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5.2 PROGETTAZIONE A LIVELLO MACRO
Si tratta di definire una soluzione organizzativa che investe l’organizzazione nel suo complesso, da progettare in
relazione alla specifica realtà di riferimento. Le variabili organizzative alle quali fare riferimento sono:
a) Stile di direzione della figura di vertice dell’organizzazione: fa riferimento allo stile di direzione proprio o
dell’imprenditore e dell’amministratore delegato in una società per azioni. Esso identifica le modalità di
comportamento di tale figura nei confronti delle figure con responsabilità direttive presenti
nell’organizzazione. Uno stile di direzione autoritario è riconducibile ad un maggiore accentramento del
potere decisionale; mentre, uno stile di direzione orientato alla delega è tale da favorire un maggiore
decentramento decisionale.
b) Struttura organizzativa: si intende l’insieme degli organi tra i quali è suddivisa l’attività svolta
dall’organizzazione e delle relazioni formali che collegano tra loro gli stessi organi, individuando
relazioni gerarchiche o di staff.
In una struttura organizzativa, oltre agli organi si “line” legati tra loro dalla linea di dipendenza gerarchica,
possiamo trovare organi di “staff”. Le relazioni di staff riguardano unità organizzative che presentano la
caratteristica o di affiancare una figura con responsabilità direttive nell’organizzazione o di collegarsi alla linea
gerarchica con un collegamento di tipo orizzontale. Lo scopo di una unità di staff è quello di fornire un supporto
in termini di conoscenze, di capacità professionali o specificatamente ad una figura con responsabilità direttive.
La struttura organizzativa trova la sua rappresentazione visiva nell’organigramma che mostra le varie parti di
un’organizzazione, il modo in cui le stesse sono collegate e come ogni unità si colloca insieme. La struttura varia
in funzione delle dimensioni dell’organizzazione più l’organizzazione è di contenute dimensioni, più la
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struttura è semplificata e prevalgono i rapporti informali; più la dimensione aumenta, più si formalizzano i
contenuti ed i confini delle diverse unità organizzative e le relazioni tra le stesse.
Modello semplice
Caratterizza le aziende che si trovano nella fase iniziale del suo ciclo di vita o comunque con una dimensione
ridotta (micro – piccole imprese). Il vertice dell’organizzazione è presidiato dall’imprenditore che esercita
direttamente il potere direzionale e di controllo (superivisione diretta). 31
La gestione del personale è affidata all’imprenditore che valuta chi inserire o meno nell’azienda. Inoltre, la
forma semplice presenta un elevato contenimento dei costi di gestione o organizzativi dovuto alla limitata
articolazione della struttura.
La forma semplice non è esente da alcuni punti di debolezza: la principale carenza è la quasi totale assenza del
ricorso alla delega da parte del soggetto economico che alimenta il sovraccarico decisionale nelle sue mani.
Dato, poi, che tutte le decisioni relative alle attività aziendali sono concentrate nell’imprenditore, egli è la figura
di riferimento ma ciò rappresenta un “rischio” in quanto la “vita dell’azienda” dipende essenzialmente dalla
“salute” e dalle competenze di una persona.
Caratteristiche Vantaggi Svantaggi
Accentramento decisionale Visione unitaria (piena Sovraccarico del vertice
conoscenza di ciò che accade Dipendenza da un a sola persona
nell’organizzazione e presa Difficoltà nella successione
decisioni su ciò che è meglio per
l’organizzazione).
Rapidità di decisione
Compiti e responsabilità non. Ben Flessibilità di risposta Scarse competenze gestionali
definiti Intercambiabilità dei ruoli Personale non apprezza le loro
responsabilità e approfitta della
mancanza di regolamentazione
Insoddisfazioni delle persone che
hanno limitate possibilità di
crescita
Assenza di formalizzazione Rapidità di risposta Dipende dal ciclo di vita
Flessibilità operativa professionale delle persone
Scala dimensionale limitata Investimenti tecnici e in risorse Non accesso a competenze
umane limitati elevate e a tecnologie sofisticate
Una realtà di contenute dimensioni può oggi restare piccola o deve intraprendere un percorso di crescita? Il
concetto di crescita aziendale è venuto ad assumere diverse dimensioni:
• Una crescita interna che può essere vista come una crescita quantitativa (aumento del numero di
dipendenti, del fatturato) o una crescita qualitativa (in termini di capacità imprenditoriali)
• Una crescita esterna che si realizza attivando concretamente relazioni collaborative con altre
organizzazioni
• Una crescita virtuale legata allo sviluppo della propria presenza sul mercato elettronico
Un’organizzazione di contenute dimensioni può riuscire anche a mantenere la sua attuale dimensione a
condizione di attivare una crescita qualitativa soprattutto in termini di capacità imprenditoriali e gestionali e
valutando le opportunità offerte sul piano della crescita esterna o virtuale.
Nel momento in cui le dimensioni aziendali aumentano, la struttura semplice evidenzia alcuni limiti imputabili
sostanzialmente al fatto che il fondatore, che coincide con il soggetto economico, può risultare carente in
alcune aree gestionali dell’azienda.
Modello gerarchico – funzionale
Questa forma organizzativa segue il principio del raggruppamento in base alle attività/funzioni omogenee che
riunisce i dipendenti che hanno competenze comuni. Il passaggio a tale forma organizzativa corrisponde ad una
progressiva riduzione del grado di centralizzazione e si può ricollegare all’emergere di un maggiore fabbisogno di
formalizzazione dei sistemi operativi.
È rappresentata graficamente dalla caratteristica forma a piramide, dove al vertice troviamo l’autorità
gerarchicamente più elevata, al di sotto della quale vi sono i dipartimenti funzionali e le unità operative. 32
La direzione generale (o vertice) si occupa delle scelte concernenti lo sviluppo dell’azienda, la gestione
strategica, il coordinamento delle attività svolte dalle diverse funzioni. Ai dipartimenti funzionali (o responsabili
funzionali) è affidata la gestione delle principali aree aziendali; infatti, essi devono guidare e coordinare l’attività
delle unità operative (terzo livello della piramide) di propria competenza.
Questa struttura è particolarmente indicata quando l’azienda lavora su un’unica linea di prodotto o in un target
limitato o in settore non innovativo e l’ambiente è tendenzialmente stabile. Inoltre, si può affermare che questa
struttura facilita il “consolidamento” delle conoscenze con riferimento alle specifiche attività funzionali.
Le informazioni all’interno di questa soluzione strutturale seguono la linea gerarchica e passano attraverso i
responsabili funzionali. Un elemento di criticità è legato al fatto che le differenti funzioni hanno difficoltà
comunicative e a collaborare tra loro, con il rischio che si possano presentare vere e proprie barriere
comunicative tra le stesse funzioni.
Vantaggi Svantaggi
Processo decisionale centralizzato (decisioni Può causare un accumulo di decisioni al vertice e il
strategiche al vertice e decisioni direzionali e sovraccarico della gerarchia
operative alle funzioni)
Ripartizione delle diverse attività in singole unità Porta ad uno scarso coordinamento organizzativo tra
operative con figura direzionale e maggiore efficienza unità organizzative
organizzativa
Permette all’organizzazione di perseguire obiettivi Si traduce in una minore innovazione
funzionali e razionali
Facilità di economie di scala all’interno di unità Tempi di risposta più lenti di fronte ai cambiamenti
funzionali ambientali
Permette lo sviluppo di conoscenze e capacità Implica una visione parziale degli obiettivi
approfondite organizzativi.
I principali punti di debolezza che caratterizzano questa struttura sono legati alle difficoltà di coordinamento
orizzontale delle varie funzioni e dalla visione limitata delle opportunità che si presentano nel corso della sua
esistenza. Un altro punto di debolezza è legato al fatto che, se la struttura considerata si può considerare
coerente con l’obiettivo di ricerca di migliori condizioni di efficienza, non risulta invece coerente con la ricerca di
soluzioni innovative, generando il rischio di determinare una minore capacità innovativa.
questo tipo di struttura non è adatta agli ambienti complessi ed instabili.
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Al mutare del contesto di riferimento possono emergere rigidità strutturali che possono essere attenuate con
l’inserimento di figure (es. product manager) in grado di apportare all’interno dell’organizzazione una
prospettiva di coordinamento orizzontale diverso da quello verticale su cui si basa il modello in questione.
Cosa significa parlare di product manager? Si tratta di un approccio gestionale che fa leva su un complesso di
attività che segue un prodotto (o una linea di prodotto) lungo tutto il suo ciclo di vita, dal lancio sul mercato, alla
fase di sviluppo. L’inserimento di questa figura è in grado di soddisfare le esigenze dell’organizzazione di
disporre di uno strumento capace di coordinare le azioni relative a combinazione prodotto/mercato
relativamente omogenee.
Quali sono le attività richieste a tale figura? Svolgere analisi di mercato relative allo stesso prodotto, prevedere
ed affrontare le azioni della concorrenza, tenere sotto controllo il budget a disposizione, suggerire estensioni
della linea di prodotto …
Quali competenze sono richieste a questa figura? Conoscenza generale di tutti gli aspetti fondamentali
dell’azienda, conoscenze linguistiche, informatiche e digitali, significativa esperienza maturata sul campo,
capacità di problem solving, capacità comunicative, capacità relazionali e di negoziazione. 33
Ciò rende possibile una maggiore attenzione verso il prodotto da parte delle diverse unità funzionali, una
maggiore capacità di risposta ai cambiamenti del mercato, ma anche ad alcuni elementi di criticità, in
particolare possono emergere difficoltà di funzionamento dovute alla scarsa autorità formale del product
manager. Quindi, per questo motivo, si viene ad introdurre una nuova figura, ossia l’area manager, che si tratta
di una figura che la responsabilità di coordinare e controllare un certo numero di unità presenti in una
determin