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GRANDEZZE FOTOMETRICHE
FLUSSO LUMINOSO: Quantità di energia luminosa emessa da una sorgente nell’unità di tempo
Unità di misura: lumen [lm]
- Radiazione monocromatica (radiazione emessa ad una determinata lunghezza d’onda)
Φ = ∙ Φ = ∙ Φ = ∙ Φ ∙
- Radiazione eterocromatica (composta)
Φ = ∙ 780 S 380 Φ, ∙ ∙
INTENSITÀ LUMINOSA: Flusso luminoso emesso da una sorgente puntiforme per unità di angolo
solido in una determinata direzione (densità angolare del flusso)
Unità di misura: candela [cd]
= [lm : sr = cd ]
SOLIDO FOTOMETRICO: Superficie chiusa delimitata dal luogo geometrico dei punti estremi dei
segmenti di lunghezza proporzionale all’intensità della sorgente nelle diverse direzioni. L’intersezione
del solido fotometrico con un piano passante per l’asse verticale della sorgente individua una curva
denominata «indicatrice di emissione»
LUMINANZA: Rapporto tra il flusso luminoso emesso o riflesso da una superficie luminosa, per unità
di angolo solido in una determinata direzione, e la superficie emettente proiettata su un piano
perpendicolare alla direzione stessa
Unità di misura: [cd/m2 ] [nit]
= ∙ ∙ [ cd : m2 = nit ]
:
dA = superficie luminosa
dA’ = dA x cosβ = proiezione di dA sul piano perpendicolare alla direzione di osservazione
ILLUMINAMENTO: Rapporto tra il flusso luminoso incidente su una superficie elementare e l’area
della superficie elementare stessa
Unità di misura: lux [lx]
= : [ lm : m2 = lx]
TEMPERATURA DI COLORE CORRELATA (TCC): Esprime la tonalità di colore della luce
confrontandola in modo diretto con la temperatura assoluta di un corpo nero che irradia luce con la
stessa tonalità di colore emessa dalla sorgente in esame
Unità di misura: [Kelvin] [K]
TCC
< 3300 K = Luce bianco calda
Tra 3300 K e 5300 K = Luce bianco neutra
> 5300 K = Luce bianco fredda
Interazione luci – superfici
L’interazione tra la luce e la materia dipende:
• dalle caratteristiche fisiche della luce
• dalla composizione fisica e dalla caratteristiche superficiali della materia
COMPORTAMENTO GLOBALE
Il flusso luminoso incidente su una superficie viene in parte assorbito, in parte riflesso ed in parte
trasmesso
FATTORE DI ASSORBIMENTO = : %
FATTORE DI RIFLESSIONE = : %
FATTORE DI TRASMISSIONE = : %
I fattori che influiscono sui fattori di riflessione, trasmissione e assorbimento sono:
• colore • spessore (materiali trasparenti) • caratteristiche di finitura superficiale
= % giallo = % arancione = % magenta = % ciano
COMPORTAMENTO SPETTRALE
I parametri spettrali forniscono un’indicazione sulla distribuzione spettrale della luce assorbita,
riflessa o trasmessa
FATTORE DI ASSORBIMENTO SPETTRALE = : %
, ,
FATTORE DI RIFLESSIONE SPETTRALE = : %
, ,
FATTORE DI TRASMISSIONE SPETTRALE = : %
, ,
COMPORTAMENTO ANGOLARE
I parametri angolari forniscono un’indicazione sulla distribuzione angolare della luce assorbita,
riflessa o trasmessa
FATTORE DI RIFLESSIONE ANGOLARE = : %
,, ,, ,
FATTORE DI TRASMISSIONE ANGOLARE = : %
,, ,, ,
Può essere: speculare, diffusa, semidiffusa fascio largo, prismatica complessa
Obiettivi e parametri per il progetto illuminotecnico
La qualità di un progetto di illuminazione, sia naturale che artificiale, si misura in rapporto alla sua
capacità a rispondere ad un insieme complesso di esigenze, che scaturiscono da diversi ambiti:
• Sfera dell’individuo • Sfera economico ambientale • Sfera dell’architettura
Fruizione
COMFORT
Condizione di soddisfazione delle esigenze di ordine visivo espresse dall’utente Determinato
essenzialmente da:
• GRADO DI PRESTAZIONE VISIVA: velocità e accuratezza nello svolgimento di un compito visivo (che
consiste nell’osservazione di dettagli e oggetti in relazione allo svolgimento di una determinata
attività)
• GRADEVOLEZZA DELL’AMBIENTE LUMINOSO risulta da:
Luce (naturale e artificiale) Ambiente (caratteristiche dello spazio e delle superfici) Soggetto
(attitudini, preferenze, aspetti psicologici)
PARAMETRI E CRITERI DI VALUTAZIONE DEL COMFORT VISIVO
ILLUMINAMENTO → QUANTITA’ DI LUCE:
Sull’opera: illuminamento necessario per una corretta fruizione dei colori e dei dettagli. Dipende
dalle caratteristiche dell’opera (dimensione dei dettagli, contrasto, etc.). Sono prioritari i requisiti per
la conservazione (quando presenti).
UNIFORMITÀ SULL’OPERA: Un elevato valore di uniformità contribuisce a garantire una corretta
lettura di tutte le parti dell’opera. Il criterio dell’uniformità di distribuzione delle luce perde
importanza sulle opere tridimensionali dove la presenza di luce-ombra-penombra è necessaria per
una corretta fruizione.
DISTRIBUZIONE DELLA LUCE NELL’AMBIENTE ESPOSITIVO: La luce contribuisce a creare l’immagine
percepita dello spazio e in ambito museale a mettere in scena l’esposizione. Nell’ottica della
fruizione la luce può essere usata per vedere lo spazio e le opere in modo uniforme e neutro, o per
enfatizzare, indirizzare l’attenzione e creare una gerarchia in ambiente.
ADATTAMENTO VISIVO: Il nostro sistema visivo richiede alcuni minuti per adattarsi al passaggio da
ambienti con alti livelli di illuminazione ad ambienti con livelli di illuminazione minori. Solo con un
occhio adattato si dispone della capacità visiva necessaria per poter riconoscere i colori, i dettagli, le
strutture anche in presenza di illuminamenti ridotti. È pertanto opportuno introdurre percorsi di
adattamento tra ambienti con livelli di illuminazione molto diversi, al fine di facilitare l’adattamento
visivo.
ABBAGLIAMENTO: Disturbo dovuto alla presenza nel campo visivo di sorgenti o superfici luminose
con luminanza molto maggiore rispetto a quella di adattamento
- Molesto: Si verifica in presenza di sorgenti di luce (lampade, apparecchi, finestre…) molto
luminose e che determinano una situazione di elevato contrasto di luminanza nel campo
visivo. Non è impedita la visione, ma si ha un disagio visivo
- Perturbatore: Si verifica quando la luminanza della sorgente è talmente elevata da produrre un
velo di luce sulla retina e impedire temporaneamente la visione
- Da saturazione: Si verifica quando una parte considerevole del campo visivo è occupata da
una superficie con una luminanza molto elevata (situazione che ci costringe a portare gli
occhiali da sole)
- Da adattamento: Si verifica quando si passa da un ambiente molto buio ad uno molto
luminoso
Abbagliamento diretto: Disturbo dovuto alla presenza nel campo visivo di sorgenti o superfici
luminose con luminanza molto maggiore rispetto a quella di adattamento (es. sorgenti che entrano
direttamente nel campo visivo quando si osserva un’opera o quando ci si muove lungo il percorso
espositivo) PARAMETRO DI RIFERIMENTO: Luminanza [cd/m2]; UGR [-]
Abbagliamento riflesso: Prodotto da sorgenti di luce artificiale o naturale (finestre, lucernai, etc.) che
si riflettono su superfici speculari, delle opere stesse o degli elementi protettivi delle opere (vetri di
protezione, vetrine, etc.)
CONTRASTO DI LUMINANZA E SFONDI DELLE COLLEZIONI: Solitamente gli oggetti in esposizione
sono visibili grazie al contrasto rispetto a uno sfondo o rispetto all’ambiente circostante. Ad un
abbassamento eccessivo del contrasto relativo corrisponde una diminuzione della prestazione visiva
DIREZIONALITà DELLA LUCE: La direzionalità della luce influisce sulla percezione degli oggetti
tridimensionali. Una luce diretta proveniente da un’unica direzione determina ombre molto nette e
marcate che potrebbero in parte nascondere dettagli degli oggetti, viceversa luce proveniente da
tutte le direzioni tende ad annullare le ombre rendendo difficile la percezione dei rilievi
tridimensionali.
COLORE DELLA LUCE: La temperatura di colore della luce assume particolare importanza in
relazione alle condizioni di salute e benessere degli utenti (effetti non visivi della luce). Il colore della
luce percepita agisce a livello fisiologico e psicologico influenzando la gradevolezza globale di un
ambiente illuminato. Un disagio qualora una sorgente non sia in grado di restituire fedelmente i colori
presenti in ambiente.
Conservazione
1. La conservazione del patrimonio culturale è assicurata mediante una coerente, coordinata e
programmata attività di studio, prevenzione, manutenzione e restauro.
2. Per prevenzione si intende il complesso delle attività idonee a limitare le situazioni di rischio
connesse al bene culturale nel suo contesto. (Codice dei beni culturali e del paesaggio, D. Lgs. del 22
gennaio 2004, n. 42)
Il danno è un processo di natura cumulativa, nel quale intervengono sia il numero che l’intensità dei
singoli eventi forzanti. Esso avviene in modo progressivo con l’invecchiamento dell’oggetto e
l’alterazione delle sue proprietà chimico-fisiche; ogni perturbazione ambientale contribuisce ad
accelerare il processo di degrado, anche se talvolta in modo impercettibile all’occhio umano. Il
degrado, di per sé cumulativo e progressivo, si sviluppa in modo non lineare ed è irreversibile. Le
stesse cause possono produrre effetti diversi in relazione al tipo di oggetto ed alla sua storia
pregressa. La combinazione di più cause, presenti o passate, produce effetti sinergici.
AGENTI DI DEGRADO:
INQUINANTI CHIMICI ossidi di azoto (NO, NO2) anidride solforosa (SO2) ossido di carbonio (CO)
anidride carbonica (CO2) composti organici volatili (VOC) ozono (O3)
INQUINANTI BIOLOGICI polveri muffe funghi batteri acari
ENERGIA Energia elettromagnetica: radiazioni ottiche Energia termica
EVENTI CATASTROFICI E PERSONE
RADIAZIONI OTTICHE: Azioni fotochimiche (effetti • Alterazione cromatica • Decolorazione (fading) •
Ingiallimento (yellowness) • Degradazione dei pigmenti • Perdita di resistenza meccanica)
determinano un riscaldamento superficiale per irraggiamento (effetti • Surriscaldamento •
Essiccazione • Tensionamento • Deformazioni • Influenza sulle reazioni chimiche)