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ROUSSEAU
Rousseau è diffidente nei confronti dell'educazione pubblica e dei pregiudizi culturali che essa trasmette, e
punta su una educazione naturale in cui formando l'uomo si forma anche il cittadino. L'educazione
apparentemente solitaria di Emilio promuove virtù sociali e permette di acquisire consapevolezza come il
senso della proprietà e il valore del lavoro oltre a rimuovere pregiudizi: così, da adulto è preparato per le
responsabilità che gli sono proprie. La soluzione scelta da Rousseau e la rivisitazione pedagogica
dell'esperienza del Grand Tour inteso come viaggio di istruzione e come esperienza di iniziazione all'età
adulta.
Due chiavi di lettura:
• Rousseau ha un convitato di pietra (=personaggio che anche se non è fisicamente presente è come
se ci fosse): è l'equivalente della buona società di quello che è il suo Emilio. Il giovane rampollo, nobile
parigino dell'alta società, educato fin da bambino in un certo modo per essere in linea coi dettami
della buona società parigina da mezzi cortigiani/precettori. In età illuminista era molto forte la
polemica che vedeva al centro l’idea che dovevi portare luce dove altri avevano il buio.
Rousseau il precettore mentre dice che educa Emilio sia esplicitamente che implicitamente che Emilio
lo educa cosi, non come il rampollo che educa il nobile in Francia.
Alcune delle dottrine che elabora servono a dare un fondamento alla linea di pensiero che è
un'intuizione pre-pedagogica: Emilio educato secondo natura è una dichiarazione di guerra contro
l’educazione secondo le consuetudini di una parte nobiliare della società. Educo l'uomo in quanto
uomo, secondo natura e di riflesso avrò educato anche un buon cittadino. Mentre, il precettore
parigino quando educa, educa il cittadino e non l'uomo perché gli interessa che chi lo paga si aspetta
che educhi un bravo abitante della società nobiliare della corte.
Emilio era nobile, ma gli insegna comunque un mestiere (falegname) così può sopravvivere anche se
le cose andranno male.
• Quinto libro: Emilio raggiunge le soglie dell'età adulta, sta per sposarsi ma deve fare un viaggio che
ha un significato pedagogico (Grand Tour è una prassi che inizia a essere in uso in quell'epoca).
PESTALOZZI
Pestalozzi è considerato il padre della “pedagogia sociale” per il suo impegno nell'educazione popolare.
Educazione è per lui naturale perché la vita educa e le potenze di cui prendersi cura sono tutte le dimensioni
dell'uomo (cuore, mente, mano). Il primo ambiente educativo è la famiglia, paradigma dell'educazione
naturale autentica in cui maturano amore, fiducia e gratitudine che sono alla base dell'educazione naturale e
della vita sociale. Importante è anche il valore educativo del lavoro incarnato nel contesto sociale in cui si
prepara ad entrare.
Egli è affascinato dall'Emilio di Rousseau e per questo pensa di poterlo mettere in pratica (mentre Rousseau
sa che stava scrivendo praticamente un romanzo).
Pestalozzi: padre della pedagogia sociale perché si impegna nell'educazione popolare: è uno dei mandati che
riceve.
Al tempo i bambini che venivano abbandonati nell'orfanotrofio non ottenevano un'educazione, c'era solo un
modello pedagogico militare con molta disciplina e modello custodiale. Orfanotrofi erano opere caritative.
Pestalozzi anima questi luoghi con Rousseau.
Cuore, mente, mano è ciò che riprende da Rousseau, educare secondo natura vuol dire vedere il bambino
tutto insieme. Prende la parte per il tutto.
Attività manuale: recupera l’idea di Rousseau (sanno fare qualcosa) ma ha anche una funzione sociale
(speranza che escano da una marginalità sociale).
Pestalozzi ci prova per davvero a differenza di Rousseau, senza un successo clamoroso perché gli aspetti
amministrativi lo hanno fregato e coloro che dovevano dare i soldi non li hanno dati.
Si conclude la preistoria della pedagogia: nell'800 nasce la parola Pedagogia.
• Utopisti: idea della città del sole, utopia, delineano una paideia per una città ideale e la critica della
città esistente. Delineano una paideia politica è una critica della società presente.
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• Comenio: si pone il problema del mandato sociale della scuola mentre ne ripensa l'organizzazione.
Svela un mandato sociale esplicito mirante a ripensare all'organizzazione della scuola e crea la
didattica magna (scuola organizzata in un certo modo).
• Rousseau: critica i modelli educativi socialmente dominanti e propone di formare l'uomo per educare
il cittadino. Critica i modelli educativi della società e prende come modello implicito i figli dei contadini
(1 libro): guardare alle mamme contadine
• Pestalozzi: interpreta l'educazione popolare nella concretezza delle condizioni storiche e sociali in cui
vivono le persone.
Chi educa:
• Educare è un atto tipicamente umano;
• Tutti coloro che hanno educato hanno una pedagogia implicita (hanno fatto una scelta pedagogica
anche se non lo sapevano)
• Albero genealogico della pedagogia: gente che ha educato e anche riflettuto in modo esplicito
sull'educazione anche in tempi in cui questa riflessione sull'educazione non si chiamava pedagogia.
• Pedagogia formalmente esplicita
Un milieu culturale in cui gioca un ruolo fondamentale una nascente coscienza nazionale connessa a
un'azione politica concreta è una battaglia culturale che si lega alla paideia sociale corrispondente. In tale
milieu collochiamo anche gli effetti sociali della seconda rivoluzione industriale e le considerazioni socio-
educative corrispondenti.
Pedagogia sociale nel 1800 c'è un milieu culturale: dopo il 1815 c'è l'età della restaurazione in cui si formano
apparati statali con una forte connotazione burocratica= stati centralizzati in cui lo stato cerca di prendere in
mano tutto, tra cui la scuola. Stato combatte l'analfabetizzazione: nasce l'obbligo scolastico.
Tempo della seconda rivoluzione industriale (1844: Marx "Manoscritti economico filosofici"), fabbrica e catena
di montaggio.
Ci sono in Germania diversi autori semi sconosciuti che puntano alla funzione sociale dell'educazione per
tutta la società (anche operai). Ciò che li rende deboli è l'essere una massa indistinta. Importanza delle
associazioni di mutuo soccorso (mutua).
PEDAGOGIA SOCIALE: il termine nasce nel 1844 (Mager): pedagogia individuale si occupa degli individui presi
uno a uno, sociale prende il gruppo. Il termine nasce per contraddistinguerlo da quella individuale.
NATORP
È l'autore del libro “Pedagogia sociale” (1899), e concepisce l'educazione come formazione della volontà.
Ritiene che l'uomo divenga tale solo attraverso la comunità. La pedagogia sociale studia i rapporti concreti tra
educazione socialmente condizionata e società.
Una suggestione platonica: tre dinamismi dell'anima umana (istinto, volontà, ragione) a cui corrispondono
tre classi sociali legate alle attività fondamentali (attività economica, attività governativa, attività educativa).
Ne deriva una triplice pedagogia sociale:
- Pedagogia sociale della famiglia: vita domestica della classe operaia
- Pedagogia sociale della scuola: funzione educativa per consentire una sottomissione cosciente
all'ordine sociale
- Pedagogia sociale degli ambienti di vita: libera autoeducazione nella vita in comune con gli adulti per
la moralizzazione di tutto il popolo.
Era un filosofo neokantiano che è ispirato anche da Hegel e Platone. Idea che nell'anima umana ci sono 3
dinamismi a cui associa 3 funzioni sociali,
Pedagogia sociale della Istinto= cuore Attività economica Contesto educativo
famiglia informale
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Pedagogia sociale della Volontà Attività educativa Contesto educativo
scuola formale
Pedagogia sociale degli Ragione= mente Attività governativa Contesto educativo
ambienti di vita non formale
Non c'è mano che c'era in Pestalozzi.
KERSCHENSTEINER
Educazione è un'incombenza sociale fondata sulla naturale socievolezza umana ma la formazione non può
essere concepita come un addestramento massificato bensì come un'esperienza personale e spirituale dotata
di senso. Fu attivo nella promozione della scuola del lavoro in quanto fattore di promozione sociale che
favorisce lo sviluppo dell'autonomia individuale e realizza un bene comune della società. (p 109 PS, situazione
alla fine della 1WW: dalle macerie dei momenti di grande tragedia si sente l'importanza dell'educazione).
Durante il ‘900 acquista rilevanza il nesso tra uomo e tecnologia con il rischio di una approccio meccanicista
alla rappresentazione della persona umana e tecnicista all'educazione. A questo risponde Romano Guardini
rilanciando l’idea della crucialità dell'incontro tra le persone.
Altro tema è l'autorità educativa a cui si oppongono alcuni pensatori come Neill.
Molte questioni socialmente e pedagogicamente rilevanti del XX secolo sono potenziali sfide educative:
- Il personalismo: si vuole rifare il Rinascimento riscoprendo la centralità della persona (Mounier,
Maritain, Stefanini, Agazzi, Nosengo, …
- Le scuole nuove e l'attivismo: in un clima educativo basato sul puerocentrismo prende forma il
fenomeno delle scuole nuove e ha il suo riferimento in Ferriere, Dewey, Celestine, Freinet, …
- La pedagogia degli oppressi: dal fiorire di opere caritative si passa ad un approccio che mira a incidere
sulle strutture socio educative per arrivare a superare la divisione tra oppressori e oppressi per una
loro liberazione attraverso la cultura (Freire, Don Milani, Illich, …)
DEWEY
Dewey ha una visione dell'uomo (=uomo democratico) come fondamento euristico del suo pensiero
pedagogico e pedagogico-sociale. Critica l'educazione tradizionale (=trasmissiva e autoritaria) verso un
paradigma pedagogico attivistico e democratico: si tratta di una modalità educativa intrinsecamente
coinvolgente (antiautoritaria= democratica), sia perché rappresenta il modo migliore per formare i cittadini
democratici (=attivi). Si inserisce nel movimento per le scuole nuove e si configurano come comunità di
apprendimento e palestre di democrazia.
FREINET
Freinet inaugura l'esperimento di una scuola senza classi, laica, attiva, gestita in modo cooperativo, con molte
attività laboratoriali e all'aperto basata sulla centralità del fanciullo. La scuola è pensata come un cantiere in
cui i bambini studiano facendo ciò che farebbero giocando. In una prospettiva soci