difficoltà, mediando tra i bisogni dei singoli. Viene ripresa

l'idea del benessere relazionale, cioè l'idea del fatto che laddove le persone all'interno delle relazioni familiari ric
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
26 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cristinacf di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dei processi culturali e promozione del benessere e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Carrà Elisabetta.