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CERAMI STESSA
CI
CONFRONTO SEI FLESSIONE
DI
LA DI
CON
29 ottobre 2020 FSIIÉÉÌÀ Nell'ambito della durezza di un materiale esiste una
(
# scala, detta scala mineralogica/scala Mohs, che
µ ma identifica la durezza in termini relativi: resistenza alla
durezza
di
Prove scalfittura superficiale di un materiale nel momento in
)
Kgza
↳ cui viene scalfito da un altro materiale (diameante
sintetico) con valore massimo pari a 10.
2
mm Questa scala però non è quella utilizzata dal punto di
vista ingegneristico.
Noi identifichiamo la durezza con i risultati di prove
sperimentali che vengono fuori dal uso di una
o
strumentazione specifica (durimetro
microdurimetro): imporre un carico/forza sulla
superficie del campione del cui materiale vogliamo
conoscere la durezza. Il carico viene imposto
mediante una punta di forma specifica (a seconda
del tipo di punta le misure di durezza hanno un nome
specifico)
Se premiamo la punta sulla superficie del materiale con una certa forza per un certo tempo (normato), una volta tolta la
punta rimane un impronta (la cui forma dipenderà dalla punta - indentatore, Rockwell): il parametro sarà legato alla
dimensione del impronta che rimane.
La durezza è importante e interviene in tutti quei fenomeni di potenziale danneggiamento superficiale che derivano da
sollecitazioni tribologiche (se abbiamo due corpi a contatto in moto relativo, premuti da una forza, che sfregano l'uno
contro l'altro, intuitivamente mi aspetto che ci sia il consumo del materiale e il materiale che si consuma di meno e quello
che ha la superficie più dura)
Un altro aspetto importante da prendere in considerazione è l'entità del carico, cioè il valore della forza che viene applicata
dal indentatore sulla superficie:
- volendo avere come risposta una proprietà della superficie, non applichiamo carichi troppo alti in funzione della
dimensione del campione in quanto potrei romperlo
- non applichiamo carichi troppo alti in quanto dobbiamo misurare la durezza superficiale di rivestimenti sulla superficie in
quanto vogliamo provare la durezza al usura della superficie. Se i rivestimenti sono dell'ordine di qualche decina di micron,
è evidente che la forza da applicare non deve essere tale da far scendere l'impronta ad una profondità superiore, in quanto
)
METRI
non avrai la risposta del rivestimento ma quella del materiale sottostante. ( uso MICRODURI
ali
ordine carichi applichi inferiori
INDENTATORI al
NANO
se nanometro →
spessore grammo
→
.
Dato che viene lasciata un'impronta significa che c'è stata una deformazione; la deformazione che il materiale subisce in
superficie segue quello che abbiamo detto parlando della se c'è una deformazione permanente di forma é evidente
σε:
che c'è stata una deformazione plastica, non recuperabile. La misura dell'area dell'impronta viene fatta nel momento in
cui il carico viene tolto, quindi l'impronta utilizzata per fare i conti è quella che trattiene solo le deformazioni permanenti.
Se ci sono deformazioni permanenti c'è sempre comunque stata una fase di deformazione elastica.
Ad un aumento di durezza corrisponde un aumento di carico di snervamento: A parità di carico l'impronta lasciata è più
piccola, siccome la durezza è data dal rapporto delle due grandezze, cresce, quindi è stata minore la deformazione
plastica del materiale ed è maggiore il carico di snervamento.
- del
La dimensione media cristallino
grano
{
-
↳ ) proprietà
della influisce
microstruttura
( sulle
parametro
- del materiale
estrinseche
gighe
{
dimensione
D= del l
media
carico
unite cristalli
grano
DUREZZA
PROVE DI
TIPOLOGIE
PRINCIPALI DI : di un
fatto
deve essere
✓ della
duro superficie
più
materiale
del
seconda
a
indentato re
di ceramica
÷
Brinell Sfera di acciaio o carburo di HB
tungsteno, diametro 11 mm
E
È 2
136°
Piramide a base HV= 1.854 P/d
Microdurezza
2 quadrata di diamante
Vickers
È del
diagonali impronta
le
conosco
→
a
/ di residua
¥ di
più piccoli
è 2
Microdurezza Piramide HK= 14.2 P/d
integrammo
× Knoop diamantata con ha direzione preferenziale
→ una
base rombica
Diamante di forma conica,
Rockwell e 60 kg
con angolo al vertice di
Rockwell 100 kg
120°; oppure sfere di
superficiale 150 kg
acciaio diametro 1.588, HRB
3.175, 6.350 e 17.70 mm
In realtà non prevede di fare un
rapporto tra forza applicata e un
parametro geometrico superficiale
del impronta, ma sullo strumento
esiste già una scala graduata che da
un valore relativo alla profondità di
penetrazione
Le prove di durezza non sono confrontabili: solamente per una classe di materiali (acciai) esistono corrispondenze tra il
valore Brinell, Vickers e Rockwell.
Altrimenti bisogna prendere la stessa tipologie di prova perché non sono disponibili corrispondenze tra le scale
Le prove studiate finora hanno una cosa in comune: il modo in cui la forza viene applicata. Quando la forza varia varia
quasi statiche)
lentamente nel tempo. (sollecitazioni
(Per la durezza è proprio stativa, costante)
prove di impatto / resilienza
Comportamento in esercizio:
il componente può essere sottoposto anche ad una sollecitazione impulsiva, ad un urto.
La risposta del materiale è diversa a seconda che io applichi sollecitazioni quasi
statiche o impulsive.
Un provino con dimensioni a norma viene sottoposto ad un urto: la prova
Charpy : un pendolo con una massa viene fatta
per eccellenza è quella
impattare su un provino che tipicamente ha un intaglio (quindi una
diminuzione di sezione resistente proprio dove impatta il martello) sulla
faccia opposta a quella di impatto.
Mi posso aspettare che il martello, colpendo il campione, rompa il provino
e risalga ad una certa altezza.
FESSERIA La rottura di un campione determina assorbimento di energia: l'energia
iniziale potenziale (mgh1) è diversa da (mgh2) con h2 altezza di risalita
1¥00 ha
ha < Oh di
se calcoliamo energia che
quantità viene
mg = della
dividiamo l'
la sezione
assorbita resistente
e area
per
dove
( MATERIALE
l' RESILIENZA
intaglio) assorbita
DEL
c' è energia
-
^
( rottura
sezione
!
diversi
L' di caduta
altezza dalla
di
( modulo resilienza sottesa 6-E fermandoci
a re a
=
è ,
non uguale e )
elasticità
finita di
al
energia limite
di
quella -
risalita di
a volume
Ogni materiale ha un valore di resilienza: se vogliamo mantenere costante l'altezza h1 (da cui parte la massa m del
martello) e invece di prendere un provino con sezione 1cmx1cm prendo un provino 1mx1m, il materiale con massa
maggiore assorbirà più energia per rompersi (h2 < h1).
La resilienza è però una proprietà del materiale: ci dobbiamo svincolare dalla dimensione del campione
↳ dimensioni
ASSORBITA
ENERGIA dalle
dip
ottengo parametro in
DIVIDO un
→ .
SEZIONE
DELLA
SUPERFICIE
Se abbiamo materiali con comportamento fragile, ovvero un materiale con una curva sforzo deformazione elastica
lineare fino a rottura, la quantità di energia che il materiale assorbe per rompersi è molto piccola. Se invece abbiamo a
che fare con un materiale a comportamento duttile, la quantità di energia che necessita il materiale per rompersi può
essere invece molto alta.
I materiali a comportamento fragile hanno valori di resilienza molto vicini allo 0, i materiali a comportamento duttile hanno
valori di resilienza sensibilmente superiori a 0.
Quando abbiamo dei componenti che devono anche resistere a sollecitazioni d'urto non possiamo scegliere un materiale
fragile in quanto si romperebbe facilmente. Scegliamo invece materiali che sono a comportamento elasto-plastico
incrudente. → diminuzione
Metallo CFC di tollerabile
resilienza ma
) comportamento
( Nichel
Ni Buon
→
es
Più . hanno
)
CRIOGENICI (
↳ acciai ADDATI A →
T Bassa
duttile .
Nichel
tutti
Metallo CCC a bassa resistenza,
(tipo acciai di basso carbonio);
assorbita Materiali termoplastici
Energia
Più di resilienza
valore
Leghe ad alta resistenza
fragile → basso
più
di
ad valore
alto carico
= di snervamento
Quando aumentiamo la resistenza, per esempio aumentando
Temperatura il carico di snervamento si riduce la duttilità, ridurre la duttilità
non significa che il materiale diventa fragile, ma si sposta un
po' verso il comportamento più fragile.
L'aumento del carico di snervamento porta l'aumento della durezza del materiale,
una diminuzione di duttilità e resilienza, quindi una maggiore tendenza alla fragilità
Il valore della quantità di energia assorbita dal materiale dipende in generale dal fatto che il materiale sia fragile o duttile,
abbia un legame metallico o covalente, ma anche dalla possibilità che il materiale assorba più o meno energia.
Il meccanismo di assorbimento di energia è controllato anche dal fatto che all'interno le dislocazioni si possono muovere.
Se si muovono le dislocazioni si attivano meccanismi di deformazione plastica quindi il materiale assorbe più energia.
Questo richiede una sorta di energia di attivazione: quindi se facciamo prove di resilienza a temperature diverse la
tendenza di carattere generale è che al diminuire della temperatura, quindi al togliersi dell'energia, il movimento delle
dislocazioni diventi un po' più difficile ( quindi c'è una diminuzione di resilienza ). Il valore di resilienza non è indipendente
dalla temperatura.
Per le CCC la resilienza diminuisce andando verso temperature più basse, ma comunque mantiene dei valori mediamente
alti. Individuare il carico di snervamento per le CCC metalliche è più facile: sulla curva è presente un tratto quasi
σ ε
orizzontale. Le strutture CCC hanno un numero significativo di dislocazioni con pari energia di attivazione e quando si
raggiunge il valore soglia si muovo tutte insieme: di con