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Codici discreti e codici continui

I codici discreti, come l'orologio digitale, esprimono la variazione di informazione procedendo "a salti" definiti. I codici continui, come l'orologio analogico, esprimono la variazione di informazione in modo continuo.

Il linguaggio umano come sistema di segni

Il linguaggio umano è un sistema di segni articolato e posizionale, arbitrario, aperto, sinonimico e vago. È sequenziale e discreto.

La danza delle api

La danza delle api è un sistema di comunicazione utilizzato dalle api da miele europee (von Frisch 1967). Quando anche una singola ape trova una fonte di cibo, ben presto molte altre api provenienti dallo stesso alveare raggiungeranno la stessa fonte.

Un messaggio complesso

Un sistema di comunicazione permette all'ape "bottinatrice" di trasmettere alle sue compagne un messaggio piuttosto complesso. Il contenuto del messaggio indica la direzione verso cui volare, la distanza della fonte e il tipo di cibo da cercare.

Il codice di trasmissione è "analogico".

schemi di movimento, chiamati danze, eseguiti sulle pareti verticali dell'alveare. Due tipi di danza:
  • la danza circolare
  • la danza dell'addome
La danza circolare: espressione L'ape traccia, con velocità e durata variabili, una traiettoria circolare in una certa direzione; poi si gira e disegna la stessa traiettoria nella direzione opposta. Durante la danza, l'ape si fermerà spesso e passerà alle sue compagne campioni di cibo. La danza circolare: contenuto La danza circolare segnala la presenza di cibo a meno di 10 metri. L'intensità della danza (velocità e durata) segnala la ricchezza della fonte di cibo. La fragranza che emana l'ape danzante segnala il tipo di cibo da cercare. La danza dell'addome: espressione L'ape traccia, alternandole, due traiettorie ellissoidali, intervallate da un tratto rettilineo, percorso sempre nella stessa direzione. Nel percorrere il tratto rettilineo, l'ape...

“oscilla” emettendo un particolare ronzio.

la danza dell’addome: contenuto

la danza dell’addome segnala la presenza di cibo a distanze superiori ai 100 metri

dall’alveare

attraverso la danza vengono comunicati direzione e distanza della fonte di cibo.

comunicare la direzione attraverso l’orientamento

comunicare la distanza attraverso la durata

durata del ronzìo

frequenza delle rotazioni:

  • 9/10 rotazioni / 15 secondi à 100m
  • 6 rotazioni / 15 secondi à 500m
  • 4 rotazioni / 15 secondi à 1500m

alcuni esperimenti hanno mostrato che le api possono comunicare distanze fino a 11 km.

“dialetti” nel sistema di comunicazione

danza “a falce” dell’ape da miele italiana: presenza di cibo a una distanza compresa tra i 10 e i 100 metri non eseguita dall’ape nera austriaca

schema della comunicazione: un’alternativa

il linguaggio delle api come sistema di segni

• non articolato

• iconico

(analogico) chiuso, non sinonimico e non vago

● sequenziale?

● continuo

È possibile definire il linguaggio come sistema di comunicazione, e parlare quindi di linguaggi naturali (quello delle api, il linguaggio dei gesti, il linguaggio dei fiori) e di linguaggi artificiali (come i linguaggi logico-formali, o i linguaggi di programmazione).

In linguistica, il termine "linguaggio" si riferisce al linguaggio umano naturale.

Il linguaggio dell'uomo

Il linguaggio umano si distingue dai linguaggi animali in quanto:

● la sua produzione non è determinata da fattori ambientali

● è basato sul pensiero e motivato dall'interazione

● è creativo

Una proprietà fondamentale del linguaggio: la creatività

Creatività lessicale: è sempre possibile creare parole nuove

Creatività sintattica: un parlante è in grado sia di interpretare che di produrre combinazioni di elementi mai incontrate

prima.creatività di contenuto

onnipotenza semantica

  • il linguaggio umano permette di esprimere una varietà potenzialmente illimitata di messaggi: libertà di contenuto (correlato al pensiero)

principio di esprimibilità (searle 1969) "ogni cosa significata può essere detta".

  • mentire
  • rifiutare

attraverso il linguaggio, l'uomo è in grado di

  • mentire
  • dire di no

queste possibilità sono escluse (o quantomeno molto limitate) nei sistemi di comunicazione animale

2. il linguaggio umano e le lingue verbali

3 dimensioni del linguaggio (saussure 1916)

  • langage: facoltà congenita (o "innata") dell'essere umano
  • langue: sistema linguistico (astratto)
  • parole: singolo atto di parola (individuale e irripetibile)

langage: facoltà di parola, come la capacità di manifestare attraverso segnali concreti (sonori o tracce grafiche) codificati convenzionalmente secondo un sistema linguistico

contenuti di pensiero (immagini e pensiero verbale) per comunicarlo ad altri esseri umani dotati di "linguaggio". La facoltà di parola si può attivare solo socialmente sulla base dell'apprendimento di un sistema linguistico (langue) e della realizzazione di puntuali atti di linguaggio (parole) motivati interattivamente. langue è il sistema linguistico composto di sottosistemi (fonologico, lessicale, morfologico, sintattico, semantico) che identifica relazioni di tipo oppositivo (paradigmatico) che riguardano il valore e la funzione differenziale di ogni elemento entro il sottosistema. È un sistema astratto e atemporale, basato su principi di stabilità e conservazione. Non corrisponde alla conoscenza di un parlante (competenza), ma alla conoscenza virtuale di un'intera comunità di parlanti e all'insieme delle loro produzioni linguistiche. langue è il diasistema, ovvero l'insieme delle varietà di una lingua.diacronica: implica variazioni strutturali nel tempo tali da non cambiare il valore di rapporti funzionali dell'intera struttura - varietà diatopica: 4 principali livelli nel sistema dell'italiano - varietà standard: nazione, stato - varietà regionale: vasta area geografica con importanti centri urbani, milioni di parlanti - koinè: centro urbano egemone (napoli, venezia) su centinaia di situazioni locali - dialetto locale: paese.il diasistema insieme delle varietà di una lingua - varietà diafasica: usi funzionali del linguaggio - informale vs. formale - in ambito familiare, privato, pubblico - preparato vs. non preparato - regolato vs. non regolato - varietà diastratica: cultura, sesso, età, scolarità, professione - varietà diamesica: orale vs. scritto - parole: atto di linguaggio unico e irripetibile - "messaggio" risultante dall'uso di vari elementi delsistema● identifica relazioni "combinatorie" (di tipo sintagmatico) tra i segni linguistici● prodotto da un singolo individuo appartenente alla comunità dei parlanti.● risponde a spinte psicologiche (principi produttivi di tipo innovativo)● si manifesta in una specifica occasione: l'occasione temporale, occasione storica.● sorgente del cambiamento del sistema linguistico.sintagmatico vs. paradigmatico (saussure 1916, hjelmslev 1943)rapporti sintagmatici (in praesentia): investono la realizzazione sequenziale degli elementi (combinazione degli elementi)rapporti paradigmatici (in absentia): l investono il piano entro cui vengono operate le selezioni degli elementi da disporre in rapporto sintagmatico (scelta degli elementi).il segno linguistico (saussure 1916)unione inscindibile di un concetto e di una immagine acustica (entità psichica)proprietà fondamentali del segno linguistico● arbitrarietà: del rapporto tra significato e

significante● linearità: modalità attraverso la quale si manifesta il significante● distintività: carattere differenziale del segno all'interno del sistema.arbitrarietà del segno linguisticole lingue sono arbitrarie in quanto non c'è alcun vincolo naturale e necessario tra il significante e il significato del segno linguistico.il significato è imprevedibile a partire dal significante, e viceversa.linearità del significantedata la sua natura uditiva, il significante "si svolge nel tempo", ovvero si estende lungo un asse temporale (misurabile).esso ha quindi necessariamente una dimensione di realizzazione lineare.distintività del segnoil segno linguistico è differenziale all'interno del sistema: i significanti sono in grado di distinguere significati diversi in modo discreto (coppia minima).le lingue operano "scelte" di rappresentazione, sia all'interno dello spazio acustico

che all'interno dello spazio mentale. Carattere distintivo dei significanti (spazio acustico) la distinzione tra [i] e [i:] è arbitraria: italiano • [pino] = [pi:no] "pino" inglese • [ʃip] ≠ [ʃi:p] "barca" "pecora" distinzione tra significati (spazio mentale) idiosincraticità delle scelte ipotesi di sapir-whorf (sapir 1921) la lingua non si limita a riflettere una categorizzazione "naturale", ma è essa stessa ad organizzare il mondo in un certo modo. ● le categorie e i tipi che identifichiamo non sono dati in natura ● il mondo si presenta come un flusso di impressioni che deve essere organizzato ● le nostre analisi dipendono dalla nostra lingua materna. ● proprietà strutturali delle lingue verbali ● discretezza ● doppia articolazione ● produttività ● composizionalità ● riflessività ● ricorsività ● dipendenza dalla struttura ● trasponibilità del

Mezzo. Gli elementi di una lingua verbale si distinguono gli uni dagli altri in modo discreto: discretezza e arbitrarietà. Ad esempio, fonemi e coppie minime.

Non esistono entità "intermedie" tra una [t] e una [d]. L'opposizione tra [t] e [d] è sufficiente per realizzare una distinzione tra due diversi segni, e tuttavia è realizzata attraverso la variazione di un singolo tratto discreto: [t]ardo vs. [d]ardo, sordo vs. sonoro.

Doppia articolazione del significante (Martinet 1960). Come abbiamo visto, i segni di un codice articolato possono essere decomposti in costituenti. Nelle lingue verbali, i significanti sono però doppiamente articolati. Le unità fon...

Dettagli
A.A. 2021-2022
11 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Auroramaltinti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Panunzi Alessandro.