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La scena divisa in quattro momenti
Initium- : Prologo, gli spettatori vengono informati del tradimento risolto.
Perdono della pietà- : Enrico vorrebbe salvare l’ubriaco che ha inveito contro di lui, mentre i tre traditori lo incitano a punirlo. Apparentemente essi sono leali, ma dall’altro lato complottano contro di lui. Vengono poi dati loro i documenti che dovrebbero contenere le loro posizioni rispetto alla guerra in Francia: il re mette in certi versi anche lui in atto una finizione, in quanto finge di non sapere niente. Alla fine, però, l’esito delle due “recite” è diverso: se gli uni (che si esprimono in termini non sono falsi, ma anche iperbolici ed enfatici, scatenando nel pubblico orrore e repulsione) si abbassano e sviliscono, l’altro (che usa non ipocrisia, ma ironia, suscitando compiacimento nel pubblico) si innalza. Lo sdegno di Enrico è anche morale, passando tra i pronomi che segnano rapporti personali (my).
lord – this man – thou) in quanto è un tradimento di un re, ma anche, ma èanche un tradimento che avviene su un piano personale.
Punizione- : i traditori vengono scoperti, e sembrano desiderosi di farsi punire. L’oratoria del re, chepuò discutere anche di teologia, amplifica questa colpa, e la sposta sul piano religioso, riportandolaal tema del peccato. Vi è un momento di degrado spirituale. Quando si sa di aver peccato davanti aDio nell’idea del Cristianesimo post-riforma, il peccato reclama la punizione, motivo per cui ilpeccatore vuole essere punito, e chiede la morte. Questa cosa viene omessa nelle rappresentazioniteatrali perché non funziona.
Altra importante questione religiosa riguarda il tema della salvezza: il protestantesimo diceo che non sono le azioni che salvano l’uomo, ma è la grazia divina. Colui che viene salvatoviene però premiato anche nella vita terrena con il successo. Se un uomo ha
successo nellavita terrena dimostra anche di essere un eletto. Enrico, protestante rieditato per il pubblico del tempo, si rimette a Dio, ma si impegna anche in prima persona. Quindi, le colpe terrene sono indice di una degradazione spirituale. Vi è un forte legame con il mercantilismo.Epilogo- : il re incita all'azione, e si inizia la campagna bellica.
Enrico come politico machiavellico
Macchiavelli è considerato il fondatore della scienza politica moderna, ed è studiatissimo, con il suo "Principe", all'epoca in Inghilterra. Egli espone le caratteristiche dei principi, nei metodi che deve seguire per conquistare il ruolo regale e per tenerselo. Il principe usa la prudenza, e l'intuito politico. Non si fida, mette le persone alla prova perché il pericolo è sempre all'angolo. Usa la violenza a ragion veduta e dopo una comprensione tattica.
Il comico
Il secondo atto presenta una scena comica. Nel teatro shakespeariano, il
Comico e il tragico sono intricati. "Comico" non vuol dire "umoristico", anche se in parte lo è, ma vuol dire "umile" e "non ornato". Vi sono personaggi umili, che hanno un linguaggio non-standard e sgrammaticato. "Comico" vuol dire anche qualcosa che inizia male, ma finisce bene. Vi sono personaggi umili e nobili insieme, ed Enrico stesso, esempio di regalità, è allo stesso tempo anche un uomo con trascorso e frequentazioni umili. Il comico non viene però applicato solo a personaggi umili, ma anche alle rappresentazioni delle classi sociali più elevate (nobiltà francese, Delfino). La dimensione comica fonda le sue radici nella tradizione popolare dissacratrice, ed è molto target-oriented (al popolo piace vedere presi in giro quelli che hanno uno status più elevato).
Scena I atto II
Vi sono dei personaggi umili che hanno deciso di arruolarsi nell'esercito:
- Caporale Nym
Tenente Bardolph- Alfiere Pistol- Cavaliere Falstaff
Questi personaggi sono bassi e umili, che hanno deciso di andare in guerra per compiere atti di sciacallaggio e arricchirsi. Non sono eroi, ma sono stati amici di Enrico quando era un principe. Nella parte iniziale, vi è quasi uno scontro tra Pistol e Nym in quanto rivali in amore (Pistol ha sposato la ex-fidanzata di Nym), che è soprattutto linguistico: uno scontro verbale basso e sgrammaticato.
Pistol è estroverso e furbo, parla in poesia (stile aulico per bassi bisogni), ed è molto aggressivo verbalmente. Vi è una caricatura plurilinguistica, in quanto si finge poliglotta (tenta di parlare latino, lingua della Chiesa pre-riforma, e francese, che per secoli era stata la lingua dei dominatori normanni), ma usa queste lingue in maniera inappropriata.
Nym è introverso e parla in maniera poco incisiva, ripetendo spesso frasi fatte.
Questo scontro verbale viene poi placato in quanto viene inserito
nella scena Falstaff: eroe comico per eccellenza, giullare, amato dal pubblico, ma anche compagno e quasi "padre" del principe. Falstaff è stato però abbandonato dal migliore amico, e non riesce a reagire a questo abbandono, tanto che è sul letto di morte. Si vede la prima ombra sul re: sembrerebbe un re irriconoscente che ha abbandonato e rinnegato le sue amicizie per l'amore di Stato, ma sicuramente c'è un altro modo di leggere ciò: la regalità comporta grandi responsabilità, e anche dolorosissime rinunce. Scena II atto III personaggi stanno parlando della morte di Falstaff in termini autentici come persone che soffrono. Gli umili parlano nella loro lingua standard per esprimere tristezza genuina, e ognuno reagisce in modo coerente con la sua personalità. - Bardolph si dichiara disposto di seguire il morto anche all'Inferno. Poi fa un errore culturale, dicendo che se non è all'Inferno,È nel petto di Artù ci sarebbe dovuto essere Abramo, non Artù. Sono errori che però non cambiano il sentimento. Scena IV atto II Si trovano sul palcoscenico il re, il Delfino e il connestabile (capo della cavalleria, ma in Francia è il comandante dell'intero esercito). Essi parlano dei problemi tra Francia e Inghilterra, e in particolare parlano di Enrico. Il re di Francia è preoccupato (fear), mentre il Delfino ne parla in termini svalutativi. Si ha una rivalità tra i due giovani, e il Delfino prende in giro la paura del padre. La fine di questa scena precede l'ingresso del messaggero inglese che chiede la risposta del re di Francia: è un re prudente, che chiede tempo per pensarci, e non risponde d'impeto. Prima però ancora che lui parli, il Delfino si è già espresso. Questo porta ad un regno di Francia che si mostra diviso, in quanto abbiamo due figure della regalità in scena (una degna di nota).Scena I – Coro, III atto
Il terzo e quarto atto riguardano la guerra combattuta (climax ascendente), il quinto atto consiste nellarisoluzione finale (comico, non perché scatena riso, ma perché scioglie le problematiche). Si entra in questoterzo atto nella guerra, e vi è il riferimento alla prima battaglia vinta, ossia l’assedio di Harfleur. Altroelemento è la diplomazia, in quanto la guerra si combatte sui campi e anche nei rapporti diplomatici. Qui c’èil tema della soluzione diplomatica tramite un matrimonio in risposta alle necessità di Stato. Altracaratteristica è che la guerra viene combattuta sia in attacco che in difesa, e queste due cose non sonofacilmente separabili.
Il coro chiede di essere seguito nella descrizione di qualcosa che è già formattato con tag html:
accaduto: si chiede al pubblico di collaborare in modo sintatticamente nuovo rispetto a ciò che accadeva in precedenza. Abbiamo una serie di verbi che richiamano percezioni sensoriali, oggetto della contemplazione immaginativa. Questa sta però in posizione subordinando, risultando smorzata come un semplice suggerimento. La seconda parte si apre con la struttura "follow, follow", una geminatio dell'imperativo (duplicato, e dunque più forte). Nella prima scena, l'esercito inglese ha creato una breccia nelle mura, ottima opportunità per conquistare la città, ma anche pericolo in quanto qui si schiera l'esercito nemico. Il re si rivolge ai suoi per invitarli all'attacco e dimostrare coraggio in un modo retoricamente pregnante, amplificando le emozioni (redditio, geminatio, anadiplosi/reduplicatio). La prima parte di questo discorso è dominato dalla metafora della tigre, la più feroce tra tutti i felini, e il
Un re che incita i suoi soldati deve avere la stessa ferocia della tigre. Si chiede una trasformazione: all'inizio descrive i soldati come "dear friends" (esseri amichevoli e sensibili), che poi diventano però delle belve. La metafora della tigre è inclusiva, ma potrebbe non funzionare bene rispetto ad un esercito che appartiene a classi diverse della società. Enrico declina i soldati inglesi in categorie:
- Inglesi più nobili, che descrive come figli di padri, che sono simili ad altrettanti Alessandri. La nobiltà è data dal sangue nobile.
- Classificazione inferiore, gli yeoman, ossia i fanti e i piccoli proprietari terrieri, descritti con una similitudine che li avvicina ai levrieri (più nobile tra gli animali nobili). La nobiltà è in senso figurato, e diventa dunque un valore umano.
Scena II atto III
Scena comica. Vi è un coinvolgimento nel combattimento, con una vuota ripetizione delle forme
Di inversione caricaturale della regalità, una dichiarazione di anti-eroismo. Questi personaggi umili non solo non sono eroi, ma non sanno nemmeno riconoscere chi li comanda con autorevolezza. Sono tutto ciò che Enrico non vuole nel suo esercito, mostrando ciò che non è mito e non è storia, ma che è cultura popolare. Il boy (scudiero) che li segue in guerra descrive Bardolph e Pistol con termini contraddittori.
Nella seconda parte della scena vi sono quattro personaggi che rappresentano le quattro nazionalità del regno:
- Gower (inglese)
- Fluellen (gallese), protagonista in quanto è gallese come il re, il teatro shakespeariano si serve dei gallesi in quanto sotto al punto di vista linguistico si gioca su alcune varianti fonologiche del gallese (desonorizzazione delle consonanti sonore) per prendere in giro la lingua, perché fa ridere.
- Macmorris (irlandese)
- Jamy (scozzese)
Sono quattro capitani dell'esercito del re.
comandati dal Duke of Gloucester. Essi hanno disaccordi rispetto atemi di tattica militare, ma anche contrasti in relazione a stereotipi nazionali. Fluellen ha un