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GRADO DI DIVERSIFICAZIONE GEOGRAFICA / SIMILARITÀ DEI MERCATI
1) Similarità concentrata: entrata in pochi mercati tra loro simili (attuo una
strategia di concentrazione e di standardizzazione dell’offerta: stesso prezzo,
stessa strategia di vendita, di comunicazione). Tipica di un’impresa di piccole
dimensioni.
2) Similarità diffusa: entrata in molti mercati tra loro simili (strategia di
diversificazione e standardizzazione dell’offerta). Tipico del prodotto globale.
3) Diversità concentrata: entrata in pochi mercati tra loro diversi (strategia
di concentrazione e adattamento dell’offerta). Tipica di piccole imprese o
imprese che rispondono all’adattamento.
4) Diversità diffusa: entrata in molti mercati tra loro diversi (strategia di
diversificazione e adattamento dell’offerta). Tipica di imprese di grandi
dimensioni.
I criteri per la segmentazione dei mercati esteri
L’analisi di segmentazione di un mercato estero è simile all’analisi applicata a
un mercato nazionale.
• Socio-demografico: composizione della popolazione per sesso e classi di
età, la struttura dei nuclei familiari, il livello di istruzione, la distribuzione della
capacità di reddito e di spesa ecc.
• Attributi/benefici ricercati: analisi dei vantaggi ricercati dagli acquirenti
nel loro processo di acquisto e consumo nel prodotto
• Stili di vita: attività delle persone, loro interessi e loro opinioni su temi
generali, riguardanti l’economia, l’ambiente, la società
• Comportamento d’acquisto: tasso di utilizzazione di un prodotto, struttura
delle occasioni d’acquisto, tasso di esclusività di marca, preferenza per il
canale di distribuzione adottato, tipologia di strumenti di pagamento utilizzati
Quando l’impresa decide di operare in più mercati si pone il problema di
mettere a confronto i vari segmenti individuati all’interno dei singoli mercati
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per capire come rapportarsi rispetto a questi segmenti nel contesto
internazionale.
Tipologie di segmentazione
1) I singoli mercati presentano segmenti molto diversi tra loro, l’impresa
opera su più mercati ma in ognuno si rivolge a consumatori che hanno
caratteristiche differenti: vi è quindi l’opportunità di approcciarsi in modo
differente adottando opportune strategie di marketing (questo comporta costi
che rendono la situazione più complessa)
2)I singoli mercati presentano segmenti non omogenei ma con alcune
importanti similarità, l’impresa deve decidere se scegliere un mercato guida
(quindi adottare la strategia scelta nel mercato guida da applicare anche negli
altri mercati): vi è quindi la possibilità di uniformare alcune attività di
marketing, differenziandone altre. In alternativa, progettare e implementare
politiche di marketing destinate a segmenti di paesi giudicati strategici, da
proporre anche in altri mercati
3)Presenza di segmenti globali con modelli di acquisto e consumo ricorrenti
in diversi mercati geografici, quindi si ha un’omogeneizzazione dell’offerta, o
una progettazione di innovazioni da diffondere su scala mondiale (tra i mercati
in cui l’impresa è presente ha individuato un segmento unico, per questo
sceglie uno stesso prodotto globale)
Fenomeno della Glocalizzazione: un prodotto con un posizionamento locale
ma con adattamenti locali.
Es: McDonald’s. È globale il modo in cui il marchio viene percepito. Chi
all’estero entra in un punto vendita McDonald’s si aspetta di trovare lo stesso
servizio che trova nel punto vendita in Italia. Cambia che l’offerta del prodotto
può essere differente nei vari punti vendita. Vi è stato un adattamento per
rispondere alle specifiche caratteristiche di quel mercato.
Stesso servizio, stesso posizionamento del prodotto ma con elementi di
adattamento sul prodotto.
ANALISI DEI MERCATI ESTERI – Scelta del/i mercato/i di sbocco –
Piccole imprese: Problemi con gli approcci IMS
• I modelli IMS (modelli di selezione) richiedono un sistema di informazione
complesso e un elevato quantitativo di risorse da impiegare nelle ricerche di
mercato
• Vincoli temporali
• I modelli di selezione devono essere allineati con i modelli cognitivi
dell’imprenditori → preferenze per approcci decisionali debolmente definiti
• I modelli formali per la selezione dei mercati sono di difficile implementazione
nelle piccole imprese
Elementi informativi finalizzati all’individuazione dei principali
indicatori per misurare l’attrattività e l’accessibilità dei mercati esteri
1) Caratteristiche dell’impresa: dimensione, propensione all’export,
caratteristiche dell’offerta e posizionamento (caratteristiche target di
riferimento)
2) Strategie di sviluppo dell’impresa
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3) Approccio ai mercati esteri adottato dall’azienda fino ad oggi
4) Nuovo approccio ai mercati esteri
5) Obiettivi della strategia di sviluppo internazionale dell’azienda
6) Risorse e competenze aziendali che supportano la strategia di crescita
internazionale
7) Ostacoli all’entrata sui mercati esteri percepiti dal management dell’azienda
CASO AZIENDALE PAPERFRUIT: analisi dell’attrattività e accessibilità dei
mercati esteri per un’impresa di medio-piccole dimensioni del comparto della
cartotecnica.
È un’impresa che opera nel settore della cartotecnica che opera
prevalentemente sul mercato nazionale.
Il portafoglio prodotti (comparto cartotecnica: portafoglio con linee di
prodotti diversi) comprendeva blocchi per appunti, rubriche, quaderni,
cartelline con elastico, raccoglitori ad anelli, blocchi da disegno, carte e buste
per stampanti ink-jet e laser.
(questa analisi è concentrata su una sola linea di prodotto)
Principali caratteristiche
E’ una piccolissima impresa (2mln di fatturato e 13 impiegati), che ha una
sporadica presenza sui mercati esteri dunque è fondamentale per noi vedere
come si posizionava l’impresa rispetto al mercato nazionale.
Per quanto riguarda le caratteristiche del consumatore target, il profilo del
consumatore di questa azienda e del suo prodotto, che non era un comune
quadernone per la presa degli appunti in quanto presentava un design
innovativo, si distingue per l’attenzione alla qualità, all’originalità,
all’innovazione e al design (fattori distintivi della personalità).
L’attenzione al design è un elemento caratterizzante del prodotto del Made in
Italy.
(quanto il consumatore straniera fosse attento a un elemento italiano come il
design che mi rimanda al concetto di Made in Italy e quindi a un prodotto con
caratteristiche italiane)
Il segmento di mercato è medio alto e si rivolge a una fascia d’età giovane, in
età scolare (10-30 anni, è uno degli elementi che caratterizzano il target di
riferimento dell’impresa).
In quel momento veniva prevalentemente distruibuito in punti vendita
specializzati (cartolerie, librerie), grandi magazzini e multimedia store.
Il posizionamento del prodotto è di qualità elevata e si colloca in una fascia di
prezzo alta, design originale in relazione al quale vi è una forte connotazione
del made in Italy
Processo di internazionalizzazione
Sta affrontando l’entrata sul mercato internazionale dei concorrenti stranieri
per questo è un momento delicato, minacciando le quote detenute.
Per quanto riguarda il processo di internazionalizzazione, interagendo con
questa azienda abbiamo notato che qualche vendita sporadica sui mercati
esteri l’aveva già effettuata anche se occasionalmente e per poche migliaia di
euro (0.5% del fatturato, propensione all’export).
Per occasionalmente si intende che oggi l’azienda ha venduto ad un
determinato importatore del mercato X ma la vendita non si è ripetuta (es.
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Emirati Arabi, Olanda, Danimarca, Germania, Giappone, Grecia, Russia e inviato
campioni all’Ucraina). Tutti questi mercati, tranne le Germania, sono lontani e
non sono mercati che l’impresa ha cercato, sono tutti ordini non sollecitati.
L’iniziativa della distribuzione sui mercati esteri è stata sollecitata dai ‘buyer’
ad esempio nelle fiere, sono soggetti che hanno partecipato alle fiere nazionali,
oppure l’impresa grazie allo spirito imprenditoriale dei suoi imprenditori ha
portato il proprio catalogo in qualche fiera internazionale. Per fiera nazionale
si intende una fiera confinata al contesto italiano, vi partecipano clienti italiani.
Per fiera internazionale si intende invece una fiera che anche se ha luogo nel
mercato italiano vi partecipano soggetti provenienti da tutti i mercati.
Un’impresa per partecipare a un mercato estero, che sia nazionale per quel
mercato o internazionale, può assumere un ulteriore complessità.
Nel caso di questa azienda (Paperfruit) questi incontri possono essersi
verificati o direttamente perché questi buyers sono venuti in Italia o
indirettamente perché questi buyers hanno conosciuto i prodotti
dell’impresa, in ogni caso l’ordine non è stato sollecitato.
L’atteggiamento è stato reattivo l’impresa non si è mai mossa nella direzione
di conoscere questi mercati esteri.
Risorse e competenze aziendali
È un’impresa che nasce da due fratelli entrambi laureati con un forte spirito
imprenditoriale e aperti all’internazionalizzazione che infatti hanno provato ad
approcciare i mercati esteri non più in maniera occasionale. Non sapendo come
affrontare questo tema si sono rivolti a un gruppo di ricercatori. La produzione
è flessibile e vi è la capacità di rispondere in tempi brevi alle commesse dei
clienti, il prodotto è di alta qualità e ha vantaggi competitivi sia a livello
nazionale che internazionale. Le conoscenze internazionali di tipo
esperienziale sono state utili, le esperienze occasionali hanno infatti, anche la
dove non si è realizzata la vendita, dato la possibilità a questi imprenditori di
avere un sentore di quale poteva essere la percezione dei propri prodotti sui
mercati esteri. In questo modo l’impresa ha acquisito una conoscenza dei
mercati esteri, una conoscenza ovviamente mediata (indiretta).
Vincoli all’internalizzazione
Tutti i vincoli di cui parleremo sono soggettivi, ovvero dipendono dal modo in
cui l’impresa percepisce questi ostacoli. In questa piccola impresa con pochi
dipendenti ad occuparsi delle decisioni commerciali, nazionali, internazionali
(sporadiche) sono solo due imprenditori (i due fratelli manager). Tuttavia,
avendo già occasionalmente sperimentato il mercato internazi