INDUSTRIALE:
Se da un lato ciò ha uno straordinario impatto sul PIL pro-capite e una popolazione che raddoppia
con reddito complessivo che aumenta di 3 volte, dall’altra parte ricordiamo come tale processo di
ridisegnamento radicale avviene come uno sviluppo spontaneo dal basso, in cui non vi è nessuna
volontà da parte dello Stato di regolare il tutto. La rivoluzione industriale porta con sé costi sociali
estremamente elevati.
Infatti, i perdenti, in questa partita, sono artigiani e popolazione rurale non proprietaria: gli artigiani
si vedono portar via il lavoro, sostituito dalla produzione industriale.
Si ingrossa il cosiddetto esercito industriale di riserva, per via di gente che è costretta a mettere in
vendita il proprio lavoro pur di sopravvivere.
Il tutto si mescola ad un inurbamento troppo rapido, a ritmi imposti dalle fabbriche che non
tutelano lavoratori, lavoratrici e bambini.
Come ex-post, come è stata interpretata la rivoluzione industriale? Due autori famosi danno la loro
opinione, ovvero Allen e Mokyr.
Alla fine, hanno ragione entrambi, perché uno si concentra più sulla visione del modello economico
e l’altro si concentra più sul fenomeno culturale, ma non sono alternativi uno all’altro, in quanto si
concentrano su aspetti diversi, ma entrambi sono fondamentali.
Come si diffonde l’industrializzazione?
Il primo modello consiste nelle 5 fasi di Rostow, che sono:
economia tradizionale
transizione
take off
maturità
consumi di massa
Rostow considera le diverse fasi di crescita degli investimenti dell’industria, vede un periodo di
accelerazione molto forte e come tale periodo si destabilizzi (potenza del mercato, ruolo e
innovazioni). L’idea è che tale schema che partiva dalla società tradizionale, da cui si creavano
condizioni di partenza per il take-off, con espansione industriale e poi verso la maturità in cui vi è
elevata quantità di prodotti che arrivano sul mercato, bisogna sostenere tale output e una domanda
tale da assorbire tutti questi prodotti… queste 5 fasi sono replicabili in tutti i Paesi. Si tratta
sicuramente di uno schema che ha posto l’attenzione sulla fase del take-off, ma in realtà è fin troppo
rigido, in quanto è designato su realtà che per prime hanno conosciuto il processo di
industrializzazione. Chi arriva dopo, non si trova nelle stesse condizioni di chi ha avuto prima
l’industrializzazione, perché:
a) Il mercato è già occupato da qualcuno
b) Ma il vantaggio dell’arretratezza consiste nel pescare le migliori esperienze effettuate, a
differenza degli imprenditori inglesi che hanno fatto tentativi ed errori prima di avere
una struttura dell’organizzazione efficiente, in quanto chi arriva dopo tali costi non deve
sostenerli. 03/04/2023
LEZIONE 11
PAESI FIRST COMER:
Parliamo dei cosiddetti Paesi first Comer, ovvero i primi Paesi che seguirono il processo di
industrializzazione dell’Inghilterra (Germania, Svizzera, Francia, Belgio).
Tali Paesi hanno alcune caratteristiche in comune:
vicinanza all’Inghilterra; sembra poco rilevante, ma è un fattore significativo, perché la
vicinanza geografica favorisce contatti economici.
paesi dotati di risorse naturali compatibili: l’utilizzo del carbone come base energetica,
ormai, era fondamentale.
agricoltura relativamente avanzata
presenti esperienze proto industriali di un certo rilievo che permettono di creare un bacino
di conoscenze che potrebbero avere come fine l’industrializzazione.
paesi relativamente aperti agli scambi: sia per quanto riguarda l’approvvigionamento di
alcune materie prime, sia per lo sbocco di mercato per prodotti industriali, è bene avere una
politica commerciale aperta, e ciò cambia anche in base alle dimensioni del Paese (es. Belgio
piccolo, deve per forza esportare; la Germania può anche permettersi di fare una politica un
po’ più restrittiva, perché ha mercato interno sufficientemente grande; i tedeschi, pur
avendo alte barriere doganali, riesce ad avere successo esportando in altri Paesi).
BELGIO:
Il primo paese tra i first Comer è stato il Belgio:
si tratta di un Paese giovane che subito sposa l’idea dell’industrializzazione come un fattore per
migliorare le condizioni di vita interna e per avere una rilevanza esterna dal punto di vista
internazionale. È molto vicino all’Inghilterra, quindi ha comunicazioni facilitate, vicino a mercati di
sbocco importanti, come quello francese, tedesco, olandese; ha poi al suo interno carbone, ferro,
corsi d’acqua navigabili e ha una storia economica alle spalle di tutto rispetto per attività proto-
industriali (merletti, pizzi, arazzi, attività tessile diffusa sul territorio) e per attività commerciali
(crocevia di importanti attività mercantili in città come Anversa).
Il Belgio fa proprio un modello di sviluppo industriale:
1. diffusione della tecnologia e dell’imprenditorialità di origine inglese (i Cockerill): essendo
quello inglese un mercato concorrenziale, alcuni vedono interessi anche in Belgio e una
famiglia di Cockerill comincia a mettere attività in Belgio, creando una catena integrata
verticalmente per la produzione industriale (investimenti in siderurgia, macchine e telai,
produzione di tessuti, ecc.).
2. politica economica: stato nuovo che nasce senza impostazioni di classi sociali che
provengono dal mondo tradizionale (clero, esercito, ecc.).
3. diffusione della forma giuridica delle società anonime (c.d. società per azioni)
4. nascita un efficiente sistema finanziario:
5. costruzione una importante rete ferroviaria
GEOGRAFIA vicinanza all’Inghilterra e a mercati importanti, sbocchi sul mare e trasporto
DEMOGRAFIA: vicinanza all’Inghilterra e a mercati importanti, sbocchi sul mare e trasporto
DEMOGRAFIA: una fitta reta urbana
ISTITUZIONI: nuovo Stato con un orientamento di politica economica favorevole alla creazione di
nuove imprese, con società anonime che favoriscono investimenti industriali
TECNOLOGIA: agricoltura avanzata, imitazione dell’Inghilterra, sviluppo in nuovi settori (costruzione
linee di trasporto urbano: tram, nuova esigenza che nasce con il crescere delle dimensioni della
città)
CULTURA: il Belgio ha lunga tradizione commerciale e proto-industriale
FRANCIA:
Inizialmente ci si domandava per quale motivo il processo industriale avesse preso avvio in
Inghilterra, e non in Francia, date le sue condizioni del tutto favorevoli e vivace (Illuminismo, cultura
proto-industriale, ecc.). In Francia stenta ad attecchire la rivoluzione, per dei motivi:
1. prima della Rivoluzione francese, il sistema istituzionale porta avanti il sistema feudale.
2. la Rivoluzione francese agisce da freno per altre vie, in quanto:
da un lato, con la politica di potenza, Napoleone tiene la Francia costantemente
in guerra (fino al Congresso di Vienna) e il che non facilita lo sviluppo dell’attività
economica
dall’altro, l’ambizione dei francesi era quella di discostarsi dalle volontà dei
signori feudali e diventare proprietari della terra, tanto che la prima cosa che
fanno i contadini è quella di assaltare i castelli e bruciare gli atti che davano i
poteri ai signori.
3. la popolazione cresce poco in questo periodo: uno dei motivi è che il codice Napoleone
aveva introdotto uno dei principi del diritto romano, ovvero la parità tra i figli, cosa che
non era scontata, in quanto, in tanti parti d’Europa, vi era la legge secondo cui il primo
nato aveva diritto ad avere, se non tutta, una parte importante dell’eredità. La reazione
è dunque quella di fare meno figli in Francia, data l’uguaglianza di trattamento. Si trovano
anche i modi di raggirare tali leggi, in cui vi sono secondo e terzogeniti che rinunciano
alla propria quota nei confronti del maggiore, atti fatti con pressioni e liquidazioni
sottobanco.
4. pur avendo il carbone sul territorio era difficile da estrarre.
5. dal punto di vista dei trasporti, ha posizione favorevole e buon sistema stradale, i canali
non erano estesissimi, ma se ne costruiscono alcuni importanti, e hanno anche fiumi
navigabili significativi, ma comunque la Francia è grande; quindi, la realizzazione delle
infrastrutture è piuttosto costosa.
6. la tecnologia francese è dinamica: Il problema è che il tessuto imprenditoriale francese
è meno ricettivo nell’accogliere tali innovazioni; dunque, innovazioni importanti in
Francia trovano sviluppo in Inghilterra perché gli imprenditori inglesi sono più capaci nel
recepirle.
7. settore tessile è un settore di punta, in quanto diventa di lusso (settore industria della
moda)
8. diffusione limitata della società per azioni, per via della mentalità familiare nella
gestione delle imprese
9. tradizione di potere concentrato (re, Napoleone…): ruolo del governo centrale è cruciale
e alle realtà periferiche è demandata una parte limitata dei poteri amministrativi. Si
tratta di poteri di prefetti e paese concentrato sul ruolo di Parigi. Ciò non favorisce la
creazione di modelli economici adattati alle realtà locali.
GEOGRAFIA: territorio esteso, centralità di Parigi, trasporti discreti, scarsità di carbone
DEMOGRAFIA: scarso sviluppo demografico
ISTITUZIONI: monarchia assoluta, rivoluzione e guerre frenano lo sviluppo, stato centralizzato, la
paysannerie
TECNOLOGIA: innovazioni sfruttate altrove, telaio jacquard, la seconda rivoluzione industriale
CULTURA: agricoltura, illuminismo e stato centrale
GERMANIA:
Essa è destinata ad essere una delle più grandi potenze in Europa (all’inizio del ‘900, supera
l’Inghilterra), ma è un Paese che parte tardi per diverse ragioni:
a) a causa di una realtà a lungo profondamente frammentata, solo nel 1871 (dopo guerra
franco-prussiana) i tedeschi si unificano. Nel 1789 (Rivoluzione francese), esistevano in
Germania 314 potestà statuarie diverse. C’era di tutto, tra regni di Prussia, regno di Sassonia,
e poi città-stato come Amburgo, Lubecca, principati vescovili, ducati, marchesati, ecc. La
Prussia fu colei che portò al processo di unificazione tedesca.
b) struttura para-feudale.
c) L’organizzazione della produzione urbana era caratterizzata ancora da organizzazioni di
tipo corporativo
Vi sono anche degli elementi che favoriranno la diffusione del processo di industrializzazione, come
ad esempio: le Scelte politiche fatte dal Governo (prima da quello Prussiano e poi da quello unitario)
che consistono in:
tentativo di superare i problemi legati alla frammentazione politica attraverso l’unione
doganal
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