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Come si evolve la riflessione linguistica di Varchi?

Egli scrive un'opera postuma a quella del mandato, all'interno della quale esprime un cambio di prospettiva: Ercolano.

Nell'opera Varchi sostiene che l'esistenza stessa di una lingua presuppone l'esistenza di un popolo che la parla, esiste quindi una priorità logica della lingua parlata su quella scritta.

Da questa concezione egli trae alcune conseguenze:

  1. Dato il primato della lingua parlata su quella scritta (del fiorentino), il possesso naturale della lingua parlata costituisce un vantaggio (né Bembo che diceva fosse un vantaggio perché i fiorentini poco tempo prima usavano tranquillamente il fiorentino argenteo credendo fosse al pari del fiorentino trecentesco).
  2. Per scrivere non si può riversare direttamente la lingua parlata in un'opera letteraria, ma vi è la necessità di filtrarla attraverso l'esempio dei classici delle tre corone (uguale a ciò che diceva).
Di conseguenza, la posizione di Varchi si può definire intermedia, una prima prova di conciliazione fra il modello Bembiano ormai affermatosi e la volontà di affermazione/riaffermazione dei fiorentini, capendo che in qualche modo non si trattasse di due fiorentini identici. Questo tentativo di conciliazione sarà la linea sulla quale si muoveranno altri intellettuali fiorentini nella metà del 500, che porterà all'ideologia linguistica alla base del pensiero dell'ACCADEMIA DELLA CRUSCA. VINCENZO BORGHINI- (più importante letterato del 1560-70) Letterato importante per la cultura fiorentina del 500, a noi interessa per il suo compito di RASSETTATURA del Decameron; contraddizione: da un lato si proibiva la lettura del decameron per i suoi contenuti indecenti e dall'altra lo si indicava come esempio per la scrittura e la letteratura, quindi a Borghini viene assegnato il compito della prima rassettatura del decameron: processo per mandare a

Rassegna l'opera ed individua tutte le parti critiche dal punto di vista morale: concetti anticlericali e concetti/espressioni di ambito sessuale (era il periodo della controriforma della chiesa cattolica di Trento).

La rassettatura del Decameron diede la possibilità a Borghini di riflettere sulla lingua: innanzitutto egli divide fra lingua e stile:

  • Lingua: la perfezione delle tre corone risiede nel fatto che esse hanno utilizzato una lingua che in quel momento storico aveva raggiunto la propria massima purezza e perfezione in maniera naturale. Le 3 corone presentano una perfezione nelle proprie opere perché hanno utilizzato una lingua perfetta.
  • Lo stile è un'elaborazione secondaria: l'eccezionalità delle 3 non dipende dalla loro abilità letteraria di elaborare i testi, ma nella lingua che essi hanno utilizzato.

Lionardo Salviati e la Crusca:

  • Salviati, Avvertimenti della lingua sopra 'l Decamerone, 1584-1586
  • Accademia della Crusca
fondata nel 1582, Il Decameron di Boccaccio era stato inserito tra i libri proibiti perché il linguaggio doveva essere revisionato, lo farà Salviati con la seconda resettatura accolta come sufficiente e da quel momento comincia a circolare di nuovo liberamente. La riflessione di Salviati ricalca quello che Borghini aveva svolto qualche anno prima, rimasta solo sotto forma di appunti, mentre Salviati pubblica un libro. La sua opera è di grande importanza per la riflessione linguistica del 500. Avvertimenti della lingua sopra 'l Decamerone Parte da un assunto generale: il fiorentino è una lingua perfetta per natura, ma che è passata in diversi gradi di purezza e ha raggiunto l'apice nel 300. Il fiorentino del 300 era una lingua perfetta e pura per natura (intendeva la lingua effettivamente parlata dal popolo di Firenze) e poi col tempo è decaduta. In questo caso pensa ad una lingua parlata, questa perfezione trecentesca spiega la perfezione chenoi cogliamo nelle tre corone. Quello che Salviati vuole dire è che la ragione della perfezione linguistica non va individuata nella stilizzazione della lingua che hanno effettuato i tre autori, al contrario la perfezione è dovuta al fatto che tutti e tre hanno usato una lingua che già per sé era pura e perfetta. Questo ha delle conseguenze, perché come perfezione linguistica non andavano considerati solo i tre testi delle tre corone, ma tutti quelli scritti in quel periodo di tempo, tutta la produzione letteraria fiorentina del Trecento. Anche i testi documentari potevano essere usati come esempi di lingua perfetta al pari delle tre corone, come testi notarili, delle scritture mercantili, inventari, qualsiasi tipo di testo. Il merito delle tre corone stava nell'avere fissato in testi autorevoli quel modello linguistico, ma non l'avevano inventato perché era la lingua parlata dal popolo. Successivamente la lingua fiorentina è andata.

Incontro ad un decadimento, ma poteva comunque far parte del processo di codificazione per due motivi:

  • il fiorentino moderno poteva confermare quelle perplessità sul fiorentino trecentesco, come quello della polimorfia o dei doppioni lessicali. In questo caso si poteva ricorrere all'uso moderno per capire quali delle forme alternative si poteva usare come forma base
  • poteva surrogare l'assenza di testimonianze trecentesche, quindi si poteva legittimamente ricorrere al fiorentino moderno

Un'altra osservazione che fa sono le cause del decadimento, oggi noi sappiamo che questo è dovuto alla trasformazione da fiorentino aureo ad argenteo, ragione che va probabilmente imputata alle trasformazioni demografiche che erano avvenute dopo la peste nel 1348, con immigrazioni a Firenze che avevano portato anche le loro tradizioni linguistiche. La spiegazione che si dà Salviati è diversa, attribuisce queste trasformazioni all'influsso di elementi esterni al

fiorentino: - lombardismi, parole di origine dialettale settentrionale, penetrate nel fiorentino inquinando la purezza originaria - latinismi, dovuti alla cultura umanistica

Questi eccessi avrebbero portato ad una perdita della purezza del fiorentino. Da queste riflessioni possiamo capire che la cultura fiorentina ha rinunciato del tutto all'imposizione del fiorentino moderno come modello linguistico e ha capito che l'unico modello da usare era quello trecentesco. Questa idea era già partita con Bembo negli anni 20 del 500 con la Prosa delle volgar lingua. La riflessione di Salviati mostra come la cultura fiorentina ha accettato questo come un dato di fatto. La novità è che l'eccellenza non viene identificata in un processo di stilizzazione, ma come detto prima nella natura stessa del fiorentino, idea completamente diversa da quella che aveva esposto Bembo (purezza dovuto al processo di codificazione). Si cambia l'ideologia linguistica di

Questa riflessione era destinata ad avere un grande successo, diventerà l'ideologia linguistica della principale istituzione linguistica italiana: l'accademia della Crusca. era entrato all'accademia l'anno prima della pubblicazione ed è grazie a lui se è diventata la custode dell'ortodossia linguistica del fiorentino del trecento come lingua perfetta e del suo studio. Salviati morirà pochi anni dopo, ma la Crusca mantiene fede alla sua ideologia. l'idea di elaborare un vocabolario della lingua toscana del trecento e impegnerà gli accademici per circa trent'anni, quando nel 1612 pubblicheranno il vocabolario degli accademici della Crusca. Di volta in volta le varie edizioni verranno implementate con i nuovi termini. Questo costituiva il principale repertorio del fiorentino aureo, lo scrigno del tesoro della lingua. Ogni parola era accompagnata dalle fonti che testimoniano.l’uso della parole, appartenenti alle fonti del trecento e provenienti da: - dalle tre corone e altri autori minori - esempi tratti da scritture non letterarie - alcuni esempi del fiorentino moderno, quando non c’era il termine nel fiorentino aureo Fra i testi documentari si trovavano molti testi mai pubblicati: i testi a penna. Scritture che erano state rintracciate nelle biblioteche ed essendo datate nel 300 erano considerate al pari degli altri testi letterari. Quando una stessa parola era trovata in più forme, venivano tutte riportate nel vocabolario in ordine alfabetico. Non c’era una gerarchia delle varie parole, erano tutte considerate al pari. Questo è stato il primo vocabolario di una lingua moderna perché esistevano solo quelli delle lingue classiche. Diventerà il modello per tutti gli altri vocabolari. Nei tre secoli che seguiranno sarà il punto di riferimento per tutti coloro che desideravano scrivere in italiano, uno strumento diconsultazione dato che non esisteva ancora una lingua italiana parlata (ci sono ancora i dialetti). L'idea metaforica era che nell'accademia si voleva fare come facevano i produttori di farina, i quali separano i chicchi di grano dalla crusca, loro volevano fare la stessa cosa con la lingua: separare la lingua pura dalle contaminazioni (crusca). Le reazioni del vocabolario, 1600 Erano state anticipate già quando era in vita Salviati con un movimento che l'avevano accostato a Torquato Tasso (anni 80). In questi anni Tasso era stato internato in ospedale per ragioni psicologiche, aveva appena concluso La gerusalemme liberata e finché era in ospedale la pubblicarono a sua insaputa e contro la sua volontà. Questo testo ebbe un enorme successo, ma Tasso non era contento di come era stato pubblicato, oltretutto con un titolo diverso da quello che voleva dargli (Gerusalemme conquistata). L'enorme successo portò anche a varie critiche del poema, tra.cui quella di Salviati che in un opuscolo polemico lo accusa di aver usato una lingua molto meno perfetta di quella dell' Orlando Furioso di Ariosto, perché era inquinata da un eccesso di lombardismi e latinismi (principale causa di decadimento della lingua). Anche se si trovava in manicomio, Tasso gli risponde in modo straordinariamente efficace, anticipando molte idee dell' anticrusca. Tasso ha buon gioco nel dimostrare che rispetto all' Orlando Furioso i lombardismi sono molto meno presenti nella Gerusalemme liberata perché aveva rigorosamente usato una lingua in accordo al modello Bembiano, per quanto riguarda i latinismi dimostra che le tre corone ne sono piene. Ma non limita il discorso a questi punti, va oltre e coglie quella che era la vera intenzione della critica: negare agli scrittori non fiorentini la possibilità di elaborare un testo in lingua esatta. Ma la lingua scritta non era il fiorentino, ma una lingua che ha subito un processo di rielaborazione.la quale sarà migliore se si allontanerà dagli usi linguistici.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
96 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mttdalcero di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Lingua italiana per la comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Verona o del prof Soldani Arnaldo.