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TEMPO PER FERMATE
TFM a causa di piccole fermate o ripristini. operativo per una durata
MINORI breve.
Tempo in cui l’impianto macchina è Impianto funzionante e
TEMPO DI PRODUZIONE impiegato in attività direttamente impiegato in attività
TPN NETTO produttive con velocità operativa direttamente produttive.
effettiva.
L’UTILIZZO DEGLI IMPIANTI:
l’impresa può utilizzare i seguenti indici per valutare l’utilizzazione degli impianti:
1) UTILIZZO LORDO:
Misura l’impatto dei tempi di non utilizzo per problemi esterni al sistema.
2) UTILIZZO NETTO:
misura l’impatto dei tempi di non utilizzo per problemi sia esterni che interni al sistema.
3) DISPONIBILITA’:
evidenzia l’impatto dei guasti e delle fermate per manutenzione.
La disponibilità differisce dal tempo produttivo lordo (TPL) per il tempo di guasto macchina
(TGM).
4) LA SATURAZIONE:
Esprime l’incidenza del tempo produttivo netto (TPN) sulla somma dei tempi direttamente e
indirettamente produttivi, e evidenziando l’impatto dei set-up e delle fermate minori.
Gli indici in quanto rapporti hanno un valore compreso tra zero e uno.
d) RESA:
la resa è connessa ai rallentamenti e agli scarti di produzione. È data dal rapporto tra input iniziali
impiegati e quantità di prodotto finito e conforme. STATO
SIGLA NOME DEFINIZIONE
Percentuale della capacità teorica Impianto funzionante ma
Rv RESA DI VELOCITA’ disponibile al netto di a ritmo inferiore.
rallentamenti.
Percentuale della capacità teorica Impianto funzionante ma
al netto degli sfridi. che non utilizza tutte le
Rq RESA DI QUANTITA’ quantità di input.
Percentuale della capacità teorica Impianto funzionante ma
disponibile al netto di operazioni di che produce output non
Rc RESA DI CONFORMITA’ controllo. conformi.
Dove: - = quantità di input reale
- = quantità di input teorico
- = quantità di output conforme
- = quantità totale di prodotto
CONCLUDENDO POSSIAMO DIRE CHE LA CAPACITA’ PRODUTTIVA E’ ESPRIMIBILE ATTRAVERSO
QUESTA ESPRESSIONE: Utilizzo Resa
Dove:
- = capacità produttiva
- = potenzialità di mix
- = tempo apertura
- = utile netto
- = disponibilità
- = saturazione
2) RELAZIONI ORGANICHE:
Riguardano l’aspetto delle decisioni e degli organi che hanno il compito di prenderle.
Le relazioni organiche possono essere distinte in:
1) ORGANICO RISTRETTO:
Insieme dei soggetti legati all’impresa da rapporti di lavoro subordinato.
2) ORGANICO ESTESO:
È rappresentato da tutti i soggetti che compongono l’organico ristretto, al quale si aggiungono i
soggetti che stabilmente prestano lavoro autonomo nell’impresa come gli agenti di vendita.
3) ORGANI D’IMPRESA:
insieme dei soggetti chiamati ad agire in nome e per conto dell’impresa rappresentandola
quindi verso i terzi.
I vari organi sono chiamati a deliberare su determinati aspetti dei contratti che costituiscono
l’impresa. Un singolo contratto quindi può coinvolgere decisioni che fanno capo a diversi
organi. Tali aspetti consistono negli elementi descrittivi, ossia quegli elementi che rendono
unico in determinato contratto e formano l’oggetto di decisione degli organi.
Le decisioni non sono l’unico flusso di informazioni presenti in azienda. Prima di prendere le
decisioni sono necessarie precedenti e ulteriori informazioni, sottoforma di:
- Comunicazioni,
- Istruzioni,
- Ordini.
Come conseguenza al principio di autosufficienza organica, è impossibile che un’impresa, già
all’inizio della sua vita, sappia quali decisioni si troverà a prendere in futuro o quali contratti
stipulerà in futuro.
PRINCIPI BASE DELLE RELAZIONI ORGANICHE:
Primo principio base delle relazioni organiche: assenza e riempimento dei vuoti di
potere.
serve qualcuno che abbia il potere per colmare assenze o vuoti di potere.
Per ogni elemento che descrive il contenuto, il processo genetico e l’esecuzione di uno scambio
di una successione autosufficiente, esiste almeno un rapporto costitutivo abilitato ad agire per
determinare, approvare, controllare, accettare l’elemento .
Questo vuol dire che per ogni elemento del contratto che deve essere stabilito, ci deve essere un
soggetto che ha il potere di decidere. Non ci possono essere vuoti di potere.
Il fatto che ci sia qualcuno che decida vuol dire che c’è rappresentanza.
.
La relazione tra e è detta
Secondo principio base delle relazioni organiche: assenza dei conflitti di potere.
Non possono esistere due organi abilitati a rappresentare l’impresa per quanto riguarda un dato
elemento del contenuto, del processo genetico o dell’esecuzione di uno scambio qualsiasi della
successione autosufficiente perché altrimenti si genererebbe un conflitto di potere.
Terzo principio base delle relazioni organiche: coordinamento o unità di comando.
Per l’autosufficienza contrattuale vale che organi diversi hanno relazioni di rappresentanza
diverse.
Il problema di base di qualsiasi organizzazione è che le decisioni, anche su diversi aspetti, devono
essere fra loro coordinate.
Dati due diverso rapporti costitutivi che possono entrare in conflitto, il problema di
coordinamento si può risolvere in tre modi:
1) Un solo organo si occupa di entrambi:
2) Rapporti simmetrici e transitivi tra le due attività che restano distinte:
3) Si risolve il conflitto inserendo un terzo soggetto, il capo e si da vita così ad un rapporto
gerarchico:
ALTRI PRINCIPI :
Esistono altri principi delle relazioni organiche e tali sono:
1) LA CONGRUENZA PROFESSIONALE
2) IL PRINCIPIO DI RESPONSABILITA’
3) PROIEZIONE ORGANICA DELL’EQUILIBRIO DI SOPRAVVIVENZA
1) LA CONGRUENZA PROFESSIONALE
È la congruenza tra le caratteristiche del soggetto e quelle richieste per una determinata
professione. Si individuano due profili: PROFILO INDIVIDUALE
PROFILO PROFESSIONALE
È il profilo individuato dall’azienda. È il profilo proprio di ciascuna persona. Si tratta
del curriculum.
Le caratteristiche e le competenze richieste Le caratteristiche del soggetto sono
sono rappresentabili in un vettore indicante i rappresentate in un vettore indicante i tratti
tratti tipici della personalità, l’istruzione o le tipici della personalità, l’istruzione o le
esperienze di lavoro precedenti. esperienze precedenti.
Le caratteristiche e le competenze di entrambi i profili sono rappresentabili con un vettore
indicante i tratti tipici della personalità, istruzione o le esperienze lavorative precedenti ecc…
Si tratta quindi della stessa cosa vista da due punti diversi: quello dell’azienda e quello del
soggetto.
Tra i due profili si genera solitamente uno scarto. Tale scarto, ai fini dell’assunzione deve essere
inferiore ad una determinata soglia fissata dall’impresa.
Possiamo avere due casi:
1) PROFILO PROFESSIONALE > PROFILO IDIVIDUALE
Se il profilo individuale è carente rispetto a quello professionale la prestazione non viene
eseguita a dovere in quanto il lavoratore non sa svolgere la sua mansione e si ha uno
sconfinamento dalla regione di sopravvivenza.
Si hanno due soluzioni:
- Miglior addestramento del lavoratore
- Assegnazione di tutta o parte della prestazione ad un altro lavoratore
2) PROFILO PROFESSIONALE < PROFILO INDIVIDUALE
Se il profilo individuale presenza eccedenze su quello professionale, il singolo lavoratore
vorrà vedere valorizzate le proprie attitudini.
Se così non fosse si ha una deviazione non mantenibile dell’equilibrio di sopravvivenza che
porterà:
- Dimissioni del lavoratore
- Adattamento con livellamento verso il basso
2) PRINCIPRIO DI RESPONSABILITA’
Ogni lavoratore che compone l’organico si caratterizza per motivazioni, interessi e valori. Per ogni
sconfinamento dalla regione di sopravvivenza devono esistere rapporti organici che legittimano
l’applicazione di sanzioni/incentivi per il lavoratore, che contribuiscano al rientro nella regione.
Il principio non delimita la regione di sopravvivenza ma è una condizione necessaria per la stabilità
dell’equilibrio stesso.
3) PROIEZIONE ORGANICA DELL’EQUILIBRIO DI SOPRAVVIVENZA
Ogni componente dell’organico è raffigurabile come un trasduttore che riceve informazioni e
decide, il cui ruolo può essere visto da due prospettive:
- TRASDUTTORE ELEMENTARE
Inteso come trasduttore individuale o collegiale che non si può scomporre in parti più semplici
- TRASDUTTORE GLOBALE
È l’insieme dato dai collegamenti informativo/decisori d tutti i trasduttori elementari
Il trasduttore contiene i criteri in base ai quali le informazioni ricevute sono utilizzate per
elaborare i segnali da trasmettere. I trasduttori, sia elementari che globali, formano RUOLI DI
RAPPRESENTANZA per agire per conto dell’impresa. Non vi devono essere delle
sovrapposizioni tra ruoli di rappresentanza per evitare conflitti di potere. L’unione di tutti i
ruoli di rappresentanza deve coprire tutto il prolungamento degli scambi d’impresa per
evitare vuoti di potere.
LA REGIONE D’EQUILIBRIO È DEFINITA DA:
1) FABBISOGNO CAPACITÀ ORGANICA: quantità di informazioni occorrente
2) CAPACITÀ ORGANICA EFFETTIVA : quantità massima di informazioni che il trasduttore è in
grado di trasmettere.
L’equilibrio viene raggiunto quando:
FABBISOGNO CAPACITÀ ORGANICA CAPACITÀ ORGANICA EFFETTIVA
Inoltre bisogna considerare che:
Il trasduttore globale ha una capacità maggiore della somma delle capacità organiche dei singoli
trasduttori elementari (se specializzo le persone, ognuna di esse avrà una capacità di prendere
decisioni molto maggiore) EFFETO DI SPECIALIZZAZIONE.
Le esigenze di coordinamento generano dissipazioni di capacità organiche EFFETTO DI
ASSORBIMENTO.
Entrambi gli effetti dipendono dal grado di accentramento delle decisioni, dai criteri di
assegnazione dei ruoli…
3) LE RELAZIONI FINANZIARIE
Hanno carattere bidimensionale e sono descritte da:
- VALORE DEL COMPONENTE
- DURATA
Possono essere:
- Finanziamenti
- Investimenti
FINANZIAMENTI:
indicati con:
dove:
- t = tempo, ossia il momento in cui compio l’analisi
- s = data entro cui il finanziamento deve essere rimborsato
I finanziamenti sono scalari positivi che indicano le anticipazioni fatte al tempo t e da rimborsare
alla data s al termine del CICLO DEL RIMBORSO. Si tratta di anticipazioni perché bisogna poi
restituire il capitale preso a prestito.
Le