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LETTERATURA POSTCOLONIALE DIRETTA
Con questo termine si intende la produzione letteraria di autori e autrici provenienti da (o originari di) Paesi che hanno un legame diretto con il colonialismo italiano; in particolare il Corno d'Africa e la Libia, dove la colonizzazione è stata più a lungo presente e dove essa ha prodotto effetti più duraturi. Ciò che gli autori e le autrici che intrattengono un rapporto di postcolonialità diretta con l'Italia hanno in comune è la familiarità con la storia, la cultura e la lingua italiana.
SECONDE GENERAZIONI
Le seconde generazioni sentono l'Italia come il proprio Paese, ma avvertono continuamente la propria diversità rispetto agli italiani da sempre.
Famiglie Nonostante l'immigrazione familiare ha come conseguenza la formazione di nuove generazioni che crescono nel
paese in cui i genitori hanno deciso di trasferirsi, ne assimilano la lingua, imodi di vita e le pratiche sociali. Le seconde generazioni rivendicano il fatto che la provenienza da una famiglia contraddistinta da una storia di immigrazione è soltanto UNA componente della loro personalità.
SCUOLA: gli alunni arrivati per ricongiungimento sono spesso inseriti in una classe inferiore alla loro età anagrafica per problemi con l'italiano; inoltre la disponibilità di minori risorse da parte delle famiglie incide nel provocare ritardi e abbandoni scolastici e canalizzazione degli insegnanti verso rami bassi del sistema educativo (discriminazione educativa = vengono consigliati percorsi brevi e semplici anche per evitare frustrazioni). Gli studenti universitari di origine immigrata, però, sono prevalentemente iscritti a corsi di laurea di area sociale ed umanistica.
LAVORO: l'aspirazione dei giovani sembra essere molto diversa da quella dei
genitori, ma le loro ambizioni spesso vengono spente dal fatto che sono penalizzati per la mancanza della cittadinanza italiana.
RELIGIONE: se per le prime generazioni la frequentazione di istituzioni religiose viene vista come uno spazio di mediazione tra società di origine e società di arrivo, per le seconde generazioni questo ruolo è meno scontato e le istituzioni religiose spesso vengono vissute come costrittive ed inadeguate.
CITTADINANZA: è in primis percepita come riconoscimento formale, è un documento ufficiale che consente di viaggiare, di rimanere, di fissare la propria residenza senza restrizioni; poi, diventa un prerequisito per la propria realizzazione personale e per il pieno godimento dei diritti civili e per l'accesso alla partecipazione pubblica.
La cittadinanza genitoriale (il diritto dei figli a vivere con i propri genitori) non gode per gli immigrati degli stessi solidi diritti di cui gode per i cittadini nazionali.
Se la
Familiarità con la cultura di destinazione consente ad autori e autrici di seconda generazione un distacco ironico. L'ironia viene spesso utilizzata da autori e autrici di seconda generazione anche per articolare una critica dall'interno delle proprie culture d'origine.
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RAZZISMO RADICATO
Riscrivere la Nazione
Nel 2013 il presidente del Consiglio italiano Enrico Letta nomina ministra una donna originaria della Repubblica del Congo: in un paese come l'Italia, dove domina il potere maschile bianco, il fatto che la ministra fosse non solo nera ma anche donna destò grande scetticismo. Questo è solo uno degli esempi di come il razzismo e il sessismo siano elementi radicati nella società italiana. Un altro atteggiamento italiano tipico è la rappresentazione di giovani e belle donne come corpi da desiderare, possedere e spesso.
annientare.Il colore della NazioneAnche in seguito a drammatici fatti di cronaca come l'omicidio nel 1989 di Jerry EsslanMasslo, emerge in Italia una composita realtà antirazzista, di cui sono parte attivaanche i migranti e che contribuisce all'apertura nello spazio pubblico di un dibattitosull'esistenza di un razzismo in italia.La canzone Tammurriata nera, suggerendo che il colore del bambino possa esseredovuto al fatto che la madre già incinta sia restata impressionata dalla vista di un nero,stabilisce un'associazione tra nero brutto e deforme, ribadendo la mostruosità deirapporti interraziali e degli ibridi.
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INTERSEZIONALITA', MADAMATO, VENERI NERE E SISTERARCHY
INTERSEZIONALITA': termine coniato da Kimberle Crenshaw che risale al femminismonero statunitense tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta e che si
tratta di un approccio teorico e metodologico che afferma la necessità di intersecare le categorie di oppressione invece di considerarle separatamente l'una dall'altra e di sommarle. L'approccio intersezionale evidenzia l'eterogeneità di cui si deve tenere conto quando si parla di donne e il fatto che non tutte le donne storicamente condividano la medesima oppressione - ciò non può costituire un collante per un rapporto di presunta sorellanza universale (la storia delle donne nere negli Stati Uniti è profondamente diversa da quella delle donne bianche). Infatti, parlare di razza o di genere senza adottare una prospettiva intersezionale limita l'ampiezza e la profondità dell'analisi. Dal 1700 la religione cede il passo alla scienza: si sviluppa l'idea che le differenze che determinano le diverse condizioni di vita dei popoli siano naturali e ciò giustifica la missione civilizzatrice = l'opera di.conversione e civilizzazione non è dunque che un pretesto per giustificare la conquista imperialista. L'immaginario legato alla penetrazione dei territori sconosciuti si lega al desiderio di penetrare il corpo delle donne indigene. L'Eritrea diventa la prima colonia italiana nel 1890 e i colonizzatori sfruttano i corpi delle donne nere attraverso la prostituzione e il madamato: la donna nera raffigura l'alterità per eccellenza e ciò giustifica le azioni del maschio bianco e cattolico. Le "Veneri Nere" suscitano nell'uomo bianco una potente attrazione e allo stesso tempo una profonda paura: la responsabilità diventa quindi della donna colonizzata che istiga e non del colonizzatore che la sfrutta. SISTERARCHY: oppressione di donne in posizione egemonica su altre donne. Concetto di sorellanza effimera: le donne bianche spesso relegano le donne nere allo spazio domestico che esse stesse sono state in grado di abbandonare grazie alle.lotte femministe degli anni Sessanta - il concetto di sorellanza universale perciò viene profondamente messo in discussione. Le leggi di mercato e quelle che regolano i flussi migratori nelle società occidentali e non solo fanno sì che le donne migranti abbiano avuto e continuino ad avere un accesso relativamente facile a lavori di cura come collaboratrici familiari e badanti e al mercato del sesso in qualità di prostitute e lavoratrici del sesso. CONCLUSIONE: le rappresentazioni di genere di stampo coloniale sono ancora saldamente radicate nell'immaginario italiano contemporaneo. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- RAZZA Riscrivere la Nazione Razza: categoria necessaria per analizzare grandi crimini razziali europei: lo spazio nazionale rimane sempre uno spazio bianco all'interno del quale ai corpi neri non è riconosciuta un'esistenza legittima. Gli studi sullaRazza cominciano a svilupparsi in Italia negli anni Novanta e producono tre filoni di ricerca: studi su razzismo e antisemitismo fascista e processi che ne derivano, studi sulla differenza tra Nord (superiore) e Sud (inferiore) in Italia, studi sulla presunta bianchezza degli emigrati italiani negli Stati Uniti.
Diversamente dagli Stati Uniti, in Europa l'enfasi è stata posta sulla razza, categoria necessaria per analizzare i grandi crimini razziali europei come lo sterminio di comunisti, omosessuali, zingari e ebrei nei campi di concentramento e la pulizia etnica operata durante le guerre balcaniche. Tale analisi però ha lasciato fuori i crimini del colonialismo per analizzare i quali il colore ha un ruolo fondamentale.
Anche se gli italiani d'America erano reputati bianchi per legge, la loro bianchezza non era considerata alla stessa stregua di quella anglosassone: gli immigrati italiani erano ritenuti sì bianchi, ma "of a different color".
L'Italia ha costruito la propria identità nazionale proprio sulla bianchezza, tale presunta bianchezza era messa in dubbio negli Stati Uniti dove gli italiani americani erano fortemente razzializzati.
A seguito della conquista del Nuovo Mondo, viene avviato un sistema di piantagioni che richiedevano un numero elevato di lavoratori abituali al clima tropicale, reperibili a buon prezzo e facilmente ricambiabili. Prende così avvio la tratta negriera che coinvolge 12 milioni e mezzo di africani, con la conseguente schiavitù razziale - le autorità politiche europee trovano la piena approvazione dalle autorità religiose. In questo modo, i bianchi inventano il nero. Con l'Illuminismo, l'umanità viene divisa in diverse varietà che vengono denominate "razze" (la razza nera si trova all'ultimo anello del mondo umano): il nero africano viene deumanizzato e considerato una variante della scimmia, ed essendo quasi.
Una bestia può essere trattata come tale. RAZZISMO DI RISPETTO: con il trasferimento in America, si eviterebbe ai neri africani di continuare a vivere in un continente dove avrebbero avuto un destino ben peggiore, motivo per cui si ritiene che il nero sia felice di essere schiavo. Solo nel 1807 viene approvato lo Slave Trade Act che abolisce la tratta. La parola razza risale al Medioevo: la storia della parola ha avuto una svolta particolare alla fine dell'Ottocento e poi nel corso del Novecento quando si sono formati vari derivati. Dalla zoologia e dalla botanica il termine è passato agli uomini, nel senso di popolazione o insieme di popolazioni con una particolare frequenza distributiva di alcuni geni contraddistinta da alcune caratteristiche dinamiche e mutevoli nel tempo di discendenza. Razzismo ha assunto poi il significato complesso di orientamenti ed atteggiamenti che distinguono razze superiori da razze inferiori. Al posto di razza si comincia a parlare di etnia, ma la
o risultato desiderato.