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CRM (CUSTOMER RELATIONSHIP MANAGEMENT)
Il CRM è uno strumento basato sul concetto di fidelizzazione del
cliente. È diffuso nell’ambito del commercio market-oriented, in cui
il cliente è il driver di un processo produttivo. Tale concetto nasce
dall’idea che mantenere un cliente gia acquisito è meno
dispendioso di acquisirne di nuovi. Esistono varie tipologie di
CRM
- CRM OPERATIVO Che si basa sul contatto diretto col cliente;
- CRM ANALITICO Che estrae e analizza i dati del CRM
operativo;
- CRM COLLABORATIVO Che comprende metodologie per la
gestione dei rapporti coi clienti.
Il processo del CRM si articola attraverso 3 fasi: Creazione,
Sviluppo e Mantenimento della relazione con il cliente.
SWOT ANALYSIS
La SWOT (Strenght, Weaknesses, Opportunities, Threats) è
un’analisi che fa riferimento alla capacità di risposta/adattamento
alle opportunità/minacce dell’ambiente e consente di individuare i
punti di forza e debolezza interni.
IMPORTANZA E GESTIONE DELLE RISORSE UMANE
La gestione delle risorse umane è fondamentale per l'economia
perché si occupa di attirare, sviluppare e mantenere i migliori
talenti, influenzando la produttività, la crescita aziendale e
il benessere economico del personale. Una gestione efficace
delle risorse umane porta a un miglioramento del rendimento
individuale e di gruppo, riduce i rischi di disaffezione e migliora la
performance globale dell'azienda.
CAPITOLO 3
GESTIONE D’IMPRESA
L’impresa è costituita da:
UN ORGANO DI GOVERNO che garantisce la sopravvivenza
dell’impresa, adattandola alle mutevoli condizioni dell’ambiente in
cui opera e garantisce il perseguimento di una molteplicità di
obiettivi quali la realizzazione del profitto, quindi il perseguimento
dell’equilibrio economico.
UN ORGANO DI GESTIONE Che riguarda il complesso delle
decisioni inerenti i processi, la sequenza di operazioni da realizzare,
sulla base delle impostazioni dettate dall’organo di governo in
considerazione della presenza di routines (esperienze precedenti).
Riveste anche un’importanza fornendo feedback utili per i processi
decisionali.
EQUILIBRIO
Il concetto di equilibrio riflette le differenti situazioni dell’ambiente
in cui esso stesso opera e si divide in:
EQUILIBRIO ECONOMICO Che attiene all’efficacia della
gestione aziendale in termini di costi e ricavi. Non può essere
considerato un equilibrio nel vero senso della parola, in quanto è
raggiunto quando i ricavi, oltre a garantire la copertura dei costi,
assicurano la remunerazione degli investimenti.
EQUILIBRIO FINANZIARIO Consiste nella capacità di adeguare
le uscite monetarie con le risorse disponibili (entrate e riserve
di liquidità), ossia di assicurare all’impresa una sufficiente liquidità
nel tempo.
EQUILIBRIO PATRIMONIALE Riguarda la composizione delle
fonti di finanziamento, ossia il rapporto tra il capitale di rischio e
il capitale di credito e il loro impiego per l’acquisizione di
immobilizzazioni aziendali. Risponde all’equazione algebrica
A = P+N (ATTIVO = PASSIVO + PATRIMONIO NETTO)
ROE E ROI
INDICATORE ROE (Return on Equity) Esprime le capacità reddituali
del capitale di rischio (Capitale Proprio / Reddito Netto) x 100
INDICATORE ROI (Return on Investment) Esprime le capacità della
gestione caratteristica di generare risultati reddituali soddisfacenti
(Reddito Operativo / Totale Impegni) x 100
BREAK EVEN POINT
Il Break Even Point, o punto di pareggio, è il livello di vendite in
cui i ricavi totali di un'azienda sono pari ai costi totali. In
questo punto, l'azienda non fa né profitti né perdite. Calcolare il BEP
è importante per capire quanti prodotti o servizi bisogna vendere
per coprire tutti i costi e iniziare a generare utili.
Il modello del BEP, consente di determinare la quantità minima di
produzione e/o vendita (q) che consente di realizzare il pareggio tra
costi e ricavi (Re), considerando un dato livello di costi dati dalla
somma tra costi fissi (Cf), costi variabili (Cv) ed un dato prezzo di
vendita (p) Re = Cv x q + Cf dove Re = p x q
ANALISI SETTORIALE
Il Settore può essere definito come quella parte dell’ambiente
economico in cui si manifestano le dinamiche competitive tra
imprese legate da vincoli di omogeneità.
L’economia manageriale definisce come Analisi Settoriale lo
studio di un insieme omogeneo di imprese, finalizzato al
raggiungimento di una visione specifica e realistica delle condizioni
di vita delle imprese, nonché dei relativi rapporti.
Questo modello si pone come obiettivo quello di osservare le
condizioni di imprese che operano nello stesso settore di
mercato e che svolgono le stesse funzioni, considerando tali
imprese come dei tasselli di un ambiente in cui si manifestano
relazioni e dinamiche tra vari operatori.
CONFINI SETTORIALI Definiscono la suddivisione dell'attività
economica in settori distinti, basandosi su fattori come l'omogeneità
dei prodotti all'interno di un settore e la disomogeneità tra settori
diversi. Non sono rigidi, ma possono variare a seconda del contesto
e dell'obiettivo dell'analisi.
CONCENTRAZIONE SETTORIALE Grado in cui un piccolo numero
di aziende controlla un settore industriale o un mercato. La
concentrazione settoriale è il processo attraverso cui le imprese si
raggruppano, aumentando la loro quota di mercato e riducendo la
concorrenza.
CURVA DI LORENZ Rappresentazione grafica della distribuzione
del reddito o della ricchezza.
INDICE DI GINI Strumento statistico utilizzato per misurare la
disuguaglianza nella distribuzione del reddito o della ricchezza in
una popolazione. Esso aiuta a capire quanto il reddito o la ricchezza
sono distribuiti tra i membri di una popolazione. Se tutti hanno lo
stesso reddito, l'indice di Gini sarebbe 0. Se una sola persona ha
tutto il reddito, l'indice di Gini sarebbe 1. (valore più alto =
maggiore disuguaglianza).
5 FORZE COMPETITIVE DI PORTER
1) CONCORRENZA L'intensità della competizione tra le aziende
che operano nello stesso settore.
2) BARRIERE ALL’ENTRATA La minaccia di nuove entrate. La
facilità con cui nuove aziende possono entrare in un settore e
competere con quelle già presenti.
3) PRODOTTI SOSTITUTIVI La minaccia di prodotti o servizi
alternativi che possono soddisfare lo stesso bisogno del
cliente.
4) POTERE CONTRATTUALE DEI FORNITORI Di influenzare i
prezzi e le condizioni di acquisto delle materie prime o
componenti necessarie per la produzione.
5) POTERE CONTRATTUALE DEGLI ACQUIRENTI di influenzare
i prezzi e le condizioni di vendita dei prodotti o servizi.
PARADIGMA SCP (STRUTTURA – CONDOTTA –
PERFORMANCE)
Il paradigma SCP è un teorema economico che lega i risultati
(performance) delle imprese al loro comportamento (condotta) e,
indirettamente, alla struttura del settore industriale di
appartenenza. Suggerisce che la struttura di un mercato
influisce sul comportamento delle imprese, che a sua volta
determina i risultati del mercato.
DIFFERENZE COL MODELLO DI PORTER
- Non tiene conto di fattori come la tecnologia, le dinamiche di
apprendimento, e le interazioni tra le imprese.
- Il modello di Michael Porter ha introdotto la nozione di
vantaggio competitivo e ha sottolineato l'importanza delle
strategie delle imprese.
CAPITOLO 4
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
Le decisioni d’impresa implicano dei rischi (possibilità che il risultato
ottenuto ottenga scarti, più o meno significativi, dal risultato
voluto). La problematica dei rischi è oggetto di studio dell’ASV
(Approccio Sistemico Vitale), che distingue 4 livelli di rischio:
- RISCHIO ESISTENZIALE Va evitato assolutamente;
- RISCHIO GRAVE La cui entità è necessario che venga ridotta;
- RISCHIO SOSTENIBILE Richiede un’attività di controllo e
gestione;
- RISCHIO MARGINALE Può anche essere ignorato.
Nella cosiddetta attività di Risk Management, svolgono una vitale
importanza l’informazione e la comunicazione interna all’azienda:
- INFORMAZIONI RICCHE/COMUNICAZIONE ASSENTE Sarà
possibile conoscere il rischio futuro ma non lo si potrà
affrontare al meglio;
- INFORMAZIONI RICCHE/COMUNICAZIONE EFFICIENTE
Sarà possibile conoscere il rischio futuro e affrontarlo in modo
efficiente;
- INFORMAZIONI SCARSE/COMUNICAZIONE ASSENTE Non
sarà possibile conoscere il rischio futuro e ne subiranno gli
effetti negativi;
- INFORMAZIONI SCARSE/COMUNICAZIONE EFFICIENTE
Sarà possibile conoscere il rischio futuro ma ne si subiranno gli
effetti negativi.
Il rischio è anche un fenomeno connesso ad eventi
macroeconomici, ovvero alle possibili inadempienze di coloro che
partecipano alle transazioni, definiamo ancora:
- RISCHIO DI MERCATO Connesso all’anticipata acquisizione di
fattori produttivi(costi) sulla base di vendite future (ricavi)
MAKE TO STOCK
- RISCHIO DI ESERCIZIO Derivante dall’anticipata acquisizione
di commesse (ricavi), il cui processo produttivo è la relativa
acquisizione di fattori produttivi che arriverà in futuro
PURCHASE TO ORDER
La misurazione dei rischi risponde alla formula U = E(R) – A σ².
Laddove:
E(R) = Valore Atteso;
σ² = (Sigma al quadrato) Varianza dei Rendimenti;
A= Grado di Avversione del Rischio.
STRATEGIE DI HEDGING
L'hedging è una strategia di gestione del rischio che mira a
proteggere un investimento o una posizione finanziaria da
potenziali perdite dovute a fluttuazioni di mercato o a altri rischi. Si
tratta di una forma di assicurazione finanziaria che consente agli
investitori di mitigare il rischio senza necessariamente rinunciare ai
potenziali profitti. Esistono 3 diverse strategie di Hedging:
ASSUNZIONE TOTALE DEL RISCHIO Senza copertura, potendo
trarre vantaggio da un eventuale futuro aumento dei prezzi.
TRASFERIMENTO TOTALE DEL RISCHIO Realizzando
un’operazione dio pari entità sul mercato a termine, ma con un
guadagno =0.
TRASFERIMENTO PARZIALE DEL RISCHIO Coprendosi quindi in
parte, così da avere un guadagno da possibili ribassi o rialzi del
caso.
DEFINIZIONI INTERMEDIARI, RAPPRESENTANTI, AGENTI,
AUSILIARI
INTERMEDIARI Svolgono attività di facilitazione di vendita e
servizio per conto di aziende (esempio. Rappresentanti, agenti di
commercio)
RAPPRESENTANTI Agiscono in nome e per conto dell’azienda
(possono concludere la vendita come se fosse un direttore)
AGENTI Agiscono come f