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La linguistica e il padre della linguistica moderna, Ferdinand de Saussure
Linguistica: studio degli aspetti formali e strutturali delle lingue. Essa include:
- Fonetica: studio dei suoni delle lingue
- Fonologia: studio dei suoni di una lingua in particolare
- Morfologia: studio della struttura grammaticale
- Sintassi: studio della struttura grammaticale delle frasi
- Semantica: studio di aspetti del significato
Ferdinand de Saussure (1916) distingue:
- Langue: la lingua che va studiata, il sistema linguistico comune a tutti i parlanti di una certa lingua
- Parole: reali pratiche linguistiche, uso linguistico effettivo ed individuale
Secondo Ferdinand de Saussure, il pensiero sarebbe una massa indistinta senza il linguaggio e i concetti non sono idee preesistenti a cui il linguaggio assegna delle etichette.
I concetti che stanno dietro alle parole non sono sempre uguali da lingua a lingua. Il linguaggio ci aiuta a ragionare, a mettere in ordine i pensieri, a categorizzare la realtà.
A fare astrazioni e a comunicare. Linguistica moderna: il testo autentico inteso come ogni possibile atto comunicativo tra parlanti diventa la base da cui estrarre dati linguistici necessari all'elaborazione di ipotesi, teorie o modelli.
COMPETENZA SOCIOCULTURALE
Si esplica nel contesto socioculturale: il contesto fa da sfondo alla comunicazione e distingue l'immediate environment (contesto di situazione immediato) e il context of culture (background più ampio). I due contesti si rapportano continuamente.
SCRIPT: copioni che organizzano l'informazione in memoria relativamente a come un evento normale (andare al ristorante) ha luogo abitualmente. Inoltre, gli script indicano quale comportamento è appropriato ad una particolare situazione.
COMPETENZA COMUNICATIVA - DELL HYMES E COMPETENZA SOCIOLINGUISTICA
Al concetto di competenza linguistica intesa come conoscenza delle caratteristiche formali della lingua, si contrappone il concetto di competenza comunicativa.
laborata da Dell Hymes e si riferisce a quando parlare, a quando tacere, riguardo a cosa parlare, a chi, dove, in quale modo... La competenza comunicativa è basata sullo sviluppo di una propensione al dialogo, all'accettazione di punti di vista diversi rispetto ai propri, e si propone come critica alla nozione chomskiana di competenza linguistica, di stampo universalista, che focalizza l'attenzione su aspetti grammaticali di una lingua e sulle regole che la governano. Sociolinguistica: studia i rapporti tra lingua e società. COMPETENZA COMUNICATIVA INTERCULTURALE Si articola in: - Componente etnolinguistica: capacità di identificare le norme sociali - Componente di azione: attività verbali e non verbali - Componente relazionale: gestione delle interazioni con parlanti nativi - Componente interpretativa: interpretare e spiegare la società - Componente educativa: educazione al rispetto e alla convivenza civile COMPETENZA COMUNICATIVA E- Comunicazione verbale:
- Funzione interazionale: scopo sociale di stabilire o mantenere rapporti con le persone
- Funzione transnazionale: scopo di trasmettere informazioni
- COMPETENZA INTERAZIONALE: modo in cui l'interazione si realizza in diverse situazioni, come gli studenti imparano a fare interazione mentre parlano, come questo porta all'acquisizione di strutture conversazionali ecc.
Chi parla una lingua la usa diversamente a seconda delle situazioni comunicative e in relazione ad aspetti della propria collocazione ed identità sociale.
Sapere una lingua non significa soltanto saper produrre frasi grammaticalmente ben corrette e formate ma anche saper scegliere la forma e la varietà della lingua più adatta alla situazione tra quelle disponibili.
A propria disposizione - competenza comunicativa di un parlante.
APPROCCIO DELL'IDENTITÀ SOCIALE: le nostre identità sociali sono costruite discorsivamente attraverso la partecipazione a interazioni con persone diverse e contesti differenti. L'identità sociale contemporanea è multipla e non unitaria, è complessa e intrinsecamente soggettiva, si evolve nel tempo e nuove identità si formano costantemente.
TEORIA DELL'IDENTITÀ SOCIALE DI NORTHON: l'identità sociale è la relazione tra l'individuo e il mondo sociale più ampio, mediata da istituzioni.
- Identità culturale: relazione tra individui e membri di un gruppo che condividono una storia comune, un linguaggio comune e modi simili di intendere il mondo
- Identità etnica: relazione tra un individuo e i membri della razza a cui appartiene lo studente
COMUNITÀ DI PRATICA: gruppi sociali specifici che condividono un insieme
comune di pratiche relative a un particolare dominio sociale. Nasce così l'insegnamento comunicativo: ad essere privilegiata non è più una conoscenza regolistica della lingua ma la capacità di esprimere e negoziare significati.
Nell'insegnamento comunicativo si seguono due versioni:
- Forte: propone l'esclusione della pratica formale controllata e della riflessione metalinguistica a favore di attività identiche a quelle in cui l'apprendente è impegnato al di fuori della classe
- Debole: necessità di integrare tali attività in un più ampio programma che includa anche l'insegnamento grammaticale esplicito e la riflessione metalinguistica (sarà questa versione ad ottenere il maggior consenso ed il maggior seguito)
PRAGMATICA: dalla teoria degli atti linguistici di Austin e Searle alla pragmatica interazionale
Gli studi sugli atti linguistici di Austin e Searle considerano gli enunciati, scritti o orali,
Com'è l'esecuzione di atti (promettere, ordinare, chiedere informazioni, invitare..). L'idea che la gente quando parla compia delle azioni e che la struttura e la semantica di un enunciato possano dipendere dal tipo di atto che viene realizzato è molto antica.
Pragmatica interazionale: le critiche portate alla teoria degli atti linguistici propone una nuova concezione di pragmatica che si interessa a ciò che avviene in un discorso e agli effetti di senso che esso produce, riproduce e conferma. Essa non fa uso di analisi fisse, ma le crea di volta in volta. La pragmatica diventa così la scienza dell'uso linguistico, dello studio del che cosa fa la gente con le parole.
ANALISI DELLA CONVERSAZIONE E ANALISI CRITICA DEL DISCORSO
- Analisi della conversazione: più normativa e regolistica, considera scopo di indagine la descrizione della struttura dei testi e adotta la prospettiva dell'osservatore del prodotto testuale
- Analisi critica del discorso:
- Conversazione implicita: si apprende naturalmente durante l'acquisizione di una L1. Essa è necessaria per una comunicazione fluida e facile. Gli apprendenti non sono consapevoli di quello che sanno (conversazione quotidiana) e vi si può accedere senza sforzo e rapidamente, essendo un processo automatico.
- Conversazione esplicita: gli apprendenti sono consapevoli di cosa sanno (scrittura accademica). Si può accedere alla conoscenza esplicita lentamente e con difficoltà, poiché è un processo controllato.
ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE LINGUISTICA
Non si può non comunicare perché ogni azione, linguistica e non, trasmette messaggi di
variotipo a chi ci sta intorno; ad ogni informazione si sovrappone una valutazione personale che interpreta l'informazione stessa. La comunicazione e la lingua non sono sinonimi: il bambino comunica prima ancora di parlare, si rende conto che quello che fa anche senza parole ha effetti sull'interlocutore; il suo punto di partenza non è il linguaggio verbale.
LINGUAGGIO: prerequisito per le lingue, supporto sul quale le lingue vengono installate. Il linguaggio è unico, identico per tutti i membri della specie mentre le lingue variano e mutano: il linguaggio ci accomuna e le lingue ci distinguono.
ABILITÀ PRIMARIE
Un individuo può padroneggiare o meno una determinata lingua, ma nessuno può avere una conoscenza totale delle norme e nessuno è in grado di rispettarle costantemente in qualsiasi situazione comunicativa.
Per conoscere una lingua bisogna sviluppare competenza in quattro abilità: ascolto, lettura, parlato, scrittura. E'
necessario inoltre seguire una gradualità didattica. PROCESSI PRODUTTIVI: PARLARE E SCRIVERE + DIFFICOLTÀ DEL NONNATIVO Il parlare è un'abilità produttiva orale, lo scrivere è un'abilità produttiva scritta. Il parlato presenta generalmente una strutturazione più semplice dello scritto, fa uso di enunciati più brevi, di un'organizzazione paratattica e di una sintassi semplificata. Parlare è naturale, scrivere è artificiale. Tuttavia, la lingua parlata, esattamente come quella scritta, ha convenzioni proprie che vanno comunque rispettate se vogliamo comunicare in maniera efficace. DIFFICOLTÀ DEL NON NATIVO: l'apprendente può non sapere quando e come prendere il turno, come cambiare argomento, come aprire o chiudere una conversazione, cosa dire, a chi, quando e come dirlo, e potrebbe non comprendere alcune connotazioni particolari riconducibili alla cultura. PROCESSI RICETTIVI: ASCOLTO ELETTURA + DIFFICOLTÀ DEL NON NATIVO: l'ascolto è un'abilità ricettiva orale, la lettura un'abilità ricettiva scritta.
DIFFICOLTÀ DEL NON NATIVO: la nostra conoscenza di situazioni stereotipate (scripts) come al ristorante o la prima colazione non ci aiuta a capire completamente la stessa situazione in un'altra cultura, specialmente se molto distante dalla nostra. Ciò che rende spesso difficile il processo di comprensione in una L2 è l'insufficienza, la diversità di conoscenze necessarie a compiere appropriate previsioni e deduzioni.
CAMBIAMENTI DELLA DIDATTICA: FASE DINAMICA E FASE STATICA
Il metodo migliore è un metodo misto che varia in base alle situazioni e alle esigenze.
Esistono due momenti storici che ricorrono ciclicamente:
- Fase dinamica, di cambiamento e rivoluzionaria: ipotesi teoriche nuove che ruotano attorno ad una determinata problematica di riferimento