CONFIGURAZIONE DEGLI AB
Le regioni a framework partecipano poco a questa
ipervariabilità. Quindi CDR derivanti dalla catena pesante
e da quella leggera definiscono il sito di legame.
Gli anticorpi possono riconoscere epitopi in
configurazione linearizzata (denaturata) o in
conformazione nativa. Questo perché la struttura
linearizzata o nativa determina la risposta biologica. Cioè
la struttura tridimensionale determina il corretto
alloggiamento della tasca di legame. Quindi è possibile
che per certi antigeni sono riconosciuti facilmente in
configurazione nativa, perché la configurazione nativa
non sfavorisce il legame e attiva il recettore. In altri casi è
necessaria una denaturazione (forma linearizzata) per
indurre una risposta. A seconda della struttura
dell’antigene c’è una risposta differente.
COMPLEMENTARITÀ DEGLI AB VERSO UNO SPECIFICO AG
Siti di complementarità di:
a. Aptene
b. Peptide
c. Proteina
d. proteina
Gli apteni sono molto piccoli e di tipo peptidico
con un peso molecolare molto basso. Nella tasca
di legame, in giallo, c’è una piccola aerea di
interazione con l’aptene. Ci sono ridotti punti di
contato. Per riconoscere un aptene l’anticorpo
deve vederlo solo in forma lineare o continua. In
quanto se fosse in conformazione nativa non
entrerebbe nella tasca. Aumentando le
dimensioni del peptide i punti di contatti aumentano sull’anticorpo nella regione di legame. Spesso sono coinvolte non
solo le regioni CDR ma anche regioni framework. In questo caso, in cui la regione di complementarità è molto ampia,
l’anticorpo riesce a visualizzare e legare proteine anche in conformazione nativa (o discontinua) [epitopi
conformazionali o discontinui].
Spesso però gli anticorpi riconoscono l’antigene usando solo alcuni dei 6 CDR. Non sempre é necessario il legame con
tutti e 6 le regioni variabili. Le interazioni che si creano tra anticorpo e antigene non sono covalenti, ma di altra natura.
Non avremo mai un legame stabile all’infinito nel tempo. Diverse forze contribuiscono all'interazione tra Ag Ab
(elettrostatico, legami idrogeno, idrofobico, interazioni di van der Waals, catione pi ). Non ci sono interazioni
covalenti. 64
RUOLO DELLO SWITCH ISOTIPICO E POLARIZZAZIONE DELLA RISPOSTA (T HELPER MEDIATA)
Parliamo di switch isotipico perché
vogliamo vedere le funzioni effettrici di
Ab, mediato dalla porzione Fc costituita
principalmente da domini costanti.
Lo switch isotipico permette lo scambio
di domini costanti di catene pesanti.
Dipende dai segnali mediati da linfociti
T helper. Producono citochine
specifiche in base all’antigene
presentato dalla cellula B che indica la
direzione della risposta; quindi, se ho
bisogna di una riposta contro:
patogeno intracellulare, patogeno
extracellulare, parassita, cellula
tumorale. Ma per avviare il cambio dei
domini costanti, c’è bisogno di un segnale di licenza (segnale di licencing) che è mediato sempre da recettore e co-
recettori presenti sui linfociti T helper e linfociti T (che è il legame tra CD40 e CD40 ligand). Questo è un processo
regolato. A seconda del processo immunitario c’è bisogno di una direzione e un avvio.
MECCANISMI MOLECOLARI DELLO SWITCH ISOTIPICO
Lo switch è un meccanismo di
ricombinazione sul DNA già ricombinato
durante la maturazione. E
successivamente si avrà un cambio dei
domini costanti (ad esclusione di Cµ).
Possiamo osservare che i differenti
isotipi delle varie classi di anticorpi
hanno diverse regioni Fc. Quindi ciò
comporta una diversa organizzazione
strutturale.
IgG e IgE sono strutture monomeriche.
Oltre al fatto che gli Fc per IgE sono
comini costanti ε e per IgG sono domini
g.
costanti 65
CLASSI DI ANTICORPI
Differenti isotipi hanno differenti regioni Fc
Possiamo vedere anche che IgE è più lungo
nella porzione Fc, ha 3 domini contro i 2 di
IgG. Quindi lo switch isotipico permette i
cambiamenti dei domini c che si
costituiranno IgG e IgE.
Le IgA si costituiranno come dimeri. Le IgM,
grazie alla catena J; quindi, a porzioni segnali
ho degli aminoacidi in Fc che permetteranno
l’aggancio della catena J e costituiranno una
struttura pentamerica.
DIFFERENTI ISOTIPI HANNO DIFFERENTE EMIVITA Un’altra caratteristica dei diversi isotipi è una
Le diverse classi di Ag hanno una diversa porzione Fc, che differente emivita. Il cambio di classe e i diversi
influenza: isotipi hanno una diversa struttura e una diversa
emivita e una diversa distribuzione nei fluidi.
• Organizzazione strutturale
• Emivita
• Distribuzione dei fluidi
• Funzioni effettrici
Consideriamo IgE e IgG: le IgE sono presenti in concertazioni molto
basse nel siero e non sono presenti in altri fluidi come quello
cerebrospinale, e la loro emivita è molto bassa (2 giorni). Le IgG
(isotipo più frequente) abbiamo una concentrazione sierica che è
1000 – 10 mila volte più alta di quella di IgE e una emivita 10 volte
può alta di IgE. Le funzioni sono mediate da IgG perché hanno
caratteristiche strutturali differenti, resistono di più e raggiungono
concentrazioni maggiori.
L’anticorpo più attivo è quello che ha determinate caratteristiche. 66
Abbiamo parlato di una diversa organizzazione strutturale, diversa emivita e diversa distribuzione nei fluidi. Sappiamo
che Fc determinano le funzioni specifiche degli anticorpi, quindi ogni isotipo medierà funzioni effettrici differenti. Le
funzioni effettrici sono mediate da recettori specifici per la porzione Fc o da molecole solubili.
L’anticorpo legando l’antigene e alter molecole a valle (come il recettore e molecole solubili) diventa come un
recettore surrogato. Quindi una delle funzioni è quella di essere un recettore e attivare un determinato signaling.
RECETTORI PER ANTICORPI
L’attività degli anticorpi in tutte le situazioni può essere mediata dall’ingaggio con specifici recettore Fc receptor (FcR)
o con molecole solubili. Nella maggior parte dei casi le funzioni sono mediate dai legami con recettori specifici.
Parleremo dei recettori FcgR, cioè dei recettori che legano Fc delle IgG che è l’isotipo più abbondante. FcgR sono
distribuiti su diversi tipi cellulari, la maggior parte sono del lineage dei fagociti (es. neutrofili, macrofagi, cellule
dendritiche) oppure sono linfociti NK. Quindi agendo come recettori surrogati ingaggiano il recettore specifico
inducendo un signaling cellulare, oppure legano molecole solubili che mediano altre funzioni in particolare con attività
citotossica.
FUNZIONI ATTIVATE DELLA PORZIONE FC
FUNZIONI DI SIGNALING INTRACELLULARE
Vediamo i meccanismi che determinano una funzione di tipo signaling intracellulare (2 meccanismi):
1. SEGNALANO LA PRESENZA DELL’ANTIGENE
L’anticorpo legando il suo recettore sulla membrana segnala la presenza all’interno della
cellula di un antigene. Molto spesso il risultato del signling è determinato dal
riconoscimento di anticorpi da più recettori. Cioè vengono ingaggiati più recettori Fc.
In questo caso vediamo che antigene fa da ponte tra due recettori che
contemporaneamente attivano due anticorpi, che contemporaneamente attivano due
recettori. Questo può essere moltiplicato sulla superficie della cellula. Più recettori sono
espressi più legano anticorpi legati ad antigeni, e quindi ci sarà un determinato segnale.
I recettori Fcg sono di diverso tipo: segnalano in diverso modo, segnali di attivazione o
segnali di inibizione. Questi recettori sono espressi sulla membrana delle cellule
fagocitiche, che quindi attraverso l’anticorpo riconoscono l’antigene e si attivano (in
senso positivo e in senso negativo).
Quindi la cellula fagocitica può riconoscere il patogeno tramite altri recettori (PRR), ma un altro modo per vedere la
presenza di un patogeno è mediata dal riconoscimento degli antigeni tramite i co-recettori per la porzione costante.
2. FUNZIONE OPSONICA
Una seconda funzione di Fc inclusa nella classe di funzione di
recettori per signalling intracellulare è la funzione opsonica. Cioè
l’ingaggio tramite Fc receptor di anticorpo e antigene induce nelle
cellule la fagocitosi. Mediano internalizzazione e eliminazione del
target. Quindi ciò è quello che indice la capacità di fagocitosi, che si
definisce funzione opsonica degli anticorpi. Una volta internalizzato e
degradato, le cellule di tipo fagocitico riescono anche a migliorare la
capacità di presentazione. 67
La funzione opsonica media a attiva fagocitosi, anche se non è l’unico meccanismo che induce fagocitosi. Dopodiché la
cellula grazie a anticorpi, oltre a fagocitare meglio, riesce anche a presentare gli antigeni processati su MHC.
Diventano una cellula presentante.
I linfociti B attraverso gli anticorpi riescono a sostenere maggiormente l’attivazione dell’immunità perché facilitano
fagocitosi e presentazione.
FUNZIONI MEDIATE DA FCY SULLE CELLULE FAGOCITICHE
IgG, isotipo più abbondante nelle fasi
secondarie, nella risposta Th1.
In molti casi, Fcγ mediante i recettori specifici
facilitano l’attività dei fagociti in termini di: •
Attivazione
Fagocitosi e killing del patogeno
• Fagocitosi e presentazione dell’antigene
• Ciò permette l’attivazione della risposta
immunitaria adattativa.
FUNZIONI DI TIPO CITOTOSSICHE
Una funzione coinvolge ancora i recettori di Fc, l’altra coinvolge solo il dominio
costante di Fc di Ig.
3. Citotossicità cellulare mediata da anticorpi (ADCC)
Fc può mediare citotossicità cellulare perché FcR è espresso dalle cellule NK e
viene attivata la sua funzione di killing. Questo meccanismo si chiama ADCC
perché è una citotossicità cellulare mediata da anticorpi.
Nota: NK uccidono anche in altro modo, non attivati da anticorpi. Ma con
anticorpi possono svolgere questa funzione.
4. Cascata del complemento (CDC)
Una seconda funzione legata alla citotossicità è la cascata del complemento. Il
dominio costante delle IgG è riconosciuto dalla componente della cascata C1 e
attiva la via classica del complemento.
IG: ATTIVAZIONE DELLA CASCATA DEL COMPLEMENTO
La via classica si è evoluta dalla via alternativa e le molecole a valle dell’attivazione sono le stesse. A differenza è che
nella via classica l’avvio è mediato dalla presenza di un anticorpo. In particolar modo dall’aggancio con la componente
C1.
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