CRITERI PER LA DIAGNOSI
Si sospetta un'immunodeficienza quando abbiamo:
1. Infezioni ricorrenti
2. Incapacità di risolvere rapidamente un'infezione nonostante la terapia (es. antibiotici) → gli antibiotici
funzionano anche, ma in questi pazienti il difetto è a carico delle cellule del SI; quindi, l’infezione andrà avanti
lo stesso perché il SI non sarà in grado di risolverla.
3. Insorgenza di infezioni opportunistiche da microrganismo insolito che normalmente l’organismo è in grado di
controllare. Di conseguenza questi microrganismi diventano patogenici anche se non dovrebbero esserlo →
iperattivazione della risposta immunitaria, che ad un certo punto si blocca, a carico del mediatore C5a (dal
complemento), che manda in paralisi macrofagi e neutrofili. Se somministriamo farmaci antinfiammatori,
questi non funzionano perché il SI è talmente esausto che non è più in grado di rispondere. Il paziente non 41
muore tanto per la sepsi, ma per le infezioni opportunistiche con cui viene in contatto durante la fase finale
dell’infezione sistemica, a seguito dell’ospedalizzazione. Le infezioni opportunistiche sono infezioni che
normalmente ad un individuo con un SI performante non fanno nulla, ma in un paziente con infezione
sistemica o immunodeficiente sono la causa scatenante la morte.
4. Risoluzione incompleta delle infezioni: pazienti tendono a cronicizzazione → il patogeno non riesce ad essere
rimosso dall’individuo.
RISPOSTA IMMUNITARIA
In funzione del target del deficit immunitario, le immunodeficienze possono interessare sia il compartimento innato
che adattativo.
- La diagnosi di immunodeficienza viene fatta sulla storia clinica del paziente che mostra un quadro di infezioni
ricorrenti dallo stesso patogeno o patogeni simili
- Il tipo di infezione è indicativo della parte del sistema immunitario carente:
1. Carenza di risposta adattativa cellulare (ad opera di Linfociti B) e umorale (produzione di anticorpi)→ infezioni
ricorrenti da batteri extracellulari
2. Carenza di risposta adattativa cellulare (ad opera di Linfociti T)→ ricorrenti infezioni virali, fungine o candidosi,
infezioni da batteri intracellulari
3. Carenza di risposta innata (Fagociti)→ infezione ricorrente da batteri piogenici che creano pus (infezioni
cutanee) da Streptococcus e Staphylococcus
Se ho un’immunodeficienza a carico dei linfociti T farò più fatica a gestire i patogeni intracellulari. Se ho una carenza a
livello della componente B i patogeni che farò più fatica a gestire sono quelli extracellulari, contro cui mi servono gli
anticorpi.
SCHEMA: per capire il livello in cui si trova il difetto
immunologico e che cosa comporta da un punto di vista
funzionale:
A sinistra vediamo un differenziamento del lineage B e come va
incontro a maturazione. A destra vediamo le immunodeficienze
legate alla prevalente carenza di linfociti T; in modo particolare
bisogna parlare di CD4, che è responsabile dell’attivazione delle
cellule B. Un difetto a carico della componente dei linfociti T si
riflette anche in una deficienza a carico della componente
anticorpale poiché i linfociti T determinano lo switch anticorpale
da IgM a IgG, IgE e IgA.
I linfociti B escono dal midollo già maturi, mentre i linfociti T
escono immaturi e devono andare nel timo a maturare.
Nello schema vediamo i punti a carico dei quali nelle immunodeficienze primarie si verificano delle mutazioni che
portano a quadri di immunodeficienza diversi (a carico di T o B), in funzione del punto in cui le mutazioni genetiche si
verificano.
Vediamo la parte legata ai linfociti B: 42
IMMUNODEFICIENZE PRIMARIE CON PREVALENTE CARENZA DI ANTICORPI
Le immunodeficienze che insorgono sono caratterizzate da quadri clinici di carenza di anticorpi → gli individui avranno
difficoltà a gestire infezioni da patogeni extracellulari:
- Agammaglobulinemia associata al cromosoma X
- Sindrome da iper-IgM
QUADRO CLINICO
C’è un fallimento nel controllo delle infezioni:
1. batteriche extracellulari che richiedono opsonizzazione: Streptococcus Pneumoniae, Hemophilus Influenzae,
Staphylococcus Aureus.
2. virus o parassiti (specialmente intestinali) che richiedono neutralizzazione (IgA): Enterovirus o Giardia
TEST DIAGNOSTICO
Per capire se ho un’immunodeficienza a carico della componente anticorpale bisogna fare un prelievo di sangue e un
dosaggio delle Ig attraverso l’elettroforesi proteica, che serve per separare le proteine in base alla loro grandezza e
alla loro carica.
Elettroforesi proteica→separazione in un campo elettrico delle
proteine presenti nel sangue o nel siero in base alla loro carica.
Spettro ottenuto: nel grafico troviamo picchi che corrispondono al
diverso contenuto proteico del siero/sangue.
Componenti:
➢ albumina: la più abbondante
➢ alpha 1: antitripsina
➢ alpha 2: ceruloplasmina, macroglobulina etc.
➢ beta: lipoproteina
➢ gamma: immunoglobuline
Se faccio un’elettroforesi proteica di un paziente che ha una mutazione a carico della cellula PRE B che non consente il
passaggio a cellula B matura troverò pochi anticorpi. Avrò il picco di albumina e altre proteine del siero (transferrina,
ecc). Non vedo il picco di anticorpi.
Se invece il difetto è dopo, nel segnale di selezione dato da CD40-CD40L, avrò un picco determinato dal fatto che ho
una quantità eccessiva di Ig, che sono solo ed esclusivamente della classe IgM (perché non avviene lo switch isotipico).
Vediamo una condizione di immunodeficienza
caratterizzata da una IPER gamma globulinemia definita
Sindrome da IPER- IgM. Le mutazioni a carico di questa
sindrome non consentono lo switch isotipico da IgM ad
altre fazioni anticorpali→sbilanciata formazione di IgM che
determina aumento dell’ultimo picco. 43
Questo picco può scendere e addirittura abbassarsi nella IPO gamma globulinemia, definita malattia di Bruton. Il
difetto di immunodeficienza è ancora piu a monte della produzione anticorpale e fa sì che le cellule B non si formino
correttamente, non producendo componenti anticorpali.
1. Agammaglobulinemia X-linked o Malattia di Bruton.
Prende il nome dal generale che lavorava in un ospedale militare, nel
reparto pediatrico e che ha scoperto questa malattia nel 1952. Aveva
pubblicato l’elettroforesi del siero di alcuni pazienti pediatrici che
presentavano un quadro di infezioni ricorrenti e a cui è stata
diagnosticata l’incapacità di produrre Ig. Ancora non si sapeva cosa
succedeva dal punto di vista molecolare.
DIFETTO
Il passaggio da pre-B a B immaturo è a carico di un gene
difettoso che codifica per una proteina tirosin chinasi
chiamata Btk o Bruton tirosinakinasi (Btk) presente sul
cromosoma X (in modo recessivo), la cui assenza (perché
mutata) causa l'arresto della maturazione dei linfociti B
allo stadio pro/pre-B, ovvero dopo il riarrangiamento
delle catene pesanti. Se questa chinasi non è attiva il
linfocita B si blocca alla fase pre-B, dove sono state riarrangiate le catene pesanti, ma non ancora quelle leggere. Non
vengono riarrangiate le catene leggere, quindi, non vengono prodotti anticorpi di nessun tipo e c’è un abbassamento
del picco gamma nell’elettroforesi proteica.
QUADRO CLINICO
• Assenza di linfociti B nel sangue e plasmacellule in tutto l’organismo
• Assenza della produzione anticorpale (solo bassi livelli di IgG residuo materno)
• Presenza normale di linfociti T → non c’è nessun difetto a carico dei T
L’unica quota di Ig sono quelle presenti nel latte materno; quindi, nei bambini che vengono allattati le possiamo
trovare → non sono prodotte dal neonato, ma trasferite dalla mamma. Nei primi mesi di vita del bambino non ci sono
molti problemi perché usa le Ig della mamma. Le infezioni sono ricorrenti nei neonati a partire dall'età di 5-6 mesi
perché c’è una completa scomparsa IgG materne e un inizio della produzione Ig del bambino→infezioni ricorrenti
proseguono nella vita adulta. L'incidenza è di 1:100.000 nati vivi e la sopravvivenza è di 20-30 anni.
TERAPIA
Infusione di IgG ogni 3/4 settimane: una terapia antibiotica o profilassi. Non è possibile vaccinare in questi malati
proprio perché, essendo carenti della componente anticorpale, non formeranno cellule della memoria e l’individuo
non risulterà protetto.
Le tecniche di DNA ricombinate hanno permesso di costruire Ig umanizzate; quindi, non si verificano problemi di non
compatibilità. 44
2. Sindrome da Iper-IgM
Aumento della curva campana proprio perché c’è un aumento
della componente IgM
Ieri: si pensava che fosse una patologia solo a carico dei linfociti B
in cui i pazienti producono solo IgM. Con la sola stimolazione
antigenica viene indotto il linfocita T a produrre IgM. Con la
stimolazione CD40/CD40L il T helper dice al linfocita B che Ig
deve produrre: Th1 → IgG e IgA; Th2 → IgE. Il linfocita T CD4
helper che è stato educato dalla APC educa a sua volta il linfocita
B a produrre il tipo di Ig necessario per gestire quella infezione.
Oggi: Patologia dei linfociti T che non inducono linfociti B a
produrre anticorpi diversi dalle IgM e non attivano macrofagi a eliminare patogeni. È stato visto che questa sindrome
è prevalentemente legata a mutazioni presenti sul complesso CD40/CD40 ligand.
I pazienti producono solo IgM e c’è anche un problema a carico della risposta immunitaria innata perché non sono
stati correttamente attivati dai CD4 e quindi non riescono a eliminare correttamente il patogeno.
Difetto
Mutazioni più frequenti:
➢ →stessa
70% pazienti: CD40 Ligand (X correlata) interazione che vediamo nell’interazione tra CD4 e
macrofago
➢ 30% pazienti: CD40 (autosomica recessiva) → componente T
Successivamente, sono state identificate altre mutazioni più rare:
➢ NEMO → è un componente della via di segnalazione intracellulare attivata dall’interazione CD40L/CD40 che
porta all'attivazione NFĸB
➢ AID → è «deaminasi attivazione indotta», un enzima coinvolto nel DNA editing, ovvero nel cambiamento di
base nel sito deaminato necessario per lo switch isotipico da IgM ad Ig che deve essere prodotta.
→ non possiamo più definirla solo immunodeficienza legata alla componente B, che risulta compromessa, ma
partecipa anche in modo attivo la componente T, con delle mutazioni.
QUADRO CLINICO
1. Presenza normale di linfociti B e T → non c’è un difetto che porta alla maturazione di linfociti B e T
2. Normali o aumentati livelli di IgM
3. Assenza IgA, IgE a causa della mancanza dello switch isotipico e l
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