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ECONOMIA E SOCIETÀ TRA LE DUE GUERRE
3.1 La società di massa
La società di massa si affermò come il connotato fondamentale del Novecento, presentava dei tratti distintivi, determinati dallo sviluppo dell’industria che portò allacrescita dei ceti medi, dalla contrazione dell’agricoltura e da una spettacolare crescita del settore terziario. La società massificata si affermò con tempi, forme e intensità variabili, legate al grado di modernità delle diverse società occidentali. All’avanguardia in tale trasformazioni furono gli Usa, anticipando tendenze destinate adiffondersi in tutto l’Occidente. Tale società era di tipo dicotomica, basata sullacentralità di due classi, destinate ad assorbire tutte le altre: Proletariato e Borghesia. Nel Novecento furono i ceti medi ad avere un ruolo centrale, proiettandosull’intero corpo sociale i loro valori e modelli di comportamento.
Due guerre mondiali la classe operaia crebbe e in Occidente divenne la componente maggioritaria della forza lavoro. Cambiò la sua composizione interna (aumentarono i lavoratori non qualificati rispetto a quelli di mestiere). Per il sociologo Bauman, tra Ottocento e Novecento, l'attenzione del movimento operaio passò dalla lotta per la modifica dell'organizzazione del lavoro a quella per la conquista di redditi più alti. In questo modo potevano accedere al consumo delle merci rese disponibili dalla produzione industriale di massa a costi vantaggiosi.
Nei vari stati europei nacque un moderno "stato sociale", che oltre a chiedere ai cittadini l'assolvimento dei compiti degli obblighi di leva e il pagamento di imposte, interveniva per migliorare le condizioni di vita dei ceti più deboli, offrendo ai cittadini occasioni e strumenti di vita collettiva. Per questi obiettivi, lo stato diede il via al processo di "nazionalizzazione delle masse".
avvalendosi dell'uso dei mezzi di comunicazione di massa (stampa, cinema e radio). 3.2 Produzione in serie, nuova organizzazione del lavoro e sviluppo economico Fra guerra e dopoguerra negli Stati Uniti si attivò un circolo virtuoso tra produzione e consumo: la produzione in serie di beni di consumo durevole (auto, elettrodomestici), tenevano bassi i prezzi di queste merci, mentre occupazione e salari alti consentivano l'acquisto anche alle classi lavoratrici. La produzione in serie di oggetti standardizzati si ebbe con le prime catene di montaggio (la Ford produce la Ford modello T). Negli Stati Uniti si inizia a parlare di "capitalismo organizzato", riferendosi al patto sociale tra poteri dell'economia e della politica, dal quale restavano esclusi gli operai di piccole e medie aziende, lavoratori non qualificati e la massa dei disoccupati. Nel dopoguerra in Europa regnava il debito pubblico e l'inflazione, diminuendo la produzione e il potere.d'acquisto dei consumatori. Il paese più sofferente fu la Germania, generando un clima di paura e incertezza favorevole per l'avvento di Hitler. Per risolvere l'insolvenza tedesca, gli Usa vararono nel 1924 il programma di investimenti ''Dawes'', attivando un flusso di capitali dagli Stati Uniti alla Germania eda esse alle sue potenze creditrici, e da queste di nuovo agli Usa.
Significative furono le politiche monetarie che vedevano la Gran Bretagna protagonista. Il sistema del Gold Exchange Standard (1925), prevedeva che all'oro si affiancasse la sterlina come mezzo di pagamento internazionale (le banche centrali di ogni nazione, potevano ancorare il valore della propria valuta, alla sterlina oltre che all'oro).
3.3 La crisi del 1929
Il 24 ottobre 1929 l'indice della borsa di New York crollò verticalmente, ribassando del 50% il valore dei più significativi titoli azionari scambiati. Tutto ciò fu il
risultato8di una febbre speculativa che aveva raggiunto livelli elevatissimi negli anni precedenti. La discesa dei titoli proseguì in modo vertiginoso, perché una quantità senza precedenti di azioni venne svenduta dai suoi detentori, cercando di limitare le perdite. Il crollo della borsa ebbe effetti sul sistema bancario, col fallimento di molti istituti di credito, poi ebbe effetti pesanti nell'industria, la cui produzione venne dimezzata in 3 anni. E dal punto di vista sociale, produsse un aumento forte della disoccupazione (13 milioni nel 1933). Il paese europeo che accusò fortemente la crisi per la grande dipendenza dagli Usa, fu la Germania (1929-1932 -> produzione industriale alla metà, 6 milioni di disoccupati). Nel 1929-1932 gli Usa vararono un progetto di riforma del sistema capitalistico chiamato "New Deal" dove si costruì un modello di stato sociale, introducendo assicurazioni contro le malattie, indennità diDisoccupazione e altri ammortizzatori sociali. Le opere pubbliche crearono nuovi posti di lavoro rialzando il livello di salari e consumi. Tuttavia nel breve periodo, la riforma del capitalismo nei paesi democratici risollevò parzialmente gli equilibri economico-sociali provocati dalla crisi.
La cultura del Novecento. La ferita della guerra. Numerosi sono gli autori di opere letterarie di spicco che riguardavano il tema della guerra. Nel 1927 mentre Hitler muoveva i primi passi, il francese Benda scrisse "Tradimento dei chierici" alludendo agli intellettuali che avevano appoggiato gli odii razziali, l'intolleranza politica, il fanatismo di massa della guerra. Pirandello nei "Sei personaggi in cerca d'autore" (1921) evidenziava lo spaesamento del ceto medio italiano e europeo, alla vana ricerca di punti di riferimento nel proprio percorso individuale e collettivo. Mentre Spengler nel "Il tramonto dell'Occidente".
raccoglieval’eredità della guerra come un segnale di esaurimento del ciclo vitale dell’intera civiltà Europea, per lasciare il passo ad altri popoli e culture. Il grande successo per tali opere così diverse tra di loro, stava nella loro sintonia, nel loro senso comune (grande voglia di rifuggire dalla scena pubblica dell’impegno civile e politico senza rimedio dalla tragedia della guerra). In ‘’Viaggio al termine della notte’’ Ferdinand Celine ebbe grande successo per lo stile dissacrante e anarchico del protagonista, ma anche per l’importanza decisiva che il romanzo attribuiva alla guerra come censura epocale del tempo moderno. Importante fu anche nel 1913 le parodie dell’attore Charlie Chaplin, la musica jazz statunitense e i romanzi di Ernest Hemingway: “addio alle armi” (1929) dedicato alla partecipazione americana alla grande guerra; e ‘’Per chi suona la campana” (1940) cheRappresentò l'epopea repubblicana antifranchista con nuovi accenti, lontani dall'ideologia e dalla propaganda.
4) L'OCCIDENTE NEGLI ANNI VENTI
94.1 Gli Stati Uniti come potenza mondiale
Il primo conflitto mondiale segnò una svolta nei rapporti di forza economica tra gli Stati Uniti e il resto del mondo. I paesi europei erano indebitati fino al collo per sostenere lo sforzo bellico: tra il 1913-1920 il debito estero della Gran Bretagna era aumentato di 11 volte, mentre quello della Germania di 28 volte.
Tendenze come "la paura dei rossi" si combinarono con "l'americanismo", sviluppando un sentimento di orgoglio nazionale, misto a un senso di rivincita e separazione dalla civiltà europea. Tutto ciò portò ad un forte risentimento nei confronti del presidente Wilson; e nel 1920 la maggioranza repubblicana del senato respinse il trattato di Versailles e non ratificò l'adesione alla Società delle Nazioni.
Voluta da Wilson. Il nuovo presidente Harding confermò la spinta isolazionista e nel 1921 vennero approvate misure protezionistiche come l'aumento dei dazi doganali sulle importazioni e delle leggi sull'immigrazione (immigrati da 570.000 a 53.000 negli anni 30); inoltre dal 1919 al 1933 fu vietata la fabbricazione e la vendita di alcolici. Nacque il "Ku klux klan" (5 milioni di aderenti) che coniugava la difesa dell'americanismo col razzismo, praticando la violenza nei confronti degli avversari nemici. Il proibizionismo favorì la diffusione di organizzazioni criminali (= gangster), dedite al contrabbando di alcolici e gestione del gioco d'azzardo e della prostituzione (fu arrestato Al Capone).
4.2 Il boom degli anni venti
Passato un momento recessivo nel 1921, tra il 1922-1929 l'indice della produzione industriale salì di 2/3 e la disoccupazione oscillò attorno a tassi del 3-4%. Il rilancio produttivo fu frutto di un verticale
di implementare politiche protezionistiche). Tuttavia, queste misure si rivelarono inefficaci e contribuirono ad aggravare la crisi economica. Il crollo della borsa di Wall Street nel 1929 segnò l'inizio della Grande Depressione, una delle peggiori crisi economiche della storia. Milioni di persone persero il lavoro, le imprese fallirono e la povertà si diffuse in tutto il paese. La crisi si diffuse anche a livello internazionale, portando a una contrazione del commercio mondiale e a una crisi finanziaria globale. La Grande Depressione durò fino alla seconda guerra mondiale, quando gli investimenti militari e la ricostruzione post-bellica contribuirono a stimolare l'economia.inutile e disperato). La recessione si estese rapidamente (13 milioni di disoccupati) tra il 1932-1933. Nel Novembre 1932 le elezioni furono vinte con una maggioranza molto ampia dal democratico Franklin Delano Roosevelt.
Nel suo discorso inaugurale il nuovo presidente propose al popolo degli Usa il New Deal: occorreva abbandonare il liberismo dei governi repubblicani e impegnare lo stato in una lotta contro la disoccupazione. I primi cento giorni di presidenza erano cruciali per dare forza e contenuti al messaggio lanciato al paese. I provvedimenti più urgenti furono la svalutazione del dollaro e il riordino della circolazione monetaria per controllare l'inflazione. Venne creata una società pubblica per le garanzie assicurative dei piccoli risparmiatori, approvata una legge per l'agricoltura per regolare la produzione ed evitare gli eccessi.
Nel 1933 con la legge "National Industrial Recovery act": venne creata un
acali, alla promozione dell'innovazione tecnologica e all'implementazione di politiche di sviluppo economico. La agenzia governativa era responsabile della politica industriale del paese. Tra i suoi compiti principali c'erano la definizione di nuove norme per gestire i conflitti sindacali e promuovere la stabilità del settore industriale. Inoltre, l'agenzia si occupava di promuovere l'innovazione tecnologica nelle imprese, incoraggiando la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie. Questo era fondamentale per mantenere la competitività delle aziende sul mercato globale. Infine, l'agenzia era responsabile dell'implementazione di politiche di sviluppo economico volte a favorire la crescita e la prosperità del settore industriale. Questo includeva l'identificazione di opportunità di investimento, la promozione di partnership tra imprese e l'attrazione di investimenti stranieri. In sintesi, l'agenzia governativa era un organismo chiave per la definizione e l'implementazione della politica industriale del paese, con l'obiettivo di promuovere la crescita economica e la competitività delle imprese.